IL CARRO DI DIONISIO

                                FESTIVAL INTERNAZIONALE TEATRO ROMANO VOLTERRA 

XX EDIZIONE


    luglio | agosto 2022    

 

   nell’ambito del programma di

 

       Volterra 22 Prima Città Toscana della Cultura 


                                                                 

      IL CARRO DI DIONISIO  

Teatro Romano

Volterra

20 luglio 2022

Ore 21:30

 

Prosegue il Festival Internazionale Teatro Romano Volterra, con  Il Carro di Dionisotratto dall’opera di Ettore Romagnoli, che andrà in scena domani 20 luglio 2022 sul palco del Teatro Romano di Volterra, alle ore 21:30. Lo spettacolo è prodotto da Asso Teatro, con adattamento e regia di Vito Cesaro, musiche di Roberto Marino, con  Marco Reggiani, Claudio Lardo, Christian Salicone, Filippo D’Amato, Giuliana Meli, Vito Cesaro.

 

“Questo dramma satiresco – spiega Vito Cesaro - è riconducibile nella sfera del culto del dio Dioniso, dio dell’estasi, del vino, dell’ebbrezza e della liberazione dei sensi; la commedia antica si caratterizzava per la struttura abbastanza semplice in cui il coro era costituito da elementi travestiti da satiri caprini che si muovevano sulla scena alternando momenti di recitazione teatrale a momenti di vivace danza chiamata sikinnis. In una felice simbiosi, il dramma satiresco presentava la struttura della tragedia e il colorito farsesco della commedia. Le storie erano di tipo comico, a volte addirittura parodie di episodi mitologici, che presentavano i satiri nelle situazioni più disparate. Nel dramma satiresco, troviamo dunque aspetti burleschi e grotteschi. Il testo originario, come altri testi teatrali del primo ‘900 era composto in rime. Il lavoro di adattamento dell’opera, nel rispetto del testo originario, lo ha reso più scorrevole, veloce, con battute comiche a chiusura che ne spostano l’asse da dramma in rime a commedia brillante-comica. Sebbene la produzione dei drammi satireschi durante l’età classica fosse molto cospicua, ai giorni nostri è giunto un solo testo integro, il Ciclope di Euripide. A questo si aggiungono alcuni frammenti dei Pescatori di Eschilo e dei Segugi di Sofocle. Il Carro di Dioniso è stato rappresentato per la prima volta a Siracusa nel 1914, scritto da Ettore Romagnoli grecista e letterato italiano, docente universitario a Catania, Roma e Milano. Romagnoli, divenne celebre come saggista e critico letterario, traducendo con grande perizia critica varie opere greche tra cui le tragedie di Euripide, Eschilo e Sofocle, le commedie di Aristofane, l’Iliade e l’Odissea di Omero, ed è a lui che va il nostro ringraziamento per questa ‘perla’ della cultura classica. I personaggi della commedia sono particolari, divertenti, caratterizzati e per certi versi surreali. Si muoveranno in una scena appariscente, sfavillante e colorata”.

 


 

Rita Sanvincenti                                                                                           

Responsabile Comunicazione - Ufficio Stampa 

Festival Internazionale Teatro Romano Volterra

mob. +39 336 417344 


Caro Evan Hansen

"Vorrei essere parte di qualcosa, vorrei che le cose che dico interessassero a qualcuno" Evan Hansen 

Stephen Chbosky dirige l'adattamento dell'omonimo musical.

Evan è uno studente ansioso e solitario che finge di essere stato amico di Connor Murphy, un coetaneo suicida.

Costruisce un castello di bugie, sia a scuola che con la famiglia di Connor, l'unico ragazzo che gli abbia firmato il gesso sul braccio dicendogli: "così fingiamo entrambi di avere un amico".

La lettera che inizia con : "Caro Evan Hansen..." non è altro che un esercizio suggerito dall'analista di Evan, uno scritto motivazionale.

