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L’ombra del giorno


 Lo spettro della prima guerra mondiale e la tangibile drammaticità della seconda guerra e dell’alleanza tra Mussolini ed Hitler, sconcerta le vite dei protagonisti de L’ombra del giorno, un racconto spietato e a tratti persino romantico dell’uomo impotente e sopraffatto dal destino, un destino che lo vuole prima carnefice poi vittima della storia che si sta consumando fuori e che sembra non sfiorare il ristorante che dirige con sapienza e coraggio.

Quest’uomo è Luciano, uomo di guerra e d’amore, fascista un tempo ma dal cuore tenero al punto da innamorarsi di Anna, la ragazza che lavora nel suo ristorante.

Lei è bella, abile, ha intelligenza e carattere e serba un segreto.

Giuseppe Piccioni sceneggia e dirige un bel cast a partire da Riccardo Scamarcio di cui quasi non si ricorda il passato di ‘belloccio’ e che ora colpisce per l’intensità della sua performance davvero impeccabile.

Accanto a lui spicca la bella e brava Benedetta Porcaroli e il compianto e meraviglioso Antonio Salines, il professore anziano frequentatore del ristorante, cordiale e inoffensivo e che ama dire quel che pensa, avendo gli anni per poterselo permettere e che sa commuovere e restare impresso in quella che è stata la sua ultima apparizione e a cui il film è dedicato.

Al ristorante in Piazza del Popolo ad Ascoli Piceno, si svolgono quasi tutte le scene del film dove non posso dimenticare di citare Lino Musella nei panni di Osvaldo e Vincenzo Nemolato in quelli del cuoco Giovanni. 

Il film apprezzato su Sky cinema questa sera, è da vedere! 

Settembre


 Settembre giunge al termine dell’estate e inaugura l’autunno desiderato da molti dopo una lunga stagione calda, che ci ha lasciato senza fiato, senza orientamento.

Questo senso di refrigerio dopo la torrida estate passata, è espresso nel bellissimo Settembre fortemente voluto da Giulia Steigerwalt sceneggiatrice e regista esordiente che racconta magnificamente i sentimenti nelle diverse stagioni dell’esistenza con tutta l’umanità possibile e attraverso un cast eccezionale a partire dal mio preferito Fabrizio Bentivoglio a Barbara Ronchi, stanchi entrambi di essere quel che sono sempre stati e desiderosi di vivere veramente sentimenti buoni e belli, candidi e autentici. 

Attorno a questi due bravissimi attori ce ne sono altri altrettanto bravi che li orientano nelle nuove strade da percorrere: Ana (Tesa Litvan) e Deborah (Thony) amatissima in Tutti i santi giorni e che ritrovo con immenso piacere nel film apprezzatissimo questa sera e in prima visione su Rai3.

La visione di Settembre è un viaggio incredibile  e un treno da non perdere!


La bambola di pezza

 Questa sera ho visto un corto presentato in anteprima come evento speciale alla 79a edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, che fa parte di un progetto transmediale sull'adescamento online.

Mia ha 16 anni, ed  è convinta dall'amico Lorenzo ha iscriversi a una app, un vero e proprio diario virtuale dove potersi raccontare, confidare e aprire; La ragazza subito dopo aver creato il suo diario virtuale viene immediatamente aggiunta da Tommaso, un ragazzo sensibile, comprensivo, empatico, di cui l'adolescente smarrita si fida e scegli di trascorrere insieme il giorno del suo compleanno.

Tommaso invita Mia a casa sua, lei è entusiasta, si sente veramente compresa e amata ma si accorge subito dopo aver ricevuto come regalo di compleanno una graziosa bambola di pezza, di trovarsi di fronte a un adescatore che la minaccia di pubblicare tutte le conversazioni online e le foto e i video condivisi se non esaudisce i suoi desideri.

La ragazza è reclusa nella casa di questo ragazzo che anziché essere comprensivo, mostra la sua reale identità così si chiude dietro a una porta per salvarsi da Tommaso e per fortuna torna a casa la madre, una criminologa e psicologa che si mostra solidale con la ragazza adescata e lo dimostra denunciando suo figlio.

Questo corto diretto da Nicola Conversa con Mariasole Pollio (Mia), Giancarlo Commare (Tommaso), Tommaso Cassissa (Lorenzo) e Claudia Gerini (la madre di Tommaso) è il diario di una sopravvissuta, ossia di una ragazza indenne, perché salvata da un adulto, in questo caso dal genitore dell'adescatore che anziché alimentare il mostro dentro le mura domestiche, lo condanna per mettere fine ad un comportamento violento e pericoloso.

