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Arnoldo Mondadori. I libri per cambiare il mondo


"Il compito dell’editore è quello di creare - attraverso la sua opera, le sue fatiche, la spiritualità della sua continua azione - un mondo migliore" (Arnoldo Mondadori). 

 

Arnoldo Mondadori è un bambino (Luca Morello) curioso e intelligente, è attratto dai libri.

Prende dieci a un tema d’italiano e la maestra come premio, gliene regala uno.

Ma lui non può studiare come desidera, è povero e deve interrompere gli studi per lavorare.

Eppure il destino conduce l'Arnoldo ormai adolescente (Brenno Placido) in una tipografia che riaccende la sua passione mai sopita per i libri che non ha potuto studiare.

 E' fermamente convinto che i libri siano un mezzo efficacissimo per donare al popolo italiano, senza distinzione di ceto sociale, la conoscenza, l'evasione, il sogno di un mondo migliore.

Perché è solo leggendo che è possibile aprire la mente ed evolvere.

Inizia così il visionario e durissimo lavoro di Arnoldo Mondadori, il primo editore industriale italiano, legato all'idea che sia possibile cambiare il mondo attraverso la lettura che era a suo avviso, l'arma più potente che abbiamo.

La docu-fiction in prima visione su raiuno questa sera e dove il regista Francesco Micciché dirige un bel cast a partire da Michele Placido, uno struggente Arnoldo Mondadori, mostra momenti nella vita dell'editore, interviste autentiche e foto con i grandi autori da Ungaretti a Pirandello, fino a Hemingway e Walt Disney.

Incontra il mondo e cerca il modo di far evolvere la sua Azienda, di avvicinarla alla gente e di far leggere i classici in modo economico, facendoli distribuire nelle edicole. E così nascono gli Oscar Mondadori. 

E' il primo a realizzare una cosa simile ed a meritare una Laurea Honoris Causa in Lettere.

Oltre all'impegno lavorativo che assorbe tutto il suo tempo, Arnoldo ha due figli con cui collabora e che ama: Alberto (Flavio Parenti) e Giorgio (Stefano Skalkotos).

Valeria Cavalli è Andreina Monicelli, la donna che Arnoldo sposa felicemente.

Questo è un progetto ambizioso e ben riuscito anche grazie alla collaborazione tra il regista e il nipote Luca Formenton, Presidente della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, la nipote Roberta Mondadori, l'ex capo ufficio stampa Ferruccio Parazzoli, il critico Marino Sinibaldi, il giornalista Pierluigi Battista, l'editrice Ginevra Bompiani che contribuiscono a delineare il profilo del grande editore e del grande uomo che Arnoldo volle essere.

Fortunatamente è possibile vedere e rivedere questa bellissima docu-fiction su Raiplay.

Consigliatissima!

Filumena Marturano


Quel Domenico Soriano (Mimì), ricco pasticcere con il vizio del gioco e delle donne, nato dalla geniale penna di Eduardo e a cui lui stesso diede corpo e anima sia in teatro che al cinema nel ‘51 al fianco della straordinaria sorella Titina, di grande ispirazione per il drammaturgo napoletano e a cui  la commedia scritta nel ‘46 e contenuta nella raccolta di commedie La cantata dei giorni dispari è dedicata, nel film in prima visione  questa sera e diretto da  Francesco Amato e prodotto da Picomedia, è Massimiliano Gallo, uno splendido attore cinquantenne che ha saputo emozionare nei panni di Mimì, uomo sanguigno e narcisista.
Filumena Marturano dopo Titina, Regina Bianchi, Pupella Maggio, Valeria Moriconi, Isa Danieli, Lina Sastri, Mariangela Melato, Mariangela d’Abbraccio, Sophia Loren al fianco di Marcello Mastroianni per la regia di Vittorio De Sica e l’inglese Joan Plowright diretta da Franco Zeffirelli a Londra e dal marito Laurence Olivier a Broadway, la messicana Katy Jurado affiancata da Raf Vallone, l’Argentina Tita Merello e le brasiliane Heloisa Helena e Yara Amaral, è Vanessa Scalera.
Filumena attraverso la Scalera conserva intatto il suo dolore per il peso di un amaro destino che per povertà la costrinse a prostituirsi, pur essendo devota alla Madonna;  Per venticinque anni nasconde in fondo al cuore il segreto della triplice maternità taciuta a Mimì e ai figli stessi solo in attesa di poterlo rivelare. Tale tragicità rivive sapientemente in questo adattamento cinematografico e sconvolge l’attualità di una storia cosi toccante. Filumena Marturano in effetti è un’opera senza tempo, come tutte quelle della drammaturgia Eduardiana, in cui la società patriarcale rappresentata, pare così lontana dalla nostra, tuttavia ci sono punti in comune con quella attuale. Si pensa inevitabilmente alla condizione femminile odierna, alla parità dei sessi come una conquista in divenire.
È stato emozionante riportare in tv Eduardo che attraverso le sue impeccabili spiegazioni e didascalie, educa lo spettatore, chiarendo il tema dell’opera per catapultarlo dentro la commedia.
Che immenso tesoro la drammaturgia Eduardiana e che idea illuminante è stata quella di attingervi per riportare alla luce un’opera di grande valore sociale come Filumena Marturano.
Questa sera ci hanno regalato una bella pagina di grande arte tutti gli attori di questo bell’adattamento che per un attimo ho immaginato fosse diretto dallo stesso Eduardo. Tutti dalla bravissima Nunzia Schiano, confidente di Filumena a Marcello Romolo, sono stati capaci di mostrare una comunità che tutto vive e condivide. Questa è la peculiarità  di una città come Napoli e per tutta questa bellezza commossa ringrazio 🙏


