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Cry Macho - Ritorno a casa


 Clint  Eastwood indossa ancora una volta i panni di un cowboy nel suo ultimo film in prima visione da questa sera su Sky cinema. È abile in tutto, dalla cucina, alla cura per gli animali, anche se non può per sua stessa ammissione “curare la vecchiaia”, tuttavia è all’altezza di un compito arduo: riportare a casa Rafael il figlio del suo capo.

Howard possiede un ranch in Texas e da lì partirà il viaggio di Mike, una vecchia gloria del Rodeo che perde la famiglia in un tragico incidente e perde la strada maestra. Sarà  Howard a dargli una seconda vita e lui gli è debitore.

Eastwood è un cowboy in tutto, nel suo amore sconfinato per la natura e per gli spazi aperti nei quali preferisce dormire al riparo da tutto e lontano dal mondo, è un cowboy nel frasario essenziale e più consapevole, è un cowboy nel coraggio che dimostra nelle situazioni più difficili e nell’essere carismatico per le donne incontrate nel viaggio.

È solo più vecchio ma il tempo non sa scalfire il suo magnetismo, la sua bellezza, il suo essere l’incarnazione della storia del cinema.

Il suo incedere è lento, è incerto ma la sua mente è lucida e le sue riflessioni tutte sagge e rassicuranti.

Nel viaggio che si vorrebbe senza fine, si giunge al capolinea.

Mentre Mike saluta il ragazzo con il quale ha vissuto un’esperienza  incredibile, sembra che Clint Eastwood si stia congedando da quello schermo che lo ha reso immortale ma è troppo doloroso solo pensarlo.

“Un tempo ero tante cose ma ora non più” 

Consigliatissimo non solo per chi ama i film western ma per chi ama immensamente Clint Eastwood!

Quasi nemici - L'importante è avere ragione





 Neila Salah, proviene dalle banlieu parigine, da una famiglia di umili origini ma onesta e con le sue tradizioni culturali e sociali ben distanti da quelle del suo professore universitario, l’elitario Mazard, insopportabile razzista e classista al quale viene affidato l’arduo compito di preparare la ragazza per il prestigioso concorso di retorica, ossia l’arte del dire, del parlare in pubblico e del persuadere con le parole, che è la carta vincente per un buon avvocato.

L’università Pantheon Assas di Parigi, rinomata per l’eccellenza della facoltà di Giurisprudenza, è un luogo frequentato da privilegiati e dove Saila è etichettata fin dal primo giorno dal professor Mazard, sia per l’ abbigliamento poco consono che per il colore della sua pelle.

Nonostante il suo atteggiamento dichiaratamente ostile, Mazard si rivelerà un insegnante ideale, fuori dagli schemi che dedicherà tutto il suo tempo, anche quello extrascolastico alla formazione della sua allieva,  tirandone fuori il meglio e proiettandola verso una carriera di avvocato di successo. 

È un bellissimo film interculturale e pedagogico, diretto con abilità e cura da Ylan Attal che ha fatto conquistare alla bravissima e bellissima Camelia Jordana nel 2018 il Cesar come Migliore promessa femminile. Che dire di Daniel Auteil, se non che è il solito eccezionale interprete che coinvolge ed emoziona in ogni suo ruolo, garantendo al film il successo e l’ammirazione e soprattutto la voglia di rivederlo.

Questo meraviglioso prodotto del cinema francese, avete la fortuna e il piacere di trovarlo su Raiplay.

Consigliato!



 

La signora delle rose

 "Spero che vi piacciano le rose" spiega la protagonista ai suoi apprendisti e mi auguro vi piacciano le rose prima di leggere questa recensione dedicata a un film sulle rose e non solo.

Eve Vernet dirige una piccola azienda a conduzione familiare, ereditando la passione e il sogno paterno di creare rose e di prendersene cura.

E' una donna sola per scelta, circondata da libri di rose, essenze e quadri che raffigurano questo prezioso e fragilissimo fiore convinta che "la vita senza bellezza, cos'è?".

Con la fidata Vera (Olivia Cote), partecipa al Concorso Bagatelle, dove verrà premiata la creazione floreale più originale e a vincere anche quest'anno sarà la commercialissima fabbrica di rose Lamarzelle.

Eve è in crisi e la sua amatissima azienda sta per fallire, ma a un passo dal fallimento, piombano tre apprendisti che dovranno lavorare senza essere pagati, almeno all'inizio.

La signora delle rose si occuperà dell'apprendistato e della formazione dei tre stagisti, trasmettendo loro il suo immenso amore per le rose e anche il suo spirito d'avventura.

Tra un tiro di pipa, un buon bicchiere di vermut e i suoi preziosi diari dove prende appunti sui tempi di semina, fioritura e raccolta delle rose, Eve assiste al tramonto di un sogno.

Tuttavia sarà una meravigliosa rosa bianca e rossa dal profumo intenso e di cacao a salvare la sua vita, facendole vincere il concorso Bagatelle.

Non è stata lei a creare la rosa vincitrice del concorso, ma il suo affiatato gruppo di lavoro.

Il film diretto da Pierre Pinaud e dedicato a sua madre, mi ricorda molto l'amore di mia madre per i fiori e gli innesti di ogni tipo, che non solo le riescono benissimo, ma ha una dote innata per la cura delle piante e dei fiori.

