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Book of love

Grazie a Book of love, in prima visione su Sky, questa sera ho fatto il viaggio dei miei sogni in Messico, visitando non solo Città del Messico ma il sito archeologico di Palenque e ho percorso un bel tratto di strada in macchina senza aria condizionata in compagnia dello scrittore inglese Henry Copper e della sua traduttrice Maria.

Henry giunge in Messico per promuovere la sua ultima opera intitolata Il cuore sensibile, un libro divenuto un best-seller proprio grazie a Maria Rodriguez che lo ha riscritto trasformando il 'cinguettio' di Copper in un romanzo erotico capace di accendere le voglie dei lettori.

Ovviamente lo scrittore proveniente da una rassicurante e piovosa Londra, non è a conoscenza della trasformazione totale del suo scritto che in Inghilterra non ha avuto neanche un lettore e che nella sua nuova veste, riesce a ottenere in poco tempo il consenso del pubblico messicano.

Ma c'è qualcosa che va oltre la promozione del libro, ci sono le storie di Henry e Maria, più tristi e meno sensazionali delle pagine di un libro.

Lei lavora come barista, sogna di fare la scrittrice ed è la mamma di Diego avuto da Antonio, un bellissimo messicano che passa il tempo fuori casa a bere e a fare il perdigiorno.

Henry e Maria devono scrivere il secondo libro insieme, intitolato Due cuori.

 Durante la stesura del libro, sarà inevitabile che Maria ed Henry cambieranno la loro vita per sempre.

 Il sogno ormai è realtà e Maria è finalmente una scrittrice famosa.

Sembra incredibile eppure l'amore si può scrivere e ha il potere di riscrivere le storie dei due protagonisti.

Storie come questa fanno davvero bene al cuore e pur essendo una commedia romantica, una favola a lieto fine, somiglia molto alla vita reale più che all'idillio che ognuno di noi sogna.

Oltre a Sam Claflin capace di indossare splendidamente i panni dello scrittore inglese Henry Copper e di Veronica Echegui a suo agio in quelli della sua deliziosa traduttrice Maria Rodriguez, ho apprezzato anche Horacio Garcia, l'Antonio papà di Diego e Horacio Villalobos/Pedro se saprà tenere insieme Henry e Maria nel tour promozionale del libro.

La regista Analeine Cal y Mayor ha fatto centro. 

Consigliato!

La padrina - Parigi ha una nuova regina


 Patience è interprete giudiziaria franco-araba e lavora per la squadra antidroga di Parigi.

La madre è gravemente malata e ricoverata in un centro anziani. I soldi scarseggiano e dopo aver pagato l'ultimo debito del marito che ha perso molti anni fa, vive con le due figlie e si relaziona con Philippe, il poliziotto con cui collabora e al quale deve nascondere la sua nuova identità di padrina, dopo l'intercettazione di una telefonata tra Afid il figlio spacciatore e la madre Farida, l'infermiera che assiste con amore la mamma di Patience.

La donna coraggiosissima e sprezzante del pericolo, seguendo un tutorial sul web, rinnova il suo look travestendosi da araba per vendere la droga trasportata da Afid.

E' una pratica pericolosa e la sua nuova identità le ridà quella voglia di vivere dimenticata.

Nel film al femminile diretto da Jean Paul Salomé, è coinvolgente più del solito Isabelle Huppert che si cambia d'abito indossando numerose identità, senza coinvolgersi più di tanto neanche nella scena con le figlie nelle Galeries Lafayette natalizie, mentre disperde le ceneri della madre che tanto amava quel luogo.

Da questa sera La padrina è in prima visione su Sky.

Consigliato come tutti i film francesi.



Gli anni belli

 E' ambientato nel 1994 il film diretto da Lorenzo d'Amico de Carvalho.

Sono i tempi di Forza Italia ricordati alla perfezione dal bravissimo Stefano Viali, il gestore di Bella Italia camping, un campeggio ideale per le famiglie che si ritrovano per trascorrere il ferragosto insieme.

Una è quella di Elena, formata da Eugenio (Ninni Bruschetta) elitario prof. di greco e Adele (Maria Grazia Cucinotta), la bella e trascurata moglie e mamma.

Elena è una rivoluzionaria che oltre a scontrarsi coi genitori, trova in un gruppo di giovani vacanzieri dei validi alleati, tra loro c'è il talentuoso Luca Attadia, scoperto nel 2015 al teatro Lo Spazio nel  Festival dei nuovi tragici e che apprezzai moltissimo proponendogli di gestire un fan club che creai in suo onore.

Il film è scorrevole, ricorda lucidamente quegli anni, per certi versi belli per altri meno.

I giovani sapevano ancora stare insieme senza sballarsi o eclissarsi al cellulare come accade oggi e allora speravano di cambiare il mondo, oggi si conformano e sperano di essere tutti uguali e non unici.

Per Elena sarà un'estate di belle speranze e novità, prima fra tutte l'amore trovato e rinnovato per i suoi genitori.

Sul finale mi ha fatto pensare a "Notte prima degli esami" con le schede dei personaggi conosciuti durante il film di cui il regista racconta la strada percorsa e i traguardi conquistati.

