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Prince Harry Spare Il Minore

 Una biografia di solito contiene un elenco di fatti esposti in ordine temporale, è scritta in terza persona perché il narratore riporta gli episodi di un'altra vita, non della propria.

Prince Harry Spare Il Minore invece è scritto in prima persona ed è rivolto al lettore con l'unica esigenza di far sapere come è andata finora la vita di colui che tutti noi siamo soliti chiamare il Principe Harry e che associamo indissolubilmente alla mamma, la bellissima e sfortunatissima Diana Spencer, principessa del Galles o soltanto Lady D.

Per la prima volta nella mia vita, questa non è stata una semplice lettura ma un'immersione totale nella storia di un reale, non dell'erede ma della "Riserva", status che il giovane e sensibile Harry ha sempre accettato e rispettato sin dai tempi in cui era felicemente amato da sua madre, donna generosa ed apprensiva che gli è stata accanto finché ha potuto.

A ventun' anni Harry entra nell'esercito e sono accurate le descrizioni della vita militare da lui amatissima che lo rende disciplinato ed eroico ma sensibile ai problemi dei soldati mutilati e degli invalidi di guerra, conoscenza che lo ispirerà per la creazione dei giochi paralimpici londinesi ad essi dedicati.

Come tutte le persone normali, anche se quando pensiamo ai reali li vediamo anni luce lontani da noi, Harry soffre di attacchi di panico, si sente solo e incompreso, non riesce a trovare la donna della sua vita, per sposarsi come suo fratello William, l'erede, e mettere su famiglia.

I rapporti con sua nonna e i suoi pensieri nei suoi confronti sono sempre basati sul rispetto e l'ammirazione anche dopo la sua scomparsa.

Lei è stata il suo riferimento e anche il suo 'capo' perché ha lavorato al servizio della Regina Elisabetta II fin quando ha potuto.

Poi accade il miracolo, l'incontro con l'amore, con la sua Meghan, che affascina non solo i membri del Palazzo reale ma il mondo intero.

Però le favole, anche le più belle, si scontrano con la realtà, quella che era una coppia favolosa, viene bersagliata dalla stampa che le rende la vita impossibile.

Sono strane e impreviste le reazioni del futuro Re Carlo III, suo padre e del fratello William che anziché prendere le sue parti, restano in disparte, anzi sono intrappolati nella loro gabbia dorata.

Tutto ciò che sapevo sugli Windsor era collegato anche alle informazioni ricevute dalla stampa e scorrendo le pagine di questo straordinario libro che è a tutti gli effetti un diario personale e appassionato, ho scoperto di non conoscere nulla o quasi, perché la cronaca spesso racconta ma non svela, e i pezzi dedicati al principe Harry hanno sempre avuto un'impronta negativa, severa, spietata.

Ecco, la spietatezza della stampa britannica è uno degli aspetti sottolineati nel libro, che hanno persino compromesso i rapporti familiari e sociali della famiglia reale, allontanando la Riserva.

La frase che è impressa nella prima pagina del libro "Il passato non muore mai. Non è mai passato" di William Faulkner, contiene il dolore perpetrato negli anni, per la prematura scomparsa della madre, un dolore insostenibile, sordo, devastante.

 Il passato e il presente convivono in questo atto d'amore scritto da Harry in prima persona, un libro carico di particolari, di rivelazioni che non avrei mai immaginato, di viaggi meravigliosi e di avventure.

E' il libro più bello che io abbia ricevuto in regalo!

Lunga vita a te Prince Harry e infinitamente grazie per tutto ciò che hai voluto raccontare anche a me!


Beppe Grillo è tornato




Beppe Grillo è tornato!

Finalmente.

Appena ha fatto ingresso sul palcoscenico disadorno del Brancaccio, ha brillato come un faro, una fucina di idee, di visioni e di proiezioni di un futuro non troppo distante.