Oltre a Eve, interpretata graziosamente da Catherine Frot, mi ha coinvolto molto anche la storia di Fred (Melan Omerta), uno degli stagisti, turbato da un'infanzia difficile per l' abbandono da parte dei genitori e  tuttavia sorpreso per la scoperta del suo speciale dono olfattivo.

Questo film oltre a essere guardato si può annusare, immersi nei più svariati tipi e profumi di rose e visto che la rosa è il mio fiore preferito, invito a seguire con il cuore leggero questo delicato film francese che sa appassionare e commuovere fino alle lacrime.

A me è successo ma sono lacrime liberatorie.

Il film per nostra fortuna è da questa sera su Sky cinema.

La crociata La croisade

E' una bella cornice ecologista quella in cui è inserito il tableau de La crociata, una philo-fable pour la Terre come direbbe Jean Claude Carriere che nel 2015 racconta favole antiche e moderne e che firma la sceneggiatura di questo film insieme con il regista e interprete Louis Garrel, che è Abel, come nella vita, il marito di Marianne, Laetitia Casta e padre di Joseph (Joseph Engel), un tredicenne animato dalla lotta per salvare la nostra Terra dalla distruzione e dall'estinzione di tante specie animali e di quella umana.

Uniti e coalizzati contro l'indifferenza degli adulti che sanno pur fingendo di non sapere, un gruppo di minorenni si riunisce dove può e progetta canali e dighe per donare all'Africa l'acqua che salverà la vita non solo ai suoi abitanti ma all'intero pianeta.

C'è un ideale ambizioso e corale che consentirà nel giro di qualche anno all'Africa, attraverso un progetto d'irrigazione massiccio, di tornare ad essere un Paese florido e verde.

I bambini coscienziosi fanno di tutto per realizzare il loro progetto, arrivando a vendere all'insaputa dei genitori, beni preziosi, essendo in fondo solo oggetti di poco conto rispetto alle problematiche enormi da risolvere.

La commedia ecologica racchiude il grande sogno che ognuno ha nel suo cuore.

La coppia Garrel/Casta è irresistibile. 

Il film è una piccola meraviglia che potrete trovare in prima visione su Sky cinema due dal 1 agosto 2022.


Scompartimento n. 6

In una realtà come quella nella quale siamo immersi, dipendenti dalla comunicazione a ogni costo, rintracciabili costantemente al cellulare e sui social, Scompartimento n. 6 è non solo un road movie, da Mosca a Murmansk, all'estremo nord-occidentale della Russia europea a due passi dal Mar di Barentz, ma un vero e proprio viaggio nel passato, dove i due protagonisti non possiedono il cellulare, solo un walkman con le cuffie tenute da un cerchietto sulla testa e una telecamera di quelle che non se ne trovano più.

Sembrerebbe impossibile che in mezzo a tante privazioni, si possa esistere, ce ne siamo dimenticati e il regista finlandese Juho Kuosmanen, ispirandosi al romanzo di Rosa Liksom, ci ricorda che si può vivere anche così, in mezzo al nulla, tra vagoni sovraffollati, un controllore donna severa ma sulla quale si può contare per avere una bustina di tè, ed è così che i due protagonisti dividono la cuccetta da estranei, ognuno tormentato a suo modo, lei Laura, una studentessa finlandese avvolta da una strana malinconia per la mancanza dell'amata Irina, che la lascia partire sola da Mosca, nonostante le temperature gelide, per visitare delle iscrizioni rupestre millenarie, i petroglifi, lui è Ljoha, un minatore il cui viaggio, eccetto la sosta dalla madre, ha il solo scopo di raggiungere il posto di lavoro.

I due giovani si ritrovano a condividere senza privacy una cuccetta. Lei tenterà invano un posto più tranquillo ma alla fine si abituerà alle stranezze di quel ragazzo che osserva da un'altra prospettiva, come solo le donne sanno fare.

Mentre si guarda il film, oltre a viaggiare tra la steppa desolata e il gelo, ci si perde nella disperazione dei due giovani che cercano una via di fuga a una vita priva di prospettive.

Nell'unica sosta del treno, dove i due si ritrovano a dormire a casa della mamma di lui, è molto divertente il discorso della rassicurante signora, che considera esseri umani, solo le persone con i capelli rossi... non potrei essere più d'accordo.

Seidi Haarla, rossa di capelli e Yuriy Borisov, potrebbero essere usciti tranquillamente dalla penna di Cechov, e straordinari nell'emanare calore mentre si rotolano sulla neve gelata nel viaggio di ritorno dalla visita ai petroglifi.

Il film ha meritato al Festival di Cannes il Gran Premio della Giuria insieme al film Un eroe un riconoscimento meritatissimo.


Questo magnifico esempio di cinema è in prima visione su Sky ed è consigliatissimo!

Volami via Envole-moi


Thomas è il figlio del dottor Reinhard, ha 29 anni e trascorre le sue serate in discoteca dopo aver abbandonato l'università, essendo nient'altro che un perdigiorno. Dopo l'ennesima prova di irresponsabilità, il padre decide di dargli un ultimatum: dovrà andarsene di casa se non lo aiuterà a prendersi cura di Marcus, uno dei suoi giovani pazienti. Marcus ha dodici anni e una grave malattia, ma è pieno di sogni e di voglia di scoprire il mondo: affetto da molteplici disabilità, combatte ogni giorno con l'aiuto di sua madre Maissa e del dottor Reinhard. L'incontro tra i due ragazzi sconvolgerà la vita di entrambi, cambiandola per sempre.