Non mi è rimasta impressa la colonna sonora che è importante per un film.

Però ne consiglio la visione per ritrovare attori bravi che sono nel cast e per conoscerne e apprezzare stelle nascenti come Luca Attadia.

Il film è in programmazione su Sky.

Gli idoli delle donne

 La coppia di amici e colleghi Lillo e Greg, tornano insieme per far ridere e ci riescono benissimo ne "Gli idoli delle donne" appena visto su Prime e in prima visione su Sky da questa sera.

Eros Puglielli il regista di questa divertentissima commedia, deve essersi divertito tantissimo a dirigere Lillo nei panni del gigolò ma non è stato sempre così, c'è stato un tempo in cui il suo corpo era quello di Francesco Arca, ma la voce è quella di Lillo e già si ride per questo.

Il ricercatissimo gigolò Filippo, dopo essersi salvato la vita da un incidente in taxi, cambia aspetto e perde tutto, ha bisogno dell'aiuto del sapiente Max, un ex gigolò mistico e santone, un vero e proprio insegnante di seduzione grazie al potere emanato dal suo soul gazing, uno sguardo incantatore e irresistibile.

Tale sguardo per Maria (Ilaria Spada) sarà più potente del macete del suo Escobar (Corrado Guzzanti) che uccide tutti coloro che osano toccare la figlia Juanita (Maryna).

Tra narcotrafficanti, santoni e gigolò, Pasquale Petrolo e Claudio Gregori, tornano a quella comicità che ci mancava tanto.

Ringraziandoli per essere tornati, invito a vedere il film

È complicato

 

 

Tutto può succedere, anzi, è più facile fare un salto nel passato nella commedia romantica di Nancy Meyers che è un piacere rivedere per ritrovare una spettacolare Meryl Streep così amorevole e materna nei panni di Jane, una deliziosa pasticcera separata ormai da diversi anni, dieci per la precisione e che vive un ritorno di fiamma con Jack (Alex Baldwin) che l’ha tradita e si e risposato con la giovane e bella Agness (Lake Bell) dalla quale ha avuto un figlio oltre ai tre ormai grandi del primo matrimonio. 

Se si tratta di vero e proprio amore, è difficile anzi è complicato da comprendere ma sarà il tempo a fare chiarezza o forse la presenza dell’ adorabile architetto separato Adam (Steve Martin) che sa fare luce nel cuore di Jane, in cerca forse di una nuova relazione dopo anni di solitudine.

È una coppia particolare quella formata da Meryl Streep e Alec Baldwin però funziona a meraviglia e conquista tanto quanto Cameron Diaz e Jude Law e Kate Winslet e Jack Black in uno dei miei film preferiti L’amore non va in vacanza, diretto tre anni prima di questo, dalla romantica Meyers.

I dolci preparati da Meryl sono gustosissimi solo a guardarli e i suoi foulard Hermes incantano.

Il film è di quelli da vedere e rivedere senza dubbio ed essendo in programmazione su Sky io ve lo suggerisco.


Piccolo corpo


 I film raccontano storie affascinanti, tratte da fatti storici oppure ispirate a romanzi ma Piccolo corpo, l’opera prima della trentenne friulana Laura Samani, David come regista esordiente nel 2021, mostra un santuario dove tornavano a vivere i bambini morti il tempo di un respiro, per poter essere battezzati.

La neo mamma Agata, ha appena partorito e perso la sua bambina e mentre giace nel letto debolissima, si sta svolgendo il funerale della figlia nata morta senza nome e senza essere battezzata.

Agata scaverà nella terra con le mani fino a trovare la cassetta di legno dove giace la figlia senza nome.

Inizia un viaggio verso il santuario in montagna, dove i bambini nati morti tornano a respirare il tempo di ricevere il battesimo.

La mamma debolissima, affronta un percorso tortuoso dalla laguna di Caorle alle montagne della Carnia con la cassetta di legno sulle spalle. 

Nel cammino di speranza di Agata molti saranno quelli incontrati, il primo è Lince, un individuo dagli occhi di un verde meraviglioso e di difficile identità, che le tiene compagnia durante il viaggio anche se all’inizio la fa salire su di un carro e la immobilizza per portarla ad allattare visto che i suoi seni grondano latte materno.

Parlano tutti in dialetto friulano e veneto e sono quasi tutti non professionisti.

La natura selvaggia dei luoghi, rispecchia la rudezza dei personaggi quasi incapaci di provare sentimenti di solidarietà e compassione. È il caso delle donne che soccorrono Agata insanguinata e senza forze e che per l’aiuto offerto, chiedono in cambio i suoi bei capelli che tagliano fino a spezzarli e lo fanno senza pietà.

Affascinano tutti quelli che s’ incontrano nel film, in particolar modo Agata (Celeste Cescutti) animata da un senso materno d’altri tempi e Lince (Ondina Quadri) un essere assimilabile a un folletto dei boschi che porterà a compimento l’unico desiderio di Agata: il battesimo di sua figlia.

Una storia estremamente toccante che affonda le sue radici in quelle tradizioni popolari che studiai all’università e che meritano di essere raccontate.

Il film da questa sera è in prima visione su Sky e vi consiglio di vederlo!