E' un corto in cui vince il bene perché il male non può vincere per sempre.

Ne consiglio la visione su Raiplay.

L' ospite inatteso

 Richard Jenkins commuove fino alle lacrime e avrebbe meritato oltre alla candidatura, un Oscar per la sua interpretazione incantevole nel bellissimo film L'ospite inatteso sull'amicizia e l'immigrazione nell'America dopo l'11 settembre,  diretto da Tom McCarthy e in programmazione su Sky.

Jenkins è il prof. Walter Vale, che torna a New York per sostituire una collega a una conferenza. Giunto in città scopre che il suo appartamento è occupato da una coppia d'immigrati clandestini: il siriano Tarek e la senegalese Zainab.

I due giovani sono molto innamorati e si danno da fare per vivere a New York, lei crea gioielli che vende in un mercatino all'aperto e lui ama suonare le percussioni sia nei locali la sera che ai raduni di appassionati nel verde!

L'amicizia tra Walter e i ragazzi è immediata; Non solo li ospita ma condivide con Tarek, la sua passione per la musica..

I due stanno sempre insieme ma al termine di una bella giornata al parco tra musica e spensieratezze, Tarek viene fermato sotto la metropolitana per futili motivi, portato nel centro per clandestini nel Queens in attesa di giudizio.

Walter affranto, va a trovarlo tutti i giorni e cerca di stare vicino a Zainab che andrà presto a vivere da suo cugino.

Un avvocato specializzato in immigrazione, contattato da Walter, segue il caso di Tarek, che è sempre più smarrito.

Giunge persino la mamma di Tarek dal Michigan per stare vicino a suo figlio. Anche lei è vedova e viene gentilmente ospitata da Walter.

Walter e Mouna, diventano presto amici e una sera per far svagare la bella donna, le regala un posto al Majestik Theatre per vedere Il fantasma dell'opera, sapendo quanto lei ami questo spettacolo.

E' quasi amore tra Walter e Mouna, ma la notizia che Tarek sia stato purtroppo espulso, fa volare la mamma in Siria per stare accanto a suo figlio.

È una storia molto toccante dove la New York un tempo accogliente, mostra le sue ferite ancora aperte che si trasformano in xenofobia.

E' un film che ho amato moltissimo e che a distanza di anni (è del 2007) fa riflettere sui fatti che hanno cambiato il volto di una città e in cui il sogno americano per uno straniero è lontano e irraggiungibile senza i documenti in regola e i permessi di soggiorno. 

Se non lo avete ancora visto, ve lo consiglio!

Alta moda Haute couture

 Dietro forbici, aghi, fili e stoffe preziose, ci sono storie da raccontare come quella di Esther, esperta e responsabile della sartoria Dior, che in una mattina come tante, dopo aver salutato le sue belle rose alle quali si rivolge come fossero amiche con cui confidarsi, viene derubata da Jade, una ventenne problematica alla quale verrà offerto di lavorare nella prestigiosa sartoria come stagista, per imparare un mestiere e dare un senso alla propria esistenza.

Sarà Esther a trasmettere tutti i segreti del cucito alla giovane apprendista che proviene dalla periferia e che convive con una madre costantemente depressa e sdraiata nel letto o sul divano a guardare la tv, a mangiare, bisognosa di assistenza quotidiana.

Esther è una donna esigente, una sarta perfezionista e severa, però dietro quella corazza si cela una sessantenne estremamente fragile, malata e lontana dai suoi affetti più cari.

Tra le due donne, appartenenti a due generazioni così lontane e a ceti sociali differenti, si creerà un legame profondo e duraturo.

Questo film mostra come la Francia conceda chances alle donne di buona volontà e la regia di Sylvie Ohayon è davvero perfetta come gli abiti di Dior.

La parte di Esther è affidata all'impeccabile Nathalie Baye.

Jade è Lyna Khoudri e l'incantevole Clotilde  Courau interpreta la mamma di Jade.

Il film in prima visione su Sky cinema due da questa sera è consigliatissimo!

 

Marry me - Sposami

 Marry Me - Sposami (Marry Me) è un film del 2022 diretto da Kat Coiro da questa sera in prima visione su Sky.

