Quel lungo viaggio di Natale



 Quando si crede di aver visto tutti i film sul Natale ne manca sempre qualcuno e dato che Amazon Prime mi ha informato sui film che verrano tolti dall’abbonamento, ne ho scoperto uno delizioso come questo, girato interamente in un treno.

È un treno natalizio che dovrà fare un tragitto lunghissimo da Washington a Los Angeles, e sarà una vera e propria avventura.

Su quel treno viaggia l’umanità più disperata, estranei che alla fine del viaggio diventeranno una famiglia ma c’è molto di più. Il regista Ron Oliver dirige un cast di rara bravura dall’affascinante Dermot Mulroney che è Tom, un ex giornalista inviato di guerra che diventa scrittore e cerca l’ispirazione in un lungo viaggio ferroviario per scrivere la sua storia. Al suo fianco c’è Eleanore (Kimberly Williams) una sceneggiatrice umile e senza più sogni che lavora per Max, un eccentrico e famoso regista interpretato dal brillante Danny Glover. Tra i viaggiatori di questo speciale treno natalizio tutto addobbato, c’è Agnes, una solitaria donna di cui poi si scoprirà l’identità, lei è Joan Cusack.

Sembra un set cinematografico questo treno e i passeggeri degli attori.

Il film del 2018 è meraviglioso e lo consiglio a chi come me ancora non lo avesse visto!


Chi ha incastrato Babbo Natale?


 Sarà stata la befana sulla sua Dyson scopa? Oppure è stata la tecnologia a incastrare Babbo Natale o una cazzimma?

C'è la Wonderfast che seduce l'elfo Romeo dicendogli che avrà tanti di quei soldi che potrà persino comprarsi la felicita, consegna i regali in poche ore mentre Babbo deve partire dalla Lapponia per raggiungere con la sua slitta i bambini della Terra desiderosi quasi esclusivamente di regali tecnologici e non più di trenini e bambole come un tempo.

L'elfo tra poco sarà padre e accetta la proposta della Wonderfast, introducendo nella storica fabbrica di regali natalizi in Lapponia, un venditore di 'pacchi' abilissimo come Genny,  che farà fallire in un batter d'occhio la tradizione natalizia.

Mentre Babbo Natale fa le prove per il suo show natalizio, entra in gioco Genny.

Troviamo Cristian De Sica, il re incontrastato dei film di Natale, nei panni di Babbo, Genny è Alessandro Siani, attore e regista di un film pieno di cose, di valori, dove sembra che nella lotta tra la bene e il male sia il secondo a vincere, sembra.

Poi c'è la nipote di Babbo Natale che è Diletta Leotta al suo debutto cinematografico.

L'immancabile befana è Angela Finocchiaro, che è straordinaria in sella alla sua scopa Dyson, l'aspirapolvere. Mi era piaciuta immensamente nel bellissimo film diretto da Genovese La banda dei Babbi Natale con il magnifico trio Aldo, Giovanni e Giacomo. 

Poi c'è Luis Molteni nella parte del dottore che si prenderà cura di Babbo Natale.

Il finale commuove perché vincono il bene e i buoni sentimenti.

Splendidi i costumi di Eleonora Rella e gli effetti visivi digitali di Paola Trisoglio e Stefano Marinoni che rendono il viaggio da Roma alla Lapponia e viceversa davvero incantevole.

Il film che è possibile vedere da oggi su Prime Video, sarà questa sera in prima visione su Sky.

Consigliato.


Il tuo Natale o il mio?


 I film natalizi inglesi sono senza dubbio i miei preferiti, lo confermo anche quest’anno dopo aver visto Your Christmas or mine?

La storia raccontata è proprio bella e avvincente, di quelle che ti fanno stare fino alla fine incollato alla tv e che nonostante il gelo dei paesaggi innevati e bellissimi, ti scalda il cuore.

A Natale, ossia nel periodo più bello dell’anno, ci sono famiglie felici e meno agiate delle famiglie infelici e nobili.