 

Joe Bell


È tratto da una storia vera il film Joe Bell sull’amore di un padre per suo figlio gay bullizzato che si toglie la vita.

Dura sei mesi il viaggio di redenzione che Joe (Mark Wahlberg) compie idealmente col figlio accanto. Ha 45 anni, è smarrito e cerca di insegnare al mondo, valori come il rispetto per chi è diverso da noi e la voglia di amarlo nonostante tutto e al di sopra delle discriminazioni, perché, come ricorda giustamente, non sappiamo quanto tempo abbiamo a disposizione per amare.

Il regista Reinaldo Marcus Green, fa compiere ai protagonisti del film un viaggio reale e visionario, pieno di dolorose consapevolezze e sconfitte. 

Jadin  Bell è interpretato da Reid Miller molto intenso e toccante soprattutto nella scena in cui cerca disperatamente il supporto psicologico di un’amica al telefono dopo l’ennesimo episodio di bullismo subito e che lo spingerà a togliersi la vita. 

Possiamo trovare anche il magnifico Gary Sinise nei panni dello sceriffo, ma tutti lo ricordiamo con affetto in quelli del tenente Dan in Forrest Gump.

Il film in prima visione su Sky da questa sera è da vedere!


La notte di San Lorenzo


 𝕃𝕒 𝕟𝕠𝕥𝕥𝕖 𝕕𝕚 𝕊𝕒𝕟 𝕃𝕠𝕣𝕖𝕟𝕫o è il nono film diretto dai fratelli Taviani.

Affresco della campagna toscana dell'agosto del 1944, che fa da sfondo ad uno dei tanti drammi della seconda guerra mondiale, raccontato guardando però alle tenerezze, alla buona volontà, agli eroismi e alla paura della gente comune.

Presentato in concorso al 35º Festival di Cannes, ha vinto il premio il Grand Prix Speciale della Giuria e il premio della giuria ecumenica. Gli eventi narrati nel film richiamano le drammatiche vicende della Strage del Duomo di San Miniato originariamente attribuita all'esercito tedesco, in realtà causata dagli Alleati. Il film è anche la prima occasione di collaborazione dei due registi con Nicola Piovani. 

Oltre all’eccezionale attore e doppiatore Omero Antonutti nella parte di Galvano, c’è una sorprendente Norma Martelli (Ivana) che ho apprezzato come regista a teatro e che pur non sentendosi bella, è corteggiata da Dilvo, un giovanissimo e già bravo Paolo Hendel. La sopravvivenza e la corsa verso la fine della Guerra e la conquista della libertà tiene insieme un gruppo di gente semplice e solidale, che fa tanta fatica per conservare una certa dignità in mezzo alla miseria e al nulla. Tra le scene più commoventi, c’è quella del pane spezzato e donato al prete che lo benedice durante la messa e lo dona come fosse proprio un’ostia, ai fedeli. 

Spero esaudiate qualche desiderio questa notte ⭐️


Cry Macho - Ritorno a casa


 Clint  Eastwood indossa ancora una volta i panni di un cowboy nel suo ultimo film in prima visione da questa sera su Sky cinema. È abile in tutto, dalla cucina, alla cura per gli animali, anche se non può per sua stessa ammissione “curare la vecchiaia”, tuttavia è all’altezza di un compito arduo: riportare a casa Rafael il figlio del suo capo.

Howard possiede un ranch in Texas e da lì partirà il viaggio di Mike, una vecchia gloria del Rodeo che perde la famiglia in un tragico incidente e perde la strada maestra. Sarà  Howard a dargli una seconda vita e lui gli è debitore.

Eastwood è un cowboy in tutto, nel suo amore sconfinato per la natura e per gli spazi aperti nei quali preferisce dormire al riparo da tutto e lontano dal mondo, è un cowboy nel frasario essenziale e più consapevole, è un cowboy nel coraggio che dimostra nelle situazioni più difficili e nell’essere carismatico per le donne incontrate nel viaggio.

È solo più vecchio ma il tempo non sa scalfire il suo magnetismo, la sua bellezza, il suo essere l’incarnazione della storia del cinema.

Il suo incedere è lento, è incerto ma la sua mente è lucida e le sue riflessioni tutte sagge e rassicuranti.

Nel viaggio che si vorrebbe senza fine, si giunge al capolinea.

Mentre Mike saluta il ragazzo con il quale ha vissuto un’esperienza  incredibile, sembra che Clint Eastwood si stia congedando da quello schermo che lo ha reso immortale ma è troppo doloroso solo pensarlo.

“Un tempo ero tante cose ma ora non più” 

Consigliatissimo non solo per chi ama i film western ma per chi ama immensamente Clint Eastwood!

Quasi nemici - L'importante è avere ragione





 Neila Salah, proviene dalle banlieu parigine, da una famiglia di umili origini ma onesta e con le sue tradizioni culturali e sociali ben distanti da quelle del suo professore universitario, l’elitario Mazard, insopportabile razzista e classista al quale viene affidato l’arduo compito di preparare la ragazza per il prestigioso concorso di retorica, ossia l’arte del dire, del parlare in pubblico e del persuadere con le parole, che è la carta vincente per un buon avvocato.