Un comico amatissimo dal grande pubblico, anche attore e vincitore di un David di Donatello come miglior attore emergente, con la sua testa piena di concetti e progetti, è alla ricerca di verità, di alternative, di novità, desideroso di scuotere le coscienze, un mare in tempesta.
Grillo è un cattolico e si ritrova in una società smarrita e alla ricerca di credenze ed eventi a cui appigliarsi come la madonna che piange lacrime di sangue e crede sia giunto il momento di creare una chiesa dell'Altrove, accanto a tutte le altre chiese e religioni esistenti e appoggiate dall' 8x1000 in un mondo dove il posto occupato da Dio, è stato sostituto dall'Io senza D.

Lui stesso si domanda se può un comico essere a capo di un movimento, però facendo un salto nella storia più recente, si rende conto che dietro le più grandi invenzioni dalla stampa alla penicillina e all'anestesia, ci sono stati pazzi come Gutenberg (1450), Fleming (1881) o ritenuti tali, personaggi di cui le scoperte che hanno cambiato il mondo, sono state riconosciute dopo almeno 60 anni.

Effettivamente ci vuole un po' di follia per difendere le proprie idee e valori come l'onestà e il rispetto per il genere umano, per i più deboli e per chi ne ha bisogno.


Grillo ha viaggiato, visto, conosciuto, incontrato diversi capi di stato emblematici come l'ex presidente dell'Uruguay José Mujica, che non avendo potuto incontrare in altro luogo, ha avuto il piacere d'intervistare in un salone da parrucchiera.
 Benevolo è stato anche il suo rapporto con Draghi e ama ricordare Conte che ieri sera era in platea a salutare il pubblico alla fine dello spettacolo, scattando foto con chi lo ama.

Nello spettacolo organizzato da Vincenzo Berti e Gianluca Bonanno per Ventidieci e la produzione di Marangoni Spettacolo, Beppe Grillo ammette possibili offuscamenti mentali dovuti alle sue settanta primavere e anche più. Però così non è perché i suoi ragionamenti sono lucidissimi, le battute argute, lo spirito vivo e il suo magnetismo immutato.
In questa società dominata dal meta verso, l'unica certezza è quella delle idee.
Le sue hanno preannunciato disastri e dato vita a un movimento prezioso per chi ha saputo coglierne la vera essenza.

Beppe Grillo ha rispettato anche il pubblico presente, con prezzi accessibilissimi anzi i più bassi di tutti in questa stagione del Brancaccio e chi lo ha seguito non è stato per gli accrediti stampa ma perché come me, voleva esserci ed applaudirlo.

Dalla tv dove lo apprezzai al teatro, dove lo ammiro per la prima volta, Grillo ha confermato la sua grandezza.

Beppe Grillo è Altrove e Oltre.

