Il robot che sembrava me


 Il 2000 era atteso come l’anno delle macchine volanti, dei cibi sintetici (ci stiamo arrivando), dei robot che lavorano al posto nostro.

Nel film visto questa sera in prima visione su Prime video, ambientato nel 2032, i robot convivono con l’uomo e spesso lo sostituiscono come accade a Charles ed Elaine, l’uno donnaiolo, impegnato ad ordinare la sua agenda piena d’incontri passionali, l’altra accumulatrice di borse costosissime ricevute in regalo dal ‘pollo’ di turno che lascerà corteggiare alla sua sosia bionica.

Possedere un robot che sia un sosia, è reato però sia Charles che Elaine ne hanno uno, somigliante al 100% e che un amico ha progettato per salvare la vita a entrambi sia dalle responsabilità quotidiane che dall’amore.

Inaspettatamente questi due robot, pur non avendo bisogno come noi umani, di mangiare o di dormire, insegneranno agli aridi Charles ed Elaine, cos’è l’amore.

È una storia spiazzante, attualissima e sconvolgente in cui Shailene Woodley e  Jack Whitehall sanno mostrare magnificamente i limiti di un’umanità alla deriva, dove non c’è più spazio per la solidarietà e il solo fine è quello di prendersi gioco del prossimo. 

Tratto dal romanzo di Robert Sheckey, “Il robot che sembrava me” è lo specchio di quel che accadrà a noi umani.

Visione consigliata! 

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PennadorodiTania CroceDesign byIole