L’università Pantheon Assas di Parigi, rinomata per l’eccellenza della facoltà di Giurisprudenza, è un luogo frequentato da privilegiati e dove Saila è etichettata fin dal primo giorno dal professor Mazard, sia per l’ abbigliamento poco consono che per il colore della sua pelle.

Nonostante il suo atteggiamento dichiaratamente ostile, Mazard si rivelerà un insegnante ideale, fuori dagli schemi che dedicherà tutto il suo tempo, anche quello extrascolastico alla formazione della sua allieva,  tirandone fuori il meglio e proiettandola verso una carriera di avvocato di successo. 

È un bellissimo film interculturale e pedagogico, diretto con abilità e cura da Ylan Attal che ha fatto conquistare alla bravissima e bellissima Camelia Jordana nel 2018 il Cesar come Migliore promessa femminile. Che dire di Daniel Auteil, se non che è il solito eccezionale interprete che coinvolge ed emoziona in ogni suo ruolo, garantendo al film il successo e l’ammirazione e soprattutto la voglia di rivederlo.

Questo meraviglioso prodotto del cinema francese, avete la fortuna e il piacere di trovarlo su Raiplay.

Consigliato!



 

La signora delle rose

 "Spero che vi piacciano le rose" spiega la protagonista ai suoi apprendisti e mi auguro vi piacciano le rose prima di leggere questa recensione dedicata a un film sulle rose e non solo.

Eve Vernet dirige una piccola azienda a conduzione familiare, ereditando la passione e il sogno paterno di creare rose e di prendersene cura.

E' una donna sola per scelta, circondata da libri di rose, essenze e quadri che raffigurano questo prezioso e fragilissimo fiore convinta che "la vita senza bellezza, cos'è?".

Con la fidata Vera (Olivia Cote), partecipa al Concorso Bagatelle, dove verrà premiata la creazione floreale più originale e a vincere anche quest'anno sarà la commercialissima fabbrica di rose Lamarzelle.

Eve è in crisi e la sua amatissima azienda sta per fallire, ma a un passo dal fallimento, piombano tre apprendisti che dovranno lavorare senza essere pagati, almeno all'inizio.

La signora delle rose si occuperà dell'apprendistato e della formazione dei tre stagisti, trasmettendo loro il suo immenso amore per le rose e anche il suo spirito d'avventura.

Tra un tiro di pipa, un buon bicchiere di vermut e i suoi preziosi diari dove prende appunti sui tempi di semina, fioritura e raccolta delle rose, Eve assiste al tramonto di un sogno.

Tuttavia sarà una meravigliosa rosa bianca e rossa dal profumo intenso e di cacao a salvare la sua vita, facendole vincere il concorso Bagatelle.

Non è stata lei a creare la rosa vincitrice del concorso, ma il suo affiatato gruppo di lavoro.

Il film diretto da Pierre Pinaud e dedicato a sua madre, mi ricorda molto l'amore di mia madre per i fiori e gli innesti di ogni tipo, che non solo le riescono benissimo, ma ha una dote innata per la cura delle piante e dei fiori.

Oltre a Eve, interpretata graziosamente da Catherine Frot, mi ha coinvolto molto anche la storia di Fred (Melan Omerta), uno degli stagisti, turbato da un'infanzia difficile per l' abbandono da parte dei genitori e  tuttavia sorpreso per la scoperta del suo speciale dono olfattivo.

Questo film oltre a essere guardato si può annusare, immersi nei più svariati tipi e profumi di rose e visto che la rosa è il mio fiore preferito, invito a seguire con il cuore leggero questo delicato film francese che sa appassionare e commuovere fino alle lacrime.

A me è successo ma sono lacrime liberatorie.

Il film per nostra fortuna è da questa sera su Sky cinema.

La crociata La croisade

E' una bella cornice ecologista quella in cui è inserito il tableau de La crociata, una philo-fable pour la Terre come direbbe Jean Claude Carriere che nel 2015 racconta favole antiche e moderne e che firma la sceneggiatura di questo film insieme con il regista e interprete Louis Garrel, che è Abel, come nella vita, il marito di Marianne, Laetitia Casta e padre di Joseph (Joseph Engel), un tredicenne animato dalla lotta per salvare la nostra Terra dalla distruzione e dall'estinzione di tante specie animali e di quella umana.

Uniti e coalizzati contro l'indifferenza degli adulti che sanno pur fingendo di non sapere, un gruppo di minorenni si riunisce dove può e progetta canali e dighe per donare all'Africa l'acqua che salverà la vita non solo ai suoi abitanti ma all'intero pianeta.

C'è un ideale ambizioso e corale che consentirà nel giro di qualche anno all'Africa, attraverso un progetto d'irrigazione massiccio, di tornare ad essere un Paese florido e verde.

I bambini coscienziosi fanno di tutto per realizzare il loro progetto, arrivando a vendere all'insaputa dei genitori, beni preziosi, essendo in fondo solo oggetti di poco conto rispetto alle problematiche enormi da risolvere.

La commedia ecologica racchiude il grande sogno che ognuno ha nel suo cuore.

La coppia Garrel/Casta è irresistibile. 

Il film è una piccola meraviglia che potrete trovare in prima visione su Sky cinema due dal 1 agosto 2022.