La barbona e il pappagallo con Elisabetta Pozzi

Sono entrata sul canale youtube del Centro Teatrale Bresciano per assistere a una lettura entusiasmante come La barbona e il pappagallo, dal testo del drammaturgo, attore e regista Vittorio Franceschi. Questa lettura interpretata da una straordinaria attrice come Elisabetta Pozzi, inaugura la versione a porte chiuse della fortunata rassegna di drammaturgia contemporanea Teatro Aperto giunto alla IV edizione, ideata e curata dalla signora Pozzi. La recensione La protagonista di questa poetica lettura scenica è una barbona che vive da anni senza fissa dimora, senza lavoro, senz'amore. Anche lei un tempo "si è innamorata di un essere umano", lo racconta a Pippo, il suo unico confidente e amico pappagallo che partecipa all'azione e al racconto con un cadenzato gracchiare mentre la vagabonda donna senza età, ripercorre gli anni più belli e più strazianti della sua vita. Lei parla a se stessa, ai passanti, al mondo, chiedendosi "come si è svegliata l'umanità stamattina". Come fossero i reperti che sistemava negli anni migliori del suo lavoro in un museo archeologico, gli individui osservati sembrano appartenere a un passato remoto come la figura muliebre di età pompeiana con le tette rifatte. In questa pièce ci sono diversi linguaggi, anche il pappagallese per rendere possibile il dialogo con il suo vecchio amico. Il più vivo e doloroso tra i ricordi, è quello di suo figlio, soprannominato 'crisantemo', una sorta di Piccolo Principe, un essere sensibile e indifeso, sognatore e amante dell'astronomia, insomma, un figlio diverso da tutti gli altri. L'amore è visto dalla barbona come una sottrazione. E la sottrazione per il figlio nato per sbaglio, inizia quando al planetario incontra la ragazza che segnerà per sempre il suo destino. L'incontro con questa Ninfa che per un po' ha nutrito la sua felicità, lo corrode e saranno devastanti per il giovane, gli effetti di questo amore. Elisabetta fluttua tra le parole e il tempo, raccontando un dolore senza fine o soluzione, come l'esistenza che si è ritrovata a vivere. E la sua performance meravigliosa, emozionante, arriva al pubblico in un teatro vuoto eppure aperto ai teatranti, ai lavoratori dello spettacolo, agli artigiani, ossia a coloro che, come ricorda nel suo discorso introduttivo l'autore Franceschi, esprimono la propria arte "con il sacrificio, il metodo e la disciplina che dura una vita". E' stata un'esperienza catartica, dopo tanto tempo e senza le luci dei cellulari accesi in sala e di quel pubblico disattento e scortese che troppo spesso ha reso lo spettacolo a cui stavo assitendo, dispersivo. Non avrei mai creduto che un dispositivo mobile, mi restituisse ciò che appresi ai tempi dell'università, attraverso le lezioni di Ferruccio Marotti alla Sapienza e che avevo smarrito. Ho ritrovato in questo spettacolo la purezza e il candore dell'attore che dona se stesso, in ogni singola parte e senza riserve. Il calore umano emanato dalla barbona, nonostante il gelo della sua esistenza, mi ha fatto pensare al gelo del teatro eduardiano, alla tensione, alla concentrazione assoluta dell'attore in scena, al suo donarsi all'arte. Ho trovato Elisabetta Pozzi davvero sublime e non vedo l'ora di assistere al prossimo spettacolo che seguirò sul canale youtube del Centro Teatrale Bresciano.

Di Mamma ce n'è una sola in tv con Salemme

Il teatro in tv, è un vero e proprio evento, soprattutto quando è dal vivo. Tutto ciò è accaduto grazie alla maestria e al talento di Vincenzo Salemme, che in prima serata su Rai2 l'11 dicembre 2019 ha rappresentato la sua commedia del '99 Di Mamma ce n'è una sola.
Eduardo ci aveva visto bene e lo avrebbe applaudito ieri sera se avesse potuto, perché lo spettacolo di Salemme, è stato delizioso. 
Nella commedia familiare dove Vincenzo veste i panni di mamma Chiara, i temi sono attualissimi e vicini a ognuno di noi: incomunicabilità, estraneità rispetto al parente di sangue e a quello acquisito, difficoltà nei rapporti genitore/figlio, anche se effettivamente di mamma ce n'è una sola.
Salemme ha la capacità di raccontare storie con sapienza e ironia, e nei tre tempi dello spettacolo, ha accompagnato il suo pubblico fino all'ultima battuta, come avviene in teatro, quando il testo e gli attori sono bravi e credibili.
A 20 anni di distanza, la commedia sulle finzioni e i paradossi, conserva la sua efficacia e originalità. Vorrei porre l'accento sui dialetti utilizzati, quello napoletano arcaico, quello dell'entroterra campano e della parlesia, ossia il linguaggio in codice dei musicisti napoletani.
Un lavoro straordinario accanto al collega e spalla comica Maurizio Casagrande.