Ben Platt è Evan Hansen, lo stesso attore del musical, è empatico, struggente, sia nella parte del ragazzo affetto d' ansia sociale che in quella del figlio trascurato dalla madre, la splendida Julianne Moore che per necessità deve fare turni straordinari in ospedale, da quando il padre li ha lasciati per sempre.

L'insicuro liceale, si ritrova a recitare la parte dell'unico amico di Connor Murphy (Colton Ryan)e a raccogliere i fondi per dedicare a Connor il frutteto che tanto amava e raccontando una storia bellissima che ha saputo incantare tutti, sulla loro esperienza sull'albero dal quale osservavano il mondo dall'alto. I social s'infiammano, le donazioni giungono copiose, migliaia di adolescenti ringraziano per aver trovato la forza di reagire alle proprie frustrazioni, attraverso le parole di conforto di Evan. 

Anche la madre di Connor, attraverso i racconti di Evan, trova immensa forza e una certa pace interiore che la sostiene nell'accettazione della prematura scomparsa del figlio ed è molto commovente Amy Adams nei panni di Cynthia Murphy, amorevole e affettuosa con Evan, come non sapeva essere la vera madre perché affranta da un dolore profondo.

Ma il castello di bugie si sgretola e la vita che Evan sognava di vivere, si trasforma in una presa di coscienza che tutto deve proseguire, ma partendo dalla verità della sua condizione di ragazzo non privilegiato che dovrà lavorare per potersi pagare il college.

I riflettori nel film sono puntati sugli adolescenti, fragili e condizionati dai social ma non solo.

Dall'altra parte ci sono i genitori, altrettanto fragili e insicuri e per questo incapaci di comprendere e amare i propri figli e i rapporti conflittuali tra fratelli come Zoe (Kaitlyn Dever) che non ha avuto il tempo di conoscere il vero Connor, con il quale si è solo scontrata.  

E' una storia interessante, da vedere sicuramente. 

Caro Evan Hansen è in prima visione da questa sera su Sky.



C’era una volta il crimine


 Il terzo capitolo della fortunatissima saga diretta da Massimiliano Bruno, è finalmente su Sky cinema da questa sera.

Come si fa a perdersi la Banda della Magliana che sconfigge l’esercito tedesco, oppure la magistrale interpretazione del Duce di Duccio Camerini?

Il viaggio nel tempo questa volta ci conduce all’8 settembre del 1943, la data dell’armistizio, in un’Italia esanime, popolata da tedeschi da un lato, partigiani dall’altro e tra nazisti, fascisti e partigiani piombano i nostri eroi con un bottino niente male: la Gioconda di Da Vinci appena trafugata dal castello di Chambord!

La Guerra è finita, non le ostilità e la banda capitanata da Moreno (Marco Giallini) con l’ardimentoso Giuseppe (GianMarco Tognazzi) che s’innamora di Adele (Carolina Crescentini) la nonna di Moreno, che è ancora giovane e bella e una new entry ossia Claudio, l’erudito professore di storia interpretato da Giampaolo Morelli, che sarà d’aiuto ai suoi compagni di viaggio, si imbatte in uno dei più esemplari partigiani come Sandro Pertini interpretato magnificamente  da Rolando Ravello con il quale vivono momenti pericolosi come l’esplosione di un ponte e piacevoli come la spassosa partita a carte.

Il ritorno nel presente non potrà compiersi senza un Massimiliano Bruno Rambo d’eccezione che con la sua Lara Croft la bellissima Giulia Bevilacqua, strapperà i nostri eroi da morte certa per mano dei tedeschi.

 Ma arrivano i rinforzi, si tratta di Renatino (Edoardo Leo) con Sabrina (Ilenia Pastorelli) e il gruppo di Ultrà che consentiranno a Moreno e a Claudio di tornare nel presente. Giuseppe vuole restare ancora un po’ dentro la storia per raggiungere la sua Adele e darle il suo definito saluto. Forse, chissà…

Tra memorabili citazioni e ricordi bellissimi, frasi amatissime di cantanti indimenticabili come Gaber, si conclude il terzo capitolo di un viaggio nel tempo davvero emozionante, divertente e a tratti commovente!