Il film, interpretato da Jennifer Lopez, Owen Wilson e Maluma, è l'adattamento cinematografico dell'omonima graphic novel scritta da Bobby Crosby.


La trama

La superstar del pop Kat Valdez è una starlet nota da tempo della comunità latina per una serie di matrimoni falliti con personaggi famosi. Dopo che Marry Me, una canzone di Kat e del suo fidanzato, Bastian, è diventata la vetta delle classifiche in tutto il mondo, hanno in programma di tenere la cerimonia di matrimonio davanti a un pubblico in streaming in uno dei concerti di Kat. Altrove c'è Charlie Gilbert, un insegnante di matematica divorziato che viene convinto dall'amica Parker e la figlia Lou a partecipare al concerto.

Tuttavia, poco prima che Kat sia pronta per andare all'altare, i notiziari scoprono l'infedeltà di Bastian con l'assistente di Kat, Tyra, e la trasmettono ai suoi fan al concerto. In pericolo, Kat vede Charlie tra la folla con in mano il cartello di Parker con la scritta Marry Me. Con sorpresa di Charlie e di tutti gli altri, lei decide impulsivamente di sposarlo.


La recensione

E' possibile o sensato sposare una persona che non si conosce?

È quel che ci si chiede guardando Marry me e a pensarci bene, se Harry ti presento Sally indaga sulla possibilità di avere una donna per amico, questo film la cui gestazione è stata rallentata dalla pandemia, mostra le diverse forme d'amore: l'amore tradito, l'amore scoperto per caso e forse il più autentico, l'amore di un padre per sua figlia.

Jennifer Lopez che personalmente ammiro moltissimo sia come cantante che come attrice, è brillante nelle commedie romantiche e questa volta recita nei panni a lei più congeniali: quelli di una cantante e ballerina di successo.

 Tra bella musica e momenti sentimentali e romanticissimi, la commedia conquista e commuove.

La consiglio perché ci si innamora di una storia così bella!


Illusioni perdute


 Trae linfa vitale dall'opera letteraria di Honoré de Balzac questo film attualissimo sulle belle speranze di Lucien, un aspirante poeta amante delle parole e della fama.

L'amore per la bella, ricca e infelice Louise, sposata con un uomo anziano e privo di slanci culturali, conduce Lucien dalla campagna alla ville lumiere, dove si avverano i sogni di un giornalista in erba ambizioso e desideroso di guadagnare una sua dignità verso quell'aristocrazia che lo aveva sottovalutato ed escluso.

Sarà l'incontro con Etienne, redattore corrotto e senz'anima di una piccola gazzetta libera e di successo, a condurre Lucien nel tunnel senza uscita dell'illusione mentre ha inizio la sua 'gavetta' giornalistica.

Quel che scriverà, determinerà il successo o il fallimento di uno spettacolo teatrale ed è nel teatro che nota e si innamora di Coralie, attrice povera e buona che lo amerà con devozione fino all'ultimo dei suoi giorni.

Mentre Georges Duroy il Bel Ami di Maupassant, usa le donne più ricche e influenti di Parigi per diventare un giornalista di successo, il Lucien di Balzac, ne è sedotto e dedica loro poesie e slanci amorosi.

Due secoli prima Balzac ebbe la capacità e il coraggio di mostrare vizi e falle di una società che somiglia alla nostra, attraverso una commedia umana fatta di compromessi fra politica e stampa. dove il prezzo per poter emergere è troppo alto da pagare.


In questo affresco meraviglioso diretto abilmente da Xavier Giannoli, brillano Benjamin Voisin, Cecile de France, Vincent Lacoste, Xavier Dolan, Salomé Dewals, Jeanne Balibar, Gerard Depardieu che mostrano una Parigi che seduce e abbandona.

Il film in programmazione su Sky cinema due da questa sera, è consigliato a chi ama il teatro e agli idealisti che non smettono mai di sognare e di credere in un mondo giusto e onesto! 

Io l ‘ho adorato! 

 

   

Leonora addio

 I film hanno il potere di far sognare e anche quello di far conoscere storie che sembrano inverosimili come quella raccontata da Paolo Taviani, in Leonora addio dov'è ricostruito il vero viaggio delle ceneri di Luigi Pirandello da Roma ad Agrigento e a guardare bene questa storia pare che sia stato il drammaturgo stesso a scrivere ciò che gli sarebbe accaduto dopo la sua vita terrena.