La recensione di Tania Croce

Il film è ambientato a Parigi, per la maggior parte del tempo nell'ospedale dove è curato Marcus, un dodicenne pieno di sogni che teme di non realizzare, date le numerose patologie che gli impongono una vita priva di emozioni e di svaghi.
In mezzo al terreno infecondo del dolore e dei patimenti, spunta il fiore dell'amicizia tra Marcus e Thomas, il figlio del suo dottore, inizialmente costretto a prendersi cura del giovane malato e che poi finirà per essere un suo fedele alleato.
All'inizio sarà tutto difficile per Thomas, un ragazzo smarrito, orfano di madre, eppure di buoni sentimenti.
La vita di Marcus è appesa al filo della speranza, ma intanto è il caso d'iniziare a realizzare qualche sogno.
A materializzare la lista scritta da Marcus, ci penserà Thomas e inizierà un viaggio sia fisico che emozionale meraviglioso che condurrà il piccolo tifoso all'interno del Parco dei Principi, stadio che conosco molto bene e di fronte al quale ho fatto i miei interventi di chirurgia ricostruttiva ed è lì che Marcus vedrà giocare la sua squadra del cuore: il Paris Saint-Germain.
Le corse nei giorni con il suo nuovo amico, gioveranno al dodicenne ma metteranno a dura prova il suo cuore.
Ci sarà un intervento delicatissimo, un periodo di riabilitazione e poi si potrà tornare a correre e a respirare senza la bombola d'ossigeno che Marcus deve portare sempre con se.
Lo aspetta una nuova vita all'alba dei suoi 13 anni,  traguardo a cui Marcus non avrebbe creduto di arrivare.
I due sono ancora amici e lottano in maniera diversa per realizzare i propri sogni.
Lodevole l'interpretazione di Victor Belmondo (Thomas) di Gerard Lanvin (dottor Reinhard) e di Yoann Eloundou (Marcus).

Il toccante remake francese di Conta su di me di Marc Rothemund sulla vera storia di Lars Amend e di Daniel Meyer, è diretto da Cristophe Barratier.

 E' in prima visione su Sky da questa sera.
Consigliato.

 

Caro Evan Hansen

"Vorrei essere parte di qualcosa, vorrei che le cose che dico interessassero a qualcuno" Evan Hansen 

Stephen Chbosky dirige l'adattamento dell'omonimo musical.

Evan è uno studente ansioso e solitario che finge di essere stato amico di Connor Murphy, un coetaneo suicida.

Costruisce un castello di bugie, sia a scuola che con la famiglia di Connor, l'unico ragazzo che gli abbia firmato il gesso sul braccio dicendogli: "così fingiamo entrambi di avere un amico".

La lettera che inizia con : "Caro Evan Hansen..." non è altro che un esercizio suggerito dall'analista di Evan, uno scritto motivazionale.

Ben Platt è Evan Hansen, lo stesso attore del musical, è empatico, struggente, sia nella parte del ragazzo affetto d' ansia sociale che in quella del figlio trascurato dalla madre, la splendida Julianne Moore che per necessità deve fare turni straordinari in ospedale, da quando il padre li ha lasciati per sempre.

L'insicuro liceale, si ritrova a recitare la parte dell'unico amico di Connor Murphy (Colton Ryan)e a raccogliere i fondi per dedicare a Connor il frutteto che tanto amava e raccontando una storia bellissima che ha saputo incantare tutti, sulla loro esperienza sull'albero dal quale osservavano il mondo dall'alto. I social s'infiammano, le donazioni giungono copiose, migliaia di adolescenti ringraziano per aver trovato la forza di reagire alle proprie frustrazioni, attraverso le parole di conforto di Evan. 

Anche la madre di Connor, attraverso i racconti di Evan, trova immensa forza e una certa pace interiore che la sostiene nell'accettazione della prematura scomparsa del figlio ed è molto commovente Amy Adams nei panni di Cynthia Murphy, amorevole e affettuosa con Evan, come non sapeva essere la vera madre perché affranta da un dolore profondo.

Ma il castello di bugie si sgretola e la vita che Evan sognava di vivere, si trasforma in una presa di coscienza che tutto deve proseguire, ma partendo dalla verità della sua condizione di ragazzo non privilegiato che dovrà lavorare per potersi pagare il college.

I riflettori nel film sono puntati sugli adolescenti, fragili e condizionati dai social ma non solo.

Dall'altra parte ci sono i genitori, altrettanto fragili e insicuri e per questo incapaci di comprendere e amare i propri figli e i rapporti conflittuali tra fratelli come Zoe (Kaitlyn Dever) che non ha avuto il tempo di conoscere il vero Connor, con il quale si è solo scontrata.  

E' una storia interessante, da vedere sicuramente. 

Caro Evan Hansen è in prima visione da questa sera su Sky.



C’era una volta il crimine


 Il terzo capitolo della fortunatissima saga diretta da Massimiliano Bruno, è finalmente su Sky cinema da questa sera.

Come si fa a perdersi la Banda della Magliana che sconfigge l’esercito tedesco, oppure la magistrale interpretazione del Duce di Duccio Camerini?