Consigliatissimo!


NURARCHEOFESTIVAL XIV edizione


NURARCHEOFESTIVAL XIV edizione 


15 luglio - 1 agosto 2022 | Orroli – Sadali – Nurri (Sardegna)


Dal 15 luglio al 1 agosto la Sardegna accoglie il ritorno della quattordicesima edizione di NurArcheoFestival nella Valle dei Laghi, fra Orroli, Sadali, Nurri, con un cartellone di oltre venti spettacoli, comprese due anteprime nazionali e molte prime regionali. Una rassegna che unisce il patrimonio storico e culturale dell’Isola con il teatro, in luoghi di grande interesse archeologico, organizzata dalla compagnia cagliaritana Il Crogiuolo, diretta da Rita Atzeri, che firma il festival con l'attrice Iaia Forte.


Una programmazione ricca e serrata che mette in mostra una parata di stelle della scena italiana, in cui si annoverano nomi di livello assoluto come Iaia Forte, Stefania RoccaTommaso Ragno, Giuliana Musso, Marco Baliani, Motus, passando per Stefano Sabelli, Paolo Panaro, il Teatro Bertolt Brecht di Formia e Residui Teatro di Madrid, insieme a tanti altri grandi artisti e artiste del panorama nazionale che arricchiranno l’offerta del Festival. Anche in questa edizione il Nurarcheofestival continuerà a essere un festival dal tempo lungo, perché, come da tradizione, si svolgeranno le visite guidate ai siti archeologici, che diventeranno poi suggestivi palcoscenici per accogliere gli spettacoli serali. Il NurArcheoFestival è organizzato da Il crogiuolo con il sostegno del MiC, degli Assessorati del Turismo e della Cultura della Regione Sardegna.

Il programma completo è su: www.ilcrogiuolo.eu. Per ulteriori aggiornamenti è possibile visitare la pagina www.facebook.com/nurarcheofestival.

Per informazioni, prevendite e prenotazioni chiamare il numero 334 8821892.      


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Edoardo Borzi
Telefono: 3312344833



Parla più forte

 Antoine è un professore motivato, un cinquantenne con una lunga vita da vivere, nuove opportunità e un imprevedibile ostacolo: la sordità.


E' un mondo di silenzio per Antoine che interiorizza la sua nuova condizione di non udente e cerca di non drammatizzare, anzi, prova a non creare problemi al prossimo.

Pur non chiedendo aiuto,  il professore sordo, riceve solidarietà e l'amicizia dalla piccola Violette (Manon Lemoine), la figlia della nuova vicina di casa Claire, che saprà mantenere il loro segreto.

Claire è vedova e cerca di comprendere la figlia che ormai si è chiusa in un costante mutismo interrotto dalle urla durante i suoi incubi notturni.

L'amicizia con Francis (Francois Berleand), il suo collega e il particolare rapporto con la tenera Violette, aiuteranno il professore a iniziare il suo percorso di recupero dell'udito attraverso l'utilizzo di un apparecchio acustico che amplificherà i suoni e che si scaricherà quando meno se lo aspetta e le lezioni di lettura labiale.


La disabilità è affrontata con delicatezza e ci sono persino risvolti comici nel film diretto e interpretato dall'eccezionale Pascal Elbé, con citazioni artistiche, come il riferimento al pittore spagnolo Goya, divenuto anch'egli sordo.


Durante il film (dal 14 luglio su Sky cinema due), è possibile comprendere l'universo del protagonista, la sua confusione uditiva, che oltre a provocargli un disagio sociale grandissimo, essendo un insegnante, lo spinge a riflettere su se stesso e a iniziare un viaggio esistenziale di scoperta e di rinascita.

