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Esterno notte l'anteprima su Raiplay


Ho fatto il conto alla rovescia in attesa dell'anteprima di Esterno notte su Raiplay e oggi è giunto il giorno delle emozioni.
Avevo solo cinque anni a quei tempi, tempi difficili per l'Italia e per gli italiani che dovettero vivere una pagina buia per il nostro Paese: il rapimento di Aldo Moro, il presidente della Democrazia Cristiana e fautore di uno storico accordo che, per la prima volta, sta portando alla formazione di un governo sostenuto da DC e Partito Comunista italiano.

Nel primo dei due episodi disponibili su Raiplay, intitolato Aldo Moro, la narrazione ha inizio il 12 marzo 1978 e si conclude il 16 proprio nel giorno dell'insediamento dell'esecutivo, sulla strada che lo porta in Parlamento, Moro viene rapito con un agguato che stermina la sua scorta.
E' accennato il famoso discorso di Aldo Moro della durata di un'ora circa in assemblea.
Il regista Marco Bellocchio che debutta a 83 anni in una serie tv, racconta l'uomo idealista, credente, colto, paziente, mite, fiducioso, ricostruisce gli ultimi giorni dell'insegnante di Istituzioni di Diritto e Procedura Penale alla Sapienza, del nonno innamorato dell'adorato nipotino Luca con il quale amava dormire, accanto alla nonna e moglie Eleonora Chiavarelli, del padre protettivo verso i quattro amatissimi figli, del politico e sincero amico del Papa, del Presidente del Consiglio Giulio Andreotti, del Ministro degli Interni Francesco Cossiga e mostra l’amata chiesa a Piazza del Gesù dove andava a rivolgere le sue preghiere a un Dio misericordioso. 
La somiglianza di Fabrizio Gifuni è davvero impressionante ed è perfetto nei panni del Presidente Moro.
Toni Servillo, che ha definito il film "un'elaborazione artistica di un avvenimento scioccante della nostra storia civile" è Papa Paolo VI, una figura emblematica e a cui Moro era molto legato.
Francesco Cossiga, è un caro amico per Aldo, ed è un'ottima prova per Fausto Russo Alesi, che compie un viaggio umano dietro una tragedia collettiva e restituisce di Cossiga il ritratto più intimo e coinvolgente, ed è il protagonista del secondo episodio intitolato Ministro degli Interni.
Cossiga dice di Moro: "Per me era un padre, è un padre", cercando di coordinare le ricerche del Presidente a cui deve tutto. 
E' un film seriale straordinario di cui presto vedrò il seguito su Raiuno.

Se volete, potrete leggere nel link la recensione di


Gli Stati Uniti contro Billie Holiday

"Quell'amore che tu provi non sarà mai ricambiato"

Vive per soli 44 anni ma lascia il segno.

La sua voce, la sua storia toccante, s'imprime nella mente e nel cuore di chi guarda questo film diretto da Lee Daniels sulla cantante afroamericana divenuta una star del jazz e nel mirino per tutta la sua breve esistenza per aver cantato Strange fruit, un brano sovversivo contro il linciaggio; è la storia di una vera e propria persecuzione dell'artista che donò la sua voce al mondo, il suo canto dolce e malinconico, nonostante fosse tormentata a causa della sua etnia, per cui le era vietato di cantare in mezzo ai bianchi nei club senza licenza o autorizzazione.

Andra Day nei panni di Billie Holiday conquista un Golden Globe.

Molto toccante è la sua storia tumultuosa con l'agente federale Jimmy Fletcher che prima la fa arrestare e che poi si innamora della donna così affascinante per cui si pentirà per tutta la vita di aver collaborato con gli agenti della narcotici che l'hanno arrestata persino in punto di morte.

L'infanzia dolorosissima, lo stupro subito a soli 11 anni, la prostituzione sulla scia dell'attività svolta dalla mamma anaffettiva, fanno crescere la giovane e talentuosa cantante in un clima precario e di estremo bisogno affettivo che colma con l'assunzione di droga e alcol.

Sarà al tempo stesso la sua anestesia e la sua fine sia l'abuso di alcol che di droga.

Lo sarà per tutta la sua vita e ne decreterà il tragico epilogo.

E questa persecuzione è raccontata con l'apporto d'immagini di repertorio sapientemente inserite come strumento utile per comprendere l'esistenza straziante di Billie.

Un film dall'8 novembre in prima visione su Sky e che consiglio.

