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L'uomo ideale conquista il pubblico del Golden

E' stato un giorno speciale oggi per il Teatro Golden che ha inaugurato la sua 10^ stagione con la nuova commedia scritta da Toni Fornari, Andrea Maia e Vincenzo Sinopoli "L'uomo ideale" diretta da Toni Fornari.

La recensione

L'incipit dello spettacolo è la scena cruciale del film Notting Hill (che personalmente adoro) con Hugh Grant e Julia Roberts, da cui è ammaliata Giada (Claudia Campagnola), intenta a mangiare pop corn dentro al suo pigiamone, facendo sogni d'amore.
 I sogni svaniscono e si torna alla realtà, alla vita di tutti i giorni, al lavoro che la spiritosa single divide con l'amico e collega Lollo (Toni Fornari), disilluso e convinto che la soluzione alle delusioni amorose sia l'atteggiamento superficiale e scostante.
Giada e Lollo vivono nella stessa casa e gestiscono una griffe d'intimo Gia&Lol, la cui distribuzione è limitata ai confini nazionali.
Il disperato bisogno d'amore di Giada, convince Lollo a mettere un'inserzione su Porta Portese per affittare una stanza del suo grande appartamento con la speranza di trovare l'uomo ideale che non tarderà ad arrivare.
Si presenta elegantissimo e irresistibile Damiano (Simone Montedoro), stordendo letteralmente con la sua bellezza i due amici e coinquilini che perdono la testa per il nuovo arrivato.
Tra scene di corteggiamento e seduzione, i due tentano in tutti i modi di conquistare il bellissimo Damiano che resiste alla corte dei nuovi amici, proponendo loro una collaborazione e non solo.
La commedia è piena di momenti estremamente divertenti, con un Toni Fornari in formissima e charmant nella parte che interpreta. Claudia Campagnola è ironica, sexy e deliziosa. 
Dulcis in fundo Simone Montedoro, cosa dire di lui se non che ha sedotto non soltanto Giada e Lollo, ma il pubblico del Golden ed è solo la prima di una lunga serie di repliche che si concluderà il 13 ottobre 2019.
Per l'attualità delle tematiche sociali trattate, la splendida colonna sonora, la scenografia e il cast affiatato, una regia sobria e scrupolosa, consiglio questo spettacolo che apre davvero alla grande la decima stagione di un teatro amatissimo come il Golden.

di Tania Croce



Enrico Montesano in One Man Show

Enrico Montesano è un signor attore comico, un maestro d'ironia e leggerezza, un cultore della parola e della sua etimologia e dopo il sold out del Sistina con Rugantino, è tornato da solo al Castello di Santa Severa, sabato 24 agosto per parlare di tutto, senza limiti o autorizzazioni, regalando sane risate al suo pubblico.
Nel meraviglioso viaggio teatrale di circa due ore, l'immenso attore, imitatore, barzellettiere, rumorista e cantante, con la leggiadria di un cavallo di razza ha attraversato epoche, ideologie, tradizioni popolari, lingue e dialetti italiani e stranieri per raccontarsi e mostrare l'uomo condizionato dalla politica e dalla comunicazione sui social, priva di pathos ed emozioni autentiche, dove ci si affida a improbabili influencer come la Zia Sally, oppure ci si abbandona tra le note disperate del rapper Femo Blas per gli amici Blas Femo e si ride con Torquato il pensionato innamorato di Filippa, l'avvenente donna filippina. 
Colui che fu un delizioso e indimenticabile Rugantino, o Marco Aurelio nello spettacolo Quantunque io, oppure Mrs. Doubtfire al teatro Sistina, un presentatore televisivo completo e pronto a cantare la sigla d'apertura di Fantastico Enrico, ha trascinato il pubblico nei suoi monologhi toccando i più svariati temi senza mai essere banale e indelicato. La satira per il comico è il suo pane quotidiano come per la sua nobil donna inglese, l'aggettivo 'pittoresco' è il leit-motiv usato anche per descrivere la Capitale ed è alla sua Roma che Enrico Montesano dedica la canzone di chiusura del suo One Man Show, intonando le note con il pubblico di Roma nun fa' la stupida stasera, il romantico pezzo di Lando Fiorini. 

Personalmente è il mio attore romano preferito, dotato di una vis comica fuori dal comune.
Enrico, ti aspettiamo in tutti i teatri nella prossima stagione. 

di Tania Croce


Un sogno di famiglia di e con Enrico Montesano al Sistina (2010)

La vita vera e la normalità sono le cose più attraenti e irrealizzabili come i sogni, questo è il messaggio di Enrico Montesano nell’ultima commedia inedita che ha debuttato questa sera al Sistina.

