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Cento domeniche su Prime video



 Antonio Albanese, sceneggia, dirige e interpreta "Cento Domeniche", un film drammatico, uscito nel novembre del 2023 e in prima visione su Prime Video.

La storia si consuma veloce come l'ingiustizia e la malasorte e ruota intorno ad Antonio, ex operaio di un cantiere nautico, separato serenamente dalla moglie e custode dell'anziana mamma con cui vive; L'abile operaio, ormai divenuto un peso nella fabbrica, è animato dal desiderio di organizzare una bella festa di matrimonio per Emilia, l'unica e amata figlia che sta per sposarsi.

Antonio è un uomo quieto, che ha conquistato una serenità interiore basata sul rispetto per il prossimo.

Gli equilibri iniziano a vacillare quando un giovane impiegato di banca, lo avverte confidenzialmente sulla crisi finanziaria di quel che per tutti gli abitanti del piccolo paesino di montagna in Brianza era un porto sicuro, anzi, un confessionale, come amavano chiamarla tutti quella banca.

Neanche il deus ex machina rappresentato dall'ultimo direttore di banca, e interpretato magistralmente come sempre da Nicola Rignanese, riuscirà a impedire che si compia il tragico destino di Antonio.

Albanese è impeccabile anche stavolta.

Apprezzato in diverse pellicole, l'ultima è Grazie ragazzi, remake del film francese "Un Triomphe", in "Cento domeniche" diviene la voce di tutti i truffati dalle banche, un gruppo di persone modeste che hanno sacrificato la loro vita per il duro lavoro, mettendo da parte i risparmi in banca, per realizzare qualche piccolo sogno e per concludere la propria esistenza degnamente.

La visione è consigliatissima su Amazon Prime.



Califfo a Roma

 Il 30 marzo del 2013 ci lasciava Franco Califano, sensibile paroliere e cantautore che racconta la vita, la sua, quella degli altri e le emozioni autentiche che costellano le sue esperienze umane, siano esse negative come il carcere o la droga e le dipendenze, che positive come le amicizie sincere, l'amore per le donne, per la vita e per la poesia che gli ispirò di notte, tutto ciò che ha scritto per gli altri e per se stesso.

Per rivivere la sua arte, Raiplay ci regala "Califfo a Roma", diretto da Ezio Zefferi, un racconto inedito degli anni '80 in cui Franco si racconta alle telecamere Rai.

Oltre alle toccanti parole di Califano, si possono ascoltare alcune delle meravigliose canzoni che scrisse per Ornella Vanoni e Peppino Di Capri, estremamente poetiche e attualissime.

Questo documentario della durata di 23 minuti circa, ha contribuito a mostrarmi il talento dell'artista a cui sono stati dedicati bellissimi film come Califano con il bravissimo Leo Gassmann.

Santocielo


 Questo film è come un dono di pace e speranza, una pausa dai pensieri che appartengono al quotidiano, alle cose terrene per perdersi tra le preghiere di fede che incoraggiano e rasserenano. 

Ficarra e Picone non solo non deludono, ma incantano immensamente in "Santocielo" il film uscito a Natale 2023 e diretto da Francesco Amato, in prima visione su Prime Video, dove s'incontrano cielo e terra, ossia due ambiti come dire inconciliabili, essendo il cielo una location  privilegiata e popolata dagli 'eletti' e dal Dio Padre, in versione Giovanni Storti poi, davvero irresistibile,  

C'è un ufficio dove vengono recapitate le preghiere degli uomini e smistate dagli angeli appunto.

Tra questi ce n'è uno bello, biondo, canterino: chi se non Valentino Picone!

Ebbene proprio a lui toccherà l'arduo compito di scendere sulla terra, dopo regolari votazioni, perché serve che torni nuovamente il Messia tra gli uomini.

Il biondo Aristide dovrà ingravidare la prescelta. Un po' come è accaduto in passato per opera dello spirito santo.

Tra timori e perplessità ma sperando di cantare nel coro del Signore, come promesso, Aristide scende giù e s'imbatte nel primo uomo, un certo Nicola, ubriaco e disperato per la fine della sua storia d'amore con la moglie Giovanna (Barbara Ronchi).

Per colpa di un'ubriacatura imprevista, i due finiscono in mezzo alla strada e per salvare il primo uomo da un incidente, l'angelo lo tocca con la sua mano piena di grazia, mettendolo incinto mentre lui va in coma.

Nicola è ignaro di tutto, si ritrova tra i piedi questo biondo che si spaccia per qualunque cosa pur di non dire la verità e pian piano viene a sapere di aspettare un bambino.

Anche Giovanna è rimasta incinta ma non di lui.

I due si ritrovano incinti e smarriti ma per fortuna c'è Aristide ad aiutarli da umano qual è diventato avendo perso tutti i suoi poteri celesti.

