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Goya, la Quinta del Sordo

Lo scrissi  dopo aver visto lo spettacolo al teatro Patologico al quale m'invitò il mio amico Paolo, un grandissimo! Era il marzo 2011. Sarà in scena sia a ESSENZATEATRO fino al 27 gennaio che il 2 e 3 febbraio a Fiumicino. Andate a emozionarvi.

 La recensione di Tania Croce a "Goya, la Quinta del Sordo"

E’ avvolto nell’oblio onirico il suo corpo, eppure l’animo è vigile, infuocato, vivo. 
Il suo nome, la sua arte è macchiata dal sigillo dell’inquisizione, il suo animo bucato da indicibili dolori, i suoi sensi si sono arresi al rumore del mondo.

          Lui è ormai sordo.

Nella sua mente si agitano ricordi confusi, visi di donne amate, odori e sensazioni incancellabili.
Francisco Goya è giunto alla fine dei suoi anni e si trascina in un mondo che ha perso definitivamente l’orientamento ed è cieco all’amore, sordo al grido di dolore del pittore spagnolo che si riduce a dialogare con se stesso, raccontandosi attraverso le sue visioni celestiali oppure mostruose. Ma quelle immagini non sono altro che la proiezione del suo animo colmo di sentimento e delusione, depressione ed ira. Goya è un pittore di enorme talento ma nell’animo lui è come ognuno di noi.
La “Quinta del Sordo” sarà lo spazio privilegiato, il luogo dove potrà dipingere in libertà, lontano dalla Corte ed è lì che lascerà le sue “pitture nere”, cariche di angoscia e turbamento.
Le sue donne, la madre e l’arte si uniscono in un’unica magnifica tela, quella dipinta da un impeccabile attore e regista come Paolo Perelli, che in scena soffre la fame, la sordità e la cecità del pittore spagnolo interpretandolo magistralmente accanto alle graziose ballerine Lorena Coppola, Daniela Sannino, Enza D’Auria e Paola Di Tello.
La pièce nasce da un adattamento dei testi di Gennaro Francione e le incantevoli musiche sono di Yann Tiersen e Giacomo Zumpano.
Un’opera teatrale viva, grandiosa, come l’ha saggiamente definita Gennaro, un colossal.

 Grandi tutti! Questa è arte.

 Un’emozione da vivere, una cecità da vedere, una sordità che merita di essere ascoltata.

Baciami James al Ghione

La recensione
Robert Farquhar scrive una storia dove una coppia s’incontra per provare a stare insieme, portando nella camera di un bed&breakfast, gli strascichi di una vita infelice che ha reso Eddie e Crystal single e insicuri. Lei reduce da un matrimonio senz’amore, lui vittima del complesso d’Edipo tutto sommato sereno per la sua esistenza condivisa con una mamma onnipresente. Questa storia è rappresentata per la prima volta in Italia nella traduzione di Adriana Matone e a vestire i panni di Eddie e Crystal sono il magnetico Franco Castellano e la bellissima Nathaly Caldonazzo, diretti da Guglielmo Guidi.
La vicenda è senza sentimentalismi e lieto fine, dove il dialogo tra i due individui è ansioso, tenero ed estremamente realistico, carico di quelle problematiche che rendono il rapporto uomo donna improbabile.
La coppia non scoppia, in questo caso non si congiunge affatto dopo il debole tentativo di unirsi in matrimonio. Eddie chiede la mano di Crystal senza romanticismo e strategia, scegliendo come oggetto del 'per sempre', l'anello materno, indubbiamente il meno adatto a raggiungere l'obiettivo.
La commedia Baciami James presentata da Francesco Dianotti (Gekon productions) è delicata, intensa, autentica. Castellano è ironico e delizioso, la Caldonazzo sensualissima e brava.
Consiglio questo spettacolo per passare una bella serata in teatro.

di Tania Croce



D.O.C. Donne d’Origine Controllata con Francesca Reggiani al Sala Umberto

La recensione
D.O.C. Donne d'Origine controllata, mi ricongiunge con lo spettacolo visto nel 2009 al Sala Umberto intitolato proprio Tutto quello che le donne non dicono, interpretato dall'attrice romana Francesca Reggiani che è tornata per divertire e far riflettere attraverso la sua satira dissacrante al femminile, per spiazzare ogni luogo comune e salvare (forse) la donna che ha superato i quaranta, dalla dimenticanza e l'abbandono.
Le donne citate, le famose, quelle al potere, le sindache e le ministre, contestate e in parte comprese, accompagnano attraverso citazioni, imitazioni e jinjle pubblicitari l'attrice che cerca di descrivere i tempi in cui tentiamo di vivere dignitosamente.
Accanto alle famose ci sono le donne normali, che fanno i conti con i propri mariti, mediocri ma nonostante tutto buoni ed affidabili e quelle che i mariti li perdono perché sedotti da abilissime donne dell'est, fino a quando l'idillio finisce e i mariti tornano a casa e le mogli se li riprendono sempre.  
Dalla televisione alla vita di tutti i giorni per le strade, piene di rifiuti ingestibili, Francesca Reggiani fotografa Roma e i romani, con la lente d'ingrandimento dell'ironia, sdrammatizzando tutto dalla A alla Z, valorizzando le donne con la D maiuscola alla ricerca disperata dell'uomo ideale.
Un monologo condiviso con il pubblico che ride a crepapelle e riflette, domandandosi il perché sia così importante oggi usare lo zenzero e la curcuma in cucina, oppure perché sia sempre la donna quella che finisce nelle pubblicità sull'incontinenza oppure su altri spot imbarazzanti.
Lo spettacolo di Francesca Reggiani | Valter Lupo | Gianluca Giuliarelli e con Linda Brunetta in scena dall'8 al 13 gennaio 2019, prodotto da Parmaconcerti - Pierfrancesco Pisani – Argot Produzione, ha portato una ventata d'allegria in teatro.



