Quattro buone giornate


 Lei è pallida, magra, senza denti.

Molly è drogata da dieci anni, per 14 volte ha tentato di disintossicarsi contando su Deb, sua madre.

Bussa ancora una volta alla porta di sua madre, implorandola e promettendo che questa volta si farà aiutare perché vuole uscirne.

Gli occhi di sua madre sono pieni di lacrime di fronte allo stato della giovane figlia a sua volta madre di due figli, da quello che lei sa finora, ma non la aiuterà più finché lei non sceglierà di smettere.

Molly è Mila Kunis e Deb è Glenn Close.

Il film, tratto da una storia vera, è diretto da Rodrigo Garcìa in prima visione su Sky dal 19 marzo 2022 per fare gli auguri alla stupefacente Glenn e per spegnere insieme 75 luminose candeline, è candidato agli Oscar 2022 per la miglior canzone originale Some how you do di Diane Warren.

È molto suggestiva la scena in cui Deb lava i capelli alla figlia che per giorni ha dormito per strada e quella in cui Molly racconta a una classe di adolescenti la sua esperienza.

“Mi sono degradata per la droga”.

Un’altra splendida pellicola al femminile da vedere per perdersi nelle emozioni di due donne coraggiose interpretate da un’icona del cinema hollywoodiano  come Glenn  Close e da una giovane e talentuosa attrice di origini ucraine come  Mila Kunis.

Consigliato!

E poi c’è Khaterine

 



Katherine Newberry è una leggenda della televisione americana. Unica donna alla conduzione di un talk-show serale, ha smesso da tempo di mettersi in discussione e comanda con dispotismo uno staff di autori, tutti maschi, che non si degna nemmeno di incontrare di persona. Ma i tempi cambiano, gli ascolti calano, Katherine viene accusata di odiare le donne e minacciata di essere sostituita. Improvvisamente costretta a correre ai ripari, ordina al suo staff di rendere lo show nuovamente alla moda e divertente, e assume per caso la "quota rosa" Molly Patel, un giovane inesperta di origini indiane, cresciuta con il sogno di diventare un giorno come lei.

La trama
 
E poi c’è Katherine ci porta nel dietro le quinte dei late show americani. Katherine Newberry è l’unica donna della tv ad avere uno show di questo tipo, una comica inglese che da più di vent’anni accompagna le notti degli americani ma la cui stella è sempre più in declino. Isolata nella sua torre d’avorio, Katherine non è aperta al mondo, alle novità, si crogiola della sua figura autoritaria ed elitaria e costruisce ogni puntata intorno agli stessi sketch scritti da un gruppo di autori annientanti chiamati per numero e non per nome.

La recensione

Emma Thompson strega, ammalia, infastidisce e commuove nel ruolo della cinquantenne sposata, senza figli, in menopausa e avvolta nelle sicurezze di una lunga carriera inossidabile ma lontana da una comunicazione che volente o nolente è cambiata e lontana dal suo stile elegante, colto e ingessato, decisamente out.
E' il caso di dire che Mindy Kaling (Molly) è il deus ex machina, giunta da un fabbrica chimica per portare aria nuova, anche se il compito non sarà affatto semplice, anzi, si trasformerà in una vera e propria sfida.
Meravigliose le figure di Khaterine e Molly, che lasciano sperare ci sia la possibilità di collaborazioni costruttive tra donne, non più rivali ma complici.
Sono affrontate diverse tematiche nel bellissimo film diretto da Nisha Genatra, e anche se probabilmente passerà più di un secolo prima che riusciremo a conquistare la parità dei sessi, se proviamo ad essere più solidali, forse la strada sarà più breve.

L'imperdibile film sarà ancora per poco su Raiplay, un vero peccato ma è disponibile su Netflix.

La persona peggiore del mondo


Dopo il successo a Cannes, con la vittoria di Renate Reinsve come miglior attrice, e due candidature agli Oscar® 2022 (miglior film internazionale e migliore sceneggiatura originale) arriva  in prima tv domenica 13 marzo alle 21.15 su Sky Cinema Due, in streaming su NOW e disponibile on demand, "La persona peggiore del mondo, intensa pellicola del regista scandinavo Joachim Trier (tra i suoi successi Thelma Segreti di famiglia). Diviso in capitoli, il film di Trier racconta la storia di Julie, giovane millennial, donna libera, imprevedibile e contraddittoria, alle prese con i problemi della sua generazione. "La persona peggiore del mondo" è uno dei cinque titoli in concorso quest’anno agli Oscar® che nel mese di marzo arriveranno in prima tv sui canali Sky Cinema, in attesa della cerimonia di premiazione della 94ª edizione degli Academy Awards®, che dalle 00.15 della notte tra domenica 27 e lunedì 28 marzo sarà in diretta su Sky e in streaming su NOW.