Il biondo che si finge olandese, incontra e si affeziona a suor Luisa (Maria Chiara Giannetta) con la quale prova i canti per una recita parrocchiale.

Come finirà la storia, i due partoriranno? si rimetteranno insieme? e l'angelo tornerà in cielo oppure resterà sulla terra?

V'invito a vederlo, perché è sia divertente che commovente!

Su Prime Video!

Mostruosamente Villaggio


 Un viaggio travolgente questa sera su Rai3 è stato “Mostruosamente Villaggio”, un documentario inedito, intimo, garbato e poetico, con la voce narrante di Luca Birrazzi, nella vita, tra i film e il suo personaggio più emblematico “Fantozzi”, nato dall’omonimo libro pubblicato nel 1971.  Malinconico, geniale e amante degli scrittori russi come Dostoevskij e della sua Genova, Paolo Villaggio si racconta attraverso le interviste concesse a sua figlia Elisabetta. Sono toccanti anche le parole della moglie e di suo figlio, dei suoi colleghi e amici del cuore come Adriano Panatta, Diego Abatantuono, Cochi, Milena Vukotic e Dori Ghezzi, o quelle dei figli dei suoi cari amici come Emanuele Salce, Ricky Tognazzi e Alessandro Gassmann, lasciando che le immagini dei suoi esordi televisivi, raccontino bene quegli anni emblematici e indimenticabili, quelli dove le relazioni umane erano senza filtri e  tecnologie, quelli dove prese forma  una maschera da cui noi tutti ci sentiamo rappresentati e che trae ispirazione dalla sua reale esperienza frustrante da impiegato. Dai primi lavori in tv con Cochi e Renato, alle proposte di lavoro di Costanzo, per poi arrivare al successo nazionale e oltre i confini nazionali, la carriera di Paolo Villaggio, dello scrittore di libri e canzoni con l’amico De Andrè e dell’attore apprezzato, è accompagnata da una fame continua che lo divora, un appetito oltre che di cibo, di letture, sperimentazioni per essere oltre all’attore comico, quello impegnato sia al cinema che a teatro. Un piccolo gioiello è stato proprio “Io speriamo che me la cavo” diretto da Lina Wertmuller da me personalmente amatissimo. 

Per chi non avesse visto questa sera in prima visione “Mostruosamente Villaggio”, diretto da Valeria Parisi e co-sceneggiato da Elisabetta Villaggio, suggerisco di recuperarlo su Raiplay. 

Un altro ferragosto

 Sarà l'ultima estate per Sandro Molino (uno splendido Silvio Orlando), il capostipite di una famiglia appartenente a quel proletariato sopravvissuto al nazionalismo risorto dalle ceneri di un passato non troppo lontano e che si esprime in modo plateale e spudorato attraverso gli eredi dell'altra famiglia quella dei Mazzalupi, che ha trasformato di nuovo  l'isola di Ventotene in una terra di confine, di esuli, di guerre mai veramente concluse. Anche loro sono tornati sull'isola ad agosto per celebrare le nozze di Sabrina (Anna Ferraioli Ravel), la figlia del compianto Ruggero Mazzalupi (Ennio Fantastichini) che è divenuta un'influencer di spicco e che sta per sposarsi con Cesare (Vinicio Marchioni), un uomo senza scrupoli e valori, che invita alle nozze anche l'ex moglie (Emanuela Fanelli) e il figlio. L’isola è messa a soqquadro dai Mazzalupi che se ne impossessano letteralmente per montare altari e allestire una enorme sala da cocktail a cielo aperto che contenga la stampa e la marea degli invitati all’evento.

E' tutto pronto per il matrimonio da favola di Sabrina che da ragazzina scoprì l'amore attraverso Ivan (Emiliano Bianchi) proprio su quest'isola 27 anni fa e che fu interpretata da Vanessa Marini, che rivediamo in qualche momento quando si torna al passato, inevitabilmente.

Altiero Molino (Andrea Carpenzano), un ricco imprenditore digitale sposato con un modello americano, ha voluto fortemente regalare quest'ultima vacanza a suo padre, nei luoghi dove intellettuali di sinistra costantemente citati dal padre come Altiero Spinelli, Eugenio Colorni, Ursula Hirschmann e Sandro Pertini, vissero come confinati politici, tentando di ristabilire un rapporto di fiducia e d' affetto con il padre ormai smarrito a causa di problemi di tipo cognitivo che lo allontanano dalla realtà.

Ruggero Mazzalupi (Ennio Fantastichini) e Marcello (Piero Natoli) sono assenti eppure costantemente presenti attraverso i ricordi del passato, le loro foto conservate gelosamente dalla vedova Luciana Mazzalupi, la straordinaria Paola Tiziana Cruciani e attraverso alcune scene di "Ferie d'agosto", che commuovono.