Il comunicato stampa
Un nuovo show, anzi uno dei pochi ‘oneman show al femminile’.
Francesca Reggiani, da anni, assicura comicità ed ironia.
La Reggiani vuole offrirci un manuale di sopravvivenza al caos, una bussola per orientarsi in un mondo sempre più smagnetizzato.
Non esiste più la strada sicura, il posto fisso, il porto franco, la via retta.
Oggi si procede per sbandamenti. Rimbalziamo tra vero e falso, tra realtà e reality, tra innovazione e tradizione. Con la sensazione di essere le palline di una partita a flipper giocata da altri. Non doveva andare cosi! E dunque non ci restano che due opzioni.
Piangersi addosso.
Farci sopra della satira.
La Reggiani, naturalmente, sceglie la seconda.
Affila le armi che le sono proprie per costruire uno spettacolo che procede per frammenti.
Monologhi sull’attualità, parodie di personaggi famosi, contributi video che fanno il verso a programmi televisivi e jingle pubblicitari. Un procedere sincopato, a strappi, per comporre un puzzle dove tutto si tiene, dove mondi apparentemente inconciliabili finiscono per parlare tra loro.



SALA UMBERTO
Via della Mercede, 50 Roma
Dal martedì al sabato ore 21, domenica 13 gennaio ore 17 e ore 21
Prezzi da 19 a 34 euro – www.salaumberto.com tel.06.6794753 prenotazioni@salaumberto.com


Ufficio stampa teatro Silvia Signorelli signorellisilvia@libero.it Mob. +39 338 9918303
Facebook: SiSicommunication - Twitter: @silviasignore

Il Musical A CHRISTMAS CAROL, un canto corale e illuminante

La recensione
La magia del Natale prosegue al Teatro Quirino Vittorio Gassman con il musical A Christmas Carol presentato dalla Compagnia dell'Alba in co-produzione con il TSA (Teatro Stabile d'Abruzzo) e con la scuola d'arte New Step di Americo Di Francesco e Paola Lancioni. Il classico della letteratura 'Canto di Natale' dello scrittore inglese Charles Dickens, dopo diverse versioni cinematografiche come quella in programmazione su Sky intitolata proprio "Dickens - L'uomo che inventò il Natale" con Dan Stevenson e Christopher Plummer, dov'è raccontata la tempestosa creazione del Canto, è proposto nella sua versione teatrale per la prima volta in Italia, con la regia e le magnifiche coreografie di Fabrizio Angelini e il volto di Roberto Ciufoli impegnato nel ruolo di Ebenezer Scrooge, protagonista dello spettacolo, personaggio avaro ed egoista che la notte di Natale riceve la visita di alcuni spettri i quali lo porteranno a rivedere la sua indole meschina e a redimersi.
Lo spettacolo si presenta come un vero e proprio Canto di Natale con le straordinarie musiche di Alan Menken, le liriche di Lynn Ahrens, il libretto di Mike Ockrent e Lynn Ahrens. Lo spettacolo presentato in prima assoluta da Radio City Entertainement al teatro del Madison Square Garnen, nella versione italiana è affidato a Gianfranco Vergoni, la direzione musicale è di Gabriele de Guglielmo e oltre a incantare Broadway, ha sedotto e ammaliato il pubblico italiano in questo fantastico tour giunto al teatro Quirino dall'8 al 13 gennaio 2019.
Scrooge/Ciufoli vive e consuma la sua esistenza in un mondo senz'amore e bellezza, dove il Natale appare come una 'scemenza', una perdita di tempo, un momento di totale inutilità. Sarà la presenza degli spiriti del Natale, quello Passato interpretato da Carolina Ciampoli, quello del Natale Presente (Gabriele de Guglielmo) evocati dallo spirito del suo collaboratore estinto e avvolto dalle stesse catene che ha forgiato in vita Jacob Marley (Andrea Spina) e le premonizioni mostrate dallo Spirito del Natale Futuro (Arianna Milani) a fargli compiere un viaggio di purificazione alla scoperta del vero significato del Natale e che cambierà per sempre la sua esistenza.
La comparsa degli spiriti del Natale è accecante, avvolti da una luce che metaforicamente equivale alla luce della coscienza, una sorta di grillo parlante del Pinocchio di Collodi che ammonisce, indicando la strada giusta da seguire.
Fabrizio Angelini veste i panni di Mr. Fezziwig, danzando con un cast straordinario. 
In questo musical il viaggio è corale e spirituale, verso un distacco dalle cose materiali che rendono gli uomini meschini e orribili. Siamo tutti un pò Scrooge e il teatro rende possibile questa catarsi, ossia una purificazione che ci illumina, indicandoci la giusta strada da percorrere per diventare uomini migliori.

