A teatro con Massimo Cimaglia - l'intervista
Ti amo, imbecille
Il tempo è quella cosa che non si sa quanto dura, afferma il protagonista di questa spassosa commedia sui pro e i contro dei rapporti di coppia, molto alleniana per le pause e i dialoghi con lo spettatore che è l’alter ego sia di Woody Allen che di Marcos (Quim Guttierez).
Marcos è appena stato lasciato dalla fidanzata Ana (Alba Ribas) dopo 8 anni e nella sera in cui le chiede di sposarla, così torna a vivere dai genitori a 35 anni.
Dopo aver ascoltato gli sterili consigli di un amico, cerca altrove aiuto: online in un canale di autoaiuto, dove trova un guru pronto a guidarlo nella conquista dell’autostima.
“Perché quando hai bisogno di aiuto a chi chiedi: alla famiglia? Agli amici? No, vai su Google e noi stiamo qui…”.
Inizia una guida pratica online e Marcos cerca di eseguire i compiti indicati dal guru.
Gli incontri si susseguono e le istruzioni del guru sembrano guidare il ragazzo alla conquista del mondo e di sé stesso.
Però c’è lei, Raquel (Natalia Tena) l’amica di vecchia data, bellissima e innamorata di lui dai tempi del liceo, che lo accompagna e che condivide tutto, anche la delusione per Ana con la quale si rivede ma scopre che sta per sposare un altro ragazzo .
Dopo essersi messo in forma, ottenuto il lavoro dei suoi sogni come giornalista sportivo, vuole conquistare il cuore Raquel.
Finora gli è mancato coraggio o la maturità ma non è il tipo da incontri sulle app e decide di prendere in mano la sua vita e di dichiararsi.
Il film diretto la Laura Manà, è appassionante e grazie a Netflix l’ho recuperato stasera e ne consiglio la visione.
French Lover
Lui è Abel Camara, un divo del cinema candidato al premio Cesar, lei una sconosciuta ma appassionata ragazza che deve lasciare la casa condivisa con il marito che l’ha tradita con la sua migliore amica, strano infatti che sia lei a dover lasciare casa, in Italia accadrebbe l’esatto contrario.
Nella pellicola girata da Nina Rivess, ambientata a Parigi, con Omar Sy nei panni della star del cinema carismatico e irresistibile e Sara Giraudeau in quelli di Marion, c’è un divo che sogna in grande e una ragazza che desidera realizzare il suo piccolo ma indispensabile sogno: passare da cameriera a cuoca.
Anche se gli accostamenti al film cult NOTTING Hill con Hugh Grant e Julia Roberts, sono possibili, in realtà non ci sono somiglianze tra i due film.
La sorella di Marion, Estelle (Agnes Hurstel), sarà l’avvocato e spalla su cui piangere per Marion dall’inizio alla fine del film.
Marion è affranta dalla fine del suo matrimonio ma non sconfitta perché la sua vita non dipende dall’altro ma è centrata su se stessa, incontrasse persino un divo del cinema come Abel, per caso, il quale s’innamora di lei mentre lei non lo rincorre ma si lascia amare, come dovrebbe fare ogni donna.
Grazie a questo messaggio significativo e all’eccezionale Omar Sy, alla bella regia e alla città del mio cuore ossia Parigi, il film in programmazione su Netflix, mi è piaciuto molto.
Visione consigliata!
L’amore, in teoria
Cinderella man compie 20 anni
Nomadland
Il 31 gennaio 2011 in seguito al calo della domanda di cartongesso, la US Gypsum chiuse la sua fabbrica di Empire, Nevada, dopo 88 anni. Nel mese di luglio veniva dismesso il codice postale 89405 di Empire.
Frances McDormand è Fern e racconta la vita da nomade; come tetto ha un cielo di stelle e consuma il suo pasto caldo al freddo e al gelo, all'interno del suo camper che chiama Avanguardia e che è ormai la sua casa.
Fern per mantenersi lavora saltuariamente da Amazon ed è forse il primo film dove si può vedere da vicino il lavoro all'interno dell'azienda multinazionale di commercio elettronico statunitense fondata da Jeff Bezos.