L'alienazione dettata dalla sua sordità, lo riconcilia con il suo io e con il mondo esterno, in particolar modo con Claire, interpretata dalla deliziosa Sandrine Kiberlain che farà tornare l'amore nella sua vita, un ottimo alleato per ognuno di noi.


Il tema della sordità è conosciuto molto bene dal regista eppure è un libro: Il prof è sordo, a guidare Elbé nella narrazione del film estremamente toccante eppure alleggerito dai toni comici che lo rendono piacevolissimo.

I film francesi non mi deludono mai, anzi, sono una carezza al cuore.

Parla più forte si dissolve nel silenzio e lascia immaginare il lieto fine.


Chapeau!



LA COMMEDIA DEGLI ERRORI

 Dal 15 al 31 Luglio ore 21.00 (dal mercoledì alla domenica)


LA COMMEDIA DEGLI ERRORI

Regia di Loredana Scaramella

Traduzione e adattamento Loredana Scaramella


Produzione Politeama s.r.l.


La Commedia degli errori, considerata da alcuni il primo testo di Shakespeare, oscilla tra gli estremi della farsa e quelli della commedia romantica.

Definita una “farsa poetica”, prende forza dal grande divertimento per l’aggressività e la violenza generate dal verificarsi di situazioni improbabili nella vita di ogni giorno: due coppie di gemelli identici, vestiti in maniera simile, si ritrovano nella stessa città, nello stesso giorno.

L'inaccettabile diventa accettabile, l’assurdo e quello che ha senso entrano in collisione e la follia e la sensatezza combattono fra loro per prevalere. La capacità dei personaggi di vedere la realtà è messa in crisi da un gioco di specchi che crea grande confusione, ma è l'impossibilità di vedere il reale nel momento in cui si è troppo presi da sé stessi a causare una vera miopia nei confronti di quanto accade. Un fenomeno familiare anche agli umani del ventunesimo secolo: la cecità autoreferenziale apre la porta al caos e alla confusione e la visione degli altri si confonde mentre vacilla la percezione di sé.

Nella commedia, una volta che il ritmo crescente, nutrito dalle passioni, esplode, la crisi si risolve in un senso di riconciliazione. Sospesa fra sapere e non sapere, la storia assume una valenza filosofica nel momento in cui proprio in questa oscillazione si intravede una costante che rende possibile la scoperta dell’identità. Non è sufficiente un singolo punto di vista: per interpretare il reale è necessario interagire con il mondo e con la comunità. La commedia si rivela così non soltanto un’escursione nel fantastico e nell'improbabile, ma un viaggio verso l'integrazione sociale, familiare e personale, possibile solo grazie all’ascolto, alla pazienza, alla capacità di confrontarsi con Tempo.

Per Shakespeare l’opera è un’occasione di sperimentazione creativa in cui condivide un vocabolario europeo di scene, personaggi e azioni. Mescola i generi, come fa la commedia dell'arte, pratica la contaminazione di trame, coniuga in una interazione dinamica i giochi linguistici di Plauto, l’esplorazione delle relazioni umane di Terenzio con spunti biblici, con il racconto italiano e il gusto elisabettiano. In questo è fortemente figlio del suo tempo perché la capacità di contaminarsi è caratteristica massima dell'immaginazione dell'epoca Tudor. E proprio la contaminazione è la cifra della nostra messa in scena, che disegna col movimento frenetico e le note di un charleston reinventato questa storia esilarante di inquietudine esistenziale e la colloca negli Anni Venti del Novecento, sulla costa di una Efeso di fantasia, un porto mercantile in cui i colori di una tavolozza post-impressionista si incontrano con le canzoni originali eseguite dal vivo in un caffè di strada.