di Tania Croce


La storia dello spettacolo
Dopo Aggiungi un posto a tavola la Compagnia dell'Alba presenta il musical A Christmas Carol, adattamento del celebre romanzo di Charles Dickens con musiche del compositore statunitense Alan Menken che vanta ben 19 nomination agli Oscar e 8 vittorie con lavori quali La Bella e La Bestia, La Sirenetta, Aladdin, Sister Act, ecc. 
Roberto Ciufoli interpreterà l'impegnativo ruolo di Ebenezer Scrooge, protagonista dello spettacolo, personaggio avaro ed egoista che la notte di Natale riceve la visita di alcuni spettri che lo porteranno a rivedere la sua indole meschina e a redimersi.
La Compagnia dell’Alba, diretta da Fabrizio Angelini e Gabriele de Guglielmo, porta in scena il musical A Christmas Carol in co-produzione con il TSA – Teatro Stabile d’Abruzzo e con la collaborazione della scuola d’arte New Step di Americo Di Francesco e Paola Lancioni Il racconto di Charles Dickens è proposto nella sua versione teatrale, per la prima volta in Italia, con le musiche e le canzoni di Alan Menken (autore di La Bella e la Bestia, La Sirenetta, Aladdin ecc.). Lo spettacolo è stato presentato, in anteprima nazionale, il 15, il 16 e il 17 novembre al Teatro Tosti. Alle tappe di Ortona, segue un tour nazionale di oltre 30 date. La Compagnia dell’Alba ha toccato le città di Milano, Sulmona, Colle val d’Elsa, Teramo, Campobasso, Isernia, Seregno, Reggio Emilia, Taranto, Lecce, Cosenza, Mestre, Bari, Fermo, Verbania, Bologna e ora si appresta ad approdare, con ben sei date, al Teatro Quirino di Roma. Ad interpretare il ruolo di Ebenezer Scrooge, un ricco uomo d’affari dall’indole meschina e avara, è Roberto Ciufoli attore, comico e regista teatrale italiano. Accanto a Ciufoli i performer storici della Compagnia dell’alba a cui si aggiungono gli artisti selezionati dopo una serie di audizioni tenutesi al Teatro Tosti di Ortona durante i mesi estivi. Accanto al cast adulti, un cast di bambini anche loro scelti attraverso audizioni nazionali: Ilaria Carafa, Chiara Luna Casturà, Andrea Pio De Carolis, Gianvito Giuliani, Nikita Lebedev, Mariele Oliva, Alessio Pantaleo, Alberto Salve, Davide Tucci.

La trama
E’ la vigilia di Natale, nella Londra del 1843, e tutti si accingono a festeggiare la ricorrenza. Solo il vecchio usuraio Ebenezer Scrooge, mal sopporta questa festività. Scrooge, chiuso il negozio, si reca solitario verso la sua dimora. Durante la cena, riceve la visita di tre spiriti: quello del Natale passato, quello del Natale presente e quello del Natale futuro. I tre spettri, tra flashback e premonizioni riusciranno a mutare l'indole meschina ed egoista di Scrooge, che si risveglierà la mattina di Natale con la consapevolezza che l’avidità del denaro e l'attaccamento alle sole cose materiali sono sbagliati: finalmente la carità e la fratellanza si faranno largo nel cuore del vecchio usuraio, che per la prima volta trascorrerà il Natale con il nipote Fred e la sua famiglia.

Cast adulti
Carolina Ciampoli (Spirito del Natale Passato), Roberto Colombo (Bob Cratchit), Gabriele de Guglielmo (Spirito del Natale Presente), Angelo Di Figlia (Fred Anderson), Andrea Spina (Jacob Marley), Maria Maddalena Adorni (mamma di Scrooge), Cristian Cesinaro (Mr. Smythe), Valentina Di Deo (Sally Anderson), Edilge Di Stefano (Emily), Alex Liotta (Vecchio Joe), Claudia Mancini (Fan), Monja Marrone (Mrs. Cratchit), Serena Mastrosimone (Mrs. Mops), Arianna Milani (Spirito del Natale Futuro), Yuri Pascale Langer, (Scrooge a 18 anni) Giulia Rubino (Mrs. Pickwick), Serena Segoloni (Mrs. Fezziwig)

Note di regia
Il personaggio di Ebenezer Scrooge, al di là del semplice racconto e del significato intrinseco della novella dickensiana, potrebbe essere facilmente ricondotto ad una certa tendenza del mondo di oggi: quella di isolarsi, di non tener conto degli altri, dell’indifferenza, dell’essere asociali, pur nell’epoca dei social. Tra un’umanità che va sempre più in fretta, oggi si tende spesso a rinchiudersi nel proprio guscio, nel proprio mondo, con il proprio cellulare e i propri auricolari, per isolarsi da tutto e da tutti. Ecco dunque che il monito del defunto amico Marley, che appare a Scrooge nelle vesti di uno spettro proprio per suggerirgli un cambiamento nella sua vita e nel suo carattere, dovrebbe essere un monito per tutti noi, verso un atteggiamento che guardi maggiormente alla tolleranza, all’accoglienza, agli altri. Se tutto questo è poi accompagnato dalle meravigliose musiche di Alan Menken, per la prima volta presentate in Italia, allora un messaggio così forte non può che divenire vincente e positivo per farci riflettere, sia pure all’interno di una cornice divertente e di intrattenimento, su quanto una maggiore apertura verso gli altri potrebbe cambiare e migliorare le nostre vite.