 

Il Kaiser - Franz Beckenbauer


 Questa prima visione su Sky questa sera, dove siamo tutti sconcertati per la prematura scomparsa di Sinisa Mihajlovic,  è stata una carezza, un bell’omaggio a un calciatore e allenatore eccezionale. 
 Mi ha totalmente conquistato la narrazione delle gesta di uno dei più grandi campioni  di tutti i tempi: Franz Beckenbauer.
In questo biopic davvero appassionante, s’intrecciano i tronfi sportivi e le conquiste sentimentali del leggendario campione tedesco e la cosa più entusiasmante è il tempo in cui questa stella del calcio ha brillato, gli anni dei Mondiali del ‘74 in cui anche l’Italia partecipò. Mondiali che il Kaiser vinse sia da calciatore che da allenatore negli anni della maturità.
Una vita da film quella dì Beckenbauer che sarebbe stato un peccato non raccontare cinematograficamente, una personalità carismatica  e un volto iconico d’ispirazione a Andy Warhol negli anni newyorkesi. 
È un bel viaggio nella storia del calcio attraverso un numero uno esemplare e incredibile.

Il Kaiser – Franz Beckenbauer è il nuovo lungometraggio sportivo diretto da Tim Trageser (Magic Kids – L’eclissi solareAiuto, ho ristretto mamma e papà) e scritto da Martin Rauhaus (Hotel HeidelbergEndlich Witwer) dedicato interamente al calciatore tedesco Franz Beckenbauer, con una carriera alle spalle ricca di vittoria e successi. La realizzazione, prodotta da Bavaria Fiction e Sky Originals, è in onda stasera, 16 dicembre, alle ore 21:15 su Sky Cinema Uno e contemporaneamente disponibile anche su NOW.





A Christmas Star


 “Non c’è uno spettacolo di Natale più bello che una pioggia di meteoriti con te” è la frase pronunciata da Ryan, un ranger del Parco Nazionale di Summit Ridge a Madeline, l’astronoma che lavorando al Planetario di New York ha trovato una pioggia di meteoriti da osservare nell’arco dei cinque giorni prima del Natale.

C’è il 78% di probabilità che tale pioggia accada e Madeline pur senza una squadra perché è Natale, localizza il posto dove sarà visibile la pioggia che avrà il suo nome se l’evento cosmico si verificherà. 

Fino a quel momento Madeline vive per il suo lavoro ma si accorge attraverso Ryan un uomo dolcissimo e vedovo e la figlia Celeste che si sono cose più importanti del lavoro.

La suggestiva fiera di Natale con l’accensione delle luci che ogni anno si svolge a Summit Ridge, offuscherebbe la visione celeste e l’avvistamento della pioggia di meteoriti ma Madeline troverà il modo per convincere la sindaca a credere nell’evento cosmico che la giovane astronoma attende da una vita, da quando ha conosciuto la storia della stella cometa restandone incantata.