Interpreti

(In ordine alfabetico)


Primo mercante, Guardia     DONATO ALTOMARE

Una Ragazza Leggera  LARA BALBO 

Professor Pinza,esorcista   GIULIO BENVENUTI 

Solino, Duca di Efeso   GABRIO  GENTILINI

Luciana  BETTA MANDALARI  

Balthazar, mercante  ROBERTO MANTOVANI 

Antifolo di Efeso MATTEO MILANI 

 Dromio di Siracusa  LUCA NENCETTI 

Angelo, orafo  IVAN OLIVIERI 

Emilia,  Badessa a Efeso  LOREDANA PIEDIMONTE  

Adriana   CARLOTTA PROIETTI

Egeone, mercante di Siracusa   CARLO RAGONE  

Luce  LAURA RUOCCO 

Antifolo di Siracusa  MAURO SANTOPIETRO 

Cantante caffè, TONI SAPIO

Secondo mercante  ANTONIO TINTIS

Dromio di Efeso  FEDERICO TOLARDO

Musicisti

chitarra DANIELE DE SETA 

violino  ADRIANO DRAGOTTA

clarinetto ELEONORA GRAZIOSI 

batteria  DUCCIO LUCCIOLI 

contrabbasso STEFANO MARZOLLA


Movimenti di scena ALBERTO BELLANDI

Coreografie LAURA RUOCCO

Musiche originali  MIMOSA CAMPIRONI

Collaborazione agli arrangiamenti ADRIANO DRAGOTTA

Costumi SUSANNA PROIETTI

Scene FABIANA DI MARCO

Aiuto regia FRANCESCA VISICARO

Aiuto coreografo GIULIO BENVENUTI 

Disegno luci UMILE VAINERI

Sound designer DANIELE PATRIARCA





Fedra

                                        FESTIVAL INTERNAZIONALE TEATRO ROMANO VOLTERRA 

XX EDIZIONE 

          luglio | agosto 2022           

  nell’ambito del programma di

         Volterra 22 Prima Città Toscana della Cultura

FEDRA

Da Seneca

 

15 luglio 2022

 

Teatro Romano

ore 21:30

 


Prosegue il Festival Internazionale Teatro Romano Volterra con Fedra, in scena domani 15 luglio 2022 sul palcoscenico del Teatro Romano alle ore 21:30 con la produzione di Teatro delle Città, traduzione Maurizio Bettini, regia di Manuel Giliberti, musiche Antonio Di Pofi, e con Viola Graziosi, Graziano Piazza, Deborah Lentini, Riccardo Livermore, Liborio Natali.

 

“Quando Fedra – spiega la produzione - osa dichiarare il suo amore per Ippolito,  figlio di suo marito Teseo, non può che generare orrore. Ecco infatti le parole della nutrice nell’Ippolito di Euripide: ‘Ohimé, che dici figlia! Tu mi uccidi. O donne, non vivrò per sopportare ciò che non è sopportabile. O giorno odioso, o luce odiosa che io vedo. Precipiterò, scaglierò giù il mio corpo, con la morte mi libererò della vita’.

Ed ecco quelle di Enone nella Phèdre di Racine: ‘Oh cielo, nelle vene il mio sangue si raggela! Disperazione! Infamia! Deplorevole razza!’. L’amore di Fedra provoca orrore: l’orrore dell’incesto. Ma cosa sta facendo, Fedra, di così grave?