TEATRO QUIRINO di Roma
dall’8 al 13 gennaio 2019
Ore 21, 10 e 13 gennaio ore 17

Prezzi: Platea €30,00, I Balconata €24,00
II Balconata €19,00, Galleria €13,00

Ufficio stampa Silvia Signorelli www.comunicazioneeservizi.com

Facebook: SiSicommunication - Twitter: @silviasignore

Ufficio stampa Compagnia dell’Alba Daniela Cesari   347.7901827 Benedetta Paludi 329.0103430





La macchina della felicità Ricreazione con Flavio Insinna

La recensione
Non è stato il solito spettacolo quello visto ieri al Sala Umberto, con tanto di quarta parete e sipario che si apriva con l’orchestra sul palcoscenico e tra le poltrone rosse in mezzo al pubblico delle feste, un Flavio Insinna simpatico e familiare. È stata una vera e propria ricreazione scandita dal suono di una campanella dove tra le domande e le condivisioni degli spettatori, si è svolta una bella lezione di teatro e di vita poi come scolari consapevoli, divertiti e un po’ malinconici, siamo usciti dalla classe con nuovi propositi e speranze. Le riflessioni sulle donne vedove che crescono i figli con dignità e coraggio e che purtroppo sono sottopagate e alle quali è riservato sempre meno rispetto in questa società e quelle sulla famiglia dove si preferisce discutere e litigare anziché stare uniti e vicini soprattutto a Natale, perché volente o nolente saremo sempre meno ogni anno che passa, quindi almeno in questo periodo dell’ anno bisognerebbe stare insieme, hanno lasciato il posto alle svariate tematiche sociali mai banali e semiserie. La felicità che cos'è? Ognuno ha espresso la visione soggettiva, letta ad alta voce da Insinna, che teneva in mano i bigliettini lasciati nel foyer dalle persone, poi l’attore aiutato dalla sua straordinaria Piccola Orchestra capitanata dalla talentuosa Michela Cori,  ha raccontato la felicità cantata da diversi artisti e descritta dai poeti, accennando al suo libro intitolato proprio "La macchina della felicità".
Ricordando le preziose lezioni apprese dal Maestro Proietti, Flavio Insinna ha reso omaggio alla sua amata Roma, alla sua preziosa famiglia e ai valori che ci renderebbero persone migliori.  Ed è stato eccezionale. Anche se purtroppo non  è vero che a Natale siamo più buoni, questo per me è stato un bel regalo di Natale ricevuto come sempre in teatro, dove questa volta non ho chiuso fuori il mondo per rilassarmi due ore ma ho condiviso i problemi di tutti che sono anche i miei, col sorriso e la pazienza di osservare il tutto da un’altra prospettiva, accettando l’insensata e distruttiva invidia oppure semplicemente vivendo come un’eterna scolara a lezione dalla maestra vita.
Lo spettacolo prodotto da Viola produzioni è di Marco Perrone, Marco Presta, Fabio Toncelli, Franco  Bertini, Flavio Insinna e sarà in scena fino al 6 gennaio 2019. È da non perdere. 




di Tania Croce

A che servono questi quattrini la prima al Ghione

La recensione
Il comizio cabarettistico di Vincenzino (Francesco Procopio) introduce il pubblico all'amatissima commedia del 1940 scritta da Armando Curcio, resa famosa da Eduardo, Peppino, Luigi De Filippo e dai fratelli Giuffrè. La politica, gli ideali utopici del Professore (Pietro De Silva) seducono il simpatico impiegato comunale che decide di lincenziarsi e convinto di poter vivere pacificamente dentro una botte come il saggio Diogene. Però c'è un affitto da pagare e la sorella Carmela (Luana Pantaleo) con cui fare i conti. 
I conti non tornano mai, però lo stratagemma del Professore sembra garantire a Vincenzino il lieto fine attraverso il benessere economico, le nozze con Rachelina (Felicia Del Prete) la donna dei sogni ricca e sorella di Ferdinando (Antonio Friello). Ma i quattrini fanno davvero la felicità? 
La regia psichedelica di Giuseppe Miale Di Mauro, con i cambi d'abito in scena e la sveglia che suona dopo l'intervallo, incuriosisce e diverte lo spettatore mentre fuoriescono dalla cornice a turno i personaggi di questa pièce che ha debuttato il 29 dicembre al Ghione. Durante i saluti, è salita sul palcoscenico la figlia di Curcio per ricordare suo padre e il bel messaggio della commedia che scrisse e che fu rappresentata da grandissimi attori napoletani. Lo spettacolo sarà in scena fino al 13 gennaio 2019 e per chi vorrà festeggiare il capodanno a teatro, questi attori vi aspettano per salutare il nuovo anno insieme e allegramente.