Il mammone


 Ecco un altro esempio di remake di una commedia francese come Tanguy del 2001, poco riuscito nonostante un cast eccezionale. Sto parlando de “Il mammone” diretto da Giovanni Bognetti, in prima visione su Sky e Now dal 7 novembre e racconta il dramma dei mammoni italiani che non schiodano dalla casa di famiglia di solito per non fare nulla e per farsi mantenere. 
Qui la storia è quella di un ragazzo affermato, preparato di 35 anni che insegna letteratura giapponese, ma senza alcuna voglia di essere autonomo. 
Il mammone è Aldo (Andrea Pisani) che è impossibile non associare al figlio di Abatantuono nel bellissimo “Belli di papà”. Anche in questo caso è il figlio di Piero (Diego Abatantuono) e Anna (Angela Finocchiaro). 

Dovrò rivederlo perché per ora non mi coinvolge, tranne la scena girata nell’amatissima Santa Severa! 




Il peggior lavoro della mia vita


Questa splendida commedia francese del 2021 in prima visione su Sky questa sera, è diretta da Thomas Gilou ed è ambientata in una casa di riposo apparentemente idilliaca dove un gruppo di anziani malati e senza figli, sono costretti a restare chiusi senza poter uscire mai. Non ricevono visite da parenti, sono soli fino a quando giunge Milann (Kev Adams), un ragazzo che deve  lavorare 300 ore nella comunità per evitare la prigione.

È una splendida storia dove degli anziani soli e dimenticati, offrono utili lezioni di vita a un ragazzo orfano e di buoni sentimenti.

Nella casa di riposo c’è un ex pugile malato di cuore: Lino Vartan, che insegnerà al ragazzo a difendersi impartendogli lezioni di pugilato.

Vartan è il sempre bravo e intenso Gerard Depardieu che compie un altro gesto davvero generoso nei confronti di Milann prima di andarsene.

Milann si lega con alcuni degli anziani di cui si prende cura ogni giorno e vuole regalare loro la libertà.

Ci sarà sul finale una casa dove potranno vivere in armonia gli anziani e un gruppo di orfani per aiutarsi l’un l’altro.

In un film incentrato su tematiche sociali come questo, vincono i buoni sentimenti.

Non mi stupisco che mi abbia emozionato tanto il cinema francese anche stavolta. 

Ne suggerisco la visione.

 

Il sesso degli angeli

 Torna Leonardo Pieraccioni con il suo nuovo film Il sesso degli angeli, una favola dolce amara dove indossa i panni di Don Simone, un parroco fiorentino che riceve in eredità dallo zio Waldemaro, un'attività commerciale in Svizzera.

La notizia solleva il parroco, la cui chiesa ha subito diversi danni a causa d'infiltrazioni d'acqua.

Così inizia un viaggio in automobile, accompagnato da Giacinto, il sacrestano di fiducia di Don Simone, da Firenze a Lugano per scoprire che tipo di attività gli abbia lasciato suo zio.

Nell'elegante stabile svizzero, Don Simone e Giacinto vengono accolti cortesemente da Lena, che gestisce una casa d'appuntamenti estremamente elegante e nella quale lavorano delle bellissime ragazze che si prostituiscono.

Questo sbalordisce e sconcerta i due italiani all'estero.

Al termine della settimana concessa dal testamento, Don Simone rivela di essere un prete e decide di tornare nella sua chiesa a Firenze, scegliendo di abbandonare l'eredità.

Ma per via di un cavillo burocratico, scopre che l'edificio dove prima si trovava una scuola materna, non ha mai cambiato destinazione d'uso, così Don Simone, non solo decide di tenere l'eredità ma di trasformare la casa d'appuntamenti in un asilo privato.

Con i proventi del nuovo businnes finanzia opere benefiche in Africa.

Lo zio Waldemaro è interpretato da un sorprendente Massimo Ceccherini, maturo, sobrio e perfettamente a suo agio nella parte dell'anima ormai 'putrefatta' come spesso dice al nipote e che compare per far cambiare rotta al sacerdote, ma sarà un'impresa ardua.

Pieraccioni risorge dalle sue ceneri, riconquistando quella freschezza che lo caratterizza e nel film si barcamena tra riflessioni e battute illuminate dal suo animo che sa essere poetico.

Tra l'essere e l'apparire, vince l'essere nel mondo ideale di Pieraccioni e forte è l'attenzione e l'amore per i bambini che ispira pensieri nobili e spirituali in un contesto tutt'altro che puro.

Tra le tentazioni delle ragazze e gli inviti dall'aldilà di Waldemaro, sfila una carrellata di bei personaggi da Giacinto, il bravo Marcello Fonte a Lena, la stupenda Sabrina Ferilli.