Anche Marisa (Sabrina Ferilli), la sorella di Luciana, ricorda il marito che non c'è più, anche se tenta di rifarsi una vita visto che è ancora bella e vitale con l'ingegnere Pierluigi Nardi Masciulli (Christian De Sica).

Cecilia (Laura Morante), osserva il decadimento del marito verso cui si è sempre sentita inferiore anche adesso ma lo ama sempre e comunque e non è pronta a separarsi dall'uomo malato e pronto per l'ultimo e definitivo viaggio.

Si affollano ricordi, memoria e il fragore di un presente avvilente dove sprofondano speranze, certezze e annega l'amore perduto di Luciana per il suo Ruggero, l'amore sognato di Sabrina, sposata infelicemente come previsto dall'amorevole zia Marisa e che rivede solo per qualche minuto Ivan, colui che fu il suo primo e disperato ragazzo.

Tra idealisti e adorabili romantici come Roberto, lo splendido Gigio Alberti, donne schifate dalla vita che mostrano come sa fare molto bene Emanuela Fanelli il disprezzo verso il genere umano che si è autodistrutto, la rassegnazione delle guardie dell'isola interpretate ancora una volta da Rocco Papaleo e Raffaele Vannoli, le hit estive e i canti di un passato che non potrà più tornare, si assiste ad un ultimo più che ad un altro ferragosto. attraverso il definitivo saluto alla vita terrena di Sandro Molino, pronto a consegnarsi a quegli ideali e ai personaggi che hanno affollato la sua mente e motivato il suo impegno giornalistico prima sull'Unità e poi sul web.

E' un film meraviglioso, non solo un sequel di "Ferie d'agosto", è lo specchio dei nostri tempi e attraverso queste due famiglie ritroviamo i nostri pregi, i limiti, la disperazione, la rassegnazione, la faccia più autentica di un'umanità alla deriva.

Paolo Virzì ha fatto centro, un’altra volta, ha fatto anche meglio stavolta con l’aiuto di Francesco Bruni per la sceneggiatura. 

Il film è da vedere con tutto il cuore al cinema!

Supersex 1 stagione

 Cosa mi ha spinto a vedere questa serie sulla vita pubblica e privata di Rocco Tano, conosciuto da tutti come Rocco Siffredi? 

Non certo le migliaia di film che ha interpretato, diretto e prodotto e che non ho mai visto, ma la tenerezza e quel turbamento nel suo sguardo, per cui ho sempre pensato ci fosse un mondo nascosto e inesplorato dietro quell'icona del porno. E in questa serie oltre al culto del corpo, ho trovato quel che cercavo di cogliere: l'anima di Rocco.

Chi è Rocco Tano? è un bambino di provincia, precisamente di Ortona, che vive nelle case popolari con i fratelli e i genitori, inutile dire nella miseria più totale eppure sognando ad occhi aperti come tutti i bambini.

La mamma Carmela lo vuole prete, il piccolo Rocco interpretato da un angelico bambino a cui capita di sfogliare la rivista per adulti Supersex, che darà il nome alla serie, segue in tutto e per tutto il fratello Tommaso che sarà la sua luce guida e con cui andrà a Parigi a 18 anni per fare il cameriere nel suo ristorante.

La voce fuori campo dell'adulto Rocco, concorre a creare un affresco dalle tinte drammatiche e così realistiche della vita di colui che diventerà il pornoattore italiano più famoso al mondo, che parte dall'Abruzzo alla scoperta del mondo, di se stesso e del suo superpotere.

Alessandro Borghi nei panni di Siffredi, in omaggio al Roch Siffredi interpretato dal bellissimo Alain Delon nel film Borsalino, è intenso e molto abile nel mantenere la cadenza abruzzese in tutti i sette episodi. Una cadenza che è difficile perdere, anche se si vive per tanti anni a Parigi, città dove è ambientata quasi tutta la serie oppure in America e a Budapest.

Magistrale l'interpretazione di Adriano Giannini nella parte di Tommaso, e anche bravissima Jasmine Trinca in quella di Lucia, la bellissima ragazzina abruzzese che diventerà donna tra le strade di Pigalle e l'amore senza fine verso il suo Tommaso.

Sono evocati personaggi che attraverso il porno divennero famosi come Riccardo Schicchi interpretato dal bravissimo Riccardo Nemolato e Moana Pozzi.

Tra sesso e amore c'è un abisso che in questa serie è raccontato molto bene rendendo i sette episodi toccanti fino alle lacrime.

Bisogna vedere Supersex su Netflix, assolutamente.

Io l'ho fatto e ne sono rimasta entusiasta.