di Tania Croce


Miseria e Nobiltà al teatro Eliseo con Luciano Melchionna

La recensione
Felice Sciosciammocca (Lello Arena), riaffiora dalle pagine del suo autore, l'amatissimo Eduardo Scarpetta, nell'adattamento e regia di Luciano Melchionna, vestito da 'topo' dark ironico e saggio, per dire o semplicemente ricordare che non c'è una grande differenza tra miseria e nobiltà, e che la meschinità umana resta tale, cambia solo la location, passando dal grigiore di una discarica buia e maleodorante alla luminosa dimora di Gaetano (Tonino Taiuti) un cuoco arricchito nei due atti giunti il 27 dicembre al teatro Eliseo di Roma.
Come nella didascalia del suo autore "il primo atto è squallido, spettrale, i personaggi raccontano la privazione, la fame, personaggi dunque simili a ombre che portano il corpo con sé..."
Il primo tempo però non si conclude con un esplosivo banchetto anche se una grande quantità di spaghetti cade dal cielo e gli affamati protagonisti non esitano a divorarli.
Il secondo tempo della commedia, condensa il secondo e il terzo atto dell'originale e il protagonista assoluto è l'equivoco a partire dall'abbigliamento dei miserabili che devono fingersi ricchi in casa del signor Gaetano per poter finalmente mangiare e prendere una vacanza dalla fame.
C'è un'altra topolina dark, Gemma (Marika De Chiara), la ballerina ammiccante e dedita ai baci che farà girare la testa a tutti. Il topolino più delizioso della commedia però è Peppeniello, il figlio di otto anni di Felice, interpretato da Veronica D'Elia  che saprà commuovere e divertire un pubblico così sorpreso e conquistato da questo superbo adattamento. 
Il cast a partire dall'eccezionale Lello Arena alla stupenda Giorgia Trasselli nei panni di Concetta, la moglie di Pasquale, è ben assortito e allenato a percorrere i bassifondi della scena creata appositamente per marcare l'apparente distanza tra la miseria e la ricchezza. 
L'idea di Melchionna di attingere a un classico per mostrare al pubblico una storia senza tempo come quella scritta alla fine dell'800 da un napoletano doc come Scarpetta, è geniale e si mostra carica di tinte psicologiche per tramandare il messaggio di un passato non troppo lontano da questo misero presente.
E' veramente sorprendente lo spettacolo coprodotto da Teatro Eliseo, Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro e Tunnel Produzioni e in scena fino al 20 gennaio 2019 al Teatro Eliseo.

di Tania Croce

Trama
Eugenio, figlio del marchese Favetti, è innamorato di Gemma, la figlia di un cuoco arricchito ma viene ostacolato dal padre proprio per le origini umili della ragazza. Il giovane chiede aiuto a Felice Sciosciammocca che, insieme a Pasquale, un altro spiantato, e alle rispettive famiglie, si fingeranno i parenti nobili di Eugenio agli occhi del futuro suocero. Come in ogni commedia che si rispetti, l’equivoco è dietro l’angolo, anche perché il marchese in persona viene scoperto a frequentare la stessa casa nei panni di Don Bebè per circuire Gemma. Dopo numerose ed esilaranti peripezie, scoperto l’inganno, Eugenio otterrà il permesso paterno per convogliare a nozze con Gemma.

Personaggi e interpreti:
Lello Arena / Felice Sciosciammocca
Andrea de Goyzueta / Pasquale
Raffaele Ausiello / Eugenio, figlio del Marchese Favetti
Fabio Rossi / Marchese Ottavio Favetti
Tonino Taiuti / Gaetano
Marika De Chiara / Gemma, sua figlia
Sara Esposito / Luigino, figlio di Gaetano
Giorgia Trasselli / Concetta, moglie di Pasquale
Maria Bolignano / Luisella, moglie di Felice
Carla Ferraro / Bettina
Serena Pisa / Pupella, figlia di Pasquale e Concetta
Fabrizio Vona / Gioacchino Castiello
Alfonso Dolgetta / Vicienzo
Veronica D’Elia / Peppeniello, ragazzo di otto anni figlio di Felice
Biase (voce fuori campo di Raffaele Ausiello)