C'è anche Vincenzo Salemme nei panni di Antonello, il cugino napoletano del prete che non riceverà l'eredità a lui destinata.

Il film diverte e parla al cuore ed è da questa sera in prima visione su Sky.

Consigliato per tornarsi a emozionare coi film di Leonardo!

Belfast


 Belfast è un film del 2021 scritto e diretto da Kenneth Branagh da questa sera in prima visione su Sky cinema.

La pellicola semi-autobiografica, in bianco e nero, narra l'infanzia del regista Branagh, interpretato da Jude Hill, nella città di Belfast con sottofondo il conflitto nordirlandese.

Ai premi Oscar 2022 il film ha vinto l'Oscar alla migliore sceneggiatura originale.

Il bianco e nero è il colore dei ricordi di un bambino curioso che scopre il mondo del cinema attraverso film sensazionali e il mondo del teatro con il Canto di Natale di Dickens.

L'amore dei nonni e dei suoi genitori è turbato dalla rivolta dei protestanti che si scagliano sulle case e i terreni dei cattolici che vivono nella strada di Buddy.  Il conflitto nordirlandese esplode sotto gli occhi belli e disincantanti che ne rimane travolto.

Il piccolo si sente protetto e confortato dai nonni, finché  l'adorabile nonno lascia questo mondo e rimane la splendida nonna che vedrà partire la sia bella famiglia verso un Paese pieno di opportunità e un futuro migliore.

La fotografia suggestiva del film e dei personaggi affacciati alle finestre di appartamenti come fosse un plastico a tratti immobile, altri tumultuoso, è quasi la fotografia di un ricordo che la memoria conserva.


Bene ma non benissimo su Amazon Prime

"Per colpa vostra ci sono ragazzi che muoiono ogni giorno"

"Io preferisco essere felice"

Sono alcune delle frasi più emblematiche pronunciate da Candida (Francesca Giordano) la protagonista del toccante film "Bene ma non benissimo" diretto abilmente da Francesco Mandelli da un'idea di Fabio Troiano e da oggi su Amazon Prime; E' una straordinaria storia sul bullismo, sull'amore di un padre per sua figlia che hanno perso entrambi la moglie e la madre, è una storia d'emigrazione, emarginazione e di rivincita.

Inizia l'avventura da Terrasini a Torino.

Vito (Giordano De Plano) offre a Salvo un lavoro nella pizzeria dove lui stesso lavora come dipendente e offre loro anche un posto per dormire: il magazzino della pizzeria, basterà tirare giù il letto poggiato al muro.
Un letto in due e nessuno spazio vitale da poter usare per sistemare panni e beni personali.

Però a Torino c'è Shade il rapper amatissimo da Candida e il cui pezzo dà il titolo al film e che sarà se stesso in questa bellissima pellicola.

La vera bellezza di questa storia è la vittoria del bene sul male, e Jacopo e Candida lottano insieme per contrastare gli atti di bullismo compiuti da Ossani, Niccolò e Cosimo, tre ragazzi della loro classe che si scagliano contro i due amici: lui troppo timido e introverso anche se ricco, lei dotata di un fisico imponente e per questo entrambi motivo di scherno da parte dei bulli.

Francesca Giordano è un'interprete affascinante che ho amato dal primo istante, emozionante anche nei dialoghi con la madre morta, interpretata dalla brava Maria Di Biase.

Al fianco della giovane ed eccezionale Francesca, c'è un attore entusiasmante come Rosario Terranova nei panni di Salvo, il riservato e affranto padre di Candida che oltre a essere vedovo, ha perso il lavoro come salumiere in Sicilia e questo lo costringe a trasferirsi al nord.

Apprezzabili Gioele Dix ed Euridice Axen, i genitori di Jacopo, il tenero Yan Schevchenko.

Fantastiche le scene girate al Museo Egizio di Torino (in foto), le passeggiate lungo le strade della città in un viaggio davvero inedito.

 Un bell'esempio di cinema italiano.

Film consigliatissimo

Bla Bla Baby


Non servirà tuffarsi nel Tevere per acquisire superpoteri (Lo chiamavano Jeeg Robot), basterà semplicemente mangiare omogeneizzati in un asilo.

Il superpotere dell'omogeneizzato infatti, s'insinua nella mente di Luca, un bel quarantenne che si ritrova a fare il bidello in un asilo dove sono custoditi i figli dei dipendenti della Greenlight che non avranno più segreti per lui e il dialogo diventerà il trait d'union tra i neonati e Luca che dopo aver mangiato l'omogeneizzato di platessa contaminato, riuscirà ad accedere al codice linguistico dei bebè. 