Ha lavorato alle risorse umane all'Empire e sta cercando un'occupazione.
A Fern viene proposta la pensione anticipata ma non le basterebbe a vivere, per cui preferisce lavorare.
Il freddo è pungente nel camper senza corrente di cui Fern deve fare a meno, perché impossibilitata a pagare.
Quella che appare come una vita solitaria, si trasforma in un'esperienza comunitaria, una condizione sociale di molti americani che come lei, hanno dovuto rinunciare alla casa per vivere per scelta, da nomadi, rifiutando di sottomettersi a regole sociali inaccettabili.
Davanti a una fiamma che arde, alcuni nomadi raccontano la loro vita passata e quella presente, dopo aver condiviso un pasto all'aperto.
Ognuno ha una sua storia da condividere, un suo mondo interiore più o meno drammatico e triste e pieno di sogni da realizzare prima che sia finita.
Aderire alla filosofia della comunità di cui Fern fa parte, è confortante, è il modo giusto, è il luogo dove troverà la risposta, in mezzo alla natura, tra albe e tramonti, notti gelide e mattini pieni di brina.
Fern apprenderà i dieci comandamenti del parcheggio invisibile e tanto altro.
In questo stile di vita in libertà c'è tanto da imparare, anche e soprattutto a gestire la propria cacca, usando secchi adatti alle proprie esigenze.
La comunità dialoga e si confronta su tutto.
Ed è così che nascono amicizie e amori possibili e irrealizzabili.
Però la vita da nomade porta lontano da Fern, le amiche Swankie (Charlene Swankie) e Linda (Linda May) con cui ha lavorato e anche Dave (David Strathairn), un amico davvero speciale con cui ha condiviso oltre al lavoro, un affetto sincero.
Dave non potrà mai prendere il posto del marito che non c'è più e che ancora ama, però sicuramente gli piace ma deve tornare a casa da suo figlio e dal nipote che sta per nascere.
Crede di non essere stato un buon padre ma dietro il suggerimento di Fren, prova ad essere un buon nonno.
Lavoro dopo lavoro, Fren si sente sola e decide di andare a trovare Dave prima o poi.
Fern ha una sorella molto bella e dolce e così la raggiunge per stare un po' con lei.
Ha bisogno di soldi e li chiede in prestito a sua sorella.
Ma la vita solitaria la porta via di nuovo, là dove troverà anime nuove, storie indimenticabili e km di strada da percorrere dentro il suo van.
La prossima destinazione è verso Dave, nella sua bella casa.
C' è una famiglia solare che la accoglie e una stanza luminosa.
Dave le propone di fermarsi; è un uomo dolce e affascinante e Fren ne è attratta.
Le fotografie del film sono meravigliose dal South Dakota, alle Badlands, fino al Wall Drug, in contesti naturali americani.
I paesaggi mozzafiato, rispecchiano il mondo interiore della protagonista che s'immerge nelle acque limpide di un fiume per fare il bagno in mezzo al nulla, fermarsi e poi ripartire verso nuove scoperte, mari in tempesta e una parte di mondo ancora da scoprire.
Ho trovato questo film diretto da Chloé Zhao su streaming e grazie a Disney+ ho potuto perdermi nella sua bellezza.
"Ci vediamo lungo la strada" la frase pronunciata da Bob (Bob Wells) è quella che racchiude il senso di quello che nel 2021 ricevette l'Oscar al miglior film, alla migliore regia e alla migliore attrice (Frances McDormand).
Ne consiglio la visione.
A Real Pain
Follemente
Da un regista che ci ha letteralmente conquistato con le sue commedie corali da Immaturi, Immaturi il viaggio, passando per Perfetti sconosciuti, Sei mai stata sulla luna, Per tutta la vita e Tutta colpa di Freud, Follemente è la ciliegina sulla torta e a mio parere, quello riuscito meglio, grazie a una sceneggiatura al tempo stesso attuale e colta e dove si riesce a fare un paragone con un altro film da me adorato come Paura d'amare con Al Pacino (mio attore preferito) e Michelle Pfeiffer, Hector Elizondo, Nathan Lanee Kate Nelligan diretto nientepopodimeno che da Garry Marshall.