Il viaggio nel tempo questa volta ci conduce all’8 settembre del 1943, la data dell’armistizio, in un’Italia esanime, popolata da tedeschi da un lato, partigiani dall’altro e tra nazisti, fascisti e partigiani piombano i nostri eroi con un bottino niente male: la Gioconda di Da Vinci appena trafugata dal castello di Chambord!

La Guerra è finita, non le ostilità e la banda capitanata da Moreno (Marco Giallini) con l’ardimentoso Giuseppe (GianMarco Tognazzi) che s’innamora di Adele (Carolina Crescentini) la nonna di Moreno, che è ancora giovane e bella e una new entry ossia Claudio, l’erudito professore di storia interpretato da Giampaolo Morelli, che sarà d’aiuto ai suoi compagni di viaggio, si imbatte in uno dei più esemplari partigiani come Sandro Pertini interpretato magnificamente  da Rolando Ravello con il quale vivono momenti pericolosi come l’esplosione di un ponte e piacevoli come la spassosa partita a carte.

Il ritorno nel presente non potrà compiersi senza un Massimiliano Bruno Rambo d’eccezione che con la sua Lara Croft la bellissima Giulia Bevilacqua, strapperà i nostri eroi da morte certa per mano dei tedeschi.

 Ma arrivano i rinforzi, si tratta di Renatino (Edoardo Leo) con Sabrina (Ilenia Pastorelli) e il gruppo di Ultrà che consentiranno a Moreno e a Claudio di tornare nel presente. Giuseppe vuole restare ancora un po’ dentro la storia per raggiungere la sua Adele e darle il suo definito saluto. Forse, chissà…

Tra memorabili citazioni e ricordi bellissimi, frasi amatissime di cantanti indimenticabili come Gaber, si conclude il terzo capitolo di un viaggio nel tempo davvero emozionante, divertente e a tratti commovente!

Consigliatissimo!


Parla più forte

 Antoine è un professore motivato, un cinquantenne con una lunga vita da vivere, nuove opportunità e un imprevedibile ostacolo: la sordità.


E' un mondo di silenzio per Antoine che interiorizza la sua nuova condizione di non udente e cerca di non drammatizzare, anzi, prova a non creare problemi al prossimo.

Pur non chiedendo aiuto,  il professore sordo, riceve solidarietà e l'amicizia dalla piccola Violette (Manon Lemoine), la figlia della nuova vicina di casa Claire, che saprà mantenere il loro segreto.

Claire è vedova e cerca di comprendere la figlia che ormai si è chiusa in un costante mutismo interrotto dalle urla durante i suoi incubi notturni.

L'amicizia con Francis (Francois Berleand), il suo collega e il particolare rapporto con la tenera Violette, aiuteranno il professore a iniziare il suo percorso di recupero dell'udito attraverso l'utilizzo di un apparecchio acustico che amplificherà i suoni e che si scaricherà quando meno se lo aspetta e le lezioni di lettura labiale.


La disabilità è affrontata con delicatezza e ci sono persino risvolti comici nel film diretto e interpretato dall'eccezionale Pascal Elbé, con citazioni artistiche, come il riferimento al pittore spagnolo Goya, divenuto anch'egli sordo.


Durante il film (dal 14 luglio su Sky cinema due), è possibile comprendere l'universo del protagonista, la sua confusione uditiva, che oltre a provocargli un disagio sociale grandissimo, essendo un insegnante, lo spinge a riflettere su se stesso e a iniziare un viaggio esistenziale di scoperta e di rinascita.

L'alienazione dettata dalla sua sordità, lo riconcilia con il suo io e con il mondo esterno, in particolar modo con Claire, interpretata dalla deliziosa Sandrine Kiberlain che farà tornare l'amore nella sua vita, un ottimo alleato per ognuno di noi.


Il tema della sordità è conosciuto molto bene dal regista eppure è un libro: Il prof è sordo, a guidare Elbé nella narrazione del film estremamente toccante eppure alleggerito dai toni comici che lo rendono piacevolissimo.

I film francesi non mi deludono mai, anzi, sono una carezza al cuore.

Parla più forte si dissolve nel silenzio e lascia immaginare il lieto fine.


Chapeau!



Aline - La voce dell’amore


 Aline Dieu nasce in Quebec ed è la quattordicesima figlia di Sylvette, una donna operosa che con suo marito cresce i suoi adorati figli e sostiene totalmente la piccola e talentuosissina ultimogenita.

A 12 anni Aline ha una voce meravigliosa che sarà registrata in una cassetta  che deve essere fatta ascoltare al famoso manager Guy Claude il quale ne resterà esterrefatto e intenzionato a prendere sotto la sua ala protettrice questo minuscolo usignolo canadese per trasformarlo nella famosa cantante che noi tutti conosciamo e amiamo.

È un’immersione totale nella vita dell’artista e della donna Celine Dion a cui Valerie Lemercier s’ispira per dirigere in maniera magistrale il film Aline - La voce dell’amore, visto e amato questa sera su Sky cinema.

Lei è una ventenne e il suo manager ha 26 anni di più ed è al suo secondo matrimonio eppure ama la sua adorata Aline e le chiede di sposarla in modo originale e straordinario esattamente a Napoli, lasciando il diamante nel gelato al cioccolato che la giovane cantante sta per divorare.

È scandito in modo evocativo ed emozionante il tempo della sua carriera che coincide con quello della sua storia d’amore da cui nasceranno tre figli.

Guy è interpretato da uno straordinario Sylvain Marcel e sarà colui per il quale Aline canta dall’età di 12 anni fino alla loro definitiva separazione nel 2016.