Solitamente si assiste a scene di teatro nel teatro, ma questa è la prima volta che avviene un reality in teatro, “Un sogno di famiglia”, a cui partecipa la famiglia Torelli, composta da persone ‘normali’ con un padre onesto e senza pretese come Nino, che lavora in un’edicola, non ha grilli per la testa e vizi ma un unico grande sogno: comprare una villa per dare alle due figlie Sara (Francesca Ceci) e Lella (Martina Taschetta) ed a Miuccia (Sandra Collodel) qualche agio e un po’ di felicità.
L’unico modo per realizzare il suo desiderio, è quello di partecipare al reality, trasformando la sua casa in uno studio televisivo con telecamere nascoste che riprendono “24 h” su 24 come dice Nino/Montesano, dialoghi e scene di vita quotidiana che fanno salire i picchi di ascolto, proprio come avviene in tv.
Dopo aver comunicato la sua idea all’intera famiglia, i Torelli vengono invitati in uno studio televisivo dove superano la selezione.
E’ tutto pronto per trasformarsi in attori, recitare la parte di una famiglia normale, ma la farsa si sa, è sempre diversa dalla realtà.
Lella, la più piccola si monta la testa e persuasa da un fotografo (Maurizio Aiello) che irrompe nella propria casa, si mette in posa per fare un calendario nel quale compaiono anche foto della mamma Miuccia e della sorella Sara, una ragazza madre che lavora in palestra e vive nella casa dei genitori con suo figlio Jejo (Gianluca Grecchi).
Con il televoto da casa, il pubblico deve decidere chi mandare alle Maldive tra le tre donne Torelli e la scelta cade su Miuccia che noncurante del giudizio del marito, parte con il fotografo per un viaggio di lavoro e non solo.
I valori familiari quali il rispetto e la morale, vengono messi a dura prova dalla strumentalizzazione operata dal media dominante e il percorso che Nino aveva proposto alla sua famiglia per realizzare un sogno, gli si ritorce contro e tutto ciò che ha costruito nella vita, rischia di disgregarsi.
Così decide di andarsene, abbandonando il tetto coniugale. Al suo ritorno ritrova la famiglia di un tempo, che era stata fagocitata dalla logica dei picchi di ascolto. E’ una commedia in cui Montesano tocca una serie di tematiche sociali con grande ironia e leggerezza come solo lui sa fare.
E’ tornato in teatro un grande interprete del teatro italiano con una commedia spassosa e intensa. Da non perdere.

Quantunque io, una recensione dedicata allo spettacolo di Enrico Montesano visto nel 2009 al Granteatro di Roma

I pensieri di Marco Aurelio, l’imperatore romano e filosofo stoico a cui Enrico Montesano s’ispira, costituiscono il leit motive dell’originalissimo one man show in cui ‘etica’ e ‘cotica’ oscillano sul piatto della bilancia, per ridere e riflettere. Protagonista della piecès teatrale è come sempre l’uomo coi suoi pregi e difetti, immerso in una società governata dagli eccessi verbali, comportamentali e televisivi, dove insomma tutto è lecito, tranne essere se stessi ed apparire nell’essenza. “Noi fessi siamo necessari” esulta con umiltà e divertimento il grande attore, che si racconta attraverso immagini e ricordi, ripercorrendo gli anni dell’infanzia alla Garbatella, trascorsi in parrocchia tra i canti delle pie donne e il timor di Dio, fino ad approdare alla splendida Via Margutta, dove sopravvivono gli artigiani del passato, il ‘core’ della città. “Ognuno vale quanto le cose a cui s’interessa”, scrisse l’imperatore Marco Aurelio e questo lo dimostra l’esperienza artistica di Montesano, che ricorda i grandi maestri del teatro, del cinema e della musica italiana da Gigi Magni, a Gabriella Ferri, da Trovajoli a Garinei e Giovannini con cui passeggiava per i vicoli di Roma e con i quali ha condiviso grandi ed indimenticabili emozioni. Come dimenticare “Rugantino” in cui all’attore laziale fu concesso di recitare con al collo un foulard celeste sulla camicia bianca…doveroso è il ricordo rivolto all’incantevole Aldo Fabrizi nei panni di Mastro Titta. L’amore per la Roma degli imperatori, delle piazze magnifiche e dei poeti, raggiunge toni solenni e malinconici nell’interpretazione di una poesia del grande Cesare Pascarella. Non soltanto Montesano ma i suoi personaggi Nicola Anemia, il mitico vecchietto pensionato e Catullo Er Bullo, trasformano il Gran Teatro in un luogo festoso, in cui solo fuori piove, mentre dentro il pensiero si trasforma in gioia e la musica della Jazz Band, neutralizza tutte le assordanti suonerie dei telefonini e le voci guida dei tom tom, per tornare all’antica sana risata. 
Roma, Gran Teatro, 29 marzo 2009
https://www.teatro.it/recensioni/quantunque-io-ovvero-etica-e-cotica/i-pensieri-di-marco-aurelio


PREMIO OMBRA DELLA SERA EDIZIONE 2019

Sarà assegnato nella suggestiva cornice del Teatro Romano di Volterra sabato 3 Agosto 2019 il premio Ombra della Sera
Oscar del teatro italiano

Furio Bordon, Carlo Simoni, Luciana Savignano, Giuseppe Sabbatini, Stefano Poda, Tommaso Le Pera, Stefano de Lellis

Prescelti  dalla Giuria presieduta dal prof. Giovanni Antonucci, e composta da: Vito Bruschini, Maura Catalan, Maria Letizia Compatangelo, Alma Daddario, Elena d'Elia,  Natalia di Bartolo,  Lia Gay,  Floriana Mastandrea, Carmela Piccione, Mariano Rigillo, Anna Teresa Rossini, Giuseppe Liotta, Paola Dei, Rainero Schembri, Edoardo Siravo

La serata sarà condotta dagli attori Marianella Bargilli e Ubaldo Pantani

Regia di Vito Bruschini


In seno al Festival Internazionale del Teatro Romano di Volterra giunto alla XVII edizione con la presidenza di Simone Migliorini ideatore della prestigiosa kermesse di rilievo internazionale, c'è il Premio “Ombra della Sera” che una giuria di autorevoli giornalisti, scrittori, registi e attori, presieduta dal Professor Giovanni Antonucci, riconosce a personaggi che si siano distinti per la loro arte e per la loro carriera.