Qui la paura c'è, ma è quella di sbagliare la citazione, le luci giuste per il primo appuntamento, il tono adeguato, la paura è quella di essere fuori luogo, fuori tempo e soprattutto di essere se stessi in una società che ci vuole tutti omologati.
Guardando il film pare che il regista e sceneggiatore e i suoi collaboratori, si siano ispirati alla letteratura e a colui che sicuramente ha saputo descrivere magnificamente le dinamiche relazionali, sto parlando di Luigi Pirandello, che ha concepito la filosofia del lanternino che illuminava solo una porzione della realtà, lasciando l'altra al buio; Pirandello deve avere illuminato anche Genovese che ha fatto entrare in campo, insieme ai protagonisti, una coppia formata da un cinquantenne sposato e separato con prole e una trentenne, Uno nessuno e centomila, o i sei o più personaggi in cerca d'autore, una sorta di coro greco nella vicenda narrata, dramma o commedia che sia.
Nella gara a chi dice la cosa più interessante, più originale o retorica, il menù è quello ideale: la lasagna per i due sconosciuti Piero e Lara, che escono insieme per la prima volta, anzi s'incontrano per una cena casalinga, da lei.
Quindi, lui, lei e i loro alter ego onnipresenti.
Idea che funziona perché il film mi è piaciuto moltissimo, mi ha divertito e anche commosso sul finale.
Perché del lieto fine si ha bisogno, come di trovare il principe azzurro, insomma, quello giusto, anche perché noi donne siamo emancipate ma rimaniamo romantiche e sognatrici come Lara (Pilar Fogliati).
Anche se non si lavano le mani prima d'iniziare a mangiare, cosa inconcepibile per un'igienista come me, la cena si trasforma in un vero e proprio esperimento relazionale.
Edoardo Leo, attore caro a Genovese, un po' come lo è Johnny Deep per Tim Burton, veste bene i panni dell'insegnante separato e padre premuroso ma in cerca di nuove emozioni, forse di stabilità, quella che non ha trovato nel suo fallito matrimonio.
Lara, restauratrice di mobili, non è alla ricerca dell'uomo ideale ma di quello giusto anche perché vivere nella speranza di trovare quello perfetto è estremamente rischioso, il rischio è proprio quello di estinguersi. Del resto ha appena chiuso con un ragazzo che dopo due mesi, proprio la sera del suo primo appuntamento, le citofona per darle un regalo prezioso.
Nela mente di Pietro ci sono pensieri passionali espressi da Claudio Santamaria, più maturi e ponderati quelli di Rocco Papaleo e Marco Giallini e romantici con Maurizio Lastrico. Nella mente di Lara ci sono quelli romantici di Vittoria Puccini, trasgressivi di Maria Chiara Giannetta, erotici con Emanuela Fanelli e consapevoli con Claudia Panfolfi. La speranza è che questi slanci possano trovare un trait d'union.
Il film si consuma nel tempo di un appuntamento, il primo. Ed è di quelli che fanno riflettere, che divertono e che si fanno vedere e rivedere.
L'ho visto e lo sto rivedendo adesso mentre scrivo e non posso far altro che consigliarne la visione in streaming su Disney+.