Ha solo 47 anni Celine e deve andare al funerale dell’amatissimo manager e marito accompagnata dai tre figli.

Ha fatto centro la Lemercier con il suo film favoloso, che ha voluto non solo dirigere ma anche interpretare nella parte di Aline/Celine per tutto il tempo, anche quando è piccola e ha il volto dell’attrice e regista che è ringiovanito digitalmente. 

È mostrato senza filtri, il mondo magico e tentacolare dello spettacolo e il successo che assorbe il tempo vitale di una star costretta a stare in silenzio per tre mesi  perché le sue corde vocali sono state messe a dura prova dal tour in giro per il pianeta.

Tra finzione e realtà, fatti realmente accaduti oppure solo immaginati, Aline - La voce dell’amore tocca il cuore.

Film consigliatissimo!

Corro da te, un remake deludente


 Riccardo Milani non è riuscito a compiere il miracolo: eguagliare la bellezza del film a cui s'ispira ossia Tutti in piedi, di cui Corro da te è il remake.

Cambia il finale straordinario e abbassa i toni di una tematica che va gridata al mondo intero: la disabilità, banalizzando fortemente il protagonista maschile, goffo, meno affascinante dell' attore e regista francese Franck Dubosc nei panni di Jocelyn, un incorreggibile bugiardo che si confida con il suo amico il dottor Max il magnifico Gerard Darmon che nella versione italiana è interpretato da Pietro Sermonti e con la segretaria la bravissima Vanessa Scalera e non con una combriccola di amici con i quali Gianni scommette di portarsi a letto pure la disabile, immortalando con un selfie l'evento dopo l'immersione nella piscina che prima è stato un elegante tavolino dove ha cenato con la speciale invitata (in foto).

La prima volta che ho visto Tutti in piedi, un film del 2018, sono rimasta davvero colpita da questa storia, dal bell'imprenditore che perde la testa per una bellissima donna sulla sedia a rotelle e dal momento in cui la conosce, cerca di conquistarla, dimenticando tutte le altre, mentre Gianni continua ad andare appresso a tutte, non solo a lei.

Il Gianni di Milani, interpretato da Pierfrancesco Favino, non solo non ha lo charme del bel Dubosc, gli manca proprio tutto di questo personaggio, anche la tenerezza in alcuni momenti che è determinante, riesce a essere un galletto senza cuore per tutto il tempo e non c'è empatia tra i due attori che ho visto ingessati nei panni rispettivamente di Gianni e Chiara.

Miriam Leone tuttavia si avvicina alla francese Alexandra Lamy, anche se non stupisce come lei, ricorda però il suo coraggio, la sua voglia di riscatto ed è apprezzabile. 

Nel cast ci sono molti attori eccezionali dal fratello di Gianni che è Carlo Luca De Ruggieri a Piera degli Esposti nei panni della nonna di Chiara, a Michele Placido nella parte del padre di Gianni che nel film francese è affidata a Claude Blasseur famoso per essere il papà di Vic (Sophie Marceau) ne Il tempo delle mele. 

Il film in prima visione su Sky, mi ha deluso e consiglio di vedere Tutti in piedi a cui s'ispira e che è imparagonabile ed è davvero bellissimo! 

Ghiaccio

 La noble art è un'espressione che neanche si usa nel quartiere dove cresce Giorgio, orfano di padre e appassionato di boxe, però esiste la nobiltà d'animo di Massimo, il suo allenatore, che lo aiuta a credere in se stesso e lo prepara psicologicamente e fisicamente a un incontro che cambierà il corso della sua vita.

Nella periferia romana tra il Quarticciolo, Casal Bruciato e Tor Tre Teste dove è girato il film, ci sono insidie di ogni tipo e si vive con l'acqua alla gola perché mancano i soldi per pagare l'affitto e si finisce in brutti giri per sopravvivere.

Giorgio è molto legato a sua madre, una donna che nasconde le lacrime in cucina, perché Maria è vinta, affranta, avvolta da un fallimento che le toglie il respiro.

Il film è ambientato negli anni '90, precisamente nel 1997, sono gli anni in cui si guarda in tv il Karaoke di Fiorello, che Massimo ama vedere con la sua Floriana, la bella moglie di cui è innamoratissimo e lo fa quando torna a casa distrutto dal lavoro e dagli allenamenti in palestra e le promette di trovare il tempo per togliere la muffa dalla camera dei bambini e la convince a perdonarlo dedicandole una serenata, più precisamente una canzone di Claudio Baglioni.

Giorgio indossa una felpa grigia col cappuccio con una sola T di Totti sulle spalle e il numero 10 , lo fa perché è l'unico regalo ricevuto da suo padre, da cui ha ereditato soltanto i debiti per cui gli strozzini lo minacceranno, ma il prezzo da pagare sarà troppo alto.

Massimo, è un ex pugile che non ha spiccato il volo e che per campare lavora la mattina presto alle dipendenze di un tipo che gli fa scaricare frutta e verdura, ma riversa su Giorgio il suo sogno di vittoria e sarà per lui un complice, quasi un padre e salderà un po' dei suoi debiti coi soldi messi da parte per i figli.

L'immersione delle mani nel ghiaccio alla fine degli allenamenti, è come un premio, un rituale che Massimo trasmette a Giorgio, accanto alle sue teorie filosofiche ed estremamente intense.

