Un altro giro


 
Incontri tra ‘bevitori’, sembrano essere la soluzione per i protagonisti di un film davvero meraviglioso come questo.

Martin e amici, insegnanti demotivati e annoiati, iniziano un esperimento. La teoria di base è quella del norvegese Finn Skårderud, che sostiene che ogni essere umano nasca con una piccola quantità di alcol in corpo. La loro idea è dunque bere alcolici in quantità tale da mantenere un leggero stato di ebbrezza. In questo modo, oltre ad aiutare la scienza, torneranno ad essere i brillanti insegnanti di un tempo. Ad appoggiare la loro tesi ci sono anche fatti storici e letterari, con Churchill che vinse la Seconda guerra mondiale sempre ubriaco e le abitudini di Hemingway.   

È una danza di anime perse, dove la colonna sonora è la percentuale di alcol che questi quattro amici decidono di aggiungere alle loro giornate apparentemente vuote, nonostante il lavoro, la famiglia e i figli che forse hanno spento quel battito vitale che cercano di riconquistare ispirati da una festa di giovani.

Mads Mikkelsen esegue il ballo più importante sul finale, danzando magnificamente, essendo stato un ballerino professionista e la sua danza è lucidamente folle, perdendosi nel vorticoso tempo della vita che passa, perché no, beatamente.

Chiusura perfetta per un film da pelle d’oca che è valso al regista danese Thomas Vinterberg un Oscar come Miglior film straniero nel 2021.

Il bere come metafora di festa e gioia, non come dipendenza, è un bel modo di considerare il rapporto benefico dell’alcol assunto in quantità moderate.

Scoprite se non lo avete ancora fatto, la storia di questi quattro bohémiens contemporanei, in cui ci si riconosce.

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