Mercoledì la serie Seconda stagione
La frase "chi nasce di mercoledì è immensamente triste" non è un detto popolare ma un riferimento alla filastrocca inglese "Monday's Child", in particolare al verso "Wednesday's child is full of woe" (Il bambino di mercoledì è pieno di tristezza). Questa filastrocca ha ispirato il nome di Mercoledì Addams e viene citata dai suoi genitori nella serie TV di Tim Burton proprio per giustificare il nome della figlia, collegandolo a questa associazione con il malinconico mercoledì, come riferito nella pagina di Netflix.Return of the king La caduta e l'ascesa di Elvis Presley


Volare

Il club dei delitti del giovedì
"Questo posto è incantevole, fa venire una gran voglia d'invecchiare... di scrivere gli ultimi capitoli della tua vita", afferma Donna, l'agente ventiseienne riferendosi a Coopers Chase, l'elegante residenza per anziani e pensionati, dotata di tutti i confort e di una Sala Puzzle, riservata a quattro arguti investigatori capitanati da Elizabeth (Helen Mirren). Poi c'è Ron (Pierce Brosnan) e Ibrahim (Ben Kingsley) che "indossa un bel completo e ha una pelle fantastica. Ha un profumo buonissimo. Un fazzoletto ben piegato nel taschino. I capelli sono radi, ma comunque li ha. Niente pancia, e nemmeno doppio mento. E però sotto? Uhm. Sono sempre le mani a tradirti. Ha ottant'anni ma dice di dimostrarne settantaquattro. Lo dicono tutti. Il segreto e il pilates."
Joyce (Celia Imrie) ha i capelli completamente bianchi, è minuta, silenziosa, ha fatto l'infermiera e la mamma. I quattro anziani, non sono proprio amici, sono il Club dei delitti del giovedì.
Coopers Chase è un villaggio di lusso per pensionati in Gran Bretagna che conta circa trecento residenti. Puoi vivere in questo luogo solo se hai almeno sessantacinque anni, In questo splendido vilaggio c'è una piscina, una piccola vasca per la terapia delle artriti, una Jacuzzi. Ian Ventham è il proprietario di questo complesso residenziale, mostrando la sauna, già, c'è persino una sauna.
Ci sono sale ricreative, la palestra, la sala fitness, fino alla citata Sala Puzzle per le attività di gruppo. C'è una biblioteca e la tv a schermo piatto, Era un ex convento e i tavoli del refettorio del convento, sono diventati un esclusivo ristorante.
Tornando al Club dei delitti di cui fanno parte Elizabeth, Ibrahim, Ron e Joyce, pure Penny ne faceva parte ma ora è alla casa di cura. Joyce è diventata la nuova Penny per dirla come ha scritto l'autore del romanzo Richard Osman, da cui è tratto questo film meraviglioso diretto da Chris Columbus e in programmazione su Netflix.
Il Club fu fondato da Elizabeth e Penny, un' ispettrice di polizia per un sacco di anni.
Che lavoro svolgesse Elizabeth non è chiaro ma sicuramente "delitti, indagini e via dicendo erano il suo pane quotidiano".
A Penny ed Elizabeth non piaceva pensare ci fossero dei colpevoli che se ne andavano in giro a farsi i fatti loro, sicuri di averla fatta franca. Si era unito a loro Ibrahim, uno psichiatra e poi Ron, un vero e proprio leader sindacale.
"Il nostro ultimo caso irrisolto, era quello avvenuto nella notte dell'11 maggio del 1973 nella zona est di Londra".
Elizabeth e Ron stavano disponendo le foto dell'autopsia della povera ragazza, quella che Elizabeth pensava fosse stata uccisa dal fidanzato, forse traumatizzato da qualche vicenda personale. "Chi non ha elaborato un trauma può non rispondere delle proprie azioni a volte" afferma Ibrahim nel film, frase più efficace di quella del romanzo da cui la storia è tratta e che è la seguente: "Tutti abbiamo una storia strappalacrime, ma non è per questo andiamo in giro a uccidere la gente".
"Penny ed Elizabeth avevano risolto casi di ogni genere solo per la propria soddisfazione" in quel luogo ameno e per certi versi, ideale.
Il settore delle case di cura prosperava e, Ian ci aveva costruito la sua fortuna.
Un po' le teneva e un po' le vendeva, e poi ne comprava di nuove.
Coopers chase ossia quarantotto ettari di splendida campagna, con la licenza di costruire sino a quattrocento appartamenti per pensionati.
E' tutto pronto per la riunione coi residenti, Ian è abbronzatissimo, calmo. Accanto a lui c'è una giovane donna, è l'architetto del complesso residenziale.