La periferia è un microcosmo difficile da gestire e in cui vivere, ma è l'unica realtà che Giorgio conosce, pur sognando un giorno di vivere e morire al mare con la sua amata.

Chissà se vincerà l'incontro, chissà se andrà a vivere al mare, coronando il suo sogno.

Massimo è interpretato da un magnifico Vinicio Marchioni, perfettamente a suo agio nei panni dell'allenatore fidato e appassionato, del padre affettuoso e del marito fedele. L'ho amato immensamente in questo film che è l'esordio alla regia per il cantante Fabrizio Moro, la cui sceneggiatura e regia è anche di Alessio De Leonardis.

Giorgio è Giacomo Ferrara, ragazzo molto tenero e indifeso eppure coraggiosissimo a cui ci si affeziona immediatamente.

Tra i personaggi neri c'è Pisciasotto interpretato da Claudio Camilli che mi ha ricordato in modo impressionante il mio amico attore e regista Paolo Perelli.

Floriana è Sara Cardinaletti, Maria è Lidia Vitale e il piccolo Marco, il figlio di Massimo è Matteo Ballesio.

Il film apprezzatissimo su Sky questa sera, potrete vederlo anche su Prime Video.

Non perdetelo perché è stupendo!

La cena perfetta

 Gli ingredienti a km0 di questo film sono gli attori, da Salvatore Esposito a Gianfranco Gallo e nel menù del ristorante dove Carmine tenta di realizzare il sogno di Consuelo (Greta Scarano), la chef di cui s'innamora, ci sono i sapori della vita, i ricordi d'infanzia che finiscono nel piatto: pasta e patate e la pastiera della nonna, ne sono un esempio.

E' un film sul riscatto, dove il regista Davide Minnella, dirigendo un soggetto di Stefano Sardo, da Napoli trasferisce la storia a Roma, passando dalla cucina fino a giungere al cuore.

Carmine è orfano, ma protetto dal boss della camorra Pasquale Rizzuto, a cui il padre ha salvato la vita.

Pasquale decide d'inviare Carmine a Roma per gestire un ristorante che servirà per riciclare il denaro sporco della camorra.

Basterà servire  cibo scongelato, non si chiede altro a Carmine eppure lui vuole creare un menu vero e proprio e per questo trova la persona giusta: Consuelo.

Occorre ristrutturare il ristorante per rispondere alle precise richieste della chef esigente e determinata.

Carmine non ha soldi a disposizione così li prende dove non dovrebbe e per questo dovrà affrontare Pasquale al tavolino del suo ristorante romano.

La cena perfetta sarà quella consumata da Pasquale e per una serie di sensazioni provate durante il pasto, Carmine avrà salva la vita ma dovrà allontanarsi per sempre dall'Italia e dalle persone amate.

E' un dolore che spezza il cuore ma il finale è pieno di bellezza, affatto scontata, ma meritata dai protagonisti di questo bel viaggio intenso e toccante.

Il film in prima visione su Sky, potrete trovarlo anche su Prime Video.

Consigliatissimo!

Tra due mondi

Al libro inchiesta di Florence Aubenace, Emmanuel Carrere s'ispira per raccontare la storia degli alienati delle ditte delle pulizie nei traghetti, che hanno la sveglia all'alba e quando terminano il turno non hanno quasi la forza di dormire turbati dalle scariche elettriche in tutto il corpo per l'immane sforzo a cui hanno sottoposto il fisico. 

La squadra in pochi minuti deve rifare i letti nelle cabine dei traghetti, pulire la stanza e i bagni e scomparire prima dell'arrivo dei turisti.

C' è una selezione molto severa del personale e si deve fare in modo che quello sia il lavoro dei sogni anche se è morficante sia materialmente date le sette euro l'ora guadagnate che psicologicamente.

 Florence è Juliette Binoche intensa più che mai e sempre bellissima anche se non indossa  le camicette, le gonne e le scarpe col tacco di Chocolat ma gli abiti lisi di una donna delle pulizie infiltrata tra i precari che solcano la Manica per cercare di capire il mondo degli alienati facendone parte, lavorando con loro e stringendo legami di amicizia che forse non sono destinati a durare, non con tutti come capita nella vita a ognuno di noi. 

Anche gli altri personaggi sono molto toccanti, alcuni dei quali sono veramente addetti alle pulIzie nei traghetti e non sono attori professionisti.

Le scene dei cessi luridi da pulire fanno quasi sentire male ed è impossibile non pensare ai viaggi in traghetto e a quelle lenzuola nei letti che gli addetti alle pulizie, hanno al massimo un minuto e mezzo per cambiare.

Vedere questo film fa riflettere anche sul fatto che all'estero i problemi di lavoro sono gli stessi dei nostro Paese per cui sarebbe meglio cercare di risolverli nel luogo dove si è nati anziché illudersi che all'estero si possa trovare l'Eldorado.


È una prima visione su Sky da vedere assolutamente!

Una famiglia mostruosa

 Potrebbe essere un Romeo e Giulietta in versione horror movie, trattandosi della storia d'amore tra due ragazzi appartenenti a due famiglie estremamente diverse e ostili in un'atmosfera da Hotel Transylvania; la vicenda dai risvolti tragicomici, ha inizio in una notte di Halloween ed è proprio in tale contesto che Volfango De Biasi dà vita ai suoi personaggi che indossano i panni di vampiri, vampirette, streghe, fantasmi, lupi mannari e donne invisibili, con pochi dolcetti e molti scherzetti per la povera Luna (Emanuela Rei), la malcapitata 'umana' giunta nel castello fuori dal tempo e dallo spazio dove risiede la famiglia 'mostruosa' del fidanzato e futuro padre Adalberto (Cristiano Caccamo).