Luca è un uomo solo che vive con il geniale scienziato Ivano e che presto sarà suo complice oltre ad essere un amico fidato.

Il film diretto da Fausto Brizzi e con un impeccabile Alessandro Preziosi nei panni di Luca, contiene messaggi pedagogici ed educativi molto importanti.

E' indispensabile riuscire a comprendere i bambini e il compito spetta soprattutto ai genitori.

Ho apprezzato oltre a Preziosi anche Massimo De Lorenzo lo scienziato e le due colleghe di Luca: Celeste e Doriana, rispettivamente Maria Di Biase e Chiara Noschese.

Bravi anche Nicolas Vaporidis (Herbert), Cristiano Caccamo, Fabrizio Nardi e Nico Di Rienzo noti come Pablo e Pedro.

Il film in programmazione su Sky è molto grazioso e consigliato.



L’ombra del giorno


 Lo spettro della prima guerra mondiale e la tangibile drammaticità della seconda guerra e dell’alleanza tra Mussolini ed Hitler, sconcerta le vite dei protagonisti de L’ombra del giorno, un racconto spietato e a tratti persino romantico dell’uomo impotente e sopraffatto dal destino, un destino che lo vuole prima carnefice poi vittima della storia che si sta consumando fuori e che sembra non sfiorare il ristorante che dirige con sapienza e coraggio.

Quest’uomo è Luciano, uomo di guerra e d’amore, fascista un tempo ma dal cuore tenero al punto da innamorarsi di Anna, la ragazza che lavora nel suo ristorante.

Lei è bella, abile, ha intelligenza e carattere e serba un segreto.

Giuseppe Piccioni sceneggia e dirige un bel cast a partire da Riccardo Scamarcio di cui quasi non si ricorda il passato di ‘belloccio’ e che ora colpisce per l’intensità della sua performance davvero impeccabile.

Accanto a lui spicca la bella e brava Benedetta Porcaroli e il compianto e meraviglioso Antonio Salines, il professore anziano frequentatore del ristorante, cordiale e inoffensivo e che ama dire quel che pensa, avendo gli anni per poterselo permettere e che sa commuovere e restare impresso in quella che è stata la sua ultima apparizione e a cui il film è dedicato.

Al ristorante in Piazza del Popolo ad Ascoli Piceno, si svolgono quasi tutte le scene del film dove non posso dimenticare di citare Lino Musella nei panni di Osvaldo e Vincenzo Nemolato in quelli del cuoco Giovanni. 

Il film apprezzato su Sky cinema questa sera, è da vedere! 

Settembre


 Settembre giunge al termine dell’estate e inaugura l’autunno desiderato da molti dopo una lunga stagione calda, che ci ha lasciato senza fiato, senza orientamento.

Questo senso di refrigerio dopo la torrida estate passata, è espresso nel bellissimo Settembre fortemente voluto da Giulia Steigerwalt sceneggiatrice e regista esordiente che racconta magnificamente i sentimenti nelle diverse stagioni dell’esistenza con tutta l’umanità possibile e attraverso un cast eccezionale a partire dal mio preferito Fabrizio Bentivoglio a Barbara Ronchi, stanchi entrambi di essere quel che sono sempre stati e desiderosi di vivere veramente sentimenti buoni e belli, candidi e autentici. 

Attorno a questi due bravissimi attori ce ne sono altri altrettanto bravi che li orientano nelle nuove strade da percorrere: Ana (Tesa Litvan) e Deborah (Thony) amatissima in Tutti i santi giorni e che ritrovo con immenso piacere nel film apprezzatissimo questa sera e in prima visione su Rai3.

La visione di Settembre è un viaggio incredibile  e un treno da non perdere!


La bambola di pezza

 Questa sera ho visto un corto presentato in anteprima come evento speciale alla 79a edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, che fa parte di un progetto transmediale sull'adescamento online.

Mia ha 16 anni, ed  è convinta dall'amico Lorenzo ha iscriversi a una app, un vero e proprio diario virtuale dove potersi raccontare, confidare e aprire; La ragazza subito dopo aver creato il suo diario virtuale viene immediatamente aggiunta da Tommaso, un ragazzo sensibile, comprensivo, empatico, di cui l'adolescente smarrita si fida e scegli di trascorrere insieme il giorno del suo compleanno.

Tommaso invita Mia a casa sua, lei è entusiasta, si sente veramente compresa e amata ma si accorge subito dopo aver ricevuto come regalo di compleanno una graziosa bambola di pezza, di trovarsi di fronte a un adescatore che la minaccia di pubblicare tutte le conversazioni online e le foto e i video condivisi se non esaudisce i suoi desideri.

