La famiglia Belier
La befana vien di notte II Le origini
Siamo nel XVIII secolo e in un fiume (potrebbe essere il Tevere) viene abbandonata una bambina dalla propria mamma e trasportata dalle acque del fiume verso una vita da ragazzina schiva, anaffettiva e ladruncola.
La ragazzina è Paola (Zoe Massenti), la quale si trova inavvertitamente a intralciare i piani del terribile Barone De Michelis (Fabio De Luigi), un omuncolo zoppo sempre scortato dal fidato e bistrattato Marmotta (Herbert Ballerina), con una sconfinata sete di potere e uno smisurato odio verso le streghe e i bambini.
L’intervento della dolce e potentissima Dolores (Monica Bellucci), una strega buona che dedica la sua vita ai bambini, salva Paola da un rogo già acceso. Tra un magico apprendistato, inseguimenti, incredibili trasformazioni e molti, molti, guai, Paola scoprirà che il destino ha in serbo per lei qualcosa di davvero speciale.
La recensione
Paola si esprime in romano.
In fondo la befana è romana e la grande leggenda della befana è raccontata in modo favolistico e dalle sue origini, da quando cioè, era una ragazzina.
Il viaggio inedito alla scoperta della vera storia della befana personaggio da me amatissimo, mi ha fatto scoprire una Monica Bellucci tenerissima e commovente che ho molto apprezzato.
Bellissima la sceneggiatura di Guaglianone e Menotti e impeccabile la regia di Paola Randi
Fabio De Luigi nei panni del cattivo è una vera scoperta e vedere il film natalizio dopo la Pasqua è stato piacevole e inaspettato.
Questa prima visione su Sky è stato un bel regalo oggi.
Notre Dame in fiamme
Jean Jacques Annaud ha diretto un capolavoro che incendia gli animi e li placa come la preghiera collettiva che unì i cuori di tutto il mondo nella speranza che le fiamme fossero domate e spente.
È così accade dopo 24 lunghe ore a partire dalle 18:17 di quell’indimenticabile aprile di tre anni fa dove forse a causa di un corto circuito la cattedrale di Notre Dame, uno dei simboli della capitale francese, s’incendiò.
Al vociare delle guide turistiche e dei fedeli che pregano all’interno della cattedrale, si alternano i primi allarmi sottovalutati a causa di un sistema probabilmente difettoso.
Il fumo che proviene dal sottotetto della Navata della sagrestia, e che è visibile all’esterno dal tetto di Notre Dame, si trasforma in fiamme che la prima squadra dei pompieri dall’interno non riesce a spegnere.
Lava incandescente cade dall’alto.
I fedeli in preghiera vengono fatti evacuare dalla cattedrale, dove si cerca di salvare reliquie preziose tra cui la corona di spine di Gesù, un pezzo della vera croce su cui morì e un chiodo della croce.
Molto suggestive le scene in cui si cerca tra le centinaia di chiavi quella giusta che aprirà con un codice segreto la cassaforte che conserva la preziosa reliquia.
È emblematica la candela accesa da una bambina che resta accesa come a rappresentare la preghiera di un’anima pura che ha salvato la cattedrale dei fedeli, la più visitata al mondo.
È stato un bel modo di pregare questo venerdì santo attraverso un film documentario d’immensa bellezza, in prima visione e in programmazione su Sky dove sono stati usati circa 20.000 video che i francesi hanno girato quel giorno.
La cuoca del presidente
Questa è la storia di Hortense Laborie (Catherine Frot) che ho scoperto sul canale Sky W la France Collection grazie al quale potrò vedere i miei adorati film francesi.
Madame Hyde
Isabelle Huppert è Madame Gequil, insegnante di fisica in una classe di ragazzi problematici, ed è felicemente sposata con un uomo casalingo, mentre lei lavora in una scuola dove il gelo scende con il preside egocentrico e indisponente.
L’atmosfera glaciale sia tra la prof e i ragazzi che con il preside, si surriscalda in una notte di pioggia.
Tutto accade nel laboratorio scolastico dove in seguito a una scarica elettrica l’insegnante algida e metodica si trasforma in Madame Hyde.
La trasposizione al femminile del capolavoro di Stevenson, la trovo geniale e la Huppert mi ha lasciato col fiato sospeso fino alla fine.
Fare paragoni con Il dottor Jekill e mister Hyde ha poco senso.