Questa contemporanea Famiglia Addams, ha tradizioni secolari, come dormire in una bara per il pater familias Vladimir, interpretato da un irresistibile Massimo Ghini con la r aspirata e molto francese che rimanda al personaggio Il malconcio di Sordi ne I nuovi mostri.

Non si può chiedere a una strega come Brunilde, la bravissima Lucia Ocone, di essere conciliante e solidale con l'umana appena giunta nel castello.

Sarà il caso di chiedere a Sirio lo specchio magico se il nascituro sarà umano oppure mostruoso, ma occorre una password, come ricorda la voce straordinaria di Massimo Lopez, con le sue imitazioni persino di Mike Bongiorno.

Mentre vaga per la casa una deliziosa fantasma, Crisilde (Barbara Bouchet), la nonna di Adalberto e di Salmetta (Sara Ciocca), che non riesce a dormire oppure la ex di Adalberto divenuta la donna invisibile dopo un sortilegio, giunge la famiglia apparentemente normale di Luna: Nando e Stella, Lillo Petrollo e Ilaria Spada, lui un palazzinaro lei una psicologa e socia del marito, il cui vero motivo della loro unione, sono proprio gli interessi come spiega chiaramente.

Lo zio Nanni mostro, interpretato da un Paolo Calabresi in stato di grazia sembra una specie di Frankenstein Junior e chissà se riuscirà a riappropriarsi di un cervello nuovo...

La commedia è piena di effetti speciali e si fa vedere con piacere e sorpresa.

Molto bello anche il personaggio della vampiretta che come quasi tutti gli altri parenti, quando sorride mostra i suoi denti aguzzi.

Fantastica è la danza degli zombie, che mi riporta alla memoria Michael Jakcson.

Durante la visione, in alcuni momenti si prova paura come di fronte a un film horror ed è trattato molto bene il tema della diversità che la trasformazione di Adalberto da ragazzo in uomo lupo, mostra nitidamente come la presenza di un'umana nella casa dei mostri. Le due famiglie riusciranno a convivere pacificamente?


Il film in prima visione su Sky, è  consigliatissimo perché per 95 minuti allontana dalla paura nella vita reale.

Un giorno come tanti

Basta un giorno per rivoluzionare una vita e il romanziere Joyce Maynard lo racconta nella sua opera che diventa un best seller e che ispira Jason Reitman il quale sceglie un cast perfetto per il film Un giorno come tanti, che ho visto questa sera e che mi ha commosso e coinvolto per tanti motivi.

La bella e incantevole Kate Winslet è una moglie e una mamma che dopo anni di turbamenti legati al fatto che il suo corpo rifiuta altre gravidanze, il marito decide di lasciare per rifarsi una vita con la sua segretaria.

La fine del suo matrimonio, la affligge perché in lei muore l'amore che aveva trovato nel rapporto di coppia e ciò la rende una donna solitaria e triste, nonostante la devozione per il figlio Henry, un sensibile osservatore del mondo e custode della tristezza di sua madre.

Un giorno come tanti, al supermercato, Adele ed Henry si imbattono in Frank che chiede loro disperatamente aiuto.

L'uomo apparentemente ostile e temibile, è un evaso e ricercato che promette di andarsene dopo qualche ora  e che si rivela essere un uomo capace di grandi slanci e qualità, e Frank sarà in grado di riempire in soli cinque giorni, il vuoto che regnava nella casa di una madre e di un figlio soli e cucina con loro anche splendide torte di pasta frolla con le pesche mature che ispireranno a tal punto Henry da diventare un grande chef.

Adele è pervasa da un amore profondo per Henry, ma la vita la separerà di nuovo dall’uomo amato, perché tornerà in carcere e ci resterà per altri venticinque anni.

Nel finale struggente ambientato nei nostalgici anni ‘80 è davvero impossibile non piangere.

Josh Brolin è magnetico ed entusiasmante nei panni di Frank, come Gattlin Griffith in quelli del giovane e tenerissimo Henry, mentre l'Henry maturo è interpretato da Tobey Maguire.

E' un film poco noto eppure bellissimo sul senso della vita, sul valore del fato e sull'attesa.

Visione consigliatissima. 

Con chi viaggi


 Questa sera ho visto un road movie che mi ha veramente entusiasmato, sto parlando del nuovo film diretto da Younuts basato su Con quien viajas scritto e diretto da Martin Cuervo.

Il cast di Con chi viaggi funziona, alla guida della Mercedes c’è Lillo che offre un servizio di car sharing Roma - Gubbio a Elisa (Michela De Rossi) ma si accorge che altri tre ragazzi hanno prenotato sulla app il posto in automobile per giungere in Umbria.

In pratica quattro perfetti sconosciuti si ritrovano in viaggio insieme oddio non tutti lo sono, infatti Anna (Alessandra Mastronardi) e Michele (Fabio Rovazzi) sono stati insieme ma la loro storia è finita a causa di un tradimento.
Il viaggio ha tinte noir e impreviste, cosa che riesce benissimo a Lillo, apprezzato in spettacoli teatrali surreali e anche spaventosi.
Mi è piaciuta molto anche Michela De Rossi.
Che bella visione su Sky questa sera ma non vi preoccupate, potrete vederla anche su Prime video e il film merita di essere visto.  