La ragazza è reclusa nella casa di questo ragazzo che anziché essere comprensivo, mostra la sua reale identità così si chiude dietro a una porta per salvarsi da Tommaso e per fortuna torna a casa la madre, una criminologa e psicologa che si mostra solidale con la ragazza adescata e lo dimostra denunciando suo figlio.

Questo corto diretto da Nicola Conversa con Mariasole Pollio (Mia), Giancarlo Commare (Tommaso), Tommaso Cassissa (Lorenzo) e Claudia Gerini (la madre di Tommaso) è il diario di una sopravvissuta, ossia di una ragazza indenne, perché salvata da un adulto, in questo caso dal genitore dell'adescatore che anziché alimentare il mostro dentro le mura domestiche, lo condanna per mettere fine ad un comportamento violento e pericoloso.

E' un corto in cui vince il bene perché il male non può vincere per sempre.

Ne consiglio la visione su Raiplay.

L' ospite inatteso

 Richard Jenkins commuove fino alle lacrime e avrebbe meritato oltre alla candidatura, un Oscar per la sua interpretazione incantevole nel bellissimo film L'ospite inatteso sull'amicizia e l'immigrazione nell'America dopo l'11 settembre,  diretto da Tom McCarthy e in programmazione su Sky.

Jenkins è il prof. Walter Vale, che torna a New York per sostituire una collega a una conferenza. Giunto in città scopre che il suo appartamento è occupato da una coppia d'immigrati clandestini: il siriano Tarek e la senegalese Zainab.

I due giovani sono molto innamorati e si danno da fare per vivere a New York, lei crea gioielli che vende in un mercatino all'aperto e lui ama suonare le percussioni sia nei locali la sera che ai raduni di appassionati nel verde!

L'amicizia tra Walter e i ragazzi è immediata; Non solo li ospita ma condivide con Tarek, la sua passione per la musica..

I due stanno sempre insieme ma al termine di una bella giornata al parco tra musica e spensieratezze, Tarek viene fermato sotto la metropolitana per futili motivi, portato nel centro per clandestini nel Queens in attesa di giudizio.

Walter affranto, va a trovarlo tutti i giorni e cerca di stare vicino a Zainab che andrà presto a vivere da suo cugino.

Un avvocato specializzato in immigrazione, contattato da Walter, segue il caso di Tarek, che è sempre più smarrito.

Giunge persino la mamma di Tarek dal Michigan per stare vicino a suo figlio. Anche lei è vedova e viene gentilmente ospitata da Walter.

Walter e Mouna, diventano presto amici e una sera per far svagare la bella donna, le regala un posto al Majestik Theatre per vedere Il fantasma dell'opera, sapendo quanto lei ami questo spettacolo.

E' quasi amore tra Walter e Mouna, ma la notizia che Tarek sia stato purtroppo espulso, fa volare la mamma in Siria per stare accanto a suo figlio.

È una storia molto toccante dove la New York un tempo accogliente, mostra le sue ferite ancora aperte che si trasformano in xenofobia.

E' un film che ho amato moltissimo e che a distanza di anni (è del 2007) fa riflettere sui fatti che hanno cambiato il volto di una città e in cui il sogno americano per uno straniero è lontano e irraggiungibile senza i documenti in regola e i permessi di soggiorno. 

Se non lo avete ancora visto, ve lo consiglio!

Alta moda Haute couture

 Dietro forbici, aghi, fili e stoffe preziose, ci sono storie da raccontare come quella di Esther, esperta e responsabile della sartoria Dior, che in una mattina come tante, dopo aver salutato le sue belle rose alle quali si rivolge come fossero amiche con cui confidarsi, viene derubata da Jade, una ventenne problematica alla quale verrà offerto di lavorare nella prestigiosa sartoria come stagista, per imparare un mestiere e dare un senso alla propria esistenza.

Sarà Esther a trasmettere tutti i segreti del cucito alla giovane apprendista che proviene dalla periferia e che convive con una madre costantemente depressa e sdraiata nel letto o sul divano a guardare la tv, a mangiare, bisognosa di assistenza quotidiana.

Esther è una donna esigente, una sarta perfezionista e severa, però dietro quella corazza si cela una sessantenne estremamente fragile, malata e lontana dai suoi affetti più cari.

Tra le due donne, appartenenti a due generazioni così lontane e a ceti sociali differenti, si creerà un legame profondo e duraturo.

