Joseph Castleman è uno scrittore di successo che riceve nel corso della notte una telefonata nella quale gli viene comunicato di aver vinto il Premio Nobel per la Letteratura, notizia che condivide all’altro telefono con la devota moglie Joan, da quarant’anni al suo fianco, nell’ombra.
The Wife. Vivere nell’ombra
Joseph Castleman è uno scrittore di successo che riceve nel corso della notte una telefonata nella quale gli viene comunicato di aver vinto il Premio Nobel per la Letteratura, notizia che condivide all’altro telefono con la devota moglie Joan, da quarant’anni al suo fianco, nell’ombra.
Luca Marinelli nei panni di Diabolik
L’ispettore Ginko è calmo, meditabondo, sente che l’arresto è sempre più vicino, Diabolik non può fuggire per sempre, sfrecciando sulla sua Jaguar Coupe nera come la notte, nera come il mistero che avvolge un distinto Walter Dorian di giorno, sposato con Elisabeth (Serena Rossi) una donna ansiosa e in trepidante attesa dell’amato. Questa è la prima identità falsa usata da Diabolik che verrà smascherata…
È un momento cruciale quello mostrato nel film ispirato alle rocambolesche fughe e rapine di Diabolik. Sta per incontrare colei che amerà per sempre: Eva, per rubarle il prezioso diamante rosa.
Gli anni ‘60 ossia il magico periodo in cui questo fumetto prese forma dalla fervida penna di Angela, direttrice della casa editrice Astorina, precisamente Clerville e i suoi palazzi di vetro e le stanze lussuose del Grand Hotel Excelsior dove soggiorna la bellissima ereditiera che ben presto conoscerà mister Diabolik, rivivono nel film dove le immagini scorrono velocissime come se si sfogliasse il numero cartaceo del fumetto, tra primi piani, occhi sbarrati, porte chiuse, tuffi pericolosissimi e stratagemmi adottati per stordire Giorgio Caron (Alessandro Roja) e travestirsi da lui per poter uscire dal carcere e depistare le ricerche dell’ instancabile Ginko, interpretato con metodo e sapienza da un Valerio Mastandrea concentrato e apprezzabile.
Un adattamento davvero bellissimo quello apprezzato su Sky del numero 3 del fumetto della Giussani del ‘63 “L’arresto di Diabolik” e de L’arresto di Diabolik il remake” di Mario Gomboli e Tito Faraci.
Ieri ai Premi David di Donatello a Cinecittà, ha vinto Manuel Agnelli il David per La Miglior canzone originale con La profondità degli abissi, che emoziona in questo film da non perdere!
Il film è dedicato a Enzo Facciolo, un fumettista e disegnatore italiano. Nel 1963 entra nello staff dei disegnatori della serie a fumetti di Diabolik, caratterizzandone graficamente i personaggi ideati dalle sorelle Giussani in modo definitivo, dando quindi un fondamentale contributo al successo del personaggio.
I nostri cuori chimici (Chemical Hearts)
L’amore lascia cicatrici indelebili, segni che non possono essere cancellati.
È ciò che scopre Henry, all’ultimo anno del liceo, a cui giunge con il grande desiderio di dirigere il giornale della scuola e da inguaribile romantico, d’innamorarsi.
Accanto a Henry, siede una nuova e misteriosa studentessa di nome Grace, avvolta da una tristezza che attira il giovane e inesperto studente.
Grace conduce Henry, nel suo universo interiore rotto da un immenso dolore, camminando con un bastone perché è reduce di un incidente.
Tra i due nasce un’intesa tenera, ma il cuore di Grace è pieno di ferite che né Henry né altri riusciranno a rimarginare.
Splendido il film diretto da Richard Tanne tratto dall’omonimo romanzo di Krystal Sutherland, che è possibile vedere su Prime video e che consiglio.
È nata una stella (A star is born)
Per fare gli auguri a Barbra Streisand che oggi soffia 80 candeline sulla sua torta, Sky ripropone un film degli anni ‘70, del ‘76 precisamente, è il secondo remake del musical È nata una stella del ‘37, dopo quello nel ‘54 e il più recente nel 2018 è con Bradkey Cooper e Lady Gaga.
Barbra è Esther Hoffmann in questo delizioso film diretto da Frank Pierson, scoperta in un locale da un cantante di successo ribelle e sul viale del tramonto John Howard (Kris Kristofferson) di cui s’innamorerà fino a sposarlo.
Esther ha una voce meravigliosa che le consentirà molto presto di diventare una star ma il compagno alcolizzato si perderà totalmente e lei perderà per sempre il suo amore.
Questa magnifica interpretazione valse alla Streisand un Oscar nel 1977 per il pezzo interpretato nel film e molti furono i premi ottenuti e meritatissimi.
L’artista meravigliosa e piena di talento, bellezza e semplicità, ha incantato e ispirato generazioni di artisti e di donne insicure.
Tanti auguri Barbra!
La famiglia Belier
Dopo aver visto Codahttps://www.pennadoroilteatrodelleemozioni.info/2022/03/i-segni-del-cuore-coda.html?m=1 il remake de La Famiglia Bélier, questa sera ho apprezzato il film ispirato al libro di Véronique Poulain ("Les Mots qu'on ne me dit pas"), che non ha vinto 3 Oscar come il suo remake quest’anno, ma che ha sensibilizzato il pubblico educandolo attraverso il linguaggio dei segni, a sentire ben oltre le parole.