Il film ammirato su Prime è davvero bellissimo e lo sono anche i suoi interpreti da Sarà Canning nei panni di Madeline al bellissimo Daniel Lissing, il ranger Ryan alla dolcissima Juliette Hawk la piccola Celeste.


Il Grinch


 È possibile non amare il Natale? Certo, se si è solitari, brutti e cattivi come il Grinch, mostriciattolo perfido che vive nella città di Chi-non-so, isolato sul Monte Scricchiolante e che infastidito dall’entusiasmo degli altri per la Festa più attesa e amata dell’anno,  s’ingegna per strappare la gioia dal cuore dei suoi concittadini, i deliziosi Non so chi, travestendosi da Babbo Natale per rubare tutti i regali, gli alberi natalizi, le lucine e gli addobbi. È un personaggio leggendario, nato dalla penna del Dr Seuss e reso famoso da un film di successo con Jim Carrey del 2000.

Dopo quasi 23 anni, ho visto questo film su Amazon Prime diretto da Ron Howard.

Amo Jim Carey, l’ho amato al cinema nel 2009 nei panni di Scrooge nello stupendo Canto di Natale di Charles Dickens, però mi mancava questo straordinario racconto sul Natale dalla parte di chi non lo ama e che forse un giorno cambierà idea oppure aprirà semplicemente il suo cuore disabituato agli affetti oltre a quello del suo fidato Max!

Il trucco  e il costume di Jim Carrey che valse al film un Oscar per il Miglior trucco, è davvero impressionante.

Cindy Lou, una graziosa bambina desiderosa di festeggiare il Natale con tutta la comunità di Chi-non-so, decide d’invitare il solitario e apparentemente mostruoso Grinch alla festa che da giorni tutti sono impegnati a organizzare.

Il film è stupendo e lo consiglio a chi non lo avesse ancora visto.







Rumba Therapy


 Franck Dubosc torna a farmi emozionare dopo Corro da te, con una storia d’amore tra padre e figlia che ha scritto, diretto e interpretato magnificamente.

Non è una storia semplice e scontata, è una conquista graduale, la riconquista del cuore della figlia che è cresciuta senza una figura paterna accanto.

E la ricerca della figlia Maria, avviene dopo un infarto ossia nel momento in cui un uomo solo e senza affetti come Tony, torna a credere nel valore dei sentimenti nella sua vita.

Così s’iscrive al corso di danza tenuto dalla figlia Maria, la bella Louna Espinosa.

È un crescendo d’intense emozioni e la scena finale è talmente bella che mi ha fatto pensare alla gioia di ballare con il mio papà, che amava tanto il ballo.

Dubosc nei panni di padre e di autista di autobus, è irresistibile e commovente.

È una commedia bellissima che ho avuto il piacere di seguire questa sera in prima visione su Sky.

Consigliatissima.


Quel lungo viaggio di Natale



 Quando si crede di aver visto tutti i film sul Natale ne manca sempre qualcuno e dato che Amazon Prime mi ha informato sui film che verrano tolti dall’abbonamento, ne ho scoperto uno delizioso come questo, girato interamente in un treno.

È un treno natalizio che dovrà fare un tragitto lunghissimo da Washington a Los Angeles, e sarà una vera e propria avventura.

Su quel treno viaggia l’umanità più disperata, estranei che alla fine del viaggio diventeranno una famiglia ma c’è molto di più. Il regista Ron Oliver dirige un cast di rara bravura dall’affascinante Dermot Mulroney che è Tom, un ex giornalista inviato di guerra che diventa scrittore e cerca l’ispirazione in un lungo viaggio ferroviario per scrivere la sua storia. Al suo fianco c’è Eleanore (Kimberly Williams) una sceneggiatrice umile e senza più sogni che lavora per Max, un eccentrico e famoso regista interpretato dal brillante Danny Glover. Tra i viaggiatori di questo speciale treno natalizio tutto addobbato, c’è Agnes, una solitaria donna di cui poi si scoprirà l’identità, lei è Joan Cusack.

Sembra un set cinematografico questo treno e i passeggeri degli attori.

Il film del 2018 è meraviglioso e lo consiglio a chi come me ancora non lo avesse visto!


Chi ha incastrato Babbo Natale?


 Sarà stata la befana sulla sua Dyson scopa? Oppure è stata la tecnologia a incastrare Babbo Natale o una cazzimma?