Trattandosi di un giallo, vi lascio scoprire il seguito.
Di questo film ho amato immensamente il cast dalla Mirren a Pryce, il commovente finale con Oh very Young di Cat Stevens come sottofondo e la consapevolezza che la terza età sia il traguardo più emozionante della nostra vita.
Film consigliatissimo!!!
Priscilla
La Germania negli anni '50 vede nascere una delle più belle storie d'amore di tutti i tempi, quella tra un militare molto rock come Elvis, americano d'origine e spedito in Europa per ben due anni per svolgere il servizio militare e una giovanissima americana di nome Priscilla.
Lo sguardo rivolto a questa coppia è davvero appassionato ed è nello stile della regista Sofia Coppola che ne cura anche la sceneggiatura.
Elvis Presley (Jacob Elordi) e Priscilla Beaulieu (Cailee Spaeny).
Il giovane militare americano era già una star ed aveva da poco perso sua madre. Era famoso eppure solo e malinconico ed aveva una tremenda nostalgia della sua Terra. Anche a Priscilla mancava l'America e tra i due nacque una sintonia reciproca.
I genitori di Priscilla, non erano d'accordo sulla sua frequentazione con Elvis i quali vennero convinti a lasciarla partire, all'età di sedici anni, nella lussuosa residenza del fidanzato a Memphis.
Una volta giunta da Elvis, Priscilla era al settimo cielo.
Era accontentata in tutto e in America viveva nel lusso più sfrenato, frequentando un college per diplomarsi, ma doveva fare i conti con la sua assenza. C'era qualcosa che contava di più dello shopping, della piscina e delle ciglia finte per la ragazza; infatti la star era spesso fuori per girare una serie di film.
Al suo ritorno, c'erano gli amici e soprattutto Priscilla ad accoglierlo, che per assecondare i gusti dell'artista, aveva tinto i capelli di nero.
In questo film è mostrata l'estrema pazienza di una ragazza semplice e senza pretese che non avrebbe mai immaginato la sua vita dopo quell'incontro, sarebbe cambiata per sempre.
E' dato un ritratto umanissimo anche sotto il profilo psicologico di Elvis, che era molto devoto e per questo motivo aveva evitato rapporti sessuali con la compagna fino al giorno del matrimonio.
Leggendo i giornali, Priscilla scopriva i flirt reali o quelli attribuiti al fidanzato dalla stampa e ne soffriva molto, sentendosi poco desiderata.
Era finalmente giunto il giorno del suo matrimonio all'età di ventidue anni e la prima notte insieme a suo marito.
In quella stessa notte Priscilla resta incinta e all'età di ventitre anni partorisce Lisa Marie.
La fotografia in questo film è meravigliosa come la regia e l'interpretazione degli attori principali e anche di tutto il resto del cast.
Jacob e Cailee emozionano immensamente nei panni di Elvis e Priscilla anche sul finale, quando i due si separano.
Il film in programmazione su Netflix è suggerito.
Ossessione la serie Netflix / Il danno il film su Prime Video
"Sono pericolose le persone traumatizzate, sanno di poter sopravvivere".
E una delle frasi pronunciate da Anna al suo amante William, un medico chirurgo e padre di Jay (Rish Shah), il suo giovane fidanzato e futuro marito.
La trama della serie Netflix del 2023 vista ieri sera tutta d'un fiato, mostra Richard Armitage nel ruolo di William e Charlie Murphy in quello di Anna, che nel film del 1992 "Il danno" (su Prime Video), sono interpretati magnificamente da Jeremy Irons nei panni di Stephen Fleming, un ministro e Juliette Binoche è Anna Barton, la figlia di un diplomatico francese, il film è diretto da Louis Malle.
La vicenda è ambientata in Inghilterra. Anna ha un fratello che è morto suicida per amore.
La moglie di Jeremy Irons, Stephen nel film, è più seducente di quella del chirurgo William della serie Netflix, un adattamento contemporaneo del romanzo di Josephine Hart "Danage".