Nelle scorse edizioni hanno ricevuto il premio Ombra della Sera tra gli altri:

Massimo Ranieri, Gabriele Lavia, Arnoldo Foà, Giuliana Lojodice, Franca Valeri, Alessandro Gassman, Giorgio Albertazzi, Antonio Calenda, Leo Gullotta, Edoardo Erba, Manlio Santanelli, Ugo Chiti, Nuccio Messina, Pino Strabioli, Paola Gassman, Maria Rosaria Omaggio, Paolo Ferrari, Maurizio Giammusso, Roberto Herlitzka, Glauco Mauri, Ivana Monti, Franco Cordelli, Masolino d’Amico, Eros Pagni, Alan Rickman, Fernando Arrabal, Isabel Russinova, Simone Cristicchi, Micha Van Hoecke, Giuseppe Pambieri, Fabio Armiliato, Amedeo Amodio, Angelo Longoni, Daniela Schillaci, Tato Russo, Gianfranco Bartalotta, Emilia Costantini.

Ogni premio è intestato a un personaggio volterrano che nei secoli si è distinto nella disciplina che viene premiata (es. teatro, lirica, danza, drammaturgia).

Nello specifico per l’edizione 2019:

Premio alla carriera “Tommaso Fedra Inghirami” a Carlo Simoni, attore, regista, di grande talento;
Premio alla lirica “Bruno Landi” a Giuseppe Sabbatini, tenore
Premio alla danza “Ernestina Fendi” a Luciana Savignano, etoile internazionale
Premio alla drammaturgia “Giovanni Villifranchi” all’eclettico e prolifico autore Furio Bordon;
Premio al progetto fotografico per il teatro “Nuccio Messina” al fotografo Tommaso Le Pera;
Premio al volterrano eccellente “Franco Porretti” allo stilista Stefano de Lellis
Premio Teatro e arti sceniche (?) al maestro Stefano Poda per l’alta qualità delle sue creazioni artistiche in vari ambiti teatrali riconosciute a livello internazionale

            UNA SERATA SPECIALE CON TANTI OSPITI DI PRESTIGIO

Come consuetudine, dopo il saluto e il benvenuto agli ospiti delle istituzioni rappresentanti la città di Volterra, ciascuno dei premiati intratterrà gli spettatori con aneddoti su episodi e personaggi incontrati nelle rispettive carriere. una serie di ospiti illustri, tra i premiati delle scorse edizioni, arricchiranno la serata con i loro interventi. Tra questi, due grandi del teatro italiano: Tato Russo e Aurelio Gatti

Il premio consiste nella riproduzione, in formato originale, del famoso bronzetto etrusco denominato: Ombra della Sera,  realizzato da un ignoto scultore vissuto circa 3000 anni fa. Secondo la tradizione, fu Gabriele D’Annunzio a dare alla filiforme statuetta votiva questo nome.

Sin dalla prima assegnazione, il premio è stato considerato dai critici un vero e proprio “Oscar” del teatro, unico nel suo genere in Italia
  
Si ringraziano

Fondazione Cassa Risparmio Volterra
Cassa Risparmio Volterra spa
Comune di Volterra
Soprintendenza dei Beni Archeologici e Paesaggistici
La Camera di Commercio di Pisa
Terre di Pisa
UniCoop Firenze




Viaggio sulla luna con Mike Collins

“Non camminare sulla Luna mi ha insegnato a vivere sulla Terra” è la frase pronunciata con nostalgia e amarezza da Collins/Piazza questa sera al Teatro Romano di Ostia Antica e che s'imprime nelle menti e nei cuori degli spettatori sedotti dal viaggio mentale e immaginifico dell'astronauta Mike Collins ormai vecchio e disinteressato ai sogni di gloria. A cinquant'anni esatti dalla missione spaziale a cui prese parte al fianco di Armstrong e Aldrin, Collins si ritrova in un mondo tecnologico in cui le parole hanno perso un valore primario nella comunicazione e i giovani immersi nel mondo digitale si affidano alle app per conoscere l'arte e lo spazio. L'estraneità dell'universo giovanile alla cultura, accomuna tutti tranne Alice (Anna Favella), amante della letteratura cinquecentesca e assistente personale di Collins, impegnato nella preparazione di una conferenza stampa a 50 anni dallo storico evento. 
Due generazioni s'incontrano e scontrano in questo spettacolo accanto alla testimonianza dell'allunaggio e all'ipotesi che nella missione Apollo 11 nessun uomo abbia messo realmente piede sulla luna essendo una farsa girata da Kubrick nell'Area 51. 
Lo spettacolo scritto da Fabio Morgan e diretto da Leonardo Ferrari Carissimi è un atto unico di rara bellezza con scene di teatro nel teatro, citazioni letterarie, luci stroboscopiche e Moon River come colonna sonora perché l'amore (come nel film Colazione da Tiffany) è il dono che Collins consegna al giovane e inesperto Elia (Matteo Cirillo), come fosse un carburante speciale per poter mettere in moto il suo sogno. La gradinata del Teatro Romano immerso nell'area archeologica di Ostia Antica come palcoscenico per gli attori, ha consentito una visione suggestiva e coinvolgente.
I ragazzi del primo anno della scuola del Teatro dell'Orologio sono stati credibili e deliziosi ma colui che ha saputo essere la luna, il cielo e le stelle, è stato Graziano Piazza, magnetico, commovente, ironico e superbo. 
E' stato un viaggio lunare speciale stasera attraverso la pièce Walking on the moon con un meritato sold out.

di Tania Croce


Per sole... donne, una splendida utopia

La commedia in due tempi, nata dalla sensibile e acuta penna di Carlangelo Scillamà Chiarandà in scena al Teatro If dal 24 al 26 maggio 2019, è una favola moderna, una splendida utopia dove un gigolò è trasformato  per magia in principe azzurro attraverso l'amore di una donna.