La prossima settimana, il 18 dicembre 2019, sarà la volta di Sogni e Bisogni
Infine, il giorno di Natale – mercoledì 25 dicembre – ci sarà spazio per Una Festa Esagerata, presentata per la prima volta nel 2016. L’opera è il racconto in chiave realistica e divertente di un lato oscuro e grottesco dell’animo umano ed ha come obiettivo principale quello di invitare le persone al dialogo e al rispetto reciproco. Dallo spettacolo, nel 2018, è stato tratto anche l’omonimo film con protagonisti Salemme, Francesco Paolantoni e Tosca D’Aquino.

di Tania Croce

Vincenzo Salemme nasce a Bacoli in Provincia di Napoli il 24 luglio 1957. Frequenta il Liceo Classico Umberto I e in seguito si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Federico II di Napoli. Nel 1976, mentre frequenta i corsi universitari, viene scritturato dalla Compagnia Teatrale di Tato Russo con la quale debutta nella commedia "Ballata e morte di un capitano del popolo". L'anno seguente si trasferisce a Roma e prende contatto con la compagnia di Eduardo De Filippo e con il quale inizia un sodalizio che dura fino al 1984, anno della morte del grande attore partenopeo. Nella compagnia di Eduardo, Salemme inizia dalla gavetta facendo la comparsa in "Quei figuri di tanti anni fa", "Il cilindro" e "Il sindaco del rione Sanità" in cui interpreta ruoli più importanti che verranno trasmessi anche in televisione.

Le sue capacità attoriali gli permettono di sperimentare diversi ruoli in molte commedie di Eduardo come ad esempio: "Pulcinella Va Cercanno la Fortuna pe' Napule", "La Donna è Mobile", "Tre Cazune Fortunati", "Ditegli Sempre di Sì" e "Chi è Cchiù Felice 'e me". Nel 1986 collabora anche con la compagnia di Carlo Cecchi interpretando alcuni ruoli tragici, come ad esempio Stefano nella "Tempesta" di Shakespeare. Alla fine degli anni '80 Vincenzo Salemme si misura con la scrittura, redigendo testi teatrali che interpreta come attore: "Golpe" e "Alla Memoria". La sua attività di autore culmina in un'opera tutta sua che recita e dirige: "Sogni, bisogni, incubi e risvegli". Dopo questa esperienza fonda, insieme ad altri attori, l'associazione E.T. che raccoglie un buon successo di pubblico e si trasforma in compagnia teatrale con il nome "Chi è di scena".


Ho lavorato con Eduardo, che scriveva delle commedie a volte drammaticissime, e in sala non volava una mosca. Ciò significava che stavano seguendo e lo spettacolo funzionava.


Ecco gli spettacoli che la compagnia mette in scena: "A Chi Figli, a Chi Figliastri" (1991, comprendente "L'Amico del Cuore", "Telefono Azzurro", "Passacantando"), "Lo Strano Caso di Felice C." (1992), "La Gente Vuole Ridere!" (1993, a cui partecipano Stefano Sarcinelli e Francesco Paolantoni), "Passerotti o Pipistrelli?" (1993), "Fatti Unici per Atti Comici" (1994), "...E Fuori Nevica!" (1995), "Io & Lui" (1996, interpretato da Francesco Paolantoni e Giobbe Covatta), "Fiori di Ictus" (1996, interpretato da Yvonne D'Abbraccio e Cetty Sommella con la regia di Maurizio Casagrande), "L'Amico del Cuore" (1997), "Premiata Pasticceria Bellavista" (1997), "Di Mamma ce n'è una Sola" (1999), "Sogni e Bisogni" (2001), "L'Amico del Cuore" (2002), "Cose da Pazzi!" (2003).