Le immagini in bianco e nero, tra i fumi del treno che conduce la cassa di legno con le ceneri di Pirandello dietro la custodia di uno scrupoloso e impeccabile  Fabrizio Ferracane che perde di vista la sua cassa per un colpo di sonno imprevisto e che si trasforma in un tavolino da gioco su cui dei viaggiatori innocui, passano il tempo tra partite a carte, sono accese dalla narrazione di quella che fu l'ultima novella pirandelliana con la quale si congedò artisticamente e materialmente dall'esistenza terrena: Il chiodo.

Leonora addio è anche un viaggio a ritroso negli anni della seconda guerra mondiale e dell'immediato dopo guerra ed è pieno di addii, di disperazione e rassegnazione e di grande rispetto e ammirazione per il drammaturgo agrigentino che fu e sarà il più grande di tutti.

La filosofia del lanternino, espressa nel romanzo Il fu Mattia Pascal secondo la quale all'uomo non è dato di conoscere la realtà nella sua interezza perché dotato di una luce fioca generata da un lanternino per cui il mondo come gli appare è illusorio, emerge nelle scene di questo film che sa raccontare la morte dopo la vita dell'immenso scrittore e come fosse una sua novella, è un racconto intenso e visionario come l'intera drammaturgia pirandelliana.

Il film scoperto su Sky da un'amante come me di Luigi Pirandello, merita di essere visto e apprezzato.

Vetro


 La ragazza che vive per tutto il tempo chiusa nella sua stanza colorata e al tempo stesso buia per colpa di una serranda rotta, è l’anima del film d’esordio di Domenico Croce, in prima visione da stasera su Sky.

Lei è Carolina Sala e quel padre apparentemente amorevole che le passa dall’unico spazio accessibile della porta chiusa a chiave, il cibo e cose necessarie per la sua sopravvivenza e per quella del suo Hiro, l’unico essere vivente a farle compagnia, è Tommaso Ragno, figura rassicurante e avvolta nel mistero come tutti i personaggi che ruotano intorno alla ragazza, anche l’amico di chat con il quale dialoga dal monitor del suo portatile.

Mentre vedevo il film non pensavo a un thriller ma a un dramma psicologico molto profondo e ho subito ricordato lo spettacolo Yaneura (La mansarda) rappresentato dalla Compagnia teatrale Rinkogun coi sottotitoli in italiano di Alessandro Clementi, seguito al Vascello (2013/2014), sulla condizione dei ragazzi giapponesi chiusi nelle loro stanze/mansarde che come scatole oltre a isolarli, per scelta, li allontanano dal senso di ogni cosa. 

Il film è interessante e va visto!



The Queen - La regina


"Inquieto giace il capo che porta la corona" (Shakespeare) 

Sky Cinema omaggia  Elisabetta II attraverso un film toccante come "The Queen - La regina", interpretato dalla straordinaria attrice inglese Helen Mirren, della sua stessa statura ed estremamente somigliante nella misura e nell'eleganza dell'amata Regina che ci ha da poco lasciato.

Per chi non lo avesse ancora visto, il film diretto da Stephen Frears nel 2006, ha fatto vincere alla Mirren  l'Oscar come migliore attrice protagonista.

  Il regista sceglie un periodo buio per la Regina amata da tutti.

Lo scozzese Tony Blair, giovane membro dei Laburisti, diventa Primo ministro del governo di Sua Maestà,  ed è interpretato da Michael Sheen e il 31 agosto dello stesso anno a Parigi, Lady Diana muore in un incidente automobilistico.

Mentre il popolo britannico è sconvolto e in lutto per la tragica notizia, inizialmente la regina sceglie di restare a Balmoral dove è in vacanza con la famiglia, considerandolo un fatto privato, non essendo più un membro della famiglia reale da quando Diana ha divorziato dal Principe Carlo.

Passerà una settimana prima che Elisabetta II faccia ritorno a Londra. 

A Buckingham Palace, Elisabetta II si fermerà davanti al tributo floreale dedicato a Diana, scegliendo di dimostrare il suo dolore in diretta tv.

In questa scelta, ha avuto un ruolo rilevante il Primo ministro, suggerendo alla regina di rendere pubblici e non privati i funerali, ai quali poi, come si vede nelle bellissime immagini di repertorio, parteciparono grandissimi artisti, amici di Diana, da Pavarotti a George Michael e personalità del mondo del cinema come Steven Spielberg.