 E' Giulietta la strega o maga a compiere l'incantesimo. 
Chi è Giulietta? Una donna in carriera che soffre di una crisi d'astinenza (sessuale) e che irrompe nella casa di Marco, dopo aver risposto a un annuncio dietro suggerimento dell'amica/cliente del seducente 'mignotto'.
Marco è un 'bambolo' di manzoniana memoria, un ragazzo dal cuore d'oro dietro quell'aspetto da tombeur de femme che intenerisce e conquista l'algida e imperturbabile Giulietta. 
L'amore salvifico di Camilla, il vero nome di Giulietta, darà finalmente senso all'esistenza di Marco ed alla propria attraverso un progetto di vita in comune, perché la condivisione è il vero senso del tutto e l'uomo nasce solo ma con la necessità primaria di relazionarsi.

Per sole... donne è una pièce psicologica e attualissima  che coinvolge, diverte e fa riflettere lo spettatore, il quale esce dal teatro con la valigia piena di speranza e aspettative.
L'ottimo regista Carlo Cianfarini ha diretto con originalità e maestria la convincente e deliziosa Rita Pasqualoni, il bell'Antonio D'Onofrio, la maliziosa e graziosa Annalisa D'Ermo e l'ironico Biagio Tommasi. Bella anche la scenografia di Angelo Larocca.


 Teatro If – Roma Via Nomentana 1018 – Tel  342 6864372

Regalo di Natale a teatro

E' un successo di pubblico e di critica REGALO DI NATALE l'adattamento teatrale del film di Pupi Avati vincitore del 43° Festival di Venezia, di due David di Donatello e di un Nastro d’Argento, prodotto da La Pirandelliana e affidato a Sergio Pierattini, con le scenografie di Luigi Ferrigno e la regia di Marcello Cotugno, per la prima volta a Roma e in scena dal 7 al 19 maggio al Teatro Quirino.
Il poker, l'amicizia e la dignità, sono le carte che i quattro amici di vecchia data Franco, Lele, Ugo e Stefano sono disposti a giocarsi sul tavolo verde dove è accolto un avversario apparentemente innocuo come l'avvocato Santelia.
Dopo un primo tempo soft, scandito dai siparietti di Lele, l'irresistibile Giovanni Esposito, un critico teatrale single e squattrinato che polemizza su tutto anche sul valore dei presunti critici provenienti dal web non sempre competenti e preparati, la quarta parete crolla del tutto; il pubblico da spettatore è trascinato sulla pedana mobile dove ruotano i destini dei cinque individui, di uno in particolare: Franco, tentato di abbandonare quando il gioco si fa duro.
Il personaggio di Franco, che fu nel film di Diego Abatantuono, è magistralmente interpretato da Filippo Dini ed è quello di cui si mostra chiaramente la psicologia, il temperamento deciso eppure emotivo, il suo essere ancorato ad un passato doloroso che ha negato un presente all'amata Martina, l'ex moglie sedotta e abbandonata dall'amico Ugo (Valerio Santoro).
L'amicizia cede il posto alle dure riflessioni sull'esistenza, all'assenza di certezze materiali e sentimentali, in una notte di Natale che si consuma tra parole e una partita conclusa amaramente, nonostante il caffè servito per addolcire gli animi smarriti.
Sul palcoscenico è stato bello apprezzare un cast superbo composto dal citato Filippo Dini che ha conquistato il pubblico accanto al camaleontico Giovanni Esposito nei panni di Lele, il fascinoso Gennaro Di Biase (Stefano), il convincente Gigio Alberti è l'avvocato Santelia che nel film era Carlo Delle Piane e Valerio Santoro nel ruolo di Ugo, il nemico amico di Franco.
Oltre all'impeccabile regia di Cotugno e alla maestria del cast, è degno di nota il lavoro magnifico sulle luci affidato a Pasquale Mari, le scenografie suggestive di Ferrigno e l'adattamento di Pierattini che ha proiettato una storia degli anni '80 ai giorni nostri, frenetici e telematici, dove forse valori come l'amicizia, hanno un peso inferiore nella nostra vita rispetto all'imperante individualismo.
Un ottimo lavoro teatrale da vedere ed applaudire.

di Tania Croce


La prima di Cinquina al Tordinona

Dopo la meritata vittoria a "Schegge d'autore" come "Miglior spettacolo", ha debuttato il 9 maggio 2019 al teatro Tordinona, a pochi passi da Piazza Navona, in una versione nuova ed entusiasmante Cinquina, un esperimento ben riuscito. E' un atto unico brillante che ha la freschezza di un saggio di fine anno per attori di talento che svolgono il mestiere più bello del mondo: regalare emozioni. 
Chi sono questi attori di talento: il camaleontico e strepitoso Armando Puccio in abiti femminili ma l'attore è abituato ad avere delle parti scritte apposta per lui come ne Le relazioni pericolose di Laclos, dove interpreta il ruolo di un frate delizioso e spiritoso. Armando appare con le vesti di una donna forse perché recita al posto di Ludovica Sacchet, accanto a Roberta Russo anziché Eleonora Gambelli ed è una novità la presenza di Elvira Balzano. Sul palco sono tornate per il piacere del pubblico Silvia Lombardo, Donatella Palmieri e dulcis in fundo la magnetica Sara Calanna anche autrice e regista del testo scritto con Goacchino Spinozzi.
Gli autori pongono l'accento sul valore della parola con spassosi riferimenti al greco, la cosiddetta lingua morta, studiata (anche dalla sottoscritta) al Liceo Classico e nel corso dello spettacolo è citato il dizionario Rocci, considerato arma 'letale' sia per l'effettivo peso specifico che per il suo contenuto.
Cinquina è un ottimo esempio di teatro dell'assurdo in versione rivista e corretta, paragonabile anche alla commedia dell'arte per l'assenza di un canovaccio e dove è essenziale il carattere di ogni personaggio, i suoi vizi folli e ridicoli, che s'incontrano in una riunione misteriosa e seducente dove il mondo esterno è solo una parentesi, ciò che conta è il gruppo con delle regole ben precise.
Una descrizione dettagliata di questo delizioso atto unico in scena fino al 19 maggio, toglierebbe il gusto della scoperta da parte dello spettatore che invito a vedere Cinquina per ridere e interrogarsi su questi tempi dove la follia, risulta essere il tratto distintivo di ogni azione umana. 
di Tania Croce