Parallelamente Salemme lavora anche con altre compagnie come quella di Glauco Mauri con la quale recita al Teatro Romano di Verona recitando ne "La Tempesta" di Shakespeare e inizia la sua collaborazione con Rai 2 che trasmette alcune sue commedie come "E…fuori nevica!". Essendo un artista eclettico che ama confrontarsi con generi diversi non poteva non mancare la sua partecipazione a progetti cinematografici di diverso valore e prestigio.
Nanni Moretti già negli anni '80 lo fa partecipare ad alcuni suoi film con ruoli minori come "Sogni d'oro", "Bianca" e "La messa è finita". Partecipa ancora a diversi film ma è nel 1998 che, grazie a Rita Rusic, dirige e interpreta un suo film raggiungendo, grazie al successo del botteghino, un pubblico più ampio. Il film si intitola "L'Amico del cuore" e incassa dieci miliardi di lire. Visto il successo dirige altri tre film: "Amore a Prima Vista" del 1999, "A Ruota Libera" del 2000 e "Volesse il Cielo!" del 2001 che si piazza al quarto posto fra i film più visti, un risultato migliore rispetto ai precedenti.


Vincenzo Salemme negli anni 2000

Nel frattempo la sua attività, grazie al successo dei film e delle sue compassate televisive, cresce e si ramifica: pubblica tre testi teatrali per Sellerio"...E Fuori Nevica!", "Premiata Pasticceria Bellavista" e "L'Amico del Cuore", e un romanzo per Mondadori "Sogni e Bisogni (..Incubi e Risvegli)".

Sperimenta il suo amato teatro che lo vede protagonista all'Eliseo di Roma nel 2004 con lo spettacolo "E Femmene" e con la tournee dello spettacolo "La Gente Vuole Ridere" del 2005. Nel 2006 inizia la sua partecipazione ai cinepanettoni che prosegue negli anni successivi alternandola all'attività teatrale, in particolare "Bello di papà" che prosegue negli anni con rinnovato successo. L'attività cinematografica continua con film suoi come "Baciato dalla fortuna" e con partecipazioni e camei in commedie di successo
Altri film diretti da Salemme in questi anni sono "SMS - Sotto mentite spoglie" (2007) e "No Problem" (2008). Famose sono molte sue commedie teatrali: "...e fuori nevica", "Passerotti o pipistrelli?", "Premiata pasticceria Bellavista", "Faccio a pezzi il teatro!", "Lo strano caso di Felice C.", "Bello di papà".
Gli anni 2010

Dopo un record di incassi in giro per l'Italia con il nuovo spettacolo "L'astice al veleno" (2010), l'anno successivo lo ripropone. Nel 2014 ritorna alla regia con "...e fuori nevica!" e nello stesso anno prende parte al film di Natale "Ma tu di che segno 6?" con Massimo Boldi e Gigi Proietti per la regia di Neri Parenti.

Nel 2016 dirige "Se mi lasci non vale" che lo vede protagonista con Paolo Calabresi, Carlo Buccirosso, Tosca D'Aquino e Serena Autieri. Sempre nel corso del 2016 Vincenzo Salemme è protagonista del film "Prima di lunedì", recitando accanto a Fabio Troiano e Martina Stella. Nel 2017 partecipa al film drammatico "Il contagio" ed è protagonista di "Caccia al tesoro", diretto da Carlo Vanzina e con,tra gli altri, Carlo Buccirosso e Max Tortora. Nel 2018 dirige ed interpreta "Una festa esagerata", tratto dalla sua omonima commedia teatrale di successo del 2016.


Immersione nel 'pappamondo' di Fabrizio Blini

Riemersa dalla visione del 'pappamondo' di Fabrizio Blini contenuta ne Le sacre fritture, potrei dire per restare in tema che questo libro sia un gustoso capolavoro di cake design diviso in tre fette: Genesi del pensiero grasso, Souperman e Gole profane, dove i termini sapientemente scelti sono volutamente e ironicamente onomatopeici per far sì che anche le parole siano commestibili. 
Nell'ultima opera di Blini è osservata la società dei 'benestonti' in cui "lo stomaco è l'organo principale del nuovo corpo sociale" e lo chef  è un mito, un vero e proprio guru, persuaso "di svolgere un'attività d'importanza vitale come la chirurgia neonatale" e certo di "possedere la ricetta della pietanza filosofale".
Nel viaggio tra le tipologie degli chef e le abitudini dell'uomo mediamente ingordo che si barcamena tra banchetti, grigliate, pic nic e apericene, si ride durante la lettura dell'ultima opera di Fabrizio che non solo diverte ma fa riflettere sul rapporto con il cibo che sta condizionando le nostre esistenze, mettendo a repentaglio la nostra vita.