C'è la Wonderfast che seduce l'elfo Romeo dicendogli che avrà tanti di quei soldi che potrà persino comprarsi la felicita, consegna i regali in poche ore mentre Babbo deve partire dalla Lapponia per raggiungere con la sua slitta i bambini della Terra desiderosi quasi esclusivamente di regali tecnologici e non più di trenini e bambole come un tempo.

L'elfo tra poco sarà padre e accetta la proposta della Wonderfast, introducendo nella storica fabbrica di regali natalizi in Lapponia, un venditore di 'pacchi' abilissimo come Genny,  che farà fallire in un batter d'occhio la tradizione natalizia.

Mentre Babbo Natale fa le prove per il suo show natalizio, entra in gioco Genny.

Troviamo Cristian De Sica, il re incontrastato dei film di Natale, nei panni di Babbo, Genny è Alessandro Siani, attore e regista di un film pieno di cose, di valori, dove sembra che nella lotta tra la bene e il male sia il secondo a vincere, sembra.

Poi c'è la nipote di Babbo Natale che è Diletta Leotta al suo debutto cinematografico.

L'immancabile befana è Angela Finocchiaro, che è straordinaria in sella alla sua scopa Dyson, l'aspirapolvere. Mi era piaciuta immensamente nel bellissimo film diretto da Genovese La banda dei Babbi Natale con il magnifico trio Aldo, Giovanni e Giacomo. 

Poi c'è Luis Molteni nella parte del dottore che si prenderà cura di Babbo Natale.

Il finale commuove perché vincono il bene e i buoni sentimenti.

Splendidi i costumi di Eleonora Rella e gli effetti visivi digitali di Paola Trisoglio e Stefano Marinoni che rendono il viaggio da Roma alla Lapponia e viceversa davvero incantevole.

Il film che è possibile vedere da oggi su Prime Video, sarà questa sera in prima visione su Sky.

Consigliato.


Il tuo Natale o il mio?


 I film natalizi inglesi sono senza dubbio i miei preferiti, lo confermo anche quest’anno dopo aver visto Your Christmas or mine?

La storia raccontata è proprio bella e avvincente, di quelle che ti fanno stare fino alla fine incollato alla tv e che nonostante il gelo dei paesaggi innevati e bellissimi, ti scalda il cuore.

A Natale, ossia nel periodo più bello dell’anno, ci sono famiglie felici e meno agiate delle famiglie infelici e nobili.

Una è la famiglia di Hailey, l’altra è quella di James.

I due studenti e amanti si salutano alla stazione e sperando di fare una sorpresa all’altro, prendono il treno che li condurrà nella casa dell’amato in un inverno che forse non è mai stato così freddo e gelido.

Lei ha dimenticato il suo cell in treno lui si ritrova nella famiglia semplice e autentica di lei.

Forse passeranno ognuno la Vigilia lontani ma in compagnia della famiglia dell’altro e saranno tanti i segreti che Hailey scoprirà di James e viceversa.

La commedia diretta molto bene da Jim O’ Hanlon con Asa Butterfield, Cora Kirk e un cast davvero pazzesco, è su Prime Video ed è imperdibile!


C’è sempre un perché


Stasera su Amazon Prime ho visto un film diretto da Dario Baldi che apprezzai moltissimo per l’impeccabile regia di “Faccio un salto all’Avana” con Enrico Brignano, Francesco Pannofino e la bella Aurora Cossio.

In questo film si fa un salto in Cina.

E che salto.

Sulle prime potrebbe sembrare un salto nel vuoto quando a muovere i fili del destino è l’amore.

Non è affatto una commedia romantica quella prodotta da Maria Grazia Cucinotta che nel film è Maria, un’affascinante locandiera siciliana che gestisce un delizioso ristorante in riva al mare con l’aiuto di Katia (Lucia Sardo) e Luciano (Ninni Bruschetta). È brillante sul lavoro ma teme l’amore di Leo, il sempre bello Sergio Assisi che tutto desidera tranne amarla.

A sostenerla psicologicamente c’è sempre la sua fidata e comprensiva sessuologa (Valeria Marini).

Leo chiede a Maria di sposarla, per avere il suo ristorante ma anziché rispondere, la bella locandiera perde i sensi.

Per impossessarsene, l’arrivista Leo architetta un piano senza precedenti, affidandosi al geniale Li, l’eccezionale Huang Haibo.