Storie Bastarde con Fabio Avaro e la Zanzara

Fabio Avaro non è solo sul palcoscenico, con lui c'è una silenziosa e fastidiosa zanzara a movimentare la narrazione delle Storie Bastarde, lo spettacolo che ha debuttato il 7 maggio con successo al Teatro Ghione.
Questo racconto è ispirato all'omonimo libro scritto dal giornalista Davide Desario il cui sottotitolo è Quei ragazzi cresciuti tra Pasolini e la Banda della Magliana, ossia il periodo storico in cui sono collocate le storie narrate.
La protagonista assoluta è la periferia e i ragazzi che tentano di passare il tempo tra partite di pallone e momenti magici consumati allo Stadio Olimpico per seguire la squadra del cuore.
Ho rivissuto gli anni '70, (quelli in cui sono nata) attraverso un gruppo di ragazzini cresciuti a Ostia come Fabio, in mezzo alla malavita locale, quelli che apprendono della scomparsa di Pasolini e che incrociano i bravi ragazzi della Banda della Magliana.
Questi giovani di periferia, crescono segnati e cambiati dal tempo e dalle necessità che li rendono padri di famiglia e uomini che hanno perso un caro amico morto per overdose.
L'atto unico che ho illustrato è veramente toccante, lo definirei un trailer degli anni '70 o un flasback, utile per riflettere e toccare con mano ciò che era la periferia e cosa è diventata.
Fabio Avaro in questa pièce è un personaggio pirandelliano o pasoliniano perché no.
Uno nessuno e centomila o Ragazzi di vita potrebbero essere i prossimi spettacoli da mettere in scena e Fabio Avaro potrebbe essere scelto come protagonista. Un mio suggerimento rivolto al giovane regista Ariele Vincenti.
Intanto vi suggerisco di vedere Storie Bastarde, in scena al Teatro Ghione fino al 12 maggio e poi in giro per l'Italia.

di Tania Croce


Domenica ore 17,00
biglietti a partire da 23 euro
Teatro Ghione,via delle Fornaci,37,Roma
Info:06 6372294
Relazioni con la stampa Teatro Ghione: Maurizio Quattrini:
Cell. 338/8485333 - e-mail: maurizioquattrini@yahoo.it

Maratona di New York di Edoardo Erba

Avendo inaugurato la pagina di sport di Pennadoro, ne approfitto per condividere recensioni dedicate allo sport...

E’ buio pesto e un’atmosfera mistica pervade la piccola sala che accoglie come un cucciolo in una foresta senza alcun riparo, un uomo in tuta grigia e calzini di spugna. L’uomo piegato per terra non è un cucciolo, è Mario (Andrea Scoscina) un atleta in erba, che dopo mille perplessità si desta per iniziare la sua corsa al fianco di Steve (Ferruccio Cinti), se riesce a trovare la forza per allenarsi. Correre come se fosse il modo vincente per raggiungere degli obiettivi, correre per liberarsi dalle paure, per conquistare l’autostima, il mondo, anzi... New York, è quel che Steve spiega a Mario. E per raggiungere un traguardo come la maratona di New York, sarà necessario allenarsi con costanza e dedizione, sputando sangue per ottenere la preparazione adeguata. Mentre corre, Steve cita il primo maratoneta della storia: Filippide, per esortare il suo compagno malaticcio e debole che arranca dietro di lui con il volto teso e sfiduciato nelle sue possibilità. Filippide nel 490 a.C. (data della battaglia che oppose gli Ateniesi ai Persiani, nella piana di Maratona, a poco più di 40 km da Atene) nella storia raccontata da Erodoto, svolgeva la professione di emerodromo, ovvero l'emissario di generali e politici che trasmetteva i messaggi semplicemente... correndo da un punto all'altro della Grecia. Filippide non percorse solo il tratto da Maratona ad Atene per annunciare la vittoria degli Ateniesi sui Persiani, come forse tutti ricordano; infatti, pochi giorni prima aveva fatto, sempre di corsa, il tratto Atene-Sparta e ritorno (500 km) in poco meno di 48 ore, per cercare aiuto presso gli Spartani, prima che la battaglia iniziasse. La leggenda dice anche che Filippide, al termine dell'ultima corsa Maratona-Atene, morì per il grande sforzo fisico. Però aveva corso, era morto per una giusta causa e con questa storia Steve si esalta nei primi dieci minuti di corsa mentre il suo amico, avverte un senso di spossatezza enorme. La parola, il racconto autobiografico di Mario e il cinismo di Steve, portano i due atleti a 30 minuti di allenamento anche se le fitte alla milza di Steve sono lancinanti. Ad un tratto Mario cade e la corsa s’interrompe. Il momento di pausa è fatto per riflettere e per prendere una decisione: andare avanti oppure ritirarsi. Si torna a correre. Il coraggio di Mario vince la sua paura iniziale e spicca il volo, superando l’amico che ha perso terreno. La sfiducia svanisce e nasce un uomo nuovo ormai pronto ad affrontare qualsiasi ostacolo. "Maratona di New York non ti temo", sembra gridare Mario mentre continua a correre. Si spengono le luci ed il buio ora è colmo di speranza e di sogno. 

