Le otto montagne il film



 Sono i padroni del proprio tempo i protagonisti de "Le otto montagne", il film ispirato all'omonimo romanzo di Paolo Cognetti, Premio Strega 2017, vincitore del Premio della Giuria a Cannes 2022 e del David di Donatello 2023 come Miglior Film.

Felix Van Groeningen e Charlotte Vardermeersch, dirigono Luca Marinelli e Alessandro Borghi, con un'anima talmente sconfinata da ricordarmi quella freschezza, il candore, l'autenticità e la crudezza attraverso cui li conobbi la prima volta ne "Non essere cattivo" di Claudio Caligari e che li consacrò entrambi nel panorama cinematografica italiano e internazionale. 

E con un’incredibile forza vitale il film si dipana, incentrato sul viaggio naturalistico, intimo e sentimentale dei due, sulla continua scoperta di se stessi e del mondo e sulle diverse forme d''amore, quello genitoriale rappresentato dal papà di Pietro, uno splendido Filippo Timi, quello filiale di Bruno e Pietro, quello naturalistico che s'intreccia con quello utopistico e individuale alla ricerca del luogo adatto in cui vivere e costruire, dove poter condividere persino la costruzione di una casa di montagna e che sarà un percorso a ritroso nei ricordi di un'infanzia e dell'adolescenza a contatto con un padre esemplare e in fondo sconosciuto.

Alessandro Borghi è fenomenale e struggente nei panni di Bruno, che cresce in uno sperduto paesino della Val d'Aosta, custodendo il suo amore per quei monti che proteggerà come un nume tutelare, col suo instancabile impegno e una dedizione sconfinata.

Con lo stesso ardore Pietro, l'incantevole e angelico Luca Marinelli, ormai adulto e scrittore, tiene accesa la luce di un'amicizia esclusiva come quella con Bruno, che era l'unico bambino nel paese dove trascorreva con i genitori le vacanze estive per poi fare ritorno in città.

Le cose prenderanno una forma nuova e inaspettata e i due bambini, si ritroveranno in età adulta ancora insieme per poi separarsi e ritrovarsi di nuovo e sarà proprio la montagna il luogo dove quell'amicizia getterà le basi per essere il rapporto più duraturo e inossidabile.

La narrazione nel film è dilatata, è come se il tempo dell'incontro e del viaggio siano volutamente scanditi dai registi che si soffermano sui vari momenti esistenziali sia dei protagonisti che degli altri personaggi, per contrastare la velocità dei nostri tempi, in cui non si ha la possibilità di fermarsi ma i sentimenti talvolta lo reclamano.

Attraverso questo film, si viene inevitabilmente proiettati in un passato dove il meta verso era ancora lontano e gli algoritmi non condizionavano come avviene oggi, le nostre azioni, le nostre scelte e i nostri spostamenti.

  La fotografia è magnifica e i diversi scenari montani, sono incorniciati dalle musiche di Daniel Norgren.

"Le otto montagne" è un viaggio dell'anima anzi di anime assetate di rapporti umani,  alla riscoperta della pazienza, necessaria in una società  frenetica e individualista come quella in cui viviamo.


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2 commenti:

  1. Splendida recensione Tania...dove hai colto l'umanità e il rispetto dei grandi valori della vita...paesaggi mozzafiato e tanto amore per le piccole cose che nel corso di una vita diventano "Grandi"ritrovandosi nella amata montagna...chapeau Tania.

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    1. Sono davvero contenta ti sia piaciuto il film 🎥 ti ringrazio per le bellissime parole che mi hai rivolto ❤️

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PennadorodiTania CroceDesign byIole