Graziano Piazza è Michael Collins. L'intervista

Michael Collins è l' astronauta statunitense della missione Apollo 11, il terzo uomo che non ha mai messo piede sulla luna, il quale oscilla tra il passato e il presente, tra tecnologia e nostalgia ed è il protagonista di Walking on the moon, lo spettacolo della Compagnia del Teatro dell’Orologio scritto da Leonardo Ferrari Carissimi e Fabio Morgan per il cinquantesimo anniversario dell'indimenticabile missione spaziale compiuta da Armstrong, Aldrin e Collins il 20 luglio 1969.

Questo personaggio è stato affidato al magnetico Graziano Piazza, il quale mi ha concesso una sorprendente intervista.

(Tania Croce) Sarai Michael Collins, l'uomo più solo dell'universo in quei trenta minuti. Parlami della sensazione più forte che hai provato e del senso di smarrimento e di assenza che riuscirai a trasmettere al pubblico nella serata del 50esimo anniversario dell'allunaggio il 20 luglio 2019 al teatro di Ostia Antica.

(Graziano Piazza) Esperienza personale di solitudine e assenza. Mettiamo che abbia deciso di passare una notte in un bosco da solo. Mettiamo che un filo di lana rossa m’impedisse di uscire da un quadrato costruito fra i rovi, le piante e gli alberi. Che fossi stato portato da uomini incappucciati e io stesso non sapessi minimamente dove mi trovassi, se non in un bosco. Poi lasciato lì fino a quando qualcuno non si fosse fatto vivo…. Mettiamo che l’abbia deciso.... Ogni più piccolo fruscio diventerebbe paura, ogni bagliore, occhi e lingue bramose, i raggi della Luna, lance pronte a trafiggerti, e ancora fantasmi della propria mente che si affastellano e mordono il cuore… la solitudine sembra non essere silenzio e pace, ma lotta e guerra con se stessi e col mondo pronto a ferirti, a colpire con violenza. Se mai avessi fatto questa esperienza le mie parole non saprebbero raccontare l’indicibile della solitudine, la sensazione di impellenti bisogni fisiologici, il fare rumore con tutto se stesso, dal fischio al battito delle mani all’urlo, pur di tenere lontani i propri giganti, e ancora la regressione a stati primari e basici del proprio essere, pulsioni di perdita e di morte, di strano euforico desiderio sessuale per nulla, il respiro che si modifica continuamente che cerca pace e silenzio e silenzio e silenzio. Questa, forse, la sensazione più forte che ho provato! Al pubblico spero di poter donare il proprio sogno, la Luna come la necessaria tensione al nostro sogno, forse anche il luogo, come dice qualcuno (Gurdijeff) che contiene tutte le nostre morti. La Bellezza delle piccole ipnosi quotidiane che sempre più ci fanno crescere fino alla Luna e ci rivelano il nostro passaggio e il suo miracolo! 

(Tania Croce) Scienza a teatro. Non è la prima volta che ti cimenti in un'esperienza simile...

(Graziano Piazza) Ho avuto la fortuna di partecipare nel 2002 al grande Infinities di Luca Ronconi come uno dei protagonisti. Grande spettacolo sulla scienza e i suoi paradossi. Premio Ubu come spettacolo dell’anno. Uno spettacolo fantastico, itinerante, fatto solo a Milano per il Piccolo teatro, negli stabilimenti scenografici della scala alla Bovisa. Ronconi è riuscito a utilizzare la scrittura del grande astrofisico J.D. Barrow come veicolo teatrale, suscitando il senso di stupore e meraviglia che la scienza continua a riservarci, e a volte anche il teatro, coniugando lo spazio e il tempo teatrale come soggetto stesso dell’opera che si sviluppava per 7 ore. Un numero infinito di spettatori nei due anni di repliche solo a Milano. Come interprete anche nel bellissimo “Incognito” (2018) per la regia di un giovane regista, Andrea Trovato, abbiamo scandagliato nel testo di Nick Payne la mente umana è quella del grande genio Einstein. Quasi un mese di teatro esaurito. Come regista anni fa (2009) un testo molto affascinante di Jane Cox dal titolo “Il desiderio di conoscere” sulla storia del premio Nobel Barbara McClintock con Francesca Fava, in prima nazionale al Teatro Vascello, che rifaremo il prossimo autunno in un festival della scienza in Salento. La scienza trova nel teatro un luogo di elezione, di divulgazione, di reale condivisione senza necessariamente involgarirla o abbassarla, ma semplicemente con onestà e pudore sublimarla affrontandone la complessità. Il pubblico ha sempre ripagato con intelligenza e disponibilità questi e tanti altri tentativi della scienza a teatro. 