Questo film mostra come la Francia conceda chances alle donne di buona volontà e la regia di Sylvie Ohayon è davvero perfetta come gli abiti di Dior.

La parte di Esther è affidata all'impeccabile Nathalie Baye.

Jade è Lyna Khoudri e l'incantevole Clotilde  Courau interpreta la mamma di Jade.

Il film in prima visione su Sky cinema due da questa sera è consigliatissimo!

 

Marry me - Sposami

 Marry Me - Sposami (Marry Me) è un film del 2022 diretto da Kat Coiro da questa sera in prima visione su Sky.

Il film, interpretato da Jennifer Lopez, Owen Wilson e Maluma, è l'adattamento cinematografico dell'omonima graphic novel scritta da Bobby Crosby.


La trama

La superstar del pop Kat Valdez è una starlet nota da tempo della comunità latina per una serie di matrimoni falliti con personaggi famosi. Dopo che Marry Me, una canzone di Kat e del suo fidanzato, Bastian, è diventata la vetta delle classifiche in tutto il mondo, hanno in programma di tenere la cerimonia di matrimonio davanti a un pubblico in streaming in uno dei concerti di Kat. Altrove c'è Charlie Gilbert, un insegnante di matematica divorziato che viene convinto dall'amica Parker e la figlia Lou a partecipare al concerto.

Tuttavia, poco prima che Kat sia pronta per andare all'altare, i notiziari scoprono l'infedeltà di Bastian con l'assistente di Kat, Tyra, e la trasmettono ai suoi fan al concerto. In pericolo, Kat vede Charlie tra la folla con in mano il cartello di Parker con la scritta Marry Me. Con sorpresa di Charlie e di tutti gli altri, lei decide impulsivamente di sposarlo.


La recensione

E' possibile o sensato sposare una persona che non si conosce?

È quel che ci si chiede guardando Marry me e a pensarci bene, se Harry ti presento Sally indaga sulla possibilità di avere una donna per amico, questo film la cui gestazione è stata rallentata dalla pandemia, mostra le diverse forme d'amore: l'amore tradito, l'amore scoperto per caso e forse il più autentico, l'amore di un padre per sua figlia.

Jennifer Lopez che personalmente ammiro moltissimo sia come cantante che come attrice, è brillante nelle commedie romantiche e questa volta recita nei panni a lei più congeniali: quelli di una cantante e ballerina di successo.

 Tra bella musica e momenti sentimentali e romanticissimi, la commedia conquista e commuove.

La consiglio perché ci si innamora di una storia così bella!


Illusioni perdute


 Trae linfa vitale dall'opera letteraria di Honoré de Balzac questo film attualissimo sulle belle speranze di Lucien, un aspirante poeta amante delle parole e della fama.

L'amore per la bella, ricca e infelice Louise, sposata con un uomo anziano e privo di slanci culturali, conduce Lucien dalla campagna alla ville lumiere, dove si avverano i sogni di un giornalista in erba ambizioso e desideroso di guadagnare una sua dignità verso quell'aristocrazia che lo aveva sottovalutato ed escluso.

Sarà l'incontro con Etienne, redattore corrotto e senz'anima di una piccola gazzetta libera e di successo, a condurre Lucien nel tunnel senza uscita dell'illusione mentre ha inizio la sua 'gavetta' giornalistica.

Quel che scriverà, determinerà il successo o il fallimento di uno spettacolo teatrale ed è nel teatro che nota e si innamora di Coralie, attrice povera e buona che lo amerà con devozione fino all'ultimo dei suoi giorni.

Mentre Georges Duroy il Bel Ami di Maupassant, usa le donne più ricche e influenti di Parigi per diventare un giornalista di successo, il Lucien di Balzac, ne è sedotto e dedica loro poesie e slanci amorosi.

Due secoli prima Balzac ebbe la capacità e il coraggio di mostrare vizi e falle di una società che somiglia alla nostra, attraverso una commedia umana fatta di compromessi fra politica e stampa. dove il prezzo per poter emergere è troppo alto da pagare.


In questo affresco meraviglioso diretto abilmente da Xavier Giannoli, brillano Benjamin Voisin, Cecile de France, Vincent Lacoste, Xavier Dolan, Salomé Dewals, Jeanne Balibar, Gerard Depardieu che mostrano una Parigi che seduce e abbandona.

Il film in programmazione su Sky cinema due da questa sera, è consigliato a chi ama il teatro e agli idealisti che non smettono mai di sognare e di credere in un mondo giusto e onesto! 

Io l ‘ho adorato! 