La recensione 

Il prologo, i dodici capitoli e l’epilogo, sono una scansione ideale della storia magistralmente interpretata da Renate Reinsve, la bella trentenne attratta da tutto, dalla vita in generale e dalle emozioni che la scandiscono.

Prima studia medicina, poi psicologia, infine fotografia.

Ha un rapporto più che conflittuale, davvero impossibile con un padre assente che è presente nella sua nuova famiglia e lontano dalla figlia che avrebbe bisogno, ogni tanto di una parola di conforto.

Tra i bellissimi fiordi norvegesi, i flashback e la narrazione originalissima di Trier, la Julie immatura e fidanzata con un famoso fumettista con il quale non invecchierà come aveva previsto e che lascia provocandogli immane dolore e forse la malattia che gli sarà fatale, diventa una donna consapevole e autonoma.

È un film che appare leggero e che e invece intenso, emozionante e commovente.

Mi è piaciuto moltissimo e credo che sia utile vederlo per cogliere i vari messaggi contenuti nei suoi 12 capitoli.

Più che visto, va letto. 

Lo consiglio veramente! 


Il Santone #lepiùbellefrasidiOscio


  •  Mentre Osho è stato un filosofo indiano, Oscio è originario di Centocelle, il quartiere romano divenuto famoso dopo che Enzo Baroni, un antennista sposato con Teresa e padre di Novella sparisce per tornare indossando un mundu e il suo abito, la capigliatura e il suo atteggiamento mistico, finiranno per ispirare la gente comune che in lui e nelle sue frasi semplici, troverà un senso esistenziale e un credo.
  • Il bar gestito dall’irresistibile Fabrizio Giannini dove Enzo/Oscio va a prendersi la birretta delle sei, diventerà un luogo fondamentale dove si susseguiranno dirette televisive ed eventi da quando una invasata scopritrice di talenti (Rossella Brescia) farà del tutto per diffondere in rete e in tv le gesta di questo fantomatico Santone della periferia romana.
  • Il personaggio che Federico Palmaroli ha creato rivive nei panni di Neri Marcorè che stupisce e diverte nelle dieci puntate della serie che ho seguito con vero entusiasmo dal 25 febbraio su Raiplay.
  • Oltre a Neri, mi è piaciuta molto anche Carlotta Natoli ammirata al fianco di Marcorè in Tutti pazzi per amore. Simpatica anche la parte del bel salumiere (Alessandro Riceci) che s’innamora perdutamente di Teresa, fedelissima al marito, nonostante tutte le sue continue trasformazioni. 
  • Che regia precisa e originale quella di Laura Muscardin, complice e materna verso il suo Santone che si è perso e ritrovato, per smarrirsi di nuovo anche se sul finale è chiaro che lo show deve proseguire, come il tempo e il fluire della vita.
  • Ho sempre amato la filosofia indiana che pare non avere nulla di simile a quella romana, però anche i romani hanno bisogno di un filosofo che sappia condurli ovunque anche perché come lui dice all’inizio del suo viaggio “Ciò che non ti uccide te rompe li cojoni”.
  • Come dargli torto?

Il peccato - il furore di Michelangelo



Alberto Testone in questo meraviglioso lavoro diretto da Andrej Koncalovskij, è Michelangelo Buonarroti, lo scultore ispirato e geniale, il Maestro, l’uomo inseguito e messo alle strette dai suoi mecenati, due famiglie rivali, i Medici e i Della Rovere, verso le quali mostra gratitudine e riconoscenza.

Il marchese Malaspina, interpretato dall’impeccabile Orso Maria Guerrini, accoglie e ospita Michelangelo che dovrà scegliere un pezzo gigantesco di quel marmo di Carrara che ama immensamente.

Oltre agli intensi dialoghi tra il marchese e lo scultore, mi hanno colpito le scene nelle cave di Carrara dove lavoravano senza sosta e con dedizione uomini abili e instancabili.

Il regista ricostruisce il Rinascimento con i suoi usi e costumi e tutti i personaggi che ruotano intorno alla figura di Michelangelo, dalla famiglia, a Sansovino e Raffaello, hanno avuto tutti un peso nell’evoluzione dell’artista e dell’uomo.

Sono molto belli i dialoghi tra i personaggi che incontriamo nel film, le richieste dei diversi mecenati che sembrano imposizioni ma sono quasi delle suppliche rivolte all’immenso scultore capace di opere perfette.

