The Lady in the van


“Scrivere è parlare a se stessi” e di riflesso, raccontare storie come quella vissuta dall’attore, commediografo, sceneggiatore e scrittore inglese Alain Bennett, divenuto amico speciale  della signora nel pulmino per ben 15 anni, dal 1974 al 1989 ossia il tempo nel quale la misteriosa anziana Miss Shepherd, visse barricata nella sua abitazione a quattro ruote parcheggiata nel giardino del comprensivo ed empatico scrittore. 

La pièce teatrale di successo “The Lady in the Van” ha meritato di diventare l’ adattamento cinematografico diretto da Nicholas Hitner e nel quale ho ammirato l’iconica attrice britannica  Maggie Smith, vestita di stracci come la vecchia barbona interpretata e incantevole come non mai nei panni di una donna talentuosa e in lotta contro un destino avverso  sul quale ha la meglio, nonostante le ingiustizie subite e gli imprevisti incidenti che hanno finito col travolgerla.

Alex Jennigs è Alain, lo scrittore single e omosessuale con una madre anziana e malata che vive per conto suo fino a che il suo stato la condurrà all’ospizio; Alain si sdoppia e il suo alter ego è necessario per raccontare a se stesso la storia vissuta e le strane contraddizioni che detesta e che tuttavia lo affascinano al punto da accettare come una specie di convivente, l’anziana donna che vive nel suo giardino incurante delle conseguenze. È strano perché la madre è al centro anziani e quando va a trovarla non lo riconosce più mentre l’anziana donna vive lucidamente sotto casa sua.

Miss Shepherd mostra una cultura raffinata e lo fa nei pochi dialoghi che è costretta ad avere con Alain, con i vicini che la disturbano o con i servizi sociali efficientissimi in Inghilterra e pronti ad assistere i senzatetto come lei ed a offrire abiti, cibo e un centro sociale dove potersi lavare e dove dormire in un letto.

È come se Alain stesse raccontando  a se stesso attraverso il suo doppio e con crescente incredulità la storia della sua bizzarra convivenza con Miss Shepherd  e il tempo del racconto s’interrompe nel momento in cui l’anziana e malata sale in cielo accolta da un Dio benevolo e il suo posto sicuramente è in paradiso tra gli altri angeli, ma alla fine decide di narrarla in un libro l’esistenza della signora nel pulmino, ritenendola materia assai più interessante che parlare della sua stessa vita probabilmente. 

I misteri di Miss Shepherd vengono a galla con  stupore da parte di Alain il quale scopre di aver vissuto a stretto contatto con una ex suora, con una musicista dotata di un talento innato e molto altro che vi consiglio di scoprire guardando lo splendido film su Netflix.

 

 


Se sei un frequentatore abituale del mio sito e ritieni utile il lavoro che svolgo, sostieni il mio impegno con una donazione spontanea. Grazie!

Donazione PayPal

Nessun commento:

Posta un commento

PennadorodiTania CroceDesign byIole