 

   

Leonora addio

 I film hanno il potere di far sognare e anche quello di far conoscere storie che sembrano inverosimili come quella raccontata da Paolo Taviani, in Leonora addio dov'è ricostruito il vero viaggio delle ceneri di Luigi Pirandello da Roma ad Agrigento e a guardare bene questa storia pare che sia stato il drammaturgo stesso a scrivere ciò che gli sarebbe accaduto dopo la sua vita terrena.

Le immagini in bianco e nero, tra i fumi del treno che conduce la cassa di legno con le ceneri di Pirandello dietro la custodia di uno scrupoloso e impeccabile  Fabrizio Ferracane che perde di vista la sua cassa per un colpo di sonno imprevisto e che si trasforma in un tavolino da gioco su cui dei viaggiatori innocui, passano il tempo tra partite a carte, sono accese dalla narrazione di quella che fu l'ultima novella pirandelliana con la quale si congedò artisticamente e materialmente dall'esistenza terrena: Il chiodo.

Leonora addio è anche un viaggio a ritroso negli anni della seconda guerra mondiale e dell'immediato dopo guerra ed è pieno di addii, di disperazione e rassegnazione e di grande rispetto e ammirazione per il drammaturgo agrigentino che fu e sarà il più grande di tutti.

La filosofia del lanternino, espressa nel romanzo Il fu Mattia Pascal secondo la quale all'uomo non è dato di conoscere la realtà nella sua interezza perché dotato di una luce fioca generata da un lanternino per cui il mondo come gli appare è illusorio, emerge nelle scene di questo film che sa raccontare la morte dopo la vita dell'immenso scrittore e come fosse una sua novella, è un racconto intenso e visionario come l'intera drammaturgia pirandelliana.

Il film scoperto su Sky da un'amante come me di Luigi Pirandello, merita di essere visto e apprezzato.

Vetro


 La ragazza che vive per tutto il tempo chiusa nella sua stanza colorata e al tempo stesso buia per colpa di una serranda rotta, è l’anima del film d’esordio di Domenico Croce, in prima visione da stasera su Sky.

Lei è Carolina Sala e quel padre apparentemente amorevole che le passa dall’unico spazio accessibile della porta chiusa a chiave, il cibo e cose necessarie per la sua sopravvivenza e per quella del suo Hiro, l’unico essere vivente a farle compagnia, è Tommaso Ragno, figura rassicurante e avvolta nel mistero come tutti i personaggi che ruotano intorno alla ragazza, anche l’amico di chat con il quale dialoga dal monitor del suo portatile.

Mentre vedevo il film non pensavo a un thriller ma a un dramma psicologico molto profondo e ho subito ricordato lo spettacolo Yaneura (La mansarda) rappresentato dalla Compagnia teatrale Rinkogun coi sottotitoli in italiano di Alessandro Clementi, seguito al Vascello (2013/2014), sulla condizione dei ragazzi giapponesi chiusi nelle loro stanze/mansarde che come scatole oltre a isolarli, per scelta, li allontanano dal senso di ogni cosa. 

Il film è interessante e va visto!



The Queen - La regina


"Inquieto giace il capo che porta la corona" (Shakespeare) 

Sky Cinema omaggia  Elisabetta II attraverso un film toccante come "The Queen - La regina", interpretato dalla straordinaria attrice inglese Helen Mirren, della sua stessa statura ed estremamente somigliante nella misura e nell'eleganza dell'amata Regina che ci ha da poco lasciato.

Per chi non lo avesse ancora visto, il film diretto da Stephen Frears nel 2006, ha fatto vincere alla Mirren  l'Oscar come migliore attrice protagonista.

  Il regista sceglie un periodo buio per la Regina amata da tutti.

Lo scozzese Tony Blair, giovane membro dei Laburisti, diventa Primo ministro del governo di Sua Maestà,  ed è interpretato da Michael Sheen e il 31 agosto dello stesso anno a Parigi, Lady Diana muore in un incidente automobilistico.

Mentre il popolo britannico è sconvolto e in lutto per la tragica notizia, inizialmente la regina sceglie di restare a Balmoral dove è in vacanza con la famiglia, considerandolo un fatto privato, non essendo più un membro della famiglia reale da quando Diana ha divorziato dal Principe Carlo.

Passerà una settimana prima che Elisabetta II faccia ritorno a Londra. 

A Buckingham Palace, Elisabetta II si fermerà davanti al tributo floreale dedicato a Diana, scegliendo di dimostrare il suo dolore in diretta tv.

In questa scelta, ha avuto un ruolo rilevante il Primo ministro, suggerendo alla regina di rendere pubblici e non privati i funerali, ai quali poi, come si vede nelle bellissime immagini di repertorio, parteciparono grandissimi artisti, amici di Diana, da Pavarotti a George Michael e personalità del mondo del cinema come Steven Spielberg.