In attesa della seconda stagione, ringrazio Matteo Garrone, Francesco Carrozzini e Francesca Mazzoleni per averlo diretto e Francesca Manieri per la splendida sceneggiatura.

E grazie anche agli eccezionali Borghi e Giannini!


Califano


  “Califano” è il film dedicato al ventennio (‘63/‘84) in cui scoprì il suo talento e divenne prima autore poi cantautore, l’artista romano che alla sua libertà dedicò la vita intera e tutta la sua arte, il Poeta Franco Califano.

A ricostruirne le gesta è il regista Alessandro Angelini attraverso Leo Gassmann, cantante ed emozionante in questa sua prima prova d’attore. 

È sorprendente l’abilità del talentuoso Leo nel mostrare l’anima di Califano, la sua sensibilità che gli ispirò i versi delle sue poesie che poi saranno splendide canzoni che scriverà per artisti come Ornella Vanoni, Mia Martini e Mina e poi per se stesso. 

L’amore per la libertà che lo allontanò dalla moglie e dalla figlia frutto del suo primo e importante amore, poi da Mita Medici, il suo secondo grande amore, non lo separò mai dai suoi grandi e inseparabili amici.

Il racconto del Franco uomo senza catene, nemmeno in carcere, è intenso e accurato con bellissime immagini di repertorio, una fra tutte quella dei primi Ricchi e Poveri di cui fu il primo a credere e che produsse.

Da notare anche la scrupolosa attenzione nella scelta delle montature degli occhiali da sole che il Califfo era solito indossare  e la perdita di peso che Leo ha ottenuto per somigliare al Poeta negli anni della sua gioventù.

È un film toccante che sarà possibile rivedere, per chi lo avesse perso stasera in prima visione, su Raiplay!

La visione è consigliatissima!

Bravo Leo, tuo nonno sarebbe stato anzi sarà orgoglioso di te! 

Christmas & Co

 Si avvicina il Natale e il nostro desiderio più grande è quello di conoscere Santa Claus.

Qualche volta i desideri si avverano ed è questo il caso in cui facciamo l'incontro più atteso, quello con Santa Claus in persona, giunto sulla Terra con le sue renne, solo per estrema necessità.

Il caso ha voluto che un elfo si sia ammalato, contagiando tutti gli altri impegnati nella preparazione dei regali di Natale.

Santa si affretta insieme alla sua Wanda, a trovare una soluzione: serve la vitamina C che Claus cerca nel mondo degli umani.

Ed è così che Santa entra in contatto con il nostro mondo da vicino, un mondo estraneo al suo concetto del donare, qui è tutto in vendita e per avere qualsiasi oggetto, vitamine comprese, occorre comprarle.

Nella fase iniziale della sua discesa sulla Terra, precisamente a Parigi, Santa viene arrestato, frainteso, deriso e incompreso.

Poi però s'imbatte in due giovani genitori che lo aiuteranno coi loro bambini a ritrovare la strada della guarigione per gli elfi da un malanno che li ha coinvolti in massa.

Alain Chabat dirige questo bellissimo film nel quale si ritaglia la parte di Santa Claus, al suo fianco Audrey Tautou la bella moglie Wanda Claus.

I giovani sposi che lo ospitano a casa, aiutandolo a procurarsi le vitamine per le migliaia di elfi malati, sono Amelie (Golshifteh Farahani) e Thomas (Pio Marmai).

I meravigliosi figli sono Maelle (Tara Lugassy) e Mathis (Simon Aouizerate).

E' suggestivo il viaggio sulla slitta di Santa Claus che sfreccia lungo i Campi Elisi illuminati per Natale, passando dentro l'Arco di Trionfo.

Un film natalizio di qualche anno fa ma che scopro su Prime video con piacere.

Visione consigliata!

Barbie

Ogni donna amerebbe vivere a Barbieland, immersa in un mondo rosa, pieno di donne autonome e professioniste nei vari campi, con una casa di proprietà, un'automobile e un buongiorno felice al mattino. 



In questa galassia di Barbie, spicca Barbie prototipo, la classica bionda, alta, magra che saluta ogni giorno il suo miglior amico: Ken, che in realtà vorrebbe essere molto più che un amico anche se sono entrambi asessuati.

Questa coppia biondissima però, un giorno perde l'equilibrio, da quando Barbie prototipo inizia ad avere pensieri di morte e le preoccupazioni simili a quelle degli umani e si sente inspiegabilmente cambiata e priva di certezze.

Cosi decide di fare un viaggio nel Real Word, il mondo reale, per ritrovare la perfezione perduta.

Nel mondo reale, Barbie, si sente ulteriormente smarrita e confusa, perché comprende che la vita è un continuo cambiamento, e tutto ciò è ingestibile e terrificante per una bambola.

