Visualizzazione post con etichetta Cultura. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Cultura. Mostra tutti i post

La Nuova Onda dopo il naufragio

È morta a 89 anni, a Parigi, la grande attrice francese Jeanne Moreau.
Ci penso da ieri, ossia da quando ho appreso la notizia.
Ero a Parigi negli anni '90 a fare gli interventi al viso, dopo il nostro tragico incidente, quando studiai la Nouvelle Vague per l'esame di Storia del cinema alla Sapienza, e l'attrice francese che ci ha lasciato, ha saputo bucare lo schermo col suo essere intensa, coinvolgente e di una bellezza non solo esteriore. Leggo sul Fatto Quotidiano il pezzo, ripassando le nozioni apprese in quegli anni, il suo debutto cinematografico del 1949, in Dernier Amour di Jean Stelli, fino
 ai ruoli più significativi, entrati a buon diritto nella storia della cinematografia mondiale, arrivano a cavallo tra anni Cinquanta e Sessanta: nel 1958 è diretta da Louis Malle ne “Gli amanti”, l’anno dopo da Truffaut in “I quattrocento colpi” e da Roger Vadim in “Le relazioni pericolose”. Tra 1961 e 1963 arrivano altri capolavori: La notte di Michelangelo Antonioni, La donna è donna di Jean-Luc Godard, Jules e Jim di François Truffaut, Il processo di Orson Welles (con cui girerà anche Falstaff e Storia immortale).
Negli anni successivi sarà diretta da altri grandi maestri come Luis Buñuel, Tony Richardson, Elia Kazan, André Techiné, Rainer Werner Fassbinder, Luc Besson, Wim Wenders, Theo Angelopoulos, François Ozon, Manoel de Oliveira e Amos Gitai, a riprova del fatto che in oltre sessant’anni di carriera, Jeanne Moreau è stata una delle interpreti più amate e richieste dai cineasti migliori dagli anni Cinquanta in poi.
Ha presieduto due volte la giuria del Festival di Cannes (1975 e 1985) e ha vinto tre Cèsar (due onorari e uno per “La vieille qui marchait dans la mer” nel 1992), un BAFTA per “Viva Maria!” e due premi al Festival di Cannes (uno onorario nel 2003 e uno per “Moderato cantabile” nel 1960).

Sembra che con la Moreau, sia morto e sepolto lo spirito della Nuova Onda, ossia il primo movimento cinematografico che fotografa la realtà così com'è e  che dalla realtà stessa prende vita. La strada e le dimore dei personaggi della Nouvelle Vague, costituiscono gli spazi aperti e intimi dove le vicende si svolgono, e che registi come Truffaut, Godard, Rivette, Chabrol e Rohmer, un gruppo di amici e giovani cinefili, con una parentesi aperta per Malle, il quale non si riconoscerà mai nel movimento, hanno scelto per i loro film autentici e di rottura con quel cinema documentaristico da cui prendono le distanze.
Mentre mi abituavo a cavalcare la nuova onda dell'esistenza, dopo il naufragio, era lì ad accogliermi la Nuova Onda, e anche attraverso la cultura, la Francia mi ha salvato.

di Tania Croce


Il teatro, un'arte sociale che aiuta l'umanità a capire se stessa

Il teatro, definito ‘archeologico’, oppure ‘colto’, come se la cultura fosse qualcosa che pesa anziché aiutare la nostra visione del mondo, che cos'è?
Che cosa significa ‘teatro’? Devo partire necessariamente dall’etimologia. Anche perché senza conoscere il significato delle parole non riusciamo a comprenderne il senso e potremmo confonderci.
Ho affrontato l’argomento nella mia seconda tesi di laurea in Pedagogia Interculturale, sul Teatro come veicolo d’intercultura, spiegando che Teatro, dal greco θέατρον "spettacolo", dal verbo θεαομαι ossia "vedo", è il luogo da cui è possibile vedere, osservare la storia dell’uomo, la profondità del suo animo, attraverso le emozioni suscitate dall’attore e accanto alla sua bellezza, ci sono i limiti, il misterioso vortice del pensiero. Il teatro è lo spazio adottato da secoli per la rappresentazione e l’interpretazione del mondo. Tutto questo non ha limiti temporali, pur esistendo una storia dell’arte teatrale, esposta magnificamente nel manuale di Glynne Wickham di “Storia del teatro”, studiato per il mio primo esame di Storia del teatro e dello spettacolo alla Sapienza. Il teatro nei secoli è stato bandito, se pensiamo che in tutta l’Europa cristiana per quattro secoli, dopo il sacco del Visigoto Alarico nel 410 a. C. oppure soppresso in India per un periodo quasi doppio, dopo la conquista islamica, dei secoli decimo e undicesimo dell’era cristiana. Fu bandito in Inghilterra per quasi vent’anni e in America. Il teatro, così, è sempre stato una fonte costante di preoccupazione in tutto il mondo per i capi e della Chiesa e dello Stato. Coloro che infondono a quest’arte dinamica il soffio vitale, gli attori, furono venerati a volte come divinità oppure scherniti come parassiti, prostitute e vagabondi.
Il teatro è essenzialmente come afferma Wickham, “un’arte sociale” che, come la letteratura e la musica, la pittura e la danza, rispecchia e rinsalda le fedi religiose e politiche e le idee morali e sociali.
E’ un linguaggio che accoppia immagini visive e verbali, che aiuta l’umanità a capire se stessa, a definire la propria cultura, piuttosto che un mestiere per pochi dotati di talento o un passatempo per un’élite privilegiata.
Il teatro è nato con l’uomo e morirà con esso, per questo motivo non c’è niente di più vicino a ognuno di noi che l’arte teatrale. Ogni nuvola svanirà dalla vostra mente quando entrerete a teatro e sarà un viaggio dentro voi stessi, infinitamente bello.

                                           

                                                                    (Malborghetto)










PennadorodiTania CroceDesign byIole