Fa uno strano effetto vedere il film in questo momento ma è stata un'esperienza molto forte che mi ha fatto riflettere molto.

Profetiche sono le frasi che la Regina madre rivolge a sua figlia, sua consigliera e severa ed è mostrato abilmente il lato umano e intimo, l'amore per la natura, per le passeggiate e per gli animali di Elisabetta II.

Film consigliatissimo! 

 

 

Rosanero


Nel romanzo di Maria Tronca, la vicenda è ambientata in Sicilia. Nel centro storico di Palermo, qualcuno spara a Calogero Mancuso, aspirante capomafia giovane e belloccio. Proprio in quel momento Rosellina Restivo, di nove anni, cade dall’altalena e perde conoscenza. Entrambi vengono portati nello stesso ospedale. 

Nel film diretto da Andrea Porporati, siamo a Napoli, nel Rione Santa Marta. Totò è un quarantenne e boss della criminalità organizzata partenopea, non ha gli occhi chiari come Calogero il personaggio del romanzo, ma ha lo sguardo intenso e bellissimo di Salvatore Esposito che mi ha conquistato anche stavolta, la cui anima finisce dopo un tragico incidente nel corpo di una bambina dai bellissimi capelli rossi: Rosetta, amante della danza, della sua famiglia e del latte con i pezzi di pane del giorno prima a colazione.

Mentre Rosetta assume tutti gli atteggiamenti di Totò, la stessa cosa accade a Totò, che diventa una bambina indifesa dentro il corpo grosso e una volta pericoloso ora rassicurante di un camorrista.

Fabiana Martucci, la piccola e straordinaria attrice scoperta e amata in questo film sorprendente, ha saputo conservare la memoria della vita vissuta fino all'attimo prima dell'incidente, cosa che riesce benissimo anche a Salvatore Esposito, che stupisce tutti, soprattutto il suo fedele compagno di malefatte: Tonino La Bufala, il bravissimo Antonio Milo, che assiste attonito al cambiamento del boss, con i suoi abiti rosa, una volta solo neri e la generosità verso tutti quelli a cui chiedeva il pizzo.

Tra i personaggi emblematici del film, oltre a quelli citati, ho amato Sebastiano Somma nei panni del sindaco Fortebraccio, un perfetto cattivo e l'amico Antonello Costa (in foto) in quelli di un abilissimo poliziotto umbro che attraverso le sue infallibili intercettazioni telefoniche, smaschererà delinquenti. Apprezzabile la sua mimica che è davvero inconfondibile. 

Il film in prima visione su Sky Cinema da questa sera, è consigliatissimo!



Finale a sorpresa


 Questa sera ho scoperto un film su Sky che mi ha incollato fino ai titoli di coda, nell’attesa di un finale suggerito sia da Oscar Martinez (Ivàn) che da Penelope Cruz nei panni della regista fuori dalle righe Lola Cuevas, incaricata da un multimilionario, di realizzare un film sensazionale scegliendo i migliori attori in circolazione: lo spagnolo Antonio Banderas e l’argentino Oscar Martinez rispettivamente Félix e Ivàn.

Félix è una star dei cinema che non piace ai critici per sua stessa ammissione, ma piace al pubblico mentre Ivàn è un artista di un altro livello, che non tiene in considerazione i giudizi di un pubblico ignorante e preferisce trasmettere il suo sapere ai suoi allievi e recitare per una platea selezionata e colta.

Rivalidad è il romanzo su cui si basa il film e sia Félix che Ivàn devono essere pronti a tutto durante la preparazione dei personaggi, a ogni sfida o provocazione sia da parte della regista che dell’antagonista.

I due attori sono rivali e ostili fino alla fine ma il finale a sorpresa è dato dal fatto che un film non sempre si conclude con la parola fine, non certo in questo caso.

Sono molti i messaggi che Ivàn è Félix veicolano: da una parte la difesa dei valori e del talento, dall'altra le luci dei riflettori e i riconoscimenti pubblici, due linee rette che non s'incontrano mai come i  fratelli rivali e distanti. 

La parola e il dialogo scandisce l’azione dall’inizio alla fine.

Chapeau alla coppia di registi  Cohn-Duprat oltre che a Banderas-Martinez che ho letteralmente adorato!

Che dire di Penelope Cruz? Tutto il bene possibile.

Fantastica rossa riccia e intensa!

Film consigliato! 

PennadorodiTania CroceDesign byIole