Il viaggio nel mondo perfetto di Barbie e in quello reale, è sorprendente e favoloso, in questo film ispirato alla bambola della Mattel più amata dalle bambine di tutto il mondo, dove Margot Robbie ride e piange ed emoziona immensamente nei panni di Barbie prototipo mentre il suo Ken (perché ce ne sono tanti) è interpretato da Ryan Gosling.

La regista Greta Gerwing in questo film meraviglioso racconta il dramma delle donne con leggerezza, attraverso la bambola bellissima della Mattel di cui ricostruisce la casa, il suo modo di muoversi senza alcuno sforzo, l'esigenza di libertà in un mondo rosa dove non c'è posto per la prevaricazione maschile e in cui le donne sono libere di essere se stesse e persino felici.

Eppure a contatto con il mondo reale, Ken trasforma quell'idilliaco Paese rosa, in un posto dominato dagli uomini.

Toccherà a Barbie prototipo l'arduo compito di liberare Barbie Land dal patriarcato, scoprendo la bellezza della vita reale.

Non potevo salutare il 2023 senza vedere questo film uscito a luglio al cinema.

Ne consiglio la visione perché è pieno di significati profondi, di vita vera oltre quella sognante delle bambole create dalla Mattel.



Buon Natale da Candy Cane Lane

Per vedere questo film è indispensabile indossare un pigiama o maglioncino natalizio per immergersi completamente anzi tuffarsi nella magia più bella che un film sul Natale abbia saputo raccontare: quella condivisa con la famiglia.
La storia è sorprendente e suggestiva.
Gli effetti speciali sono irresistibili ed Eddy Murphy è stato geniale a produrre e interpretare un film di tale bellezza. Impossibile non restare a bocca aperta di fronte  alle scene di una storia che oscilla tra il terreno e il fantascientifico, e in cui sono a confronto gli uomini con gli elfi e quelli che una volta erano uomini e trasformati in statuine microscopiche e parlanti, imprigionati in un corpo e in un mondo microscopico che tanto attrae gli umani. Poi ci sono gli animali, un’invasione di cigni e di altri stupendi amici di noi umani.
Ho avuto il privilegio di scoprire quest’anteprima su Sky oggi, ammirando tante cose nel film, in primis il fatto che l’unione familiare e il gioco di squadra sono priorità assolute, anzi, sono la nostra forza, cosa di cui spesso ci si dimentica ed è un vero peccato! 
Mi sono innamorata di Babbo Natale di colore! 

Visione consigliatissima! 

Elf me


 Questo non è il classico film di Natale pieno di dolcetti per i bambini buoni e di carbone per quelli che lo sono stati meno.

Qui i bambini si trasformano in supereroi per salvare Trip, un elfo speciale catapultato sulla terra per compiere magie, creando regali fantastici  e per ricucire le ferite di un cuore spezzato come quello di Elia (Federico Ielapi).

Elia è un ragazzo splendido che vive con la madre giocattolaia in un paesino di montagna dove si respira l’atmosfera natalizia, sono soli da quando il papà li ha lasciati. 

Speranzoso il tenero Elia, attende il ritorno di suo padre (Giorgio Pasotti) insieme alla mamma, la graziosa Anna Foglietta che sta vendendo sempre meno giocattoli retro nel suo negozio da quando l’abilissimo giocattolaio rivale, il sensazionale Claudio Santamaria, propone giochi alla moda. 

Gli effetti speciali rendono questo film davvero attraente e tutto grazie alla firma di Gabriele Mainetti che diresse Santamaria in “Lo chiamavano Jeeg Robot”. Il buon Claudio che aveva pugni d’acciaio nel bellissimo film appena citato, adesso oltre al giocattolaio, veste i panni del nonno più amato da tutti i bambini del mondo, proprio Babbo Natale. 

Visto su Prime dove è in prima visione dal 24 novembre, ho trovato il folletto Lillo/Trip, davvero irresistibile e credo sinceramente che “Elf me” sia  un film corale con un grande cast dai più giovani con la stella nascente Linda Zampaglione ai volti noti e vere e proprie garanzie di successo come Caterina Guzzanti. 

Per la storia commovente e divertente, lo trovo adatto sia per i grandi che per i bambini, anzi un vero spasso! 

Ne consiglio la visione!

Napoleon solo al cinema

 Attendevo l'uscita del film con immensa curiosità ed emozione e tutta la mia stima verso Phoenix, mossa dal mio amore per la Francia condiviso durante la visione del meraviglioso film diretto magnificamente da Ridley Scott.

La recensione

 "Napoleon" si erge sui tumulti del popolo assetato del sangue della regina in quella che fu la più grande rivoluzione della storia moderna. 