Per sempre Glattauer

Emmi e Leo sono i protagonisti di un amore virtuale appassionante, dove le parole veicolano desideri, attese, delusioni, distruzioni, ricostruzioni, insomma gettano le fondamenta per un sentimento solido e duraturo.
"Le ho mai raccontato del vento del nord" e "La settima onda" sono i due romanzi di Daniel Glattauer, il giornalista e scrittore viennese uscito per Feltrinelli nel 2010, che hanno ispirato lo stile di "Un record... d'amore alla conquista dell'autostima", dove però Elena si racconta attraverso i post del suo blog e lo scambio virtuale avviene con i lettori, attraverso i loro commenti.
La forza dei romanzi di Glattauer risiede nella creazione di una love story virtuale dove la vera protagonista è la parola stessa, capace di dipingere sogni e fantasie che hanno tutte le carte per realizzarsi.
Emmi e Leo sono due persone alla ricerca dell'amore ideale. Nelle mail tutto sembra perfetto però al di fuori del loro armadio di sentimenti ben sigillato, c'è il mondo esterno, con un marito e dei figli da una parte e  dall'altra una fidanzata venuta da Boston, con l'illusione di rappresentare il futuro sentimentale perfetto.
I due romanzi citati s'intersecano, lasciando sulle spine il lettore fino all'ultima pagina. 
Vi consiglio questi due romanzi e anche "Per sempre tuo", la terza opera letta con lo stesso entusiasmo da parte mia.
Daniel Glattauer è il Laclos dei nostri giorni. Senza alcun dubbio

di Tania Croce



La mia recensione di "Lui", di Gianfranco Bernes

Ho ordinato questo libro online perché conosco Gianfranco Bernes, il suo autore, attraverso Testimoni del passato, pubblicato da Edizioni Psiconline, la stessa casa editrice di Un record… d’amore alla conquista dell'autostima (il mio romanzo in stile internettiano sulla conquista dell'autostima) e il titolo “Lui” ha suscitato la mia curiosità.

Carnival psichedelico al Teatro Lo Spazio

Come gli abitanti di Pandora nella terra di Dio, quella descritta da Sant'Agostino e Giordano Bruno, Viola Zorzi e Marcello Mazzocco, voce, composer e synth, hanno indossato gli abiti di due avatar, suggestionando il pubblico del Teatro Lo Spazio insieme agli artisti olandesi Niels Houg e Lisa Vuik, membri dei SoulFire Netherlands, giocolieri con palle magiche tra le dita, lingue di fuoco che disegnavano cerchi, giocolerie suggestive e le immagini ipnotiche sul telo dove si sono alternati momenti di danza primordiale a letture provenienti dalla straordinaria voce di Daniel Terranegra. E così, i quattro elementi hanno preso forma sia reale che ideale nel teatro romano dove diverse arti si esprimono in maniera libera, essendo annullata la quarta parete e favorito lo spazio interiore, il territorio dell'anima. Lo Spazio delle emozioni, ha accolto questo giocoso e psichedelico spettacolo musicale in cui varie forme d'arte convivono, nel tentativo di rappresentare il tutto.