Foto di scena: Mario Pellegrino

Amici Amori Amanti e il segreto dell'unione perfetta al Golden

Ho incontrato Pino Quartullo prima della prima di Amici Amori Amanti, la commedia brillante scritta da Florian Zeller sugli intrighi amorosi che coinvolgono due coppie di amici e amanti.
Pino interpreta Michel.
"Sono un traditore compulsivo, uno che non ricorda le bugie che ha detto - spiega Quartullo nell'intervista -  il titolo originale è La verità, perché tutto si basa su dire la verità o non dirla, cosa che nella coppia è molto importante. Il mio personaggio è assertore della menzogna, ossia crede che mentire sia fondamentale e che se la gente smettesse di mentire, non ci sarebbero più coppie sulla faccia della terra".
Sarà lo stesso Michel che sul finale confesserà a sua moglie (Daniela Poggi) il tradimento con la solenne promessa di mentirle meglio in futuro.
Paul (Attilio Fontana) è l'amico di Michel, disoccupato e depresso, la cui moglie Alice (Eva Grimaldi) è l'amante dell'impenitente Michel.
La commedia è piena di sorprese, la regia di Enrico Maria Lamanna è apprezzabile sia per la scelta del cast che per l' omaggio al film muto e a quel Paese dove il cinematografo nacque. Spiritoso anche il richiamo al Pinocchio di Collodi, un chiaro riferimento alla menzogna che è il leit - motiv della bellissima pièce in scena al Golden fino al 30 dicembre 2018.
Pino Quartullo attraverso il suo personaggio menzognero, sa catturare lo spettatore nella fitta ragnatela di bugie dalle quali non riesce a districarsi, commuovendo e mostrandosi nel profondo del suo cuore, un buon traditore tutto sommato, che tiene al bene sincero dell'amico e a quello paziente di sua moglie.
Seducente e bellissima Eva Grimaldi, ha ricordato i suoi tempi d'oro nel cinema, nei quali era un'icona sexy e irresistibile tuttora come allora. Attilio Fontana mi è piaciuto molto ed ha divertito anche il pubblico di questa prima romana. La regina dell'eleganza: Daniela Poggi, è stata sobria e immensamente bella, ma anche questa non è una novità.
La commedia contiene tutti gli ingredienti della pochade, del vaudeville e del teatro dell'assurdo.
La consiglio e non sarò bugiarda se v'invito a vederla, perché credo d'invitarvi a trascorrere una magnifica serata in quello che io definisco il salotto della Capitale.
Prenotate il vostro biglietto poi fatemi sapere se la commedia vi è piaciuta!

di Tania Croce


Glauco Mauri e Roberto Sturno in Edipo il mito

La recensione
Prima di parlare del bellissimo spettacolo che questa sera ha raccolto gli applausi di un pubblico entusiasta per l'ultima replica all'Arcobaleno, vorrei soffermarmi sulla Compagnia Mauri-Sturno che lo ha prodotto. Nata nel 1981, la Mauri-Sturno è la Compagnia che propone un vasto repertorio di autori classici come Sofocle, Shakespeare, Molière, Goethe, Cechov, Pirandello, Brecht e autori contemporanei tra cui Beckett, Müller, Mamet, Schmitt, Shaffer. L'indagine nel panorama teatrale internazionale durata circa mezzo secolo, ha illuminato i due attori carismatici che hanno portato in scena lo spettacolo Edipo il mito, una vera e propria summa di teatro, letteratura e musica. La tastiera di Giovanni Zappalorto e il flauto di Francesca Salandri, hanno accompagnato Mauri e Sturno nel viaggio alla ricerca del mito e della drammatica esistenza di Edipo, il personaggio di cui la letteratura di tutti i tempi tenta di svelare 'il mistero accaduto tra gli uomini'. Nel reading di brani interpretati con trasporto ed immensa bravura da Glauco Mauri e  Roberto Sturno, due Maestri del teatro italiano e mondiale, scorrevano le frasi più emblematiche scritte da Sofocle, Durrenmatt, Seneca, Tucidide e Cocteau, pronunciate dai due interpreti che si ponevano di fronte a un leggio per calarsi a turno nei panni di Edipo, del Coro, di Creonte, Giocasta e Tiresia, ossia dei personaggi della tragedia greca che investe l'intera umanità. Il sapere è necessario per comprendere il senso della nostra esistenza anche se come ammette Tiresia con amarezza "Tremenda cosa è sapere quando il sapere nega la gioia a chi sa". Questo viaggio letterario dal V secolo a. C dove l'Edipo Re e l'Edipo a Colono sono stati composti da Sofocle fino al 1976, consente un confronto con il passato e il recupero di una tradizione che è alla base del nostro sapere. Reminiscenze classiche miste alle nozioni acquisite negli anni mi hanno avvicinato sia come spettatore e critico che come essere umano, al mito proposto da Mauri e Sturno i quali hanno prestato le loro bellissime voci, i volti e la gestualità ai miti del passato, indossando idealmente le maschere del teatro greco e di quello contemporaneo. È stata una performance incantevole. Tutto questo al teatro Arcobaleno di Roma.

di Tania Croce

Vi presento papà, la commedia dei buoni sentimenti

La recensione
Il diario di un vecchio regista degli anni '70, può contenere il racconto emozionante di una vita vissuta oppure essere il depositario di segreti inconfessabili.