Una è la famiglia di Hailey, l’altra è quella di James.

I due studenti e amanti si salutano alla stazione e sperando di fare una sorpresa all’altro, prendono il treno che li condurrà nella casa dell’amato in un inverno che forse non è mai stato così freddo e gelido.

Lei ha dimenticato il suo cell in treno lui si ritrova nella famiglia semplice e autentica di lei.

Forse passeranno ognuno la Vigilia lontani ma in compagnia della famiglia dell’altro e saranno tanti i segreti che Hailey scoprirà di James e viceversa.

La commedia diretta molto bene da Jim O’ Hanlon con Asa Butterfield, Cora Kirk e un cast davvero pazzesco, è su Prime Video ed è imperdibile!


C’è sempre un perché


Stasera su Amazon Prime ho visto un film diretto da Dario Baldi che apprezzai moltissimo per l’impeccabile regia di “Faccio un salto all’Avana” con Enrico Brignano, Francesco Pannofino e la bella Aurora Cossio.

In questo film si fa un salto in Cina.

E che salto.

Sulle prime potrebbe sembrare un salto nel vuoto quando a muovere i fili del destino è l’amore.

Non è affatto una commedia romantica quella prodotta da Maria Grazia Cucinotta che nel film è Maria, un’affascinante locandiera siciliana che gestisce un delizioso ristorante in riva al mare con l’aiuto di Katia (Lucia Sardo) e Luciano (Ninni Bruschetta). È brillante sul lavoro ma teme l’amore di Leo, il sempre bello Sergio Assisi che tutto desidera tranne amarla.

A sostenerla psicologicamente c’è sempre la sua fidata e comprensiva sessuologa (Valeria Marini).

Leo chiede a Maria di sposarla, per avere il suo ristorante ma anziché rispondere, la bella locandiera perde i sensi.

Per impossessarsene, l’arrivista Leo architetta un piano senza precedenti, affidandosi al geniale Li, l’eccezionale Huang Haibo.

Questa commedia è un susseguirsi di equivoci ed è importante perché inaugura la collaborazione tra il cinema italiano e quello cinese.

Il salto in Cina è estremamente affascinante. Sono curate nei minimi dettagli le scene del matrimonio, le tradizioni, persino gli abiti degli sposi in rosso.

Il film è una scoperta, così è stato per me.

Consigliatissimo!


Improvvisamente Natale



Un delizioso primo dicembre su Amazon Prime questa sera ho trascorso in compagnia di Diego Abatantuono, Anna Galiena, Antonio Catania, Michele Foresta, Nino Frassica, Gloria Guida, Violante Placido, Lodo Guenzi e la deliziosa Sara Ciocca nella bella commedia diretta da Francesco Patierno sul Natale e sul suo potere sognante e magico.

I sogni alleviano i mali di ogni famiglia e non è Natale solo a dicembre.

In un agosto difficile come quello vissuto da Lorenzo, il nonno di Chiara, che sta per vendere l’amato hotel, la visita inaspettata della figlia e della nipote, trasforma il ferragosto, nell’amata festa di Chiara: il Natale e sarà forse l’ultimo prima che i genitori si separino.

Tra addobbi, luci e alberi, la famiglia è riunita tra alti e bassi, verità e bugie. 

L’atmosfera è di quelle incantevoli e le piacevoli sorprese si alternano nella pellicola di Patierno piena di paesaggi mozzafiato.

Oltre alla splendida fotografia sono belli i momenti noir   dove i bambini sono davvero eccezionali e determinati nel loro piano.

Infatti l’intento di Chiara e dei suoi amici, è quello di terrorizzare gli acquirenti dell’hotel con scene da film horror.

Un piccolo e bel ruolo è riservato a Paolo Hendel, una sorta di elfo dei monti, un’anima buona e speciale che sarà di vitale importanza nella storia. 

Altro bel cameo è quello di Luca Vecchi. 