La nutrice apre poi davanti a noi uno spiraglio inatteso su un antico sistema di credenze ‘biologiche’ secondo il quale una donna può concepire non da un solo uomo, ma, contemporaneamente, anche da due: e in questo modo ci svela finalmente il mistero della colpa di Fedra. La ‘confusione’ che, secondo l’anziana, si verrebbe a creare nel grembo di Fedra sarebbe ovviamente quella fra il seme del padre e quello del figlio, Teseo e Ippolito, di cui Fedra si appresta a ‘mescolare’ i letti. Che prole potrebbe mai sorgere, se non mostruosa, da una mescolanza fra il seme di un padre e quello di un figlio? Quasi che non una matrigna e un figliastro, ma direttamente un padre e un figlio – complice un ‘grembo’ femminile - si fossero uniti in un incesto inaudito. Con queste poche parole della nutrice, il testo della Fedra raggiunge dunque il massimo della tensione drammatica e, insieme, quello della mostruosità biologica, se così possiamo chiamarla. È come se dall’interno del ‘grembo’ di Fedra, osservato con tanta spietatezza, si sviluppasse una spaventosa forza di orrore, una tenebra ancor più fosca e maligna di quella che ha accecato Teseo durante il suo lungo esilio nei regni dell’Ade. Del resto questo è il teatro di Seneca: empietà, orrore, nefas, per lui la natura e l’umana società esistono solo quando sono sconvolte. Fortunatamente all’altro polo di questa torbida vicenda stanno i regni di Artemide, la dea delle solitudini, quella natura pura e selvaggia in cui Ippolito, il cacciatore casto, esercita l’arte di cui è maestro. Sono visioni di acqua cristallina, di prati verdeggianti, di boschi incontaminati, di uccelli canori. Nelle tragedie senecane la purezza, quando c’è, è lì solo per essere insozzata. E con altro orrore, e soprattutto emozione grandissima, alla fine della tragedia lo spettatore vivrà la scena del mostro – stavolta una ‘vera’ creatura mostruosa - che sparge di viscere e sangue umano anche la più deserta delle solitudini”.

 

 


Rita Sanvincenti                                                                                                        

Responsabile Comunicazione - Ufficio Stampa 

Festival Internazionale Teatro Romano Volterra

mob. +39 336 417344 




 

GIACOMO PUCCINI NATO PER IL TEATRO

  

Domani 14 luglio 2022 alle ore 17:30, presso il  Teatro Persio Flacco di Volterra, nell’ambito del Festival Internazionale Teatro Romano Volterra, verrà presentato il libro di Paola Massoni GIACOMO PUCCINI NATO PER IL TEATRO, ETS Edizioni. Interverranno, oltre all’Autrice, il musicologo Renzo Cresti e la studiosa Michela Stefani Paola Massoni, nella sua opera  affronta il particolare rapporto tra composizione musicale e messinscena nelle opere di Puccini.

Il volume che ha conseguito la menzione al Premio internazionale Mario Luzi 2020,  è tra i finalisti al Premio Assosinderesi Awards 2022 ed è candidato, nella sezione Saggistica, al Premio Viareggio 2022.

 

 

In occasione della presentazione verrà proiettato in prima assoluta il cortometraggio RACCONTANDO PUCCINI CON UN LIBRO dedicato al volume. Il documentario con la regia di Mirko Malacarne è ricco di interviste a studiosi, critici e musicisti nei luoghi pucciniani.

 

 

GIACOMO PUCCINI NATO PER IL TEATRO

 

“Chi non conosce la vita e le opere di Giacomo Puccini? Ma quanto si sa delle sue poliedriche competenze come drammaturgo, scenografo e regista, come autore demiurgo del ‘suo’ teatro? Costellato da preziose immagini e da intriganti riflessioni critiche sulla corrispondenza tra musica, libretto, messinscena e inconscio, questo viaggio illustra chiaramente che la genialità dell’arte di Puccini va ben oltre la sua anima di compositore; e lo fa accompagnandoci tra le idee, le intuizioni e i pensieri più intimi di un artista ‘visionario’, svelandoci la complessità di un perfetto, armonico e sorprendente congegno creativo. Un’ammaliante lettura per gli appassionati, ma anche un riferimento per gli studiosi, è sicuramente ideale per chi ‘ama’ Puccini e desidera osservare la sua opera da una nuova e sfaccettata prospettiva”.