Nel film, tutto ha inizio da un incontro tra i genitori di Martin: Steven e Ingrid e la sua nuova fidanzata Anna, più grande di lui di qualche anno e di cui è innamoratissimo al punto da volerla persino sposare.
In realtà William incontra per caso Anna ad un evento culturale e tra loro scatta immediatamente la scintilla, una passione travolgente e incontenibile.
Binoche e Irons sono irresistibili, si scrutano, si seducono con grazia. Si danno appuntamento al telefono e non al cellulare come nella serie e questo rende la cosa più intima e intrigante.
Steven è un politico, un uomo tutto d'un pezzo che a contatto con Anna si scioglie come neve al sole, facendosi condurre dalla passione in un vortice senza via d'uscita.
Anna/Binoche è irresistibile, è una giovane donna misteriosa, ammaliante, bellissima.
Anna/Murphy è bella ma ombrosa, a tratti inquietante, meno passionale, turbata. Vive nel mistero e nella menzogna. Mente a tutti, persino a se stessa.
Il ministro Stephen nutre un sentimento di vero affetto nei confronti del figlio mentre William il chirurgo, è distaccato e freddo nei confronti di suo figlio soprattutto nel finale.
Stephen s'innamora perdutamente di Anna e le propone un salto di qualità nel loro rapporto. Intende lasciare sua moglie, ma Anna lo fa riflettere su ciò che ha costruito nella vita e lo distoglie dal proposito di lasciare Ingrid, sua moglie, che ha amato fino all'arrivo di Anna e dalla quale è amatissimo.
Ne Il danno, Anna ha un migliore amico Peter (Peter Wetzler) mentre nella serie Ossessione, ha una migliore amica Peggy (Pippa Bennet-Warner), nella casa della quale si consuma la maggior parte dei suoi incontri a sfondo sessuale con William.
La serie che appare leggera e piena di trasgressione ed erotismo, si trasforma, come nel film, in un dramma agghiacciante.
Il destino si ripete in tutta la sua ferocia e ci sarà un secondo uomo nell'esistenza di Anna che morirà per amore suo.
Suggerisco la visione del film su Prime Video con un ottimo cast e la serie su Netflix.
Bob Marley One Love
La recensione
Reinaldo Marcus Green, il regista e sceneggiatore, racconta la vita e la carriera musicale di Robert Nesta Marley, partendo dagli anni in cui s’imprime nel panorama mondiale grazie al tour che tocca svariati Paesi del globo terrestre, compiendo un vero e proprio Esodo, come il pezzo che dà il titolo al suo album rivoluzionario Exodus (1977).
Siamo nel 1976 e si consumano due rivoluzioni: una politica e l’altra musicale e grazie al carisma e alla tenacia di Bob, le due rivoluzioni s’intrecciano perché l’artista sceglie di mettere a repentaglio la sua stessa vita per cantare l’importanza della libertà individuale, rivolgendo lodi al suo Dio Jah.
Kingsley Ben Adir interpreta Bob Marley con stile impeccabile e una voce intonata e verosimile.
Kingsley è forse più longilineo di Bob anche nei movimenti più morbidi e meno selvaggi e scatenati di quelli del cantante giamaicano ma riesce ad emozionare, mostrando quella fierezza tipica di Bob, anche nei momenti più bui e tormentati della sua esistenza, dall’infanzia poverissima in cui non conobbe mai suo padre, all’adolescenza fino alla maturità dei suoi trent’anni, padre di numerosi figli tra cui Ziggie, cantante e produttore del film, e marito della corista e affettuosissima Rita, di cui veste i panni egregiamente la bella Lashana Lynch.
Il film biografico, è pieno di riflessioni sul valore di un’artista e sulle sue potenzialità, prima fra tutte quella di contribuire attraverso i suoi messaggi e moniti, al cambiamento globale, in un mondo in cui vince il male alimentato dalle guerre, sul bene e la pace.
Sono di una bellezza unica le immagini del vero Bob sul finale.
Consigliatissima la visione di Bob Marley One Love.
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