Splendida Gloria Guida, come Anna Galiena.

Il film è piacevolissimo ed è di quelli che fa piacere vedere e rivedere. 

Consigliatissimo!



Coffeeshop tra flashanti visioni, fughe e ritorni

Nell'intervista che l'autore, regista e interprete dello spettacolo Andrea De Rosa mi ha rilasciato, "Il luogo è un Coffeeshop di Amsterdam, dove si incontrano una ragazza di trent'anni che fa la prostituta nelle "red lights" e un avvocato italiano in fuga dalla moglie, in cerca di un po' di "stordimento" dato dalla marijuana. Dopo avergli insegnato a girare i primi spinelli, lo convince a provare dei "tartufi magici" (ovvero "funghetti allucinogeni). L'effetto di quei tartufi, sono io: un uomo con la faccia bianca che si presenta come "Il Jolly" e che cerca di essere un po' la voce della sua coscienza, sbattendogli in faccia la realtà. Per poi fare lo stesso con la ragazza. Ma chi è veramente questo Jolly?!".

Catturata dall'atmosfera seducente e psichedelica di un vero Coffee shop di Amsterdam, tra il fumo dello spinello che l'avvocato tenta di preparare con l'aiuto di una ragazza incontrata per caso e qualche confessione che lo stesso rivolge teneramente alla giovane e desolata italiana emigrata, essendo più facile parlare con uno sconosciuto che con chi ci sta accanto, percepisco quell'idea di fuga che lo spettacolo evoca e mi sento parte integrante di quel luogo così sinistro eppure confortante, prima ancora che faccia effetto il funghetto allucinogeno che da lì a poco, assumerà il nostro italiano all'estero, lontano dalla quotidianità e da un matrimonio che gli pare giunto al capolinea.

Il deus ex machina appare per salvare o per salvarsi. È un Jolly senza campanelli e cappello, ha un volto bianco ed è in abiti casual, con un'espressione folle e lucidissima, dotato di una voce suadente che s'imprime nella mente dell'avvocato ormai sopraffatto dall'apparizione.

Tra le visionarie possibilità e soluzioni che il Jolly propone, la salvezza sembra giungere finalmente e il nostro avvocato saprà ritrovare la retta via.

Anche la giovane italiana emigrata in Olanda assume il funghetto allucinogeno ed è alla ricerca della verità che più la aggradi.

Il Jolly è quel grillo parlante che pinocchio sfuggiva, forse, o forse la seducente maschera bianca indossata magnificamente da Andrea De Rosa, cela il volto di un artista con il dilemma amletico dell'essere o non essere, all'alba del debutto di uno spettacolo al quale non potrà mancare.

Per ogni persona in platea oggi c'è stato il Jolly che danzava sulle note dei Manichini di Renato Zero e il Teatro Lo Spazio, si è trasformato in un luogo magico dove tutti i sogni diventano realtà grazie all'irresistibile  Andrea,  al bravissimo Luis Molteni che ho sempre apprezzato al cinema e per la prima volta lo ammiro in teatro ed a Flavia Martino. 

In teatro come in un film il Jolly di "Coffeeshop".


Il Capolavoro di Marco Bellocchio



 Credo che il cinema debba essere lo specchio della realtà ed è bello quando riesce a mostrare l’animo e il valore di personaggi che hanno rappresentato un’epoca, pur essendo il frutto di un’elaborazione artistica da parte del regista.

Ebbene ciò che è accaduto in questi giorni in tv, ossia la messa in onda di “Esterno notte” film seriale in sei episodi sul caso Moro, ha scosso le coscienze, ci ha resi orgogliosi di essere italiani nel ricordo di uno statista, un insegnante di Diritto, un uomo per bene che ha creduto, pregato, ha amato la sua famiglia, il suo Paese, ha illuminato con la sua presenza su questa Terra, la strada da percorrere, una strada fatta di principi, di ideali, d’incrollabile fede.