Fa uno strano effetto vedere il film in questo momento ma è stata un'esperienza molto forte che mi ha fatto riflettere molto.

Profetiche sono le frasi che la Regina madre rivolge a sua figlia, sua consigliera e severa ed è mostrato abilmente il lato umano e intimo, l'amore per la natura, per le passeggiate e per gli animali di Elisabetta II.

Film consigliatissimo! 

 

 

Rosanero


Nel romanzo di Maria Tronca, la vicenda è ambientata in Sicilia. Nel centro storico di Palermo, qualcuno spara a Calogero Mancuso, aspirante capomafia giovane e belloccio. Proprio in quel momento Rosellina Restivo, di nove anni, cade dall’altalena e perde conoscenza. Entrambi vengono portati nello stesso ospedale. 

Nel film diretto da Andrea Porporati, siamo a Napoli, nel Rione Santa Marta. Totò è un quarantenne e boss della criminalità organizzata partenopea, non ha gli occhi chiari come Calogero il personaggio del romanzo, ma ha lo sguardo intenso e bellissimo di Salvatore Esposito che mi ha conquistato anche stavolta, la cui anima finisce dopo un tragico incidente nel corpo di una bambina dai bellissimi capelli rossi: Rosetta, amante della danza, della sua famiglia e del latte con i pezzi di pane del giorno prima a colazione.

Mentre Rosetta assume tutti gli atteggiamenti di Totò, la stessa cosa accade a Totò, che diventa una bambina indifesa dentro il corpo grosso e una volta pericoloso ora rassicurante di un camorrista.

Fabiana Martucci, la piccola e straordinaria attrice scoperta e amata in questo film sorprendente, ha saputo conservare la memoria della vita vissuta fino all'attimo prima dell'incidente, cosa che riesce benissimo anche a Salvatore Esposito, che stupisce tutti, soprattutto il suo fedele compagno di malefatte: Tonino La Bufala, il bravissimo Antonio Milo, che assiste attonito al cambiamento del boss, con i suoi abiti rosa, una volta solo neri e la generosità verso tutti quelli a cui chiedeva il pizzo.

Tra i personaggi emblematici del film, oltre a quelli citati, ho amato Sebastiano Somma nei panni del sindaco Fortebraccio, un perfetto cattivo e l'amico Antonello Costa (in foto) in quelli di un abilissimo poliziotto umbro che attraverso le sue infallibili intercettazioni telefoniche, smaschererà delinquenti. Apprezzabile la sua mimica che è davvero inconfondibile. 

Il film in prima visione su Sky Cinema da questa sera, è consigliatissimo!



Finale a sorpresa


 Questa sera ho scoperto un film su Sky che mi ha incollato fino ai titoli di coda, nell’attesa di un finale suggerito sia da Oscar Martinez (Ivàn) che da Penelope Cruz nei panni della regista fuori dalle righe Lola Cuevas, incaricata da un multimilionario, di realizzare un film sensazionale scegliendo i migliori attori in circolazione: lo spagnolo Antonio Banderas e l’argentino Oscar Martinez rispettivamente Félix e Ivàn.

Félix è una star dei cinema che non piace ai critici per sua stessa ammissione, ma piace al pubblico mentre Ivàn è un artista di un altro livello, che non tiene in considerazione i giudizi di un pubblico ignorante e preferisce trasmettere il suo sapere ai suoi allievi e recitare per una platea selezionata e colta.

Rivalidad è il romanzo su cui si basa il film e sia Félix che Ivàn devono essere pronti a tutto durante la preparazione dei personaggi, a ogni sfida o provocazione sia da parte della regista che dell’antagonista.

I due attori sono rivali e ostili fino alla fine ma il finale a sorpresa è dato dal fatto che un film non sempre si conclude con la parola fine, non certo in questo caso.

Sono molti i messaggi che Ivàn è Félix veicolano: da una parte la difesa dei valori e del talento, dall'altra le luci dei riflettori e i riconoscimenti pubblici, due linee rette che non s'incontrano mai come i  fratelli rivali e distanti. 

La parola e il dialogo scandisce l’azione dall’inizio alla fine.

Chapeau alla coppia di registi  Cohn-Duprat oltre che a Banderas-Martinez che ho letteralmente adorato!

Che dire di Penelope Cruz? Tutto il bene possibile.

Fantastica rossa riccia e intensa!

Film consigliato! 