Scompartimento n. 6

In una realtà come quella nella quale siamo immersi, dipendenti dalla comunicazione a ogni costo, rintracciabili costantemente al cellulare e sui social, Scompartimento n. 6 è non solo un road movie, da Mosca a Murmansk, all'estremo nord-occidentale della Russia europea a due passi dal Mar di Barentz, ma un vero e proprio viaggio nel passato, dove i due protagonisti non possiedono il cellulare, solo un walkman con le cuffie tenute da un cerchietto sulla testa e una telecamera di quelle che non se ne trovano più.

Sembrerebbe impossibile che in mezzo a tante privazioni, si possa esistere, ce ne siamo dimenticati e il regista finlandese Juho Kuosmanen, ispirandosi al romanzo di Rosa Liksom, ci ricorda che si può vivere anche così, in mezzo al nulla, tra vagoni sovraffollati, un controllore donna severa ma sulla quale si può contare per avere una bustina di tè, ed è così che i due protagonisti dividono la cuccetta da estranei, ognuno tormentato a suo modo, lei Laura, una studentessa finlandese avvolta da una strana malinconia per la mancanza dell'amata Irina, che la lascia partire sola da Mosca, nonostante le temperature gelide, per visitare delle iscrizioni rupestre millenarie, i petroglifi, lui è Ljoha, un minatore il cui viaggio, eccetto la sosta dalla madre, ha il solo scopo di raggiungere il posto di lavoro.

I due giovani si ritrovano a condividere senza privacy una cuccetta. Lei tenterà invano un posto più tranquillo ma alla fine si abituerà alle stranezze di quel ragazzo che osserva da un'altra prospettiva, come solo le donne sanno fare.

Mentre si guarda il film, oltre a viaggiare tra la steppa desolata e il gelo, ci si perde nella disperazione dei due giovani che cercano una via di fuga a una vita priva di prospettive.

Nell'unica sosta del treno, dove i due si ritrovano a dormire a casa della mamma di lui, è molto divertente il discorso della rassicurante signora, che considera esseri umani, solo le persone con i capelli rossi... non potrei essere più d'accordo.

Seidi Haarla, rossa di capelli e Yuriy Borisov, potrebbero essere usciti tranquillamente dalla penna di Cechov, e straordinari nell'emanare calore mentre si rotolano sulla neve gelata nel viaggio di ritorno dalla visita ai petroglifi.

Il film ha meritato al Festival di Cannes il Gran Premio della Giuria insieme al film Un eroe un riconoscimento meritatissimo.


Questo magnifico esempio di cinema è in prima visione su Sky ed è consigliatissimo!

Volami via Envole-moi


Thomas è il figlio del dottor Reinhard, ha 29 anni e trascorre le sue serate in discoteca dopo aver abbandonato l'università, essendo nient'altro che un perdigiorno. Dopo l'ennesima prova di irresponsabilità, il padre decide di dargli un ultimatum: dovrà andarsene di casa se non lo aiuterà a prendersi cura di Marcus, uno dei suoi giovani pazienti. Marcus ha dodici anni e una grave malattia, ma è pieno di sogni e di voglia di scoprire il mondo: affetto da molteplici disabilità, combatte ogni giorno con l'aiuto di sua madre Maissa e del dottor Reinhard. L'incontro tra i due ragazzi sconvolgerà la vita di entrambi, cambiandola per sempre.

La recensione di Tania Croce

Il film è ambientato a Parigi, per la maggior parte del tempo nell'ospedale dove è curato Marcus, un dodicenne pieno di sogni che teme di non realizzare, date le numerose patologie che gli impongono una vita priva di emozioni e di svaghi.
In mezzo al terreno infecondo del dolore e dei patimenti, spunta il fiore dell'amicizia tra Marcus e Thomas, il figlio del suo dottore, inizialmente costretto a prendersi cura del giovane malato e che poi finirà per essere un suo fedele alleato.
All'inizio sarà tutto difficile per Thomas, un ragazzo smarrito, orfano di madre, eppure di buoni sentimenti.
La vita di Marcus è appesa al filo della speranza, ma intanto è il caso d'iniziare a realizzare qualche sogno.
A materializzare la lista scritta da Marcus, ci penserà Thomas e inizierà un viaggio sia fisico che emozionale meraviglioso che condurrà il piccolo tifoso all'interno del Parco dei Principi, stadio che conosco molto bene e di fronte al quale ho fatto i miei interventi di chirurgia ricostruttiva ed è lì che Marcus vedrà giocare la sua squadra del cuore: il Paris Saint-Germain.
Le corse nei giorni con il suo nuovo amico, gioveranno al dodicenne ma metteranno a dura prova il suo cuore.
Ci sarà un intervento delicatissimo, un periodo di riabilitazione e poi si potrà tornare a correre e a respirare senza la bombola d'ossigeno che Marcus deve portare sempre con se.
Lo aspetta una nuova vita all'alba dei suoi 13 anni,  traguardo a cui Marcus non avrebbe creduto di arrivare.
I due sono ancora amici e lottano in maniera diversa per realizzare i propri sogni.
Lodevole l'interpretazione di Victor Belmondo (Thomas) di Gerard Lanvin (dottor Reinhard) e di Yoann Eloundou (Marcus).