(Roma, Teatroinscatola, 14 febbraio 2009)

Diario di un pazzo con Flavio Bucci regia di Giancarlo Fares

 Ritrovo questo file sul pc e lo pubblico su Pennadoro. Fu uno spettacolo meraviglioso. Mi piace ricordarlo... lo adorai al Teatro dell'Orologio. Era il 21 novembre 2010...
Il biglietto sbiadito è incorniciato con la locandina che tengo in camera ormai da anni.

E’ un affresco delirante e tenero quello dipinto sul volto e nei gesti di Flavio Bucci che si veste di straziante follia per raccontare lo sciagurato destino di Popriscin, il protagonista del “Diario di un pazzo” di Gogol.
Sarà per colpa del suo impiego mediocre ossia quello di temperare matite in ufficio, oppure di una vita senza l’amore di Sophie, la figlia del suo datore di lavoro, se Popriscin oscilla tra lucidità e delirio, affidando ai fogli di un diario le sue aspirazioni, le paranoie ed i pensieri più reconditi fino ad annegare nella follia stessa, invocando la figura materna sul finale.
Senza alcuna speranza o chance di giungere al cuore dell’amata, oppure ad una posizione sociale dignitosa, Flavio/Popriscin si rivolge allo spettatore, lo guarda dritto negli occhi, fino a bucare anima e cuore col suo linguaggio autentico, senza filtri, che solo un pazzo potrebbe usare.
Ma è la sua dichiarazione d’amore al mondo, quella pronunciata mentre rivolge lo sguardo verso il cielo dove una luna paziente lo attende per custodire i suoi desideri, una luna troppo incantevole per accogliere gli uomini, ma solo i sogni contenuti nelle pagine di un diario, quello di un pazzo che si abbandona alla follia perché in un mondo in cui le cose sono concepite solo per i poveri di spirito, non c’è più posto per gli animi nobili ed i sognatori.
 Un applauso interminabile e commosso quello del pubblico della pomeridiana di domenica nella Sala Grande del Teatro dell’Orologio è stato rivolto a Flavio Bucci che è tornato per incantare i presenti con la sua performance struggente e magnifica.
  di Tania Croce


Le diverse sfaccettature del ménage a tròis

Osservare il ménage a tròis da diverse angolazioni è l' originale trovata di Clément Michel, l'autore della commedia Une semaine... pas plus, prodotta nella versione italiana da Attori & Compagny, il cui direttore artistico Mario Antinolfi, è uno dei protagonisti, accanto ad Antonio Conte e Milena Miconi per la regia di Francesco Branchetti. 
Le false verità uniscono i tre personaggi tenuti insieme dall'equivoco. Lui (Paul) è il fidanzato grezzo ormai stanco della convivenza con Lei (Sophie), ragazza ingenua e adorabile che ha appena perso il lavoro e si appiglia a una sua frase pronunciata distrattamente sull'impossibilità di convivere pacificamente in tre, attuando la considerazione della ragazza. Così invita forzatamente a casa loro l'Altro, il distinto amico Martin. Ma si fermerà qualche giorno, una settimana al massimo, per elaborare il lutto della madre, che in realtà è viva e vegeta.
Le scene di teatro nel teatro sono efficaci e spassose. Il più francese dei tre è Antonio Conte, impeccabile nei panni di Martin, un gentiluomo galante, maniaco dell' ordine e bravo in cucina, insomma il compagno che ogni donna vorrebbe avere al suo fianco. E' quello che mi ha coinvolto e convinto di più senza alcun dubbio.
Mario Antinolfi incarna l'uomo senza scrupoli e charme eppure divertentissimo e mentre conoscevo e apprezzavo Antonio Conte, è stata una piacevole scoperta e rivelazione la performance di Antinolfi, al quale vanno i miei complimenti.
Milena Miconi è la meno convincente dei tre anche se in alcuni momenti fa scaturire il riso. 
E' un trio affiatato quello che porta in scena Una settimana, non di più; funziona questo adattamento italiano con la traduzione di Giulia Serafini e le musiche di Pino Cangialosi e lo spettacolo ha superato le mie aspettative.
Quindi invito a vedere l'ultima replica pomeridiana al Teatro Tor Bella Monaca (che credo sia sold out) dove si conclude questa piacevole parentesi romana di uno spettacolo che ha riscosso successi in tutt'Italia.