Testone sa tradurre in maniera straordinaria tutta la fragilità e la grandiosità di uno dei più grandi artisti del Rinascimento, e in questo film è possibile ascoltare la voce interiore, l’ispirazione e la disperazione di un uomo. 

Una regia accurata, un cast armonioso per un film che è possibile ammirare su Raiplay.

 Un viaggio artistico, storico e umano da vedere assolutamente.




Delicieux: L’amore è servito


Questa sera ho visto un film delizioso, diretto da Eric Besnard dove la storia della Rivoluzione Francese in procinto di scoppiare, s’intreccia con quella di uno chef ambizioso e licenziato e di una marchesa vedova e desiderosa di avere un posto nel mondo. 

Gregory Gadebois è Pierre lo straordinario chef che accoglie nella sua casa in campagna Louise, la bellissima Isabelle Carré, che mente sulla sua reale identità e resta tutta la notte sotto la pioggia, addormentandosi nel fienile prima di essere ricevuta dal padrone di casa.

Il menu sofisticato di Pierre Manceron imposto dal duca di Chamfort, per il quale lavorava prima di essere licenziato, si trasforma grazie a Louise che propone piatti gustosi e alla portata di tutti coloro che si fermeranno a mangiare.

Quello che Pierre e Louise realizzeranno, è il primo ristorante della storia.

Siamo nel 1789.

Il clima rivoluzionario agita gli animi dei parigini ma Pierre in campagna allontanerà la tensione impegnato ai fornelli dove realizzerà un’altra grande rivoluzione.

È una bella prima visione su Sky.



Tre sorelle


 Ci sono tutte le sfaccettature dell’amore in questo film diretto da Enrico Vanzina dove il romanzo come genere letterario non solo è nobilitato ma ispira belle riflessioni al saggio e carismatico papà (Luca Ward) di tre sorelle nate da madri diverse e che lo amano alla follia nell’illusione di trovare l’uomo della loro vita. Marina (Serena Autieri) crede di averlo trovato da vent’anni, è un medico affermato, ha anche dei figli con lui ma un giorno d’estate scopre che ha una predilezione per gli uomini. Poi c’è Sabrina (Giulia Bevilacqua) sposata con un avvocato (Augusto Fornari) che non le dà le attenzioni che vorrebbe e infine Caterina (Chiara Francini) forse la più disperata delle tre, una costumista single e alla ricerca del grande amore. La vacanza al Circeo sarà illuminante per le tre sorelle che saranno sedotte da un famoso scrittore, interpretato dal bravo Fabio Troiano che si divertirà a illuderle fino all’arrivo di sua moglie.

C’è una quarta donna, la massaggiatrice di Marina, Lorena (Rocío Munoz Morales) che sarà invitata a trascorrere delle giornate di vacanza nella casa al mare della signora Marina.

È una storia spassosa, in cui emerge la fragilità e la forza delle donne che insieme possono essere più forti e solidali.

Una parte interessante è interpretata da Massimiliano  Rosolino, marinaio affascinante e seduttore che alla fine s’innamorerà di una donna bellissima.

Le musiche sono di Umberto Smaila, Silvio Amato ed Enrico Vanzina.

Il film seduce per il clima vacanziero e le scene girate nella suggestiva isola della maga Circe, il Circeo.

Ammirai sul palco del Sistina nella commedia musicale Rinaldo in campo, la Autieri con Troiano e mi è piaciuto ritrovarli insieme in questo film 

È stata una piacevole scoperta, da questa sera su Amazon.



Qui rido io



 Mario Martone nel film su Eduardo Scarpetta che approda questa sera su Sky, tratteggia egregiamente la figura del commediografo, capocomico, attore e capostipite della formidabile dinastia degli Scarpetta - De Filippo che porteranno il teatro italiano nel mondo.

Le scene di Miseria e nobiltà danno inizio al racconto di una vita luminosa dedicata al teatro e alla famiglia numerosa, dove sono tutti fratelli e sorelle, ma i figli riconosciuti da Scarpetta saranno solo tre, con una particolare predilezione per Maria e ostilità verso Vincenzo, interpretato magnificamente  da Eduardo Scarpetta, il pronipote del commediografo che ha conquistato grazie alla sua impeccabile prova d’attore, un David di Donatello come Miglior Attore Non Protagonista.

La Napoli ottocentesca accolse con entusiasmo la comicità e la macchietta scarpettiana, riempiendo i teatri di risate e di applausi fino a quando una parodia d’annunziana de Il figlio di Iorio, portò in tribunale Eduardo Scarpetta  che vincerà la causa ma di lì a poco si ritirerà definitivamente dalle scene, affidando la compagnia al figlio Vincenzo.