Book of love

Grazie a Book of love, in prima visione su Sky, questa sera ho fatto il viaggio dei miei sogni in Messico, visitando non solo Città del Messico ma il sito archeologico di Palenque e ho percorso un bel tratto di strada in macchina senza aria condizionata in compagnia dello scrittore inglese Henry Copper e della sua traduttrice Maria.

Henry giunge in Messico per promuovere la sua ultima opera intitolata Il cuore sensibile, un libro divenuto un best-seller proprio grazie a Maria Rodriguez che lo ha riscritto trasformando il 'cinguettio' di Copper in un romanzo erotico capace di accendere le voglie dei lettori.

Ovviamente lo scrittore proveniente da una rassicurante e piovosa Londra, non è a conoscenza della trasformazione totale del suo scritto che in Inghilterra non ha avuto neanche un lettore e che nella sua nuova veste, riesce a ottenere in poco tempo il consenso del pubblico messicano.

Ma c'è qualcosa che va oltre la promozione del libro, ci sono le storie di Henry e Maria, più tristi e meno sensazionali delle pagine di un libro.

Lei lavora come barista, sogna di fare la scrittrice ed è la mamma di Diego avuto da Antonio, un bellissimo messicano che passa il tempo fuori casa a bere e a fare il perdigiorno.

Henry e Maria devono scrivere il secondo libro insieme, intitolato Due cuori.

 Durante la stesura del libro, sarà inevitabile che Maria ed Henry cambieranno la loro vita per sempre.

 Il sogno ormai è realtà e Maria è finalmente una scrittrice famosa.

Sembra incredibile eppure l'amore si può scrivere e ha il potere di riscrivere le storie dei due protagonisti.

Storie come questa fanno davvero bene al cuore e pur essendo una commedia romantica, una favola a lieto fine, somiglia molto alla vita reale più che all'idillio che ognuno di noi sogna.

Oltre a Sam Claflin capace di indossare splendidamente i panni dello scrittore inglese Henry Copper e di Veronica Echegui a suo agio in quelli della sua deliziosa traduttrice Maria Rodriguez, ho apprezzato anche Horacio Garcia, l'Antonio papà di Diego e Horacio Villalobos/Pedro se saprà tenere insieme Henry e Maria nel tour promozionale del libro.

La regista Analeine Cal y Mayor ha fatto centro. 

Consigliato!

La padrina - Parigi ha una nuova regina


 Patience è interprete giudiziaria franco-araba e lavora per la squadra antidroga di Parigi.

La madre è gravemente malata e ricoverata in un centro anziani. I soldi scarseggiano e dopo aver pagato l'ultimo debito del marito che ha perso molti anni fa, vive con le due figlie e si relaziona con Philippe, il poliziotto con cui collabora e al quale deve nascondere la sua nuova identità di padrina, dopo l'intercettazione di una telefonata tra Afid il figlio spacciatore e la madre Farida, l'infermiera che assiste con amore la mamma di Patience.

La donna coraggiosissima e sprezzante del pericolo, seguendo un tutorial sul web, rinnova il suo look travestendosi da araba per vendere la droga trasportata da Afid.

E' una pratica pericolosa e la sua nuova identità le ridà quella voglia di vivere dimenticata.

Nel film al femminile diretto da Jean Paul Salomé, è coinvolgente più del solito Isabelle Huppert che si cambia d'abito indossando numerose identità, senza coinvolgersi più di tanto neanche nella scena con le figlie nelle Galeries Lafayette natalizie, mentre disperde le ceneri della madre che tanto amava quel luogo.

Da questa sera La padrina è in prima visione su Sky.

Consigliato come tutti i film francesi.



Gli anni belli

 E' ambientato nel 1994 il film diretto da Lorenzo d'Amico de Carvalho.

Sono i tempi di Forza Italia ricordati alla perfezione dal bravissimo Stefano Viali, il gestore di Bella Italia camping, un campeggio ideale per le famiglie che si ritrovano per trascorrere il ferragosto insieme.

Una è quella di Elena, formata da Eugenio (Ninni Bruschetta) elitario prof. di greco e Adele (Maria Grazia Cucinotta), la bella e trascurata moglie e mamma.

Elena è una rivoluzionaria che oltre a scontrarsi coi genitori, trova in un gruppo di giovani vacanzieri dei validi alleati, tra loro c'è il talentuoso Luca Attadia, scoperto nel 2015 al teatro Lo Spazio nel  Festival dei nuovi tragici e che apprezzai moltissimo proponendogli di gestire un fan club che creai in suo onore.