(Tania Croce) Ti ringrazio per le tue parole seducenti che invitano a vedere questo spettacolo lunare!

(Graziano Piazza) E' bello lavorare con dei giovani bravi e motivati, con Leonardo e Fabio sapienti e pronti all'azzardo, alla sfida, alla follia, al gioco, ad accogliere la poesia del desiderio della Luna!!

Lo spettacolo sarà in sena all'Ostia antica Festival – Il Mito e il Sogno il 20 luglio 2019 alle ore 21

regia di Leonardo Ferrari Carissimi

con Graziano Piazza, Matteo Cirillo e Anna Favella
e con Susanna Laurenti, Andrea Mastrotto, Benedetta Russo,
Enrico Torzillo, Riccardo Viola, Pietro Virdis

scene e costumi Alessandra Muschella
disegno luci: Martin Emanuel Palma
esperienza multimediale: Oniride s.r.l.organizzazione: Gianni Parrella comunicazione e promozione: E45 


in co-produzione con CapoTrave / Kilowatt Festival
nell’ambito del progetto europeo Be SpectACTive! – CapoTrave/Kilowatt Sansepolcro (IT),
Bakelit Multi Art Center Budapest (HU), B-51 Ljubljana (SI), Domino Zagreb (HR), LIFT London (UK), Tanec Praha (CZ), Teatrul National Radu Stanca Sibiu (RO), York Theatre Royal (UK)

Uno spettacolo patrocinato dall’ INAF - Istituto Nazionale di Astrofisica



Graziano Piazza ha al suo attivo numerose esperienze professionali maturate a partire dal 1983, con la sua apparizione ne Il Conte di Carmagnola, tratto dall’omonima opera di Alessandro Manzoni, per la RAI con la regia di Ugo Gregoretti. Recita nelle compagnie dei maggiori teatri stabili italiani. Nel’97 in Prima Nazionale per il Festival Internazionale dell’attore di Parma, porta in scena il monologo di R. Schneider Dreck (Schifo), diretto da C. Lievi (diretta radiofonica radiotresuite), ancora con quest’ultimo in Caterina di Heibronn di H.V. Kleist e Alla meta di T. Bernhard. Gioca il ruolo di Edmund nel Re Lear di Shakespeare con G. Mauri. E’ uno dei protagonisti dello spettacolo evento di Luca Ronconi Infinities nel Piccolo Teatro di Milano. Per farla finita con giudizio di dio di A. Artaud al P.A.C. di Milano. Numerosissimi altri lavori teatrali negli ultimi anni come Re Lear, regia di Daniele Salvo (2013), I pilastri della società regia di Gabriele Lavia (2014), Schifo, regia C. Lievi al Teatro Lo Spazio di Roma (2014) A Steady Rain, regia di Alessandro Machìa (2014) La signora dei tulipani regia di Marco Carniti (2015), Der Park, regia di Peter Stein (2015), Aiace, regia di Graziano Piazza (2015) e cinematografici sono stati al centro della sua attività, anche musicale, il Werther per l’Accademia di Santa Cecilia di G. Pugnani con l’Accademi Montis Regalis, insignito del premio come miglior produzione europea per la Opus 111. Nel 2019 è stato Taltibio nell'Ecuba con la regia di Giuseppe Argirò al Teatro Arcobaleno, Menelao ne Le Troiane con la regia di Muriel Mayette Hotlz al teatro greco di Siracusa e impegnato in Germania nello spettacolo Lampedusa Way di Lina Prosa con Maddalena Crippa.

                                                                    (In foto Graziano Piazza)
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2 commenti:

  1. Finora tutti gli spettacoli dove si cimenta Graziano Piazza, sono stati bellissimi e ricchi di pathos dall'inizio alla fine...e ti tengono incollato alla poltrona come un bambino...questo poi mi intriga molto perché mi riporta indietro alla mia gioventù quando Tito Stagno ci teneva incollatialla Tv raccontandoci in diretta l'arrivo dell'uomo sulla luna e la storia del terzo che vagava nello spazio da solo,e col quale si era perso il collegamento via radio...e noi a fantasticare se un giorno saremk potuti andare sulla luna...aspetto con ansia di vedere il Collins-Piazza...ad Ostia antica teatro che adoro!

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    1. Grazie per i tuoi ricordi! Hai ragione, è proprio così, Graziano incanta!!!

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