Questa commedia è un susseguirsi di equivoci ed è importante perché inaugura la collaborazione tra il cinema italiano e quello cinese.

Il salto in Cina è estremamente affascinante. Sono curate nei minimi dettagli le scene del matrimonio, le tradizioni, persino gli abiti degli sposi in rosso.

Il film è una scoperta, così è stato per me.

Consigliatissimo!


Improvvisamente Natale



Un delizioso primo dicembre su Amazon Prime questa sera ho trascorso in compagnia di Diego Abatantuono, Anna Galiena, Antonio Catania, Michele Foresta, Nino Frassica, Gloria Guida, Violante Placido, Lodo Guenzi e la deliziosa Sara Ciocca nella bella commedia diretta da Francesco Patierno sul Natale e sul suo potere sognante e magico.

I sogni alleviano i mali di ogni famiglia e non è Natale solo a dicembre.

In un agosto difficile come quello vissuto da Lorenzo, il nonno di Chiara, che sta per vendere l’amato hotel, la visita inaspettata della figlia e della nipote, trasforma il ferragosto, nell’amata festa di Chiara: il Natale e sarà forse l’ultimo prima che i genitori si separino.

Tra addobbi, luci e alberi, la famiglia è riunita tra alti e bassi, verità e bugie. 

L’atmosfera è di quelle incantevoli e le piacevoli sorprese si alternano nella pellicola di Patierno piena di paesaggi mozzafiato.

Oltre alla splendida fotografia sono belli i momenti noir   dove i bambini sono davvero eccezionali e determinati nel loro piano.

Infatti l’intento di Chiara e dei suoi amici, è quello di terrorizzare gli acquirenti dell’hotel con scene da film horror.

Un piccolo e bel ruolo è riservato a Paolo Hendel, una sorta di elfo dei monti, un’anima buona e speciale che sarà di vitale importanza nella storia. 

Altro bel cameo è quello di Luca Vecchi. 

Splendida Gloria Guida, come Anna Galiena.

Il film è piacevolissimo ed è di quelli che fa piacere vedere e rivedere. 

Consigliatissimo!



Il Capolavoro di Marco Bellocchio



 Credo che il cinema debba essere lo specchio della realtà ed è bello quando riesce a mostrare l’animo e il valore di personaggi che hanno rappresentato un’epoca, pur essendo il frutto di un’elaborazione artistica da parte del regista.

Ebbene ciò che è accaduto in questi giorni in tv, ossia la messa in onda di “Esterno notte” film seriale in sei episodi sul caso Moro, ha scosso le coscienze, ci ha resi orgogliosi di essere italiani nel ricordo di uno statista, un insegnante di Diritto, un uomo per bene che ha creduto, pregato, ha amato la sua famiglia, il suo Paese, ha illuminato con la sua presenza su questa Terra, la strada da percorrere, una strada fatta di principi, di ideali, d’incrollabile fede.

La vicenda di Moro è stata analizzata da diverse angolazioni e punti di vista, a partire da quella di Aldo, dell’uomo impegnato nel suo lavoro d’insegnante universitario, di marito, di padre, di nonno e di politico.

La prospettiva si sposta sul Ministro degli Interni il caro amico Francesco Cossiga poi sul Papa Paolo VI malato e sui Terroristi e sul modo in cui preparano la strage e il rapimento a cui seguiranno 55 giorni di prigionia con il tragico ritrovamento del corpo senza vita di Moro a Via Caetani. 

Gli ultimi due episodi sono strazianti. Da una parte è messa a fuoco la figura della moglie Eleonora Chiavarelli chiamata da tutti Nora ed è mostrato il carteggio di Moro, dov’è forte il suo sentimento di stima e devozione verso quegli amici a cui scrive per chiedere aiuto e lo fa perché sono stati coloro che un tempo aveva avuto accanto e di cui si fidava.

Attaccato alla vita, ai suoi doveri e soprattutto ai suoi affetti, l’uomo lasciato solo al suo destino, dice: “Cosa c’è di folle nel non voler morire?”.

Bellocchio ci consegna un lavoro di rara bellezza, realizzato con un cast d’immenso valore a partire da Fabrizio Gifuni che coinvolge, commuove e fa vibrare.