 

 

Paola Massoni

Soprano, autrice, docente di Canto e Materie letterarie. Dopo gli studi classici, ha conseguito con Lode la Laurea in Lettere (Storia della musica, Pisa), in Pianoforte (Lucca), in Canto e Discipline Musicali (Livorno), la certificazione di canto nel Metodo Barthélémy (Parigi), ha collaborato con il Centro studi Giacomo Puccini. Presidente di Kalliope, Accademia della voce artistica, svolge attività concertistica in opere, festivals e trasmissioni radiotelevisive (Rai). Autrice, tra altri lavori teatrali, dello spettacolo pucciniano Addio mio dolce amor! e vincitrice di numerosi riconoscimenti letterari, ha interpretato come cantante-attrice e pubblicato la Trilogia teatrale I Misteriosi Mondi di Mèlia (Premio Speciale “Scrivere per il Teatro”, Pontremoli 2018), poesie e racconti in diverse antologie (Premio Alda Merini, Premio Quasimodo, Antologia dedicata a Leonardo da Vinci), gli album Songs for Christmas (2012), Belcanto (2013) e, come compositrice, Alkemèlia (2019), lavoro che ha ricevuto importanti apprezzamenti anche all’estero. Nel settembre 2021 ha pubblicato con ETS Edizioni Giacomo Puccini Nato per il Teatro.

 

Renzo Cresti

Musicologo e musicista, Presidente SIMC, Società Italiana Musica Contemporanea, è statoDirettore e docente di Storia ed Estetica della Musica presso l'Istituto Superiore di Studi Musicali "Luigi Boccherini" di Lucca. Ha scritto o curato 40 libri, tra cui molte monografie sui compositori contemporanei. Tra le ultime pubblicazioni: Musica presente e Silvano Bussotti e l’opera geniale.

 

 

Michela Stefani (Lucca, 8 aprile 1972). Laureata in Lettere Moderne all’Università degli Studi di Pisa con indirizzo storico-artistico, consegue il dottorato di ricerca e la borsa di studio all’università degli studi di Oslo, inerente agli studi leopardiani che gli permette di studiare documenti inediti di Giacomo Leopardi presso la casa di Recanati e la Biblioteca Statale di Napoli. Ha tenuto conferenze e giornate di studio in Italia e all’estero. Iscritta all’Ordine dei giornalisti della Toscana, collabora attivamente con i quotidiani locali, in particolare con La Nazione, come giornalista pubblicista.

 

 

PASOLINI ad Appia nel Mito con Massimo Popolizio

                                                                               

APPIA NEL MITO

Echi di voci e suoni dal passato per raccontare il presente

In scena

PASOLINI

Una Storia Romana

 

Con MASSIMO POPOLIZIO

con musiche eseguite dal vivo al violoncello da

GIOVANNA FAMULARI

 

VENERDI’ 15 LUGLIO ORE 21:15

VILLA TORLONIA- Via Annibal Caro FRASCATI (RM)

 

 

Ad illuminare la rassegna Appia nel Mito, nella suggestiva cornice di Villa Torlonia a Frascati, arriva il 15 luglio Massimo Popolizio con PASOLINI. Una Storia Romana.

La magistrale interpretazione di Popolizio intreccia il racconto biografico di Pasolini, dal suo arrivo nella città eterna nei primi anni cinquanta fino alla sua tragica morte nel 1975, con i più celebri testi dell’autore. Attraverso Ragazzi di Vita e Una Vita Violenta abitiamo la realtà post-bellica delle borgate romane e dei ragazzi che le popolano, siamo immersi in uno spaccato di periferia intrisa di povertà assoluta, ma anche di geniali ed esilaranti espedienti per tirare a campare tipici dello spirito goliarda e spensierato dei suoi abitanti. Ascoltando poi le poesie e i brani dalle raccolte “Religione del mio Tempo” e “Scritti Corsari” si rimane sopraffatti perché il poeta “profeta”, da immenso intellettuale qual è stato, attraverso la critica al perbenismo e conformismo del suo tempo individua in maniera lucida e spietata le responsabilità del degrado culturale che ancora oggi ci circonda. In Pasolini però il senso del tragico e quello del comico non si oppongono mai, ma si trasformano ed è grazie a questo miracolo e all’aiuto dello struggente violoncello di Giovanna Famulari che  si può assistere ad una serata veramente irripetibile.

