L'Oreste Quando i morti uccidono i vivi al Quirino

 L'Accademia Perduta Romagna Teatri, sperimenta ne "L'Oreste quando i morti uccidono i vivi" nuovi orizzonti comunicativi attraverso il graphic novel theatre, trasformando il palcoscenico nello spazio visionario dove si materializzano i sogni e i personaggi che si affollano nella mente di Oreste, internato nel manicomio dell'Osservanza di Imola da trenta lunghi anni, ma intenzionato a fare un lungo viaggio, destinazione luna passando per la Russia.

Claudio Casadio incanta, commuove, coinvolge e sconvolge il pubblico attraverso un'interpretazione pazzesca nel vero senso della parola e il suo Oreste, attraverso i suoi occhi accesi, sogna di compiere un viaggio lontanissimo per librarsi in volo e sentirsi leggero, scrollandosi di dosso il peso dei patimenti terreni e della sua stessa malattia mentale che nessuna terapia ha mai guarito, nemmeno l'elettrochoc.

Oreste non dorme mai, disegna, parla con i suoi visitatori immaginari, con il medico, con l'amata sorella che ha perso tanti anni fa ma alla quale promise che non avrebbe mai smesso di amarla neanche da morta, perché lei nella sua mente sarà viva per sempre.

Con l'animazione grafica prendono vita Ermes, il suo compagno di stanza, uno schizofrenico convinto di essere un astronauta e  poi  la sorella, l'infermiere e il medico che gli comunica di essere finalmente libero e di poter uscire.

Però nessuno sa dirgli se è possibile riavvolgere il nastro e ricominciare tutto da capo, come lui desidera sapere da tanti anni.

La risposta al suo quesito, non è chiara e soddisfacente oppure lui non riesce a capire quale potrebbe essere la via d'uscita alla sua non vita.

Quello a cui si assiste è un lavoro corale anche se Casadio è solo, in questo atto unico di rara bellezza.

Piene di tenerezza e di stranezze sono le lettere che Oreste scrive alla fidanzata che dice con convinzione di aver conosciuto a un festival dei matti, nel manicomio di Lucca.

Oreste parla, canta, disegna, preparandosi al viaggio più lungo che l'uomo possa fare, quello verso il nulla, l'oblio.

Gli applausi della prima sembrano non finire più e il pubblico ha il cuore a pezzi ed è sollevato quando Casadio balla e s'inchina per condividere il suo successo con un pubblico entusiasta.

Lo spettacolo tratto dal racconto di Francesco Niccolini, con la regia di Giuseppe Marini, le illustrazioni di Andrea Bruno, le scenografie e animazioni di Imaginarium Creative Studio, le musiche originali di Paolo Coletta, il light design di Michele Lavanga, la fonica di Francesco Cavessi, la collaborazione alla drammaturgia di Claudio Casadio, è co-prodotto da Accademia Romagna Perduta Teatri, e Società per Attori in collaborazione con Lucca Comics&Games, ha vinto il Premio Nazionale Franco Enriquez  nella cat. Teatro Classico e Contemporaneo / sez. Miglior Attore.

Sarà in scena fino a domenica  7 maggio e sarebbe un vero peccato non assistere a una simile pièce.


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