Il toccante remake francese di Conta su di me di Marc Rothemund sulla vera storia di Lars Amend e di Daniel Meyer, è diretto da Cristophe Barratier.

 E' in prima visione su Sky da questa sera.
Consigliato.

 

Caro Evan Hansen

"Vorrei essere parte di qualcosa, vorrei che le cose che dico interessassero a qualcuno" Evan Hansen 

Stephen Chbosky dirige l'adattamento dell'omonimo musical.

Evan è uno studente ansioso e solitario che finge di essere stato amico di Connor Murphy, un coetaneo suicida.

Costruisce un castello di bugie, sia a scuola che con la famiglia di Connor, l'unico ragazzo che gli abbia firmato il gesso sul braccio dicendogli: "così fingiamo entrambi di avere un amico".

La lettera che inizia con : "Caro Evan Hansen..." non è altro che un esercizio suggerito dall'analista di Evan, uno scritto motivazionale.

Ben Platt è Evan Hansen, lo stesso attore del musical, è empatico, struggente, sia nella parte del ragazzo affetto d' ansia sociale che in quella del figlio trascurato dalla madre, la splendida Julianne Moore che per necessità deve fare turni straordinari in ospedale, da quando il padre li ha lasciati per sempre.

L'insicuro liceale, si ritrova a recitare la parte dell'unico amico di Connor Murphy (Colton Ryan)e a raccogliere i fondi per dedicare a Connor il frutteto che tanto amava e raccontando una storia bellissima che ha saputo incantare tutti, sulla loro esperienza sull'albero dal quale osservavano il mondo dall'alto. I social s'infiammano, le donazioni giungono copiose, migliaia di adolescenti ringraziano per aver trovato la forza di reagire alle proprie frustrazioni, attraverso le parole di conforto di Evan. 

Anche la madre di Connor, attraverso i racconti di Evan, trova immensa forza e una certa pace interiore che la sostiene nell'accettazione della prematura scomparsa del figlio ed è molto commovente Amy Adams nei panni di Cynthia Murphy, amorevole e affettuosa con Evan, come non sapeva essere la vera madre perché affranta da un dolore profondo.

Ma il castello di bugie si sgretola e la vita che Evan sognava di vivere, si trasforma in una presa di coscienza che tutto deve proseguire, ma partendo dalla verità della sua condizione di ragazzo non privilegiato che dovrà lavorare per potersi pagare il college.

I riflettori nel film sono puntati sugli adolescenti, fragili e condizionati dai social ma non solo.

Dall'altra parte ci sono i genitori, altrettanto fragili e insicuri e per questo incapaci di comprendere e amare i propri figli e i rapporti conflittuali tra fratelli come Zoe (Kaitlyn Dever) che non ha avuto il tempo di conoscere il vero Connor, con il quale si è solo scontrata.  

E' una storia interessante, da vedere sicuramente. 

Caro Evan Hansen è in prima visione da questa sera su Sky.



C’era una volta il crimine


 Il terzo capitolo della fortunatissima saga diretta da Massimiliano Bruno, è finalmente su Sky cinema da questa sera.

Come si fa a perdersi la Banda della Magliana che sconfigge l’esercito tedesco, oppure la magistrale interpretazione del Duce di Duccio Camerini?

Il viaggio nel tempo questa volta ci conduce all’8 settembre del 1943, la data dell’armistizio, in un’Italia esanime, popolata da tedeschi da un lato, partigiani dall’altro e tra nazisti, fascisti e partigiani piombano i nostri eroi con un bottino niente male: la Gioconda di Da Vinci appena trafugata dal castello di Chambord!

La Guerra è finita, non le ostilità e la banda capitanata da Moreno (Marco Giallini) con l’ardimentoso Giuseppe (GianMarco Tognazzi) che s’innamora di Adele (Carolina Crescentini) la nonna di Moreno, che è ancora giovane e bella e una new entry ossia Claudio, l’erudito professore di storia interpretato da Giampaolo Morelli, che sarà d’aiuto ai suoi compagni di viaggio, si imbatte in uno dei più esemplari partigiani come Sandro Pertini interpretato magnificamente  da Rolando Ravello con il quale vivono momenti pericolosi come l’esplosione di un ponte e piacevoli come la spassosa partita a carte.

Il ritorno nel presente non potrà compiersi senza un Massimiliano Bruno Rambo d’eccezione che con la sua Lara Croft la bellissima Giulia Bevilacqua, strapperà i nostri eroi da morte certa per mano dei tedeschi.

 Ma arrivano i rinforzi, si tratta di Renatino (Edoardo Leo) con Sabrina (Ilenia Pastorelli) e il gruppo di Ultrà che consentiranno a Moreno e a Claudio di tornare nel presente. Giuseppe vuole restare ancora un po’ dentro la storia per raggiungere la sua Adele e darle il suo definito saluto. Forse, chissà…

Tra memorabili citazioni e ricordi bellissimi, frasi amatissime di cantanti indimenticabili come Gaber, si conclude il terzo capitolo di un viaggio nel tempo davvero emozionante, divertente e a tratti commovente!

Consigliatissimo!


