Scompartimento n. 6

In una realtà come quella nella quale siamo immersi, dipendenti dalla comunicazione a ogni costo, rintracciabili costantemente al cellulare e sui social, Scompartimento n. 6 è non solo un road movie, da Mosca a Murmansk, all'estremo nord-occidentale della Russia europea a due passi dal Mar di Barentz, ma un vero e proprio viaggio nel passato, dove i due protagonisti non possiedono il cellulare, solo un walkman con le cuffie tenute da un cerchietto sulla testa e una telecamera di quelle che non se ne trovano più.

Sembrerebbe impossibile che in mezzo a tante privazioni, si possa esistere, ce ne siamo dimenticati e il regista finlandese Juho Kuosmanen, ispirandosi al romanzo di Rosa Liksom, ci ricorda che si può vivere anche così, in mezzo al nulla, tra vagoni sovraffollati, un controllore donna severa ma sulla quale si può contare per avere una bustina di tè, ed è così che i due protagonisti dividono la cuccetta da estranei, ognuno tormentato a suo modo, lei Laura, una studentessa finlandese avvolta da una strana malinconia per la mancanza dell'amata Irina, che la lascia partire sola da Mosca, nonostante le temperature gelide, per visitare delle iscrizioni rupestre millenarie, i petroglifi, lui è Ljoha, un minatore il cui viaggio, eccetto la sosta dalla madre, ha il solo scopo di raggiungere il posto di lavoro.

I due giovani si ritrovano a condividere senza privacy una cuccetta. Lei tenterà invano un posto più tranquillo ma alla fine si abituerà alle stranezze di quel ragazzo che osserva da un'altra prospettiva, come solo le donne sanno fare.

Mentre si guarda il film, oltre a viaggiare tra la steppa desolata e il gelo, ci si perde nella disperazione dei due giovani che cercano una via di fuga a una vita priva di prospettive.

Nell'unica sosta del treno, dove i due si ritrovano a dormire a casa della mamma di lui, è molto divertente il discorso della rassicurante signora, che considera esseri umani, solo le persone con i capelli rossi... non potrei essere più d'accordo.

Seidi Haarla, rossa di capelli e Yuriy Borisov, potrebbero essere usciti tranquillamente dalla penna di Cechov, e straordinari nell'emanare calore mentre si rotolano sulla neve gelata nel viaggio di ritorno dalla visita ai petroglifi.

Il film ha meritato al Festival di Cannes il Gran Premio della Giuria insieme al film Un eroe un riconoscimento meritatissimo.


Questo magnifico esempio di cinema è in prima visione su Sky ed è consigliatissimo!

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2 commenti:

  1. W i rossi...sempre per bellezza e intelligenza...internet è comodo per tante cose...in tempo reale i medici controllano tue analisi e hannotutta la tua storia clinica davanti in due clik...per altro verso mi manca la riservatezza di un tempo.....

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    1. Sì, è vero. Sia per quanto riguarda i rossi che sul discorso della tecnologia! È proprio così!

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PennadorodiTania CroceDesign byIole