Le relazioni familiari sono al centro della stupenda commedia scritta da Andrea Maia, Augusto e Toni FornariVincenzo Sinopoli che vede sul palcoscenico un cast di attori eccezionali come Giancarlo Ratti, Stefano Sarcinelli, Cicci Rossini e Claudia Campagnola, diretti da Toni Fornari.
Mariano Rigillo, uno tra i più importanti attori del teatro italiano, è il protagonista della pièce "Vi presento papà" in scena al teatro Golden da martedì 27 novembre. 
In scena Rigillo è Leonardo Castelli, il quale conduce un'esistenza fatta di bei ricordi degli anni della giovinezza, che non sono come egli rammenta, gli anni della spensieratezza, anzi, sono quelli in cui si è ansiosi e preoccupati di farsi notare ed emergere, per conquistare un posto nel mondo.
Chiara, sua figlia, interpretata da Claudia Campagnola, invita  due importanti critici cinematografici a casa, per fare un'intervista al padre. Giorgio (Giancarlo Ratti) e Corrado (Stefano Sarcinelli), sono l'uno specializzato nella critica cinematografica, metodico, spietato e severissimo, l'altro legato al gossip, ai selfie e alle frivolezze.
All'incontro fra il regista e i due giornalisti, assiste anche Patrizia (Anna Teresa Rossini), una donna paziente e saggia.
Leonardo Castelli non conosce il motivo per il quale sua figlia abbia organizzato tale incontro, ma è solo l'inizio di un intricato e conflittuale rapporto familiare pieno di colpi di scena e sorprese.
La commedia è davvero bella, non potrei far altro che parlarne bene, proprio come farebbe il bravissimo Stefano Sarcinelli a proposito dei film di Leonardo Castelli.
Vedere e applaudire Mariano Rigillo questa sera per me è stata un'emozione unica, ho trattenuto il respiro e ripreso fiato tutte le volte che lo straordinario attore lo ha fatto in scena, semplicemente perché l'empatia che questo grande artista sa creare con il suo pubblico, è il frutto di un talento e di una dedizione straordinaria che lo eleva al di sopra di tutti.
Mi è piaciuta moltissimo anche Cicci Rossini, attrice elegante, bella ed estremamente spiritosa.
Giancarlo Ratti conferma la sua bravura, la simpatia e la tenerezza e come non applaudire la cara Claudia Campagnola che diventa sempre più brava.
Gli ultimi applausi li dedico al regista Toni Fornari per aver scritto una magnifica storia e per aver diretto un cast di alto livello come questo.

di Tania Croce

SPETTACOLI
da martedì a sabato ore 21.00 - domenica e sabato ore 17.00
Lunedì riposo

PREZZI
Intero € 30,00 ridotto € 25,00

TEATRO GOLDEN
Via Taranto, 36 00182 ROMA
Tel. 06.70.49.38.26

Ufficio Stampa 
Daria Delfino tel. 347.6687903 daria.delfino@gmail.com



Confidenze pericolose

La recensione
Emma (Pamela Villoresi) è una counselor affermata e ginnica, sposata con Bruno (Blas Roca Rey), professore universitario metodico e affascinante. Dopo 35 anni di matrimonio i due coniugi svolgono un'esistenza tranquilla, lieti per avere una famiglia numerosa dove Daniele (Paolo Roca Rey), il figlio minore, sta per prendere il volo verso la sua indipendenza.
Nello studio di Emma un bel giorno fa il suo ingresso Serena (Patrizia Pellegrino), una donna esuberante e insicura, che oltre a ballare allo Chic e Chiffon, il locale che gestisce, s'innamora di un moretto che le fa letteralmente perdere la testa. Le confidenze fatte alla psicologa, si rivelano pericolose e daranno luogo ad equivoci capaci di sconvolgere le vite dei personaggi della commedia in due atti, diretta da Diego Ruiz.
Daniela Morelli ha scritto per i quattro attori la storia di questa famiglia borghese attraversata da numerose crisi esistenziali per cui restano sospesi tra lo smarrimento e la risoluzione ragionata del caos.
Pamela Villoresi è come sempre straordinaria e in questa commedia è allenatissima come svela alla fine dello spettacolo, grazie allo sport praticato, il canottaggio. Alla prima infatti, saluta in sala sia i suoi allenatori che la campionessa paralimpica di canottaggio Paola Protopapa.
Blas Roca Rey, recita al fianco di suo figlio Paolo (in scena e nella vita), un vero talento, un attore frizzante, una bella promessa nel panorama teatrale italiano. 
Patrizia Pellegrino interpreta la parte che le si addice, quella della soubrette attraente e sensuale, con momenti di pura poesia e tenerezza.
Una bella commedia che ha debuttato con successo il 29 novembre 2018 tra gli applausi di un pubblico divertito ed entusiasta e che sarà in scena fino al 23 dicembre.
Da vedere, per passare una bella serata.

di Tania Croce


Info per prenotare lo spettacolo
Teatro Manzoni (Via Monte Zebio 14/c-00195 Roma Tel. 06/3223634, www.teatromanzoni.info) dal 29 novembre al 23 dicembre.
Orario spettacoli: dal martedì al venerdì ore 21, sabato ore 17-21. Domenica ore 17.30, lunedì riposo. Martedì 18 dicembre ore 19, giovedì 20 dicembre ore 17-21. Biglietto intero euro 25, ridotto euro 22.