Poco importa se abbia assistito oppure no alla decapitazione di Maria Antonietta a Place de la Concorde, ciò che conta è quel che il sottotenente d'artiglieria assorbirà da quella vicenda storica: lo spirito rivoluzionario che lo condurrà da abilissimo generale dell'esercito francese a risollevare le sorti di un Paese monarchico e solo da poco libero e desideroso di risorgere.

Per rappresentare il potentissimo personaggio che volle conquistare il mondo, è stato scelto Joaquin Phoenix, che passa con disinvoltura e nonchalance da Commodo, lo spietato imperatore romano de "Il gladiatore" al sicuro e determinato imperatore corso che fece tremare la Terra il giorno della sua dipartita, come scrisse il Manzoni nella splendida ode "Il cinque maggio" a lui dedicata.

Nel biopic colossale dedicato a Napoleone Bonaparte, si assiste al frastuono dei fucili, ai rumori assordanti dei cannoni per cui lo stesso generale si copre le orecchie con le mani per non udire, alla moltitudine di soldati morti ammazzati nei campi di battaglia, per terra e per mare e persino annegati in un lago ghiacciato che sotto il peso delle bombe cede, lasciando cadere giù militari armati, colpiti e sconfitti che finiscono nell’abisso rosso sangue.

Attraverso le gesta eroiche di colui che per i francesi fu un Cesare, un re da venerare, un semi Dio, è mostrato l'orrore della guerra in ogni modo, sia dalla parte dei vincitori che da quella dei vinti.

E si sente il freddo gelido dei soldati che cadono nel lago ghiacciato oppure il calore di Napoleone che giace nel letto con l'amatissima Giuseppina.

Oltre alla guerra, nel film ha un peso notevole l'amore dell'imperatore per la donna che non potrà dargli un erede e che tuttavia amerà per sempre.

Cariche di emozione sono le epistole che Napoleone scrive alla sua Giuseppina che non smetterà mai di sentire vicina fino all'ultimo dei suoi giorni.

Mentre assistevo alla visione del film pensavo al Musée de l'Armée di Parigi dove ammirai la monumentale tomba di Napoleone Bonaparte e un numero incredibile di armi, come i cannoni che sono nel film.

Phoenix è stato semplicemente perfetto in ogni scena, attraverso i suoi sguardi severi ed eloquenti, il volto segnato da rughe d'espressione e magnetico a cavallo e nelle numerose divise indossate, fiero eppure dotato di una profonda sensibilità, un generale amante sia della Francia che del buon vino di Borgogna.

 "Napoleon" è un viaggio nella storia dell'Europa e un ritratto dell'uomo con le sue debolezze oltre che del politico onnipotente.

 E' un film di rara bellezza.

Dal 23 novembre solo al cinema


Da vedere assolutamente

Rosso Bianco & Sangue Blu





 
La prima visione su Prime video questa sera è una favola con un reale  tra i protagonisti, il principe Henry d’Inghilterra innamorato e ricambiato da Alex, il figlio del presidente degli Stati Uniti.

Il film tratto dall’omonimo bestseller di Casey McQuiston pubblicato nel 2019 e adattato da Matthew Lopez, mostra il vero amore con tutte le sue implicazioni e nello specifico con gli ostacoli e i divieti di una condizione sociale privilegiata ma solo all’apparenza.

Nicholas Galitzine è uno splendido Henry nelle vesti di un principe omosessuale che s’innamora di un ragazzo bisessuale come Alex, figlio del presidente americano Uma Thurman.

La storia è una favola moderna con un inedito lieto fine.

Irresistibili le numerose citazioni e soprattutto la presenza dell’adorabile Stephen Fry, indimenticabile nella magistrale interpretazione di Wilde e qui un re autoritario e tuttavia conciliante.

Film consigliato! 

 

La primavera della mia vita


 Zavvo Nicolosi dirige senza sbavature il film d’esordio di Colapesce e Dimartino, il duo musicale che dal 2020 miete successi come i semi di cui si nutre Antonio (Dimartino) da quando ha scelto di seguire la dottrina ‘Semenita’ che lo condurrà alla realizzazione del sé. 

Il road movie è funzionale al racconto visionario ed estremamente realistico dove la Sicilia con le sue affascinati tradizioni e i luoghi comuni, coi suoi cibi prelibati che tanto mancano a chi come un certo William Shakespeare, è emigrato in Inghilterra, è sia la terra d’origine dei due artisti che il luogo in cui si trovano a vivere i due quarantenni, dei musicisti in crisi creativa cresciuti con i Grandi degli anni ‘70 come Jim Morrison, i quali si ritrovano accanto a Madame (nel film) cercando di trovare un senso nel viaggio che stanno compiendo insieme.

Si ritrovano dopo tre anni e non è dato sapere fino alla fine se resteranno insieme o se le loro strade si divideranno.