 

Biglietti:


Spettacoli Villa Torlonia-Frascati 20 euro / 15 euro

Prenotazioni: info@zerkaloteatro.com tel. 3516853330

https://appianelmito.it/prenotazioni/


Ufficio Stampa

Maresa Palmacci
Tel. 348 0803972; palmaccimaresa@gmail.com

 

Ass. Cult. Zerkalo

direzione artistica : Alessandro Machìa

sede legale: via Salemi 74 - 00133 Roma | P. IVA 10577611006 | C.F. 97507160584

Sede organizzativa: Spazio Teatro Faber | via Frascati Vecchia 47 - Frascati (RM)

contatti: 389.8745621

www.zerkaloteatro.com

ORESTEA Agamennone + Coefore


FESTIVAL INTERNAZIONALE TEATRO ROMANO VOLTERRA 

XX EDIZIONE

 

                                                         

                                                              nell’ambito del programma di

 

Volterra 22 Prima Città Toscana della Cultura

                                                               


 13 luglio   Teatro Romano ore 21:30

ORESTEA

Agamennone + Coefore

 

produzione Bottega del Pane

adattamento e regia Cinzia Maccagnano

maschere Luna Marongiu

musiche Marco Schiavoni

con Marta Cirello, Raffaele Gangale, Dario Garofalo Luna Marongiu, Cristina Putignano, Cinzia Maccagnano (in foto)

 

“L’Orestea è prima di tutto un epocale disegno drammaturgico in grado di raccontare la fine dell’ineluttabile. Agamennone uccide Ifigenia. Clitemnestra uccide Agamennone. Oreste uccide Clitemnestra. Ma nessuno uccide Oreste. Ciò non significa che Oreste non paghi pegno, tutt’altro. La Ragione (Atena) gli offre certamente una chiave di salvezza, sostituendo il tribunale degli uomini alla teodicea; ma questo gli toglie il fiato.

La stessa cosa che accade a un bambino quando nasce. L’eccesso d’aria rischia di soffocarlo. Perciò piange. E piange Oreste, su cui pesa un Passato che non c’è più, arcaico ma sicuro; e dentro cui scalpita una Realtà incerta, a cui è impreparato, la cui rappresentazione è migliore dell’originale; una Realtà su cui la Ragione ha perso il controllo. Qual è dunque il pegno da pagare per Oreste? Non essere. Né com’era, né come avrebbe dovuto. Essere in bilico. In una rabbiosa e straziante infelicità. La pàrodo dell’Agamennone, il lungo coro degli anziani di Argo, disegna i confini dello spettacolo: gli attori indossano maschere d’ispirazione espressionista, che portano lo spettatore ora allo stupore, ora allo sgomento, e quando se ne liberano, ne scoprono altre dall’aspetto più arcaico, quasi dei totem, che rivelano i personaggi di Clitemnestra, Agamennone, Cassandra ed Egisto. Tutto il racconto dell’Agamennone dunque si svolge come una grande rappresentazione, un rituale che riporta alla memoria i fatti da cui poi muoverà l’azione di Oreste. Nelle Coefore il registro cambia, finisce la rappresentazione, spariscono le maschere, e i giovani, Oreste, Elettra e Pilade, si mostrano così come sono, deformati solo dal furore. Anche il ritmo cambia, non più cadenzato, scandito dal procedere della trama, precipita, seguendo l’urgenza di agire per liberarsi da un ordine antico che non trova più riscontro nella Realtà. I giovani detronizzano, sovvertono, uccidono. Orfani di un senso della storia, mossi da una irragionevole rabbia, si ritrovano smarriti in un mondo di cui non riconoscono più il senso del Passato e sperimentano l’incapacità della Ragione di farsi ancora guida sicura”.

 

Rita Sanvincenti                                                                                               

Responsabile Comunicazione - Ufficio Stampa 

Festival Internazionale Teatro Romano Volterra

mob. +39 336 417344 


PennadorodiTania CroceDesign byIole