Il regista sul doppio Stevensoniano costruisce una lezione pedagogica. Torna molte volte nel film la necessità di un corso pedagogico che Madame Gequil riesce a creare, trasformando una classe di indisciplinati, in un gruppo di ragazzi attenti e desiderosi d’imparare.
Tutto questo non sarà indolore e solo vedendo il film che potrete trovare su Prime video, potrete scoprirlo.
Tonya
Tutti i santi giorni
Guido, il principe azzurro, è colto, premuroso, innamorato, carino, serio e devoto, è il ragazzo giusto, il fidanzato ideale, l’uomo della vita che lavora come portiere di notte in un grande hotel della Capitale e ama Antonia, la bella aspirante musicista desiderosa di essere madre.
Luca Marinelli veste magnificamente i panni di Guido, che è un esperto di martiri paleocristiani e ogni mattina al ritorno dal suo turno notturno, sveglia la sua Antonia/Thony, la Federica Caiozzo aiutrice e interprete della meravigliosa colonna sonora del film, con il santo del giorno, le prepara la colazione e i due ogni giorno fanno l’amore.
L’ho definita favola dolce amara perché anche per Guido e Antonia, nonostante l’immenso amore che lì lega, le cose non saranno semplici, la vita non lo è mai per nessuno.
Tutti i santi giorni contiene una storia meravigliosa, attuale e romantica, come piace a me.
Tra i pezzi di Thony ho tanto amato Flowers Blossom e se non lo avete ancora visto, cercatelo e amatelo così come l’ho amato e lo amo io.
Madres paralelas
Il tema della famiglia e delle origini è centrale nel nuovo film di Pedro Almodóvar Madres paralelas il cui titolo contiene la natura umana dei destini e delle storie che s’intrecciano nella pellicola che ha aperto quest’anno la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ed in cui è stata premiata con la Coppa Volpi Penélope Cruz proprio per il ruolo di Janis, una fotografa di moda sulla quarantina che sceglie di portare avanti la sua gravidanza, pur essendo single e che incontra Ana (Milena Smit) una ragazza single che sta per partorire nello stesso reparto e con la quale stringerà un’amicizia speciale.
I segni del cuore - Coda
Per tutta la vita
Sarebbe incredibile se la curia annullasse tutti i matrimoni celebrati in una parrocchia nei precedenti 9 anni, scoprendo che il prete che li aveva officiati era un truffatore. Il fatto si ripercuote su 4 coppie che colgono l'occasione per fare un bilancio sulla loro vita.
Quello dell’annullamento dei matrimoni è solo l’incipit.
In realtà quelle sposate sono coppie consolidate? Tra loro c’è amore vero e se sì, queste coppie noncuranti dell’accaduto continueranno a stare insieme e si risposeranno per ufficializzare quell’unione che non li ha effettivamente uniti nove anni fa?
Appena ho iniziato a vedere il film l’ho trovato lento però proseguendo a vederlo, come capita quando le prime pagine di un libro mi riportano a storie già lette o poco interessanti, mi ha coinvolto, alcune storie o coppie mi sono piaciute particolarmente e attendevo per vedere le scene che li riguardava; sto parlando di Ambra Angiolini e Fabio Volo, che nel film sono i genitori separati di Edoardo Brandi un bambino intelligente e addolorato per la loro separazione. Questa storia mi ha conquistato, emozionato e commosso.
Il film fa riflettere perché nonostante i problemi che affliggono l’umanità soprattutto in questo periodo, ciò che veramente conta è la famiglia e non c’è niente che sia così importante nella vita di un individuo.
L’ansia per una maternità che arriva se accade come spiega a Claudia Pandolfi la straordinaria Ivana Monti, che nel film è l’amorevole mamma malata e saggia di Filippo Nigro e moglie di Renato Scarpa, visto con immenso piacere pensando questa fosse l’ultima sua apparizione, è uno dei temi più toccanti di questo trattato sul matrimonio visto in tutte le sue sfaccettature.
La donna contesa tra Luca e Paolo, la Claudia Gerini che interpreta la parte dell’amante di uno e della moglie dell’altro che per inciso è il miglior amico, rappresenta un’altro tema importante trattato con delicatezza e intelligenza.
Con la mia personale predilezione per la citata coppia Ambra/Fabio, ho amato anche le musiche di Lele Marchitelli commuovendomi per il pezzo dei Negramaro sul finale che mi ha riportato a La Febbre di Alessandro d’Alatri sempre con Fabio Volo.
È una commedia a tratti drammatica però necessaria e da vedere.
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