La befana vien di notte II Le origini
Siamo nel XVIII secolo e in un fiume (potrebbe essere il Tevere) viene abbandonata una bambina dalla propria mamma e trasportata dalle acque del fiume verso una vita da ragazzina schiva, anaffettiva e ladruncola.
La ragazzina è Paola (Zoe Massenti), la quale si trova inavvertitamente a intralciare i piani del terribile Barone De Michelis (Fabio De Luigi), un omuncolo zoppo sempre scortato dal fidato e bistrattato Marmotta (Herbert Ballerina), con una sconfinata sete di potere e uno smisurato odio verso le streghe e i bambini.
L’intervento della dolce e potentissima Dolores (Monica Bellucci), una strega buona che dedica la sua vita ai bambini, salva Paola da un rogo già acceso. Tra un magico apprendistato, inseguimenti, incredibili trasformazioni e molti, molti, guai, Paola scoprirà che il destino ha in serbo per lei qualcosa di davvero speciale.
La recensione
Paola si esprime in romano.
In fondo la befana è romana e la grande leggenda della befana è raccontata in modo favolistico e dalle sue origini, da quando cioè, era una ragazzina.
Il viaggio inedito alla scoperta della vera storia della befana personaggio da me amatissimo, mi ha fatto scoprire una Monica Bellucci tenerissima e commovente che ho molto apprezzato.
Bellissima la sceneggiatura di Guaglianone e Menotti e impeccabile la regia di Paola Randi
Fabio De Luigi nei panni del cattivo è una vera scoperta e vedere il film natalizio dopo la Pasqua è stato piacevole e inaspettato.
Questa prima visione su Sky è stato un bel regalo oggi.
Notre Dame in fiamme
Jean Jacques Annaud ha diretto un capolavoro che incendia gli animi e li placa come la preghiera collettiva che unì i cuori di tutto il mondo nella speranza che le fiamme fossero domate e spente.
È così accade dopo 24 lunghe ore a partire dalle 18:17 di quell’indimenticabile aprile di tre anni fa dove forse a causa di un corto circuito la cattedrale di Notre Dame, uno dei simboli della capitale francese, s’incendiò.
Al vociare delle guide turistiche e dei fedeli che pregano all’interno della cattedrale, si alternano i primi allarmi sottovalutati a causa di un sistema probabilmente difettoso.
Il fumo che proviene dal sottotetto della Navata della sagrestia, e che è visibile all’esterno dal tetto di Notre Dame, si trasforma in fiamme che la prima squadra dei pompieri dall’interno non riesce a spegnere.
Lava incandescente cade dall’alto.
I fedeli in preghiera vengono fatti evacuare dalla cattedrale, dove si cerca di salvare reliquie preziose tra cui la corona di spine di Gesù, un pezzo della vera croce su cui morì e un chiodo della croce.
Molto suggestive le scene in cui si cerca tra le centinaia di chiavi quella giusta che aprirà con un codice segreto la cassaforte che conserva la preziosa reliquia.
È emblematica la candela accesa da una bambina che resta accesa come a rappresentare la preghiera di un’anima pura che ha salvato la cattedrale dei fedeli, la più visitata al mondo.
È stato un bel modo di pregare questo venerdì santo attraverso un film documentario d’immensa bellezza, in prima visione e in programmazione su Sky dove sono stati usati circa 20.000 video che i francesi hanno girato quel giorno.
La cuoca del presidente
Questa è la storia di Hortense Laborie (Catherine Frot) che ho scoperto sul canale Sky W la France Collection grazie al quale potrò vedere i miei adorati film francesi.
Madame Hyde
Isabelle Huppert è Madame Gequil, insegnante di fisica in una classe di ragazzi problematici, ed è felicemente sposata con un uomo casalingo, mentre lei lavora in una scuola dove il gelo scende con il preside egocentrico e indisponente.
L’atmosfera glaciale sia tra la prof e i ragazzi che con il preside, si surriscalda in una notte di pioggia.
Tutto accade nel laboratorio scolastico dove in seguito a una scarica elettrica l’insegnante algida e metodica si trasforma in Madame Hyde.
La trasposizione al femminile del capolavoro di Stevenson, la trovo geniale e la Huppert mi ha lasciato col fiato sospeso fino alla fine.
Fare paragoni con Il dottor Jekill e mister Hyde ha poco senso.
Il regista sul doppio Stevensoniano costruisce una lezione pedagogica. Torna molte volte nel film la necessità di un corso pedagogico che Madame Gequil riesce a creare, trasformando una classe di indisciplinati, in un gruppo di ragazzi attenti e desiderosi d’imparare.
Tutto questo non sarà indolore e solo vedendo il film che potrete trovare su Prime video, potrete scoprirlo.
Tonya
E pensare che è stata la seconda donna ad eseguire un triplo axel in una competizione ufficiale e tuttora una delle pochissime ad averne avuto il coraggio, tanto che il film di Gillespie che racconta la sua ascesa e la sua caduta, ripercorrendo la sua biografia dai 4 ai 44 anni, ha dovuto supplire con effetti speciali, non trovando nessuna controfigura disposta o capace di farlo.
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