Parla più forte

 Antoine è un professore motivato, un cinquantenne con una lunga vita da vivere, nuove opportunità e un imprevedibile ostacolo: la sordità.


E' un mondo di silenzio per Antoine che interiorizza la sua nuova condizione di non udente e cerca di non drammatizzare, anzi, prova a non creare problemi al prossimo.

Pur non chiedendo aiuto,  il professore sordo, riceve solidarietà e l'amicizia dalla piccola Violette (Manon Lemoine), la figlia della nuova vicina di casa Claire, che saprà mantenere il loro segreto.

Claire è vedova e cerca di comprendere la figlia che ormai si è chiusa in un costante mutismo interrotto dalle urla durante i suoi incubi notturni.

L'amicizia con Francis (Francois Berleand), il suo collega e il particolare rapporto con la tenera Violette, aiuteranno il professore a iniziare il suo percorso di recupero dell'udito attraverso l'utilizzo di un apparecchio acustico che amplificherà i suoni e che si scaricherà quando meno se lo aspetta e le lezioni di lettura labiale.


La disabilità è affrontata con delicatezza e ci sono persino risvolti comici nel film diretto e interpretato dall'eccezionale Pascal Elbé, con citazioni artistiche, come il riferimento al pittore spagnolo Goya, divenuto anch'egli sordo.


Durante il film (dal 14 luglio su Sky cinema due), è possibile comprendere l'universo del protagonista, la sua confusione uditiva, che oltre a provocargli un disagio sociale grandissimo, essendo un insegnante, lo spinge a riflettere su se stesso e a iniziare un viaggio esistenziale di scoperta e di rinascita.

L'alienazione dettata dalla sua sordità, lo riconcilia con il suo io e con il mondo esterno, in particolar modo con Claire, interpretata dalla deliziosa Sandrine Kiberlain che farà tornare l'amore nella sua vita, un ottimo alleato per ognuno di noi.


Il tema della sordità è conosciuto molto bene dal regista eppure è un libro: Il prof è sordo, a guidare Elbé nella narrazione del film estremamente toccante eppure alleggerito dai toni comici che lo rendono piacevolissimo.

I film francesi non mi deludono mai, anzi, sono una carezza al cuore.

Parla più forte si dissolve nel silenzio e lascia immaginare il lieto fine.


Chapeau!



Aline - La voce dell’amore


 Aline Dieu nasce in Quebec ed è la quattordicesima figlia di Sylvette, una donna operosa che con suo marito cresce i suoi adorati figli e sostiene totalmente la piccola e talentuosissina ultimogenita.

A 12 anni Aline ha una voce meravigliosa che sarà registrata in una cassetta  che deve essere fatta ascoltare al famoso manager Guy Claude il quale ne resterà esterrefatto e intenzionato a prendere sotto la sua ala protettrice questo minuscolo usignolo canadese per trasformarlo nella famosa cantante che noi tutti conosciamo e amiamo.

È un’immersione totale nella vita dell’artista e della donna Celine Dion a cui Valerie Lemercier s’ispira per dirigere in maniera magistrale il film Aline - La voce dell’amore, visto e amato questa sera su Sky cinema.

Lei è una ventenne e il suo manager ha 26 anni di più ed è al suo secondo matrimonio eppure ama la sua adorata Aline e le chiede di sposarla in modo originale e straordinario esattamente a Napoli, lasciando il diamante nel gelato al cioccolato che la giovane cantante sta per divorare.

È scandito in modo evocativo ed emozionante il tempo della sua carriera che coincide con quello della sua storia d’amore da cui nasceranno tre figli.

Guy è interpretato da uno straordinario Sylvain Marcel e sarà colui per il quale Aline canta dall’età di 12 anni fino alla loro definitiva separazione nel 2016.

Ha solo 47 anni Celine e deve andare al funerale dell’amatissimo manager e marito accompagnata dai tre figli.

Ha fatto centro la Lemercier con il suo film favoloso, che ha voluto non solo dirigere ma anche interpretare nella parte di Aline/Celine per tutto il tempo, anche quando è piccola e ha il volto dell’attrice e regista che è ringiovanito digitalmente. 

È mostrato senza filtri, il mondo magico e tentacolare dello spettacolo e il successo che assorbe il tempo vitale di una star costretta a stare in silenzio per tre mesi  perché le sue corde vocali sono state messe a dura prova dal tour in giro per il pianeta.

Tra finzione e realtà, fatti realmente accaduti oppure solo immaginati, Aline - La voce dell’amore tocca il cuore.

Film consigliatissimo!

Corro da te, un remake deludente


 Riccardo Milani non è riuscito a compiere il miracolo: eguagliare la bellezza del film a cui s'ispira ossia Tutti in piedi, di cui Corro da te è il remake.

Cambia il finale straordinario e abbassa i toni di una tematica che va gridata al mondo intero: la disabilità, banalizzando fortemente il protagonista maschile, goffo, meno affascinante dell' attore e regista francese Franck Dubosc nei panni di Jocelyn, un incorreggibile bugiardo che si confida con il suo amico il dottor Max il magnifico Gerard Darmon che nella versione italiana è interpretato da Pietro Sermonti e con la segretaria la bravissima Vanessa Scalera e non con una combriccola di amici con i quali Gianni scommette di portarsi a letto pure la disabile, immortalando con un selfie l'evento dopo l'immersione nella piscina che prima è stato un elegante tavolino dove ha cenato con la speciale invitata (in foto).