di Tania Croce

ULULUNA e il meraviglioso mondo della letteratura

Giunge il momento in cui un grande scrittore, giornalista, umorista e artista libero come Stefano Benni, che ci ha regalato pagine straordinarie di letteratura e teatro, desidera omaggiare un autore come Julio Cortazar da cui è stato influenzato.
Nasce così Ululuna, che lo vede interprete e in parte autore. Lo spettacolo ha debuttato il 9 aprile 2019 al teatro Anfitrione, grazie al Teatro Stabile di Roma diretto da Maria Beatrice Alonzi che lo presenta e lo produce. 
Benni sceglie per la regia, il giovanissimo Jacopo Neri.
Sul palco accanto a Stefano Benni nei panni del vecchio Julio poetico, ironico e nostalgico scrittore giunto alla fine della sua esistenza terrena, recita Francesco Guglielmi la parte del giovane e ispirato Julio, con gli attori del Teatro Stabile di Roma Chiara Cappelli, Amandine Delclos, Margherita Maggio, Maria Caterina Catroppa, Francesco Renna, Valeria Pian, Chiara Cappelli, Rachele Patanè, Lorenza Molina, Federica Ciminelli, Lorenzo Giovannetti, Francesca Romana Filippo, come tanti cronopios rumorosi e irrazionali, "la creazione - come scrisse Italo Calvino - più felice e assoluta di Cortazar".
Come disse Pablo Neruda "Chiunque non legga Cortazar è condannato" e lo spettacolo inizia con il Preambolo alle istruzioni per caricare l'orologio, capitolo tratto dalle Storie di cronopios e di famas, scritto dall'autore omaggiato.
Rivolgendosi al lettore/spettatore, Benni presta la sua voce alle fantasticherie e alle riflessioni sulla vita e la morte, all'ispirazione e alla necessità di raccontare e raccontarsi in compagnia di questi piccoli esseri, creature antropomorfe che sfuggono a qualsiasi definizione, vivendo nell'immaginazione di colui che li ha creati: lo scrittore.
In una pièce di pura poesia e visioni, l'ora più bella è quella passata a immergersi nelle pagine fantasiose e autentiche di colui che è fuggito dalle prigioni imposte dagli uomini delle etichette e delle preferenze.
C'è una cosa che dona l'eternità: il sogno d'inventare storie possibili e vive anche dove sarà un'altra la vita rispetto a quella di cui siamo a conoscenza.
In teatro le visioni si fanno reali e tutta questa meraviglia sarà in scena fino al 14 aprile al teatro Anfitrione.


TEATRO ANFITRIONE
Via San Saba, 24

9-14 APRILE
da martedì a sabato ore 20.30, domenica ore 18.30
biglietti da 22€ a 13




La locandina

A tu per tu con... Grazia Di Michele "Sante, bambole, puttane"

Le donne sono le protagoniste del concerto di Grazia Di Michele che si è svolto questo pomeriggio alle 17.00 al Teatro Golden e non alle 21.00 come ha erroneamente scritto il quotidiano più letto della Capitale. 
La cantautrice romana e insegnante, è ideatrice e direttrice artistica della rassegna musicale A tu per tu con... un modo originale e intimo di portare la musica a teatro dove torna con "Sante, bambole, puttane", lo spettacolo scritto con sua sorella Joanna Di Michele e con la scrittrice e regista Pietra Selva. 
Il pubblico è stato numeroso e coinvolto dalle intense storie di donne narrate e cantate da Grazia in questo stupendo spettacolo di Teatro-canzone dove non poteva mancare l'attrice Maria Rosaria Omaggio che l'ha accompagnata nel tour internazionale "Chiamala vita".
Sono donne non famose quelle cantate da Grazia: Lora, Raya, Anja... tutte sante, bambole o puttane, donne di un mondo ostile e crudele nei loro confronti. 
Anche Mariella Nava ha duettato con Grazia.
Ha riproposto questo pomeriggio anche il pezzo sanremese Io non so mai chi sono cantato in compagnia di Platinette, ma i cori sono partiti con Le ragazze di Gaugin. La cantautrice accompagnata da Andy Bartolucci (batteria), Fabiano Lelli (chitarra), Marco Siniscalco (Contrabbasso) e Paolo Juric (Pianoforte), tornerà domani sera alle 21.00 per emozionare e coccolare il suo amatissimo pubblico.

Opening act: Giulia Pratelli
(Cantautrice toscana, ha più volte attirato l’attenzione di grandi professionisti del mondo dello spettacolo).

Per prenotazioni: tel e whatsapp 06.70493826 - e mail info@teatrogolden.it
I biglietti possono essere acquistati presso il botteghino del teatro Golden aperto
tutti i giorni dalle 11.00 alle 19.00 e su ticketone

Ufficio stampa A TU PER TU CON...: Elisabetta Castiglioni
+39 328 4112014 – info@elisabettacastiglioni.it

Ufficio stampa Teatro Golden: Daria Delfino
+39 347 6687903 - daria.delfino@gmail.com

di Tania Croce

A tu per tu con... Mariella Nava "Epoca"

A tu per tu con ... Mariella Nava è il sesto rendez-vous musicale al Teatro Golden intitolato "Epoca" come la raccolta di inediti con cui festeggia i trent'anni di carriera.
Secondo le nuove scoperte - afferma la cantautrice - il tempo sembrerebbe non esistere riportandoci a quell’equazione il cui calcolo finale per la sua misura porta a zero...".
Più che un concerto quello del 5 aprile, è stato un incontro di anime attraverso la narrazione e le canzoni interpretate con il talentuoso Mimmo Cavallo, oppure la lettura di Stefano De Sando (attore e doppiatore, è la voce di Robert De Niro dal 2001) di una poesia che la Nava ha scritto.
Giovani musicisti, voci dal passato come quella di Mango, hanno accompagnato Mariella Nava che ha ricordato artisti con cui ha collaborato come Andrea Bocelli per il quale ha scritto "Per amore" e molto bella è stata l'interpretazione di "Spalle al muro", portata al successo da Renato Zero. Una suggestiva coreografia con i cappelli è stata ispirata da "Ogni artista ha un cappello", brano contenuto nell'album "Epoca".
Con Mariella al pianoforte, hanno suonato Sasà Calabrese (contrabbasso), Roberto Guarino (chitarre), Salvatore Cauteruccio (fisarmonica), Tato Illiano (batteria) e Opening Act è stata Eleonora Betti.
L'appuntamento con Mariella Nava sarà sabato 6 aprile con nuovi artisti e canzoni amate dal suo pubblico.