Il film è scorrevole, ricorda lucidamente quegli anni, per certi versi belli per altri meno.

I giovani sapevano ancora stare insieme senza sballarsi o eclissarsi al cellulare come accade oggi e allora speravano di cambiare il mondo, oggi si conformano e sperano di essere tutti uguali e non unici.

Per Elena sarà un'estate di belle speranze e novità, prima fra tutte l'amore trovato e rinnovato per i suoi genitori.

Sul finale mi ha fatto pensare a "Notte prima degli esami" con le schede dei personaggi conosciuti durante il film di cui il regista racconta la strada percorsa e i traguardi conquistati.

Non mi è rimasta impressa la colonna sonora che è importante per un film.

Però ne consiglio la visione per ritrovare attori bravi che sono nel cast e per conoscerne e apprezzare stelle nascenti come Luca Attadia.

Il film è in programmazione su Sky.

Gli idoli delle donne

 La coppia di amici e colleghi Lillo e Greg, tornano insieme per far ridere e ci riescono benissimo ne "Gli idoli delle donne" appena visto su Prime e in prima visione su Sky da questa sera.

Eros Puglielli il regista di questa divertentissima commedia, deve essersi divertito tantissimo a dirigere Lillo nei panni del gigolò ma non è stato sempre così, c'è stato un tempo in cui il suo corpo era quello di Francesco Arca, ma la voce è quella di Lillo e già si ride per questo.

Il ricercatissimo gigolò Filippo, dopo essersi salvato la vita da un incidente in taxi, cambia aspetto e perde tutto, ha bisogno dell'aiuto del sapiente Max, un ex gigolò mistico e santone, un vero e proprio insegnante di seduzione grazie al potere emanato dal suo soul gazing, uno sguardo incantatore e irresistibile.

Tale sguardo per Maria (Ilaria Spada) sarà più potente del macete del suo Escobar (Corrado Guzzanti) che uccide tutti coloro che osano toccare la figlia Juanita (Maryna).

Tra narcotrafficanti, santoni e gigolò, Pasquale Petrolo e Claudio Gregori, tornano a quella comicità che ci mancava tanto.

Ringraziandoli per essere tornati, invito a vedere il film

È complicato

 

 

Tutto può succedere, anzi, è più facile fare un salto nel passato nella commedia romantica di Nancy Meyers che è un piacere rivedere per ritrovare una spettacolare Meryl Streep così amorevole e materna nei panni di Jane, una deliziosa pasticcera separata ormai da diversi anni, dieci per la precisione e che vive un ritorno di fiamma con Jack (Alex Baldwin) che l’ha tradita e si e risposato con la giovane e bella Agness (Lake Bell) dalla quale ha avuto un figlio oltre ai tre ormai grandi del primo matrimonio. 

Se si tratta di vero e proprio amore, è difficile anzi è complicato da comprendere ma sarà il tempo a fare chiarezza o forse la presenza dell’ adorabile architetto separato Adam (Steve Martin) che sa fare luce nel cuore di Jane, in cerca forse di una nuova relazione dopo anni di solitudine.

È una coppia particolare quella formata da Meryl Streep e Alec Baldwin però funziona a meraviglia e conquista tanto quanto Cameron Diaz e Jude Law e Kate Winslet e Jack Black in uno dei miei film preferiti L’amore non va in vacanza, diretto tre anni prima di questo, dalla romantica Meyers.

I dolci preparati da Meryl sono gustosissimi solo a guardarli e i suoi foulard Hermes incantano.

Il film è di quelli da vedere e rivedere senza dubbio ed essendo in programmazione su Sky io ve lo suggerisco.


Piccolo corpo


 I film raccontano storie affascinanti, tratte da fatti storici oppure ispirate a romanzi ma Piccolo corpo, l’opera prima della trentenne friulana Laura Samani, David come regista esordiente nel 2021, mostra un santuario dove tornavano a vivere i bambini morti il tempo di un respiro, per poter essere battezzati.

La neo mamma Agata, ha appena partorito e perso la sua bambina e mentre giace nel letto debolissima, si sta svolgendo il funerale della figlia nata morta senza nome e senza essere battezzata.

Agata scaverà nella terra con le mani fino a trovare la cassetta di legno dove giace la figlia senza nome.

Inizia un viaggio verso il santuario in montagna, dove i bambini nati morti tornano a respirare il tempo di ricevere il battesimo.