La prima volta che ho visto Tutti in piedi, un film del 2018, sono rimasta davvero colpita da questa storia, dal bell'imprenditore che perde la testa per una bellissima donna sulla sedia a rotelle e dal momento in cui la conosce, cerca di conquistarla, dimenticando tutte le altre, mentre Gianni continua ad andare appresso a tutte, non solo a lei.

Il Gianni di Milani, interpretato da Pierfrancesco Favino, non solo non ha lo charme del bel Dubosc, gli manca proprio tutto di questo personaggio, anche la tenerezza in alcuni momenti che è determinante, riesce a essere un galletto senza cuore per tutto il tempo e non c'è empatia tra i due attori che ho visto ingessati nei panni rispettivamente di Gianni e Chiara.

Miriam Leone tuttavia si avvicina alla francese Alexandra Lamy, anche se non stupisce come lei, ricorda però il suo coraggio, la sua voglia di riscatto ed è apprezzabile. 

Nel cast ci sono molti attori eccezionali dal fratello di Gianni che è Carlo Luca De Ruggieri a Piera degli Esposti nei panni della nonna di Chiara, a Michele Placido nella parte del padre di Gianni che nel film francese è affidata a Claude Blasseur famoso per essere il papà di Vic (Sophie Marceau) ne Il tempo delle mele. 

Il film in prima visione su Sky, mi ha deluso e consiglio di vedere Tutti in piedi a cui s'ispira e che è imparagonabile ed è davvero bellissimo! 

Ghiaccio

 La noble art è un'espressione che neanche si usa nel quartiere dove cresce Giorgio, orfano di padre e appassionato di boxe, però esiste la nobiltà d'animo di Massimo, il suo allenatore, che lo aiuta a credere in se stesso e lo prepara psicologicamente e fisicamente a un incontro che cambierà il corso della sua vita.

Nella periferia romana tra il Quarticciolo, Casal Bruciato e Tor Tre Teste dove è girato il film, ci sono insidie di ogni tipo e si vive con l'acqua alla gola perché mancano i soldi per pagare l'affitto e si finisce in brutti giri per sopravvivere.

Giorgio è molto legato a sua madre, una donna che nasconde le lacrime in cucina, perché Maria è vinta, affranta, avvolta da un fallimento che le toglie il respiro.

Il film è ambientato negli anni '90, precisamente nel 1997, sono gli anni in cui si guarda in tv il Karaoke di Fiorello, che Massimo ama vedere con la sua Floriana, la bella moglie di cui è innamoratissimo e lo fa quando torna a casa distrutto dal lavoro e dagli allenamenti in palestra e le promette di trovare il tempo per togliere la muffa dalla camera dei bambini e la convince a perdonarlo dedicandole una serenata, più precisamente una canzone di Claudio Baglioni.

Giorgio indossa una felpa grigia col cappuccio con una sola T di Totti sulle spalle e il numero 10 , lo fa perché è l'unico regalo ricevuto da suo padre, da cui ha ereditato soltanto i debiti per cui gli strozzini lo minacceranno, ma il prezzo da pagare sarà troppo alto.

Massimo, è un ex pugile che non ha spiccato il volo e che per campare lavora la mattina presto alle dipendenze di un tipo che gli fa scaricare frutta e verdura, ma riversa su Giorgio il suo sogno di vittoria e sarà per lui un complice, quasi un padre e salderà un po' dei suoi debiti coi soldi messi da parte per i figli.

L'immersione delle mani nel ghiaccio alla fine degli allenamenti, è come un premio, un rituale che Massimo trasmette a Giorgio, accanto alle sue teorie filosofiche ed estremamente intense.

La periferia è un microcosmo difficile da gestire e in cui vivere, ma è l'unica realtà che Giorgio conosce, pur sognando un giorno di vivere e morire al mare con la sua amata.

Chissà se vincerà l'incontro, chissà se andrà a vivere al mare, coronando il suo sogno.

Massimo è interpretato da un magnifico Vinicio Marchioni, perfettamente a suo agio nei panni dell'allenatore fidato e appassionato, del padre affettuoso e del marito fedele. L'ho amato immensamente in questo film che è l'esordio alla regia per il cantante Fabrizio Moro, la cui sceneggiatura e regia è anche di Alessio De Leonardis.

Giorgio è Giacomo Ferrara, ragazzo molto tenero e indifeso eppure coraggiosissimo a cui ci si affeziona immediatamente.

Tra i personaggi neri c'è Pisciasotto interpretato da Claudio Camilli che mi ha ricordato in modo impressionante il mio amico attore e regista Paolo Perelli.

Floriana è Sara Cardinaletti, Maria è Lidia Vitale e il piccolo Marco, il figlio di Massimo è Matteo Ballesio.

Il film apprezzatissimo su Sky questa sera, potrete vederlo anche su Prime Video.

Non perdetelo perché è stupendo!

PennadorodiTania CroceDesign byIole