Tra metafore esistenziali, consapevolezze, euforia, illusioni e sogni, il cammino diventa una vera e propria scoperta di personaggi così distanti eppure accomunati dall’esperienza terrena.

Due piccoli principi tra le galassie, desiderosi di conoscenza.

Irresistibili Isabel Russinova, Stefania Rocca e Roberto Vecchioni, nei panni del professore, nel film come nella vita.

Ho amato “La primavera della mia vita” trovando sia nelle immagini che nella storia narrata, un linguaggio universale.

Ne consiglio la visione su Prime Video!  


Romantiche


 Pilar Fogliati scrive, dirige e interpreta con la preziosa e saggia collaborazione di Giovanni Veronesi un film molto interessante sull’universo femminile attraverso quattro giovani donne solari e inesperte, apparentemente sicure e autonome eppure così bisognose di conferme o meglio del confronto con una psicoterapeuta il cui approccio è cognitivo comportamentale e lei è Barbra Bobulova.

L’incontro e il confronto con l’altro sesso, rispecchia le relazioni sentimentali odierne in cui l’uomo forse non è mai cambiato, sentendosi al sicuro chiudendosi dentro la corazza di un contratto matrimoniale oppure correndo da una escort insieme all’amico del cuore, fidanzato da anni e dichiarandosi sfacciatamente single.

È cambiato il ruolo della donna non più e non solo custode del focolare domestico ma anche donna in carriera, indipendente e libera di mandare il proprio uomo a quel paese se non riesce ad esserle fedele.

Bella la colonna sonora di Levante che è nel film nella parte di se stessa e anche Rodolfo Lagana nei panni di Mario Tozzi il fornaio. 

Nonostante le maschere che noi donne siamo spesso abituate a indossare, restiamo essenzialmente romantiche ed è forse questo uno dei motivi per cui gli uomini ci amano così tanto.

Il film scoperto su Prime Video è da non perdere, Pilar è un portento!


In un paese che non esiste più


 A Berlino Est, pochi mesi prima della caduta del muro, una diciottenne si trova improvvisamente catapultata nella vivace scena della moda della Germania Est, quando una sua foto rubata finisce sulla copertina di "Sybille", una rivista femminile definita "la Vogue dell'Est".

Insieme all'affascinante ed esuberante stilista Rudi, Suzie, s'immerge in un'elettrizzante mondo fatto di moda e creatività, opposto al grigiore della fabbrica in cui lavora da quando è stata espulsa dalla scuola per aver letto un libro non in linea con la scena politica dominante.

Suzanne s'innamora di colui che ha rubato quello scatto, il fotografo Coyote, un ragazzo talentuoso e ribelle.

Il film ispirato a fatti realmente accaduti, è ambientato a Berlino, nell'estate del 1989.

"Non va mai come vogliamo perché va sempre molto peggio" è una delle frasi che maggiormente esprime il senso di questa storia piena di delusioni, di lotta e di speranza  di una ragazza orfana di mamma, alla ricerca di una vita e di un mondo decisamente migliore.

Il film scoperto piacevolmente su Raiplay,  è diretto da Aelrun Goette, con Marlene Burow, Sabin Tambrea, David Schutter, Claudia Michelsen, Jordis Triebel. 

Ne consiglio la visione!


 

So tutto di te


 C’era una volta un incantevole puparo siciliano e un agente immobiliare, un nonno legato indissolubilmente ai suoi pupi eroici e un nipote incapace di comprendere le persone, buono solo ad equivocare e a perdere chances, frenando la sua ascesa professionale.

Inizia così la storia di questo film narrato con ironia e stile da Lipari che ha diretto e recitato con  attori eccezionali come Leo Gillotta, il puparo e nonno di Roberto, che in una società gestita dalla tecnologia e dagli algoritmi, tenta l’impresa più ardua di tutte: riempire un teatro ormai deserto e destinato a finire nelle mani dell’agenzia  immobiliare che porterà all’affermazione professionale suo nipote.

Vi lascio scoprire questa favola diretta abilmente da Roberto Lipari che è anche il protagonista, dove sarà possibile ammirare oltre a Gullotta, che qui mi ha ricordato molto il Geppetto di Manfredi, Sergio Friscia, Barbara Tabita, Roberta Rigano, Davide Tutti.

Non perdetevi questa bellissima storia su Prime video! 

Sqizo un documentario di Duccio Fabbri


 Louis Wolfson e la sua straordinaria vita di scrittore diagnosticato schizofrenico e costretto a subire elettroshock che secondo gli psichiatri, nella narrazione di Louis in persona, di fronte alla macchina da presa di Duccio Fabbri, non avrebbero provocato danni al cervello solo perché non erano loro stessi a subirli, l’esperienza con la malattia mentale e con la psichiatria che lo scrittore considera la vera causa della sua schizofrenia, s’intrecciano con l’esigenza di cercare un idioma personale attingendo al tedesco, alla lingua ebraica e al francese, discostandosi dalla lingua madre, l’inglese, essendo nato nel Bronx. Questa estenuante ricerca di un linguaggio nel quale riconoscersi, è raccontata nel documentario seguito con trasposto e stupore, questa sera in prima visione su Rai5.