Tra le scene che mi hanno particolarmente toccato oltre a quella in cui incontra il prete nella fase conclusiva della sua esistenza e sente l’esigenza di confessarsi per aver provato sentimenti di odio verso quegli amici che si sono dimenticati di lui, c’è quella dell’ ultima Pasqua con la sua famiglia, dove Eleonora ricorda il marito desideroso di mostrare la cappella di famiglia nel cimitero di Torrita Tiberina.

L’utopistica e visionaria liberazione di Moro che apre il film torna sul finale e la tensione è altissima perché è bello poter pensare che quest’uomo sia stato realmente liberato. È anche un film illuminante, dove è forte il confronto tra il passato e il presente.

L’immagine dello statista che porta la sua croce mentre tutti gli altri si limitano a seguirlo e lo stanno a guardare, è una delle più significative di “Esterno notte”, il punto più alto di una carriera piena di successi per il grandissimo Marco Bellocchio da cui ho imparato tanto!

Amatissimo anche il pezzo musicale “Apres la pluie” di Rene Aubry che unito alla voce di Gifuni, il quale fu anche a teatro, un Aldo Moro eccezionale, rende questo film un Capolavoro.





Esterno notte l'anteprima su Raiplay


Ho fatto il conto alla rovescia in attesa dell'anteprima di Esterno notte su Raiplay e oggi è giunto il giorno delle emozioni.
Avevo solo cinque anni a quei tempi, tempi difficili per l'Italia e per gli italiani che dovettero vivere una pagina buia per il nostro Paese: il rapimento di Aldo Moro, il presidente della Democrazia Cristiana e fautore di uno storico accordo che, per la prima volta, sta portando alla formazione di un governo sostenuto da DC e Partito Comunista italiano.

Nel primo dei due episodi disponibili su Raiplay, intitolato Aldo Moro, la narrazione ha inizio il 12 marzo 1978 e si conclude il 16 proprio nel giorno dell'insediamento dell'esecutivo, sulla strada che lo porta in Parlamento, Moro viene rapito con un agguato che stermina la sua scorta.
E' accennato il famoso discorso di Aldo Moro della durata di un'ora circa in assemblea.
Il regista Marco Bellocchio che debutta a 83 anni in una serie tv, racconta l'uomo idealista, credente, colto, paziente, mite, fiducioso, ricostruisce gli ultimi giorni dell'insegnante di Istituzioni di Diritto e Procedura Penale alla Sapienza, del nonno innamorato dell'adorato nipotino Luca con il quale amava dormire, accanto alla nonna e moglie Eleonora Chiavarelli, del padre protettivo verso i quattro amatissimi figli, del politico e sincero amico del Papa, del Presidente del Consiglio Giulio Andreotti, del Ministro degli Interni Francesco Cossiga e mostra l’amata chiesa a Piazza del Gesù dove andava a rivolgere le sue preghiere a un Dio misericordioso. 
La somiglianza di Fabrizio Gifuni è davvero impressionante ed è perfetto nei panni del Presidente Moro.
Toni Servillo, che ha definito il film "un'elaborazione artistica di un avvenimento scioccante della nostra storia civile" è Papa Paolo VI, una figura emblematica e a cui Moro era molto legato.
Francesco Cossiga, è un caro amico per Aldo, ed è un'ottima prova per Fausto Russo Alesi, che compie un viaggio umano dietro una tragedia collettiva e restituisce di Cossiga il ritratto più intimo e coinvolgente, ed è il protagonista del secondo episodio intitolato Ministro degli Interni.
Cossiga dice di Moro: "Per me era un padre, è un padre", cercando di coordinare le ricerche del Presidente a cui deve tutto. 
E' un film seriale straordinario di cui presto vedrò il seguito su Raiuno.

Se volete, potrete leggere nel link la recensione di


Gli Stati Uniti contro Billie Holiday

"Quell'amore che tu provi non sarà mai ricambiato"

Vive per soli 44 anni ma lascia il segno.

La sua voce, la sua storia toccante, s'imprime nella mente e nel cuore di chi guarda questo film diretto da Lee Daniels sulla cantante afroamericana divenuta una star del jazz e nel mirino per tutta la sua breve esistenza per aver cantato Strange fruit, un brano sovversivo contro il linciaggio; è la storia di una vera e propria persecuzione dell'artista che donò la sua voce al mondo, il suo canto dolce e malinconico, nonostante fosse tormentata a causa della sua etnia, per cui le era vietato di cantare in mezzo ai bianchi nei club senza licenza o autorizzazione.