ufficio stampa teatro Manzoni

valeria buffoni 347 4871566 valebuf@yahoo.it



                                L'Intervista

Salvo Ficarra e Valentino Picone con Le Rane di Aristofane all'Eliseo

La recensione
Salvo Ficarra e Valentino Picone dopo il successo al Teatro Greco di Siracusa proseguono egregiamente la loro esperienza con la prosa, vestendo i panni rispettivamente di Dioniso il dio del teatro e dello schiavo Santia, che accompagna il padrone nell'Ade per riportare nel mondo dei vivi il tragediografo Euridipe morto nel 406 a. C e attraverso lui salvare la tragedia e la città di Atene dal declino.
All'inizio dell'atto unico, Dioniso e il suo servo Santia chiedono ad Eracle quale sia la strada più rapida per giungere all'Ade; quest'ultimo, dopo qualche presa in giro, risponde che è necessario attraversare una palude, l'Acheronte. Quando i due giungono laggiù, il traghettatore Caronte fa salire Dioniso sulla sua barca per portarlo sull'altra riva, mentre Santia è costretto a girare intorno alla palude a piedi. Durante la traversata, Dioniso e Caronte incontrano le rane (Caronte le chiama rane-cigni), col loro gracidare: brekekekex koax koax. Esse intonano un canto in onore di Dioniso, ma senza accorgersi che il dio è proprio lì con loro. Dioniso è presto infastidito dal loro canto e protesta, ma le rane continuano, non riconoscendolo nemmeno. Tuttavia, quando il dio imita il loro verso, esse si zittiscono. Alla fine Dioniso e Santia si rivedono alle soglie dell'Ade, dove incontrano un gruppo di anime, gli iniziati ai culti misterici, che cantano in onore di Iacco. Poco dopo i due incontrano Eaco, che scambia Dioniso per Eracle (il primo infatti si era vestito a imitazione del secondo) e comincia a insultarlo e minacciarlo. Eaco era infatti furioso nei confronti di Eracle, che aveva rubato il suo cane Cerbero. Spaventato, il dio scambia i suoi abiti con Santia, che è meno impaurito del suo padrone. I due vengono entrambi frustati, ma alla fine l'equivoco è chiarito. Euripide viene finalmente trovato, mentre è nel mezzo di un litigio con Eschilo a proposito di chi meriti di sedere sul trono di miglior tragediografo di tutti i tempi: ognuno dei due si ritiene il migliore. Comincia allora una gara, con Dioniso come giudice: i due autori citano a turno versi delle loro tragedie, e tentano di sminuire quelli del contendente. Alla fine viene portata in scena una bilancia e ognuno dei due autori viene invitato a recitare alcuni suoi versi; la citazione che "pesa" di più (ed è dunque migliore) farà pendere la bilancia in favore del proprio autore. Eschilo esce vincitore da questa gara, ma a quel punto Dioniso, che inizialmente intendeva riportare in vita Euripide, non sa più a chi sia meglio concedere questo onore. Decide che sceglierà l'autore che darà il miglior consiglio su come salvare Atene dal declino. Euripide dà una risposta generica e poco comprensibile ("Se adesso va tutto male, forse facendo tutto il contrario ce la caveremo"), mentre Eschilo dà un consiglio più pratico ("Le navi sono le vere risorse"). Infine Dioniso decide di riportare in vita Eschilo, che, prima di andare, affida a Plutone il compito di riservare il trono di miglior tragediografo a Sofocle, raccomandandogli di non lasciarlo mai ad Euripide.
La scenografia nella quale sono collocati i personaggi, immerge gli spettatori nell'atmosfera antica in cui l'opera è stata rappresentata. Ho amato particolarmente i costumi di Francesco Esposito, le meravigliose musiche originali composte ed eseguite dai Sei Ottavi e le marionette ispirate alle sculture di Gianni Dessì, animate da Marzia Gambardella.
E' stato un tuffo suggestivo nel passato, un tempo in cui veniva dato un immenso peso alla parola e alla cultura, capace di salvare gli uomini dalla rovina.
Sarebbe bello se la cultura salvasse il mondo e affidandomi a quest'illusione di Aristofane, invito a vedere questo straordinario spettacolo diretto da Giorgio Barbiero Corsetti, da un testo di 2500 anni fa (tradotto da Olimpia Imperio) e in scena al Teatro Eliseo dal 27 novembre 2018.

di Tania Croce



Info su Le Rane

Lo spettacolo è prodotto da  INDA - Istituto Nazionale del Dramma Antico
Riallestimento Teatro Biondo Palermo, Teatro Stabile di Napoli – teatro nazionale, Fattore K

I Personaggi

Santia               Valentino Picone
Dioniso              Salvatore Ficarra
Eracle               Roberto Rustioni
Un morto          Gabriele Portoghese
Caronte             Giovanni Prosperi
Corifeo              Gabriele Portoghese
Eaco                 Francesco Russo
Ostessa              Valeria Almerighi
Servo                Giovanni Prosperi
Plutone              Giovanni Prosperi
Euripide            Gabriele Benedetti
Eschilo             Roberto Rustioni
Coro di Rane della palude infernale: Kristian A. Cipolla, Germana Di Cara, Vincenzo Gannuscio, Alice Sparti, Massimo Sigillò Massara, Ernesto Marciante
Coro dei sacri iniziati ai Misteri Eleusini e Marionettisti: Danilo Carciolo, Chiara Cianciola, Roberta Giordano, Elvio La Pra, Mariachiara Pellitteri

Scene Massimo Troncanetti
Costumi Francesco Esposito
Musiche originali composte ed eseguite dai Sei Ottavi:
Massimo Sigillò Massara, Alice Sparti, Ernesto Marciante,
Germana Di Cara, Kristian A. Cipolla, Vincenzo Gannuscio

assistente alla regia Fabio Condemi
disegno luci Marco Giusti
riprese video Igor Renzetti, Lorenzo Bruno
marionette ispirate alle sculture di Gianni Dessì
realizzazione marionette Einat Landais
maestro di marionette Marzia Gambardella
costruzione marionette Carlo Gilè
preparazione musicale del coro degli iniziati Sei Ottavi


PennadorodiTania CroceDesign byIole