La mamma debolissima, affronta un percorso tortuoso dalla laguna di Caorle alle montagne della Carnia con la cassetta di legno sulle spalle. 

Nel cammino di speranza di Agata molti saranno quelli incontrati, il primo è Lince, un individuo dagli occhi di un verde meraviglioso e di difficile identità, che le tiene compagnia durante il viaggio anche se all’inizio la fa salire su di un carro e la immobilizza per portarla ad allattare visto che i suoi seni grondano latte materno.

Parlano tutti in dialetto friulano e veneto e sono quasi tutti non professionisti.

La natura selvaggia dei luoghi, rispecchia la rudezza dei personaggi quasi incapaci di provare sentimenti di solidarietà e compassione. È il caso delle donne che soccorrono Agata insanguinata e senza forze e che per l’aiuto offerto, chiedono in cambio i suoi bei capelli che tagliano fino a spezzarli e lo fanno senza pietà.

Affascinano tutti quelli che s’ incontrano nel film, in particolar modo Agata (Celeste Cescutti) animata da un senso materno d’altri tempi e Lince (Ondina Quadri) un essere assimilabile a un folletto dei boschi che porterà a compimento l’unico desiderio di Agata: il battesimo di sua figlia.

Una storia estremamente toccante che affonda le sue radici in quelle tradizioni popolari che studiai all’università e che meritano di essere raccontate.

Il film da questa sera è in prima visione su Sky e vi consiglio di vederlo!

 

Joe Bell


È tratto da una storia vera il film Joe Bell sull’amore di un padre per suo figlio gay bullizzato che si toglie la vita.

Dura sei mesi il viaggio di redenzione che Joe (Mark Wahlberg) compie idealmente col figlio accanto. Ha 45 anni, è smarrito e cerca di insegnare al mondo, valori come il rispetto per chi è diverso da noi e la voglia di amarlo nonostante tutto e al di sopra delle discriminazioni, perché, come ricorda giustamente, non sappiamo quanto tempo abbiamo a disposizione per amare.

Il regista Reinaldo Marcus Green, fa compiere ai protagonisti del film un viaggio reale e visionario, pieno di dolorose consapevolezze e sconfitte. 

Jadin  Bell è interpretato da Reid Miller molto intenso e toccante soprattutto nella scena in cui cerca disperatamente il supporto psicologico di un’amica al telefono dopo l’ennesimo episodio di bullismo subito e che lo spingerà a togliersi la vita. 

Possiamo trovare anche il magnifico Gary Sinise nei panni dello sceriffo, ma tutti lo ricordiamo con affetto in quelli del tenente Dan in Forrest Gump.

Il film in prima visione su Sky da questa sera è da vedere!


La notte di San Lorenzo


 𝕃𝕒 𝕟𝕠𝕥𝕥𝕖 𝕕𝕚 𝕊𝕒𝕟 𝕃𝕠𝕣𝕖𝕟𝕫o è il nono film diretto dai fratelli Taviani.

Affresco della campagna toscana dell'agosto del 1944, che fa da sfondo ad uno dei tanti drammi della seconda guerra mondiale, raccontato guardando però alle tenerezze, alla buona volontà, agli eroismi e alla paura della gente comune.

Presentato in concorso al 35º Festival di Cannes, ha vinto il premio il Grand Prix Speciale della Giuria e il premio della giuria ecumenica. Gli eventi narrati nel film richiamano le drammatiche vicende della Strage del Duomo di San Miniato originariamente attribuita all'esercito tedesco, in realtà causata dagli Alleati. Il film è anche la prima occasione di collaborazione dei due registi con Nicola Piovani. 

Oltre all’eccezionale attore e doppiatore Omero Antonutti nella parte di Galvano, c’è una sorprendente Norma Martelli (Ivana) che ho apprezzato come regista a teatro e che pur non sentendosi bella, è corteggiata da Dilvo, un giovanissimo e già bravo Paolo Hendel. La sopravvivenza e la corsa verso la fine della Guerra e la conquista della libertà tiene insieme un gruppo di gente semplice e solidale, che fa tanta fatica per conservare una certa dignità in mezzo alla miseria e al nulla. Tra le scene più commoventi, c’è quella del pane spezzato e donato al prete che lo benedice durante la messa e lo dona come fosse proprio un’ostia, ai fedeli. 

Spero esaudiate qualche desiderio questa notte ⭐️


PennadorodiTania CroceDesign byIole