La ragazza di Stillwater


 Ho finalmente visto su Sky in prima visione La ragazza di Stillwater e ho trovato sia il cast che il regista estremamente impegnati nell’essere così vicini alla realtà, ispirandosi liberamente al delitto di Perugia, eppure così lontani da quella storia.
Matt Damon è Bill, un operaio dell’industria petrolifera in Oklahoma, vedovo con una figlia Allison (Abigail Breslin) che lascia l’America per salvarla. È imprigionata nel carcere di Marsiglia dopo che è stato trovato nel suo appartamento il corpo senza vita dell’amata Lina con la quale conviveva.
Nel territorio marsigliese Bill trova una realtà totalmente diversa da quella a cui era abituato, conosce Virginie una donna single  con una figlia deliziosa di nome Maya, che lo aiutano con la comprensione della lingua francese e lo accolgono nella loro casa, come accade in Francia.
Bill è disposto a tutto, nonostante le difficoltà incontrate nei mesi di permanenza, dove riesce a integrarsi e a lavorare, per portare  a termine la sua missione di salvare la figlia da una condanna probabilmente ingiusta.
È un viaggio sia reale che psicologico di crescita e redenzione dove niente sarà più come prima.
Tom McCarthy ha diretto un cast integrato, dove attrici francesi come la bravissima Camille Cottin hanno interagito con l’americano Matt Damon sempre all’altezza dei ruoli che interpreta e per esserlo anche questa volta, ha studiato i comportamenti degli operai nell’ industria petrolifera dell’Oklahoma. 
 

È un film molto interessante in programmazione su Sky. 

La donna per me


 L’aspetto straordinario del film appena visto su Sky è uno: la riscoperta del valore della quotidianità, un bene prezioso quanto temuto da un giovane in procinto di sposarsi.

Andrea dopo essere stato fidanzato per sette anni con Laura, durante l’addio al celibato con gli amici di sempre, desidera essere un altro e vivere una vita più emozionante di quella che si prospetta dopo il suo imminente matrimonio.

Il sogno per magia si avvera, così ogni mattina si trova a vivere lo stesso giorno ma con un’identità, in una casa e con una ragazza differente.

Eppure in ogni identità e in ogni giorno, Andrea cerca Laura che le manca.

La commedia romantica diretta da Marco Martani, sceneggiatore di film come Ex, Maschi contro femmine, La mafia uccide solo d’estate ecc. è un ottimo  esempio di esaltazione del ‘per sempre’ temuto eppure il reale fine di ogni esistenza felice.

Ottima prova per il giovane attore pescarese Andrea Arcangeli, apprezzato in Domani è un altro giorno, capace di esprimere l’incanto e la magia dell’amore.

Bel debutto per Francesco Gabbani che con il suo La mira, impreziosisce un film davvero interessante.

Brava Alessandra Mastronardi nei panni di Laura, la donna ideale e gli amici di Andrea da Stefano Fresi a Eduardo Scarpetta fresco di David a Cristiano Caccamo che apprezzai molto in Puoi baciare lo sposo.

Consigliato per sognare un po’.

Solo per passione Letizia Battaglia


Solo per passione, Letizia Battaglia è una miniserie in due puntate dedicata alla celebre fotografa e fotoreporter palermitana, recentemente scomparsa. La fiction Rai racconta la vita della donna, sempre in prima linea per raccontare la mafia e le ingiustizie e va in onda domenica 22 e lunedì 23 maggio.


Ho visto su Raiplay entrambe le puntate, dove il regista Roberto Andò, ripercorre la storia dell’Italia che rivive attraverso gli scatti di una donna, di una protagonista e di una testimone di quegli anni.
La comunicazione è anche e soprattutto immagine nitida degli eventi e dei fatti e dei morti ammazzati che Letizia immortalò e che Isabella Ragonese magistralmente interpreta con gli occhi spesso pieni di lacrime e di un dolore indicibile ma certa che il suo lavoro avrebbe cambiato le cose.
Accanto alla Ragonese recitano attori straordinari come Paolo Briguglia nei panni di Franco, il solo marito e padre delle tre figlie di Letizia e Peppino Mazzotta in quelli del giudice Giovanni Falcone (in foto) che proprio oggi, ormai trent’anni fa ci ha lasciato.
Eleonora De Luca (Le sorelle Macaluso, L’ora legale) è la giovane Letizia che dopo la fuitina a soli 16 anni, sposa Franco Stagnitta, che lascerà perché non si sente felice.
Letizia avrà giovani amori dopo il marito e validi collaboratori come Santi Caleca (Enrico Inserra) che la avvicinerà alla fotografia e Franco Zecchin (Federico Brugnone) con cui lavorerà e vivrà per tanti anni.
Il regista immortala gli intenti, il duro e costante impegno di una donna in mezzo agli uomini.
Il film è un racconto lucido e doloroso a tratti insopportabile dell’Italia e di alcuni tra i migliori italiani che hanno fatto il possibile per far trionfare la giustizia.
C’è anche la vera Letizia Battaglia nei panni di se stessa che si congeda da questo mondo lasciando un’eredità immensa: le sue fotografie.
PennadorodiTania CroceDesign byIole