di Tania Croce


TEATRO GOLDEN
Via Taranto, 36 - Roma
Ingresso a biglietto unico: € 30,00
Infoline: 06.70493826

Per prenotazioni: tel e whatsapp 06.70493826 - e mail info@teatrogolden.it
I biglietti possono essere acquistati presso il botteghino del teatro Golden aperto
tutti i giorni dalle 11.00 alle 19.00 e su ticketone
www.teatrogolden.it

Ufficio stampa A TU PER TU CON...: Elisabetta Castiglioni
+39 328 4112014 – info@elisabettacastiglioni.it

Ufficio stampa Teatro Golden: Daria Delfino
+39 347 6687903 - daria.delfino@gmail.com




Un mare d'amore con Bungaro al Golden

Prosegue la rassegna musicale A tu per tu con... Maredentro, il doppio concerto di Tony Bungaro il 3 e 4 aprile 2019.

Per la prima volta il teatro “open space” della Capitale ospita una rassegna sulla canzone d’autore nella quale entriamo a contatto con i grandi nomi della musica italiana del settore anticipati da alcuni dei giovani talenti più promettenti.

Il magico connubio, nella diversificazione tra suoni e parole, voluto da Andrea Maia direttore del Teatro Golden, è affidato alla direzione artistica della cantautrice, trainer e talent scout musicale Grazia Di Michele.

Questa sera un mare d'amore ha pervaso il pubblico coinvolto nei pezzi ed estasiato dalle note e i testi poetici delle canzoni contenute nell'ultimo album del cantautore brindisino, come il recente successo alla 68a Edizione del Festival di Sanremo Imparare ad amarsi, interpretato all'Ariston insieme a Ornella Vanoni e Pacifico. Il mare immenso, cantato da Giusy Ferreri nel 2011, nell'interpretazione di Bungaro ascoltata questa sera, da sensuale e aggressiva, diventa struggente e lacerante, Guardastelle è un'altra poesia che gli valse il premio Volare per la Miglior canzone nel 2004. Deliziosa Lu viddicu di lu mundu, versione dialettale de L'ombelico del mondo di Jovanotti e Perfetti sconosciuti, il pezzo cantato da Fiorella Mannoia e colonna sonora dell'omonimo film diretto da Paolo Genovese nel 2016.

Il tour Maredentro giunto a Roma, è un vero e proprio viaggio musicale di rara bellezza e un occasione per ascoltare dal vivo i brani di questo nuovo progetto discografico di Bungaro, uscito il 9 febbraio e dove propone la versione di alcuni pezzi scritti per altri cantanti e interpretati interamente dal suo autore.

Lo spettacolo racconta alcuni momenti significativi della sua vita e della sua carriera, attraverso emozioni autentiche, ironia e l'incanto dei suoi straordinari versi.

Il 4 aprile ci sarà il secondo appuntamento con la musica del raffinato cantautore, un vero e proprio inno d'amore e meraviglia da non perdere.



di Tania Croce



Bungaro
Maredentro 



Bungaro - chitarra e voce
Antonio De Luise - contrabbasso
Marco Pacassoni - vibrafono, percussioni, batteria
Antonio Fresa - pianoforte
Opening Act: Ida Scarlato


Per prenotazioni: tel e whatsapp 06.70493826 - e mail info@teatrogolden.it

I biglietti possono essere acquistati presso il botteghino del teatro Golden aperto
tutti i giorni dalle 11.00 alle 19.00 e su ticketone
www.teatrogolden.it
Ufficio stampa A TU PER TU CON...: Elisabetta Castiglioni
+39 328 4112014 – info@elisabettacastiglioni.it
Ufficio stampa Teatro Golden: Daria Delfino
+39 347 6687903 - daria.delfino@gmail.com



PROSSIMI APPUNTAMENTI


5 aprile ore 21
6 aprile ore 21

MARIELLA NAVA
EPOCA

Sasà Calabrese contrabbasso, Roberto Guarino chitarre,
Salvatore Cauteruccio fisarmonica, Tato Illiano batteria
Opening Act Eleonora Betti


7 aprile ore 17
8 aprile ore 21

GRAZIA DI MICHELE
SANTE BAMBOLE E PUTTANE

Fabiano Lelli chitarra, Andy Bartolucci batteria,
Marco Siniscalco basso, Paolo Luric pianoforte
Opening Act Giulia Pratelli


10 aprile ore 21
11 aprile ore 21

ALBERTO FORTIS
ROMA I LOVE YOU

Concerto per voce e piano
Opening Act Federico D’Annunzio


12 aprile - Ore 21
13 aprile - Ore 21

ROSSANA CASALE
JAZZ (TRENT'ANNI DA BRIVIDI) ACUSTICA

Emiliano Begni pianoforte, Ermanno Dodaro contrabbasso,
Francesco Consaga sax Soprano e flauto traverso, Gino Cardamone chitarra jazz
Opening Act Valeria Crescenzi


14 aprile - Ore 17
MAX MAGLIONE
NOI DUO

con Giulia Maglione
Giorgio Amendolara tastiere, Francesco Calogiuri batteria,  Ferruccio Corsi sax
Stefano Scoarughi basso, Stefano Zaccagnini chitarra








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