È una storia meravigliosa che mostra il bello e il gelo del teatro, quello che Eduardo, qualche anno più tardi, spiegherà nelle sue amate commedie e per la quale è stato scelto un cast incantevole a partire da Toni Servillo nei panni di Scarpetta a quelli di tutti gli altri attori, in particolare modo Lino Musella che interpreta la parte di Benedetto Croce, l’avvocato difensore del povero commediografo ingiustamente calunniato.

Affascinante e struggente è Cristiana Dell’Anna nei panni della sofferta mamma dei tre fratelli De Filippo.

Fantastiche le scene a Villa Santarella che Scarpetta acquistò con gli incassi della commedia Qui rido io dove accolse tutti gli scrittori napoletani da Salvatore Di Giacomo a Libero Bovio per mostrare la sua disponibilità e mettere fine all’inutile battaglia per il teatro d’arte.

Commuove il finale.

 Qui rido io è un grande omaggio alla storia del teatro, da vedere e rivedere. 

Monologando e dialogando insieme dal 15 gennaio al Teatro Portaportese

 Torna la rassegna di monologhi e corti teatrali giunta alla sesta edizione.

Nasce dalla volontà di rappresentare e dar voce ad autori teatrali di nuova e vecchia generazione.

La rassegna è fortemente voluta dall'Associazione Culturale Communication's Wave per promuovere la drammaturgia contemporanea.

L'Associazione si occupa della promozione di spettacoli teatrali ed eventi culturali volti all'aggregazione sociale di pubblico eterogeneo.

La rassegna andrà in scena tre sabati al mese alle ore 17 dal 15 gennaio ad aprile 2022 al Teatro Portaportese di Roma.

Nella foto c'è l'elenco completo con le date, i titoli e gli autori e i registi dei monologhi e dei corti rappresentati, da Alessandro Iori a Edoardo Viviani.

Le emozioni teatrali non si fermano.

Covid - 19 la panchina degli incontri inaspettati


Tra negazionisti, complottisti e poveri cristi spaventati e impotenti, si è consumata la prima fase dell’emergenza Covid-19 che il regista Stefano Calvagna racconta nell’omonimo film, da una prospettiva particolare: la panchina Campo Farnia-Pellaro, una fermata dell’autobus di Roma Appia Quarto Miglio. 

Su quella panchina Niccolò, un ragazzo curioso e sensibile, conosce Covid-19 (David Capoccetti) anche se le sembianze sono quelle di un bel giovane biondo quasi angelico ma dallo sguardo perfido e sfuggente.

Si tratta proprio del virus in persona quello incontrato da Niccolò, il quale cerca di capire come ognuno di noi, chi sia, da dove venga e quando se ne andrà.

“Io ce so’ sempre stato… faccio parte dell’ambiente” afferma COVID.

Sulla panchina Nic si confronta con Claudio, un uomo sulla cinquantina disoccupato e preoccupato per la sua fine e per quella dell’umanità.

Sono intensi i dialoghi scritti da Calvagna, una fotografia nitida e autentica dei mesi che abbiamo vissuto, quelli del lockdown con scuole chiuse, cinema e teatri deserti.

Estremamente bella la scena del teatro nel quale vive Oreste (Emanuele Cerman), declamando e aggrappandosi ai suoi sogni e alla passione che lo sostiene e anima nel tempo immobile imposto da colui che è stato messo sul piedistallo da un’umanità disorientata e smarrita.

Niccolò si confronta con le generazioni dalle quali può essere guidato ed erudito.

Molto importante è la figura del nonno, malato e vedovo, affranto e affettuoso, interpretato da Maurizio Mattioli.

Belle le corse dei cavalli a Capannelle, una parentesi di pace e svago per Niccolò e per l’ amico Claudio che ha appena trovato un lavoretto per tirare a campare ma andrà incontro al suo destino con coraggio e dignità.

Il finale amaro è interpretato da Stefano Calvagna, attore oltre che regista.

Delizioso Niccolò Calvagna, seduto sulla panchina a parlare come fosse un piccolo Forrest Gump però più intelligente e consapevole e apprezzabile Claudio Vanni, l’amico adulto e sconsolato che offre il suo tempo e la sua preziosa compagnia al giovane studente.

Un bell’esempio di cinema al tempo del COVID con tutte le sue varianti.

Ne consiglio la visione su Amazon Prime.





PennadorodiTania CroceDesign byIole