"Siamo tutto uno" è il messaggio dello spettacolo, come mi racconta Viola con la sua splendida voce e il talento che ha scoperto di avere, frequentando il Saint Louis College of Music di Roma. Questo progetto multidisciplinare ideato nel 2009 e partito nel 2011 in Olanda, ha toccato diversi paesi stranieri fino alla Cina. Nel tour italiano, ha riscosso un grande successo la tappa pugliese e indubbiamente quella romana, grazie al sostegno artistico ed umano del compositore e direttore del teatro Francesco Verdinelli, il quale ha garantito spettacoli di rara bellezza in questa stagione teatrale e nel panorama artistico romano, sostenuto dal collega e autore Alberto Bassetti, una bella penna teatrale.


di Tania Croce




Quello che le donne pensano ricordando Paolo Perelli

 Il pensiero più che l'amore stesso, domina il mondo e quello femminile sfugge all'uomo il più delle volte creando tensioni indicibili e fratture insanabili. Il tema caro della discordia tra i due sessi, dai tempi di Adamo ed Eva, occupa le pagine dei libri, ispira registi e autori come Paolo Perelli che dal cinema ha  portato in teatro "Quello che le donne pensano"!

Servendosi del deus ex machina, 'O penziero appunto, entità asessuata e al di sopra delle parti, il regista di questo spassosissimo spettacolo, rappresenta le difficoltà relazionali tra l'uomo e la donna, ai quali non basta essere belli, preparati, disponibili e professionali per incontrarsi. E' lotta aperta tra Darci (Monica Taglione) e Nick (Roberto Bonaccorsi) due rivali nel lavoro, se non fosse per la capacità di Nick, di leggere nel pensiero delle donne (è chiaro il riferimento al film "What Women Want).

Pare non ci siano altri modi per comprendersi se non quello di riuscire a leggere nel pensiero delle donne... è la triste ammissione de 'O Penziero (Leopoldo Papa) che illumina lo spettatore con le sue costanti riflessioni perplesse e persino schifate sull'inettitudine dell'uomo.

Sobria e incantevole Monica Taglione nei panni di Darci e accompagnata da un cast davvero efficace come Stefania Brigazzi (Tamara) la timida barista illusa di aver conquistato il cuore dell'algido e calcolatore Nick, spiritoso è Paolo Panaro, il dottor Luiss, il capo di tutti i capi apparentemente furbo eppure ingenuo, bravi Daniela Pistoia (Margareth), Gabriele Principato (Bill), Francesca Pucci (Glenda), Alessia Rapetti, la dolcissima Silvy e Anna Maria Rossetti, la spiritosa Carmela. Ancora una volta Essenza Teatro porta una pièce d'autore in uno spazio scenico come il Teatro Agorà pronto ad accoglierla con entusiasmo. "Quello che le donne pensano" sarà in scena fino al 17 maggio, è uno spettacolo davvero bello, con colonne sonore incantevoli e attori preparati, divertenti, straordinari. Grazie a Paolo, uno dei nostri migliori artisti con la A maiuscola!

 

Rinaldo scende in campo al Sistina

Scende in campo al Sistina per la terza volta, la commedia musicale di Garinei e Giovannini, con musiche di Modugno e la bravura di un corpo di ballo canterino. 

Fabio Troiano col suo fare convincente ed ardito veste a meraviglia i panni del bandito Rinaldo Dragonera, che ruba ai ricchi per dare ai poveri, ma lo fa indossando una camicia rossa. C’è un eroe in Sicilia il suo nome è Giuseppe Garibaldi e ci sono anche i Borboni da cui l’isola dev’essere liberata. 

C’è una donna bella e coraggiosa, il suo nome è Angelica di Valscutari che in questa terza edizione è interpretata da Serena Autieri, ottima cantante ma poco credibile rispetto alla graziosa e magnifica Delia Scala, al fianco di Modugno nel 1961.

Molto bravi Rosario Terranova e Giuseppe Sorgi che ci divertono e non ci fanno rimpiangere  Prorunasu e Facciesantu, interpretati da Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.

Chiericuzzo che nella prima versione era di Paolo Panelli ora è di Rodolfo Lagana, bravo e simpatico.

Anche Gianni Ferreri convince nei panni del barone di Castrovillari. 
Complimenti al cast, probabilmente lassù si saranno divertiti tutti gli attori della prima e fortunata edizione di questa commedia musicale patriottica ed attuale.



PennadorodiTania CroceDesign byIole