Duccio riesce a trovare in Porto Rico lo scrittore che attraverso le pagine di un racconto doloroso ed essenziale scritto da chi aveva l’estrema urgenza di raccontarsi e finito in una scrivania della Gallimard, affascinando Sartre, Lacan e Deleuze, era divenuto uno scrittore apprezzatissimo nonostante vivesse in solitudine e in condizioni precarie.

Si sente più a suo agio ammirando le stelle e il cielo che in mezzo agli uomini che non hanno fatto altro che deluderlo anche quando diventa milionario eppure perde la sua fortuna per colpa delle banche che investono il suo denaro in titoli fasulli.

L’eclissi ammirata sulla sdraia in spiaggia in compagnia della musica classica e della telecamera di Duccio, è un congedo dolce e romantico dallo scrittore perso tra le sue parole, gli amari ricordi e le miserie umane. 


Raul Gardini la docu-fiction nel ricordo dell'imprenditore a 30 anni dalla sua scomparsa

 Fabrizio Bentivoglio con il suo stile inconfondibile, un eloquio pacato, profetico ed elegante,  diventa Raul Gardini nella docu-fiction dedicata all'imprenditore romagnolo illuminato, temuto e abbandonato al suo ineluttabile destino, trasmessa su Raiuno il 23 luglio 2023 a trent'anni di distanza dalla sua dipartita, il 23 luglio del 1993. 

L'intervista di Gardini con la giornalista interpretata da Pilar Fogliati, che ricordo insieme a Bentivoglio in "Forever Young" il remake di una commedia francese con la regia di Fausto Brizzi, è l'impalcatura sulla quale il bravissimo Francesco Miccichè costruisce il ritratto dell'imprenditore idealista e concreto, che ama il suo lavoro tanto quanto la sua famiglia e la vela, in cui compie un'impresa storica vincendo con Il Moro di Venezia di cui era l'armatore, la Louis Vuitton Cup, perdendo la Coppa America ma rendendo la vela uno sport popolare da elitario che era stato fino a quel momento.

L'uomo fermamente convinto che "il capitalismo fosse lo strumento di un bene comune" e ambientalista, è ricordato attraverso alcune sue immagini e le testimonianze di giornalisti come Minoli che lo aveva intervistato, amici ad altre personalità che lo hanno conosciuto e che hanno vissuto quegli anni di cambiamenti e di tumulti come fu il 1992 l'anno di Mani Pulite con Antonio Di Pietro.

Gardini era convinto che gli uomini d'affari dovessero essere lontani dalla politica e credette a ciò per tutta la sua esistenza.

Il film ripercorre anni cruciali per l'Italia e per il mondo intero ed è stata un'immersione nella storia che precorreva i tempi e Raul Gardini fu un vero precursore.

Fortunatamente è possibile rivedere la stupenda fiction su Raiplay.

Da non perdere!

Il robot che sembrava me


 Il 2000 era atteso come l’anno delle macchine volanti, dei cibi sintetici (ci stiamo arrivando), dei robot che lavorano al posto nostro.

Nel film visto questa sera in prima visione su Prime video, ambientato nel 2032, i robot convivono con l’uomo e spesso lo sostituiscono come accade a Charles ed Elaine, l’uno donnaiolo, impegnato ad ordinare la sua agenda piena d’incontri passionali, l’altra accumulatrice di borse costosissime ricevute in regalo dal ‘pollo’ di turno che lascerà corteggiare alla sua sosia bionica.

Possedere un robot che sia un sosia, è reato però sia Charles che Elaine ne hanno uno, somigliante al 100% e che un amico ha progettato per salvare la vita a entrambi sia dalle responsabilità quotidiane che dall’amore.

Inaspettatamente questi due robot, pur non avendo bisogno come noi umani, di mangiare o di dormire, insegneranno agli aridi Charles ed Elaine, cos’è l’amore.

È una storia spiazzante, attualissima e sconvolgente in cui Shailene Woodley e  Jack Whitehall sanno mostrare magnificamente i limiti di un’umanità alla deriva, dove non c’è più spazio per la solidarietà e il solo fine è quello di prendersi gioco del prossimo. 

Tratto dal romanzo di Robert Sheckey, “Il robot che sembrava me” è lo specchio di quel che accadrà a noi umani.

Visione consigliata! 

PennadorodiTania CroceDesign byIole