La vicenda di Moro è stata analizzata da diverse angolazioni e punti di vista, a partire da quella di Aldo, dell’uomo impegnato nel suo lavoro d’insegnante universitario, di marito, di padre, di nonno e di politico.

La prospettiva si sposta sul Ministro degli Interni il caro amico Francesco Cossiga poi sul Papa Paolo VI malato e sui Terroristi e sul modo in cui preparano la strage e il rapimento a cui seguiranno 55 giorni di prigionia con il tragico ritrovamento del corpo senza vita di Moro a Via Caetani. 

Gli ultimi due episodi sono strazianti. Da una parte è messa a fuoco la figura della moglie Eleonora Chiavarelli chiamata da tutti Nora ed è mostrato il carteggio di Moro, dov’è forte il suo sentimento di stima e devozione verso quegli amici a cui scrive per chiedere aiuto e lo fa perché sono stati coloro che un tempo aveva avuto accanto e di cui si fidava.

Attaccato alla vita, ai suoi doveri e soprattutto ai suoi affetti, l’uomo lasciato solo al suo destino, dice: “Cosa c’è di folle nel non voler morire?”.

Bellocchio ci consegna un lavoro di rara bellezza, realizzato con un cast d’immenso valore a partire da Fabrizio Gifuni che coinvolge, commuove e fa vibrare.

Tra le scene che mi hanno particolarmente toccato oltre a quella in cui incontra il prete nella fase conclusiva della sua esistenza e sente l’esigenza di confessarsi per aver provato sentimenti di odio verso quegli amici che si sono dimenticati di lui, c’è quella dell’ ultima Pasqua con la sua famiglia, dove Eleonora ricorda il marito desideroso di mostrare la cappella di famiglia nel cimitero di Torrita Tiberina.

L’utopistica e visionaria liberazione di Moro che apre il film torna sul finale e la tensione è altissima perché è bello poter pensare che quest’uomo sia stato realmente liberato. È anche un film illuminante, dove è forte il confronto tra il passato e il presente.

L’immagine dello statista che porta la sua croce mentre tutti gli altri si limitano a seguirlo e lo stanno a guardare, è una delle più significative di “Esterno notte”, il punto più alto di una carriera piena di successi per il grandissimo Marco Bellocchio da cui ho imparato tanto!

Amatissimo anche il pezzo musicale “Apres la pluie” di Rene Aubry che unito alla voce di Gifuni, il quale fu anche a teatro, un Aldo Moro eccezionale, rende questo film un Capolavoro.





Esterno notte l'anteprima su Raiplay


Ho fatto il conto alla rovescia in attesa dell'anteprima di Esterno notte su Raiplay e oggi è giunto il giorno delle emozioni.
Avevo solo cinque anni a quei tempi, tempi difficili per l'Italia e per gli italiani che dovettero vivere una pagina buia per il nostro Paese: il rapimento di Aldo Moro, il presidente della Democrazia Cristiana e fautore di uno storico accordo che, per la prima volta, sta portando alla formazione di un governo sostenuto da DC e Partito Comunista italiano.

