ORESTEA Agamennone + Coefore


FESTIVAL INTERNAZIONALE TEATRO ROMANO VOLTERRA 

XX EDIZIONE

 

                                                         

                                                              nell’ambito del programma di

 

Volterra 22 Prima Città Toscana della Cultura

                                                               


 13 luglio   Teatro Romano ore 21:30

ORESTEA

Agamennone + Coefore

 

produzione Bottega del Pane

adattamento e regia Cinzia Maccagnano

maschere Luna Marongiu

musiche Marco Schiavoni

con Marta Cirello, Raffaele Gangale, Dario Garofalo Luna Marongiu, Cristina Putignano, Cinzia Maccagnano (in foto)

 

“L’Orestea è prima di tutto un epocale disegno drammaturgico in grado di raccontare la fine dell’ineluttabile. Agamennone uccide Ifigenia. Clitemnestra uccide Agamennone. Oreste uccide Clitemnestra. Ma nessuno uccide Oreste. Ciò non significa che Oreste non paghi pegno, tutt’altro. La Ragione (Atena) gli offre certamente una chiave di salvezza, sostituendo il tribunale degli uomini alla teodicea; ma questo gli toglie il fiato.

La stessa cosa che accade a un bambino quando nasce. L’eccesso d’aria rischia di soffocarlo. Perciò piange. E piange Oreste, su cui pesa un Passato che non c’è più, arcaico ma sicuro; e dentro cui scalpita una Realtà incerta, a cui è impreparato, la cui rappresentazione è migliore dell’originale; una Realtà su cui la Ragione ha perso il controllo. Qual è dunque il pegno da pagare per Oreste? Non essere. Né com’era, né come avrebbe dovuto. Essere in bilico. In una rabbiosa e straziante infelicità. La pàrodo dell’Agamennone, il lungo coro degli anziani di Argo, disegna i confini dello spettacolo: gli attori indossano maschere d’ispirazione espressionista, che portano lo spettatore ora allo stupore, ora allo sgomento, e quando se ne liberano, ne scoprono altre dall’aspetto più arcaico, quasi dei totem, che rivelano i personaggi di Clitemnestra, Agamennone, Cassandra ed Egisto. Tutto il racconto dell’Agamennone dunque si svolge come una grande rappresentazione, un rituale che riporta alla memoria i fatti da cui poi muoverà l’azione di Oreste. Nelle Coefore il registro cambia, finisce la rappresentazione, spariscono le maschere, e i giovani, Oreste, Elettra e Pilade, si mostrano così come sono, deformati solo dal furore. Anche il ritmo cambia, non più cadenzato, scandito dal procedere della trama, precipita, seguendo l’urgenza di agire per liberarsi da un ordine antico che non trova più riscontro nella Realtà. I giovani detronizzano, sovvertono, uccidono. Orfani di un senso della storia, mossi da una irragionevole rabbia, si ritrovano smarriti in un mondo di cui non riconoscono più il senso del Passato e sperimentano l’incapacità della Ragione di farsi ancora guida sicura”.

 

Rita Sanvincenti                                                                                               

Responsabile Comunicazione - Ufficio Stampa 

Festival Internazionale Teatro Romano Volterra

mob. +39 336 417344 


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