Nel primo dei due episodi disponibili su Raiplay, intitolato Aldo Moro, la narrazione ha inizio il 12 marzo 1978 e si conclude il 16 proprio nel giorno dell'insediamento dell'esecutivo, sulla strada che lo porta in Parlamento, Moro viene rapito con un agguato che stermina la sua scorta.
E' accennato il famoso discorso di Aldo Moro della durata di un'ora circa in assemblea.
Il regista Marco Bellocchio che debutta a 83 anni in una serie tv, racconta l'uomo idealista, credente, colto, paziente, mite, fiducioso, ricostruisce gli ultimi giorni dell'insegnante di Istituzioni di Diritto e Procedura Penale alla Sapienza, del nonno innamorato dell'adorato nipotino Luca con il quale amava dormire, accanto alla nonna e moglie Eleonora Chiavarelli, del padre protettivo verso i quattro amatissimi figli, del politico e sincero amico del Papa, del Presidente del Consiglio Giulio Andreotti, del Ministro degli Interni Francesco Cossiga e mostra l’amata chiesa a Piazza del Gesù dove andava a rivolgere le sue preghiere a un Dio misericordioso. 
La somiglianza di Fabrizio Gifuni è davvero impressionante ed è perfetto nei panni del Presidente Moro.
Toni Servillo, che ha definito il film "un'elaborazione artistica di un avvenimento scioccante della nostra storia civile" è Papa Paolo VI, una figura emblematica e a cui Moro era molto legato.
Francesco Cossiga, è un caro amico per Aldo, ed è un'ottima prova per Fausto Russo Alesi, che compie un viaggio umano dietro una tragedia collettiva e restituisce di Cossiga il ritratto più intimo e coinvolgente, ed è il protagonista del secondo episodio intitolato Ministro degli Interni.
Cossiga dice di Moro: "Per me era un padre, è un padre", cercando di coordinare le ricerche del Presidente a cui deve tutto. 
E' un film seriale straordinario di cui presto vedrò il seguito su Raiuno.

Se volete, potrete leggere nel link la recensione di


Gli Stati Uniti contro Billie Holiday

"Quell'amore che tu provi non sarà mai ricambiato"

Vive per soli 44 anni ma lascia il segno.

La sua voce, la sua storia toccante, s'imprime nella mente e nel cuore di chi guarda questo film diretto da Lee Daniels sulla cantante afroamericana divenuta una star del jazz e nel mirino per tutta la sua breve esistenza per aver cantato Strange fruit, un brano sovversivo contro il linciaggio; è la storia di una vera e propria persecuzione dell'artista che donò la sua voce al mondo, il suo canto dolce e malinconico, nonostante fosse tormentata a causa della sua etnia, per cui le era vietato di cantare in mezzo ai bianchi nei club senza licenza o autorizzazione.

Andra Day nei panni di Billie Holiday conquista un Golden Globe.

Molto toccante è la sua storia tumultuosa con l'agente federale Jimmy Fletcher che prima la fa arrestare e che poi si innamora della donna così affascinante per cui si pentirà per tutta la vita di aver collaborato con gli agenti della narcotici che l'hanno arrestata persino in punto di morte.

L'infanzia dolorosissima, lo stupro subito a soli 11 anni, la prostituzione sulla scia dell'attività svolta dalla mamma anaffettiva, fanno crescere la giovane e talentuosa cantante in un clima precario e di estremo bisogno affettivo che colma con l'assunzione di droga e alcol.

Sarà al tempo stesso la sua anestesia e la sua fine sia l'abuso di alcol che di droga.

Lo sarà per tutta la sua vita e ne decreterà il tragico epilogo.

E questa persecuzione è raccontata con l'apporto d'immagini di repertorio sapientemente inserite come strumento utile per comprendere l'esistenza straziante di Billie.

Un film dall'8 novembre in prima visione su Sky e che consiglio.

Il mammone


 Ecco un altro esempio di remake di una commedia francese come Tanguy del 2001, poco riuscito nonostante un cast eccezionale. Sto parlando de “Il mammone” diretto da Giovanni Bognetti, in prima visione su Sky e Now dal 7 novembre e racconta il dramma dei mammoni italiani che non schiodano dalla casa di famiglia di solito per non fare nulla e per farsi mantenere. 
Qui la storia è quella di un ragazzo affermato, preparato di 35 anni che insegna letteratura giapponese, ma senza alcuna voglia di essere autonomo. 
Il mammone è Aldo (Andrea Pisani) che è impossibile non associare al figlio di Abatantuono nel bellissimo “Belli di papà”. Anche in questo caso è il figlio di Piero (Diego Abatantuono) e Anna (Angela Finocchiaro). 

Dovrò rivederlo perché per ora non mi coinvolge, tranne la scena girata nell’amatissima Santa Severa! 




PennadorodiTania CroceDesign byIole