Andra Day nei panni di Billie Holiday conquista un Golden Globe.

Molto toccante è la sua storia tumultuosa con l'agente federale Jimmy Fletcher che prima la fa arrestare e che poi si innamora della donna così affascinante per cui si pentirà per tutta la vita di aver collaborato con gli agenti della narcotici che l'hanno arrestata persino in punto di morte.

L'infanzia dolorosissima, lo stupro subito a soli 11 anni, la prostituzione sulla scia dell'attività svolta dalla mamma anaffettiva, fanno crescere la giovane e talentuosa cantante in un clima precario e di estremo bisogno affettivo che colma con l'assunzione di droga e alcol.

Sarà al tempo stesso la sua anestesia e la sua fine sia l'abuso di alcol che di droga.

Lo sarà per tutta la sua vita e ne decreterà il tragico epilogo.

E questa persecuzione è raccontata con l'apporto d'immagini di repertorio sapientemente inserite come strumento utile per comprendere l'esistenza straziante di Billie.

Un film dall'8 novembre in prima visione su Sky e che consiglio.

Il mammone


 Ecco un altro esempio di remake di una commedia francese come Tanguy del 2001, poco riuscito nonostante un cast eccezionale. Sto parlando de “Il mammone” diretto da Giovanni Bognetti, in prima visione su Sky e Now dal 7 novembre e racconta il dramma dei mammoni italiani che non schiodano dalla casa di famiglia di solito per non fare nulla e per farsi mantenere. 
Qui la storia è quella di un ragazzo affermato, preparato di 35 anni che insegna letteratura giapponese, ma senza alcuna voglia di essere autonomo. 
Il mammone è Aldo (Andrea Pisani) che è impossibile non associare al figlio di Abatantuono nel bellissimo “Belli di papà”. Anche in questo caso è il figlio di Piero (Diego Abatantuono) e Anna (Angela Finocchiaro). 

Dovrò rivederlo perché per ora non mi coinvolge, tranne la scena girata nell’amatissima Santa Severa! 




Il peggior lavoro della mia vita


Questa splendida commedia francese del 2021 in prima visione su Sky questa sera, è diretta da Thomas Gilou ed è ambientata in una casa di riposo apparentemente idilliaca dove un gruppo di anziani malati e senza figli, sono costretti a restare chiusi senza poter uscire mai. Non ricevono visite da parenti, sono soli fino a quando giunge Milann (Kev Adams), un ragazzo che deve  lavorare 300 ore nella comunità per evitare la prigione.

È una splendida storia dove degli anziani soli e dimenticati, offrono utili lezioni di vita a un ragazzo orfano e di buoni sentimenti.

Nella casa di riposo c’è un ex pugile malato di cuore: Lino Vartan, che insegnerà al ragazzo a difendersi impartendogli lezioni di pugilato.

Vartan è il sempre bravo e intenso Gerard Depardieu che compie un altro gesto davvero generoso nei confronti di Milann prima di andarsene.

Milann si lega con alcuni degli anziani di cui si prende cura ogni giorno e vuole regalare loro la libertà.

Ci sarà sul finale una casa dove potranno vivere in armonia gli anziani e un gruppo di orfani per aiutarsi l’un l’altro.

In un film incentrato su tematiche sociali come questo, vincono i buoni sentimenti.

Non mi stupisco che mi abbia emozionato tanto il cinema francese anche stavolta. 

Ne suggerisco la visione.

 

Il sesso degli angeli

 Torna Leonardo Pieraccioni con il suo nuovo film Il sesso degli angeli, una favola dolce amara dove indossa i panni di Don Simone, un parroco fiorentino che riceve in eredità dallo zio Waldemaro, un'attività commerciale in Svizzera.

La notizia solleva il parroco, la cui chiesa ha subito diversi danni a causa d'infiltrazioni d'acqua.

Così inizia un viaggio in automobile, accompagnato da Giacinto, il sacrestano di fiducia di Don Simone, da Firenze a Lugano per scoprire che tipo di attività gli abbia lasciato suo zio.

Nell'elegante stabile svizzero, Don Simone e Giacinto vengono accolti cortesemente da Lena, che gestisce una casa d'appuntamenti estremamente elegante e nella quale lavorano delle bellissime ragazze che si prostituiscono.

Questo sbalordisce e sconcerta i due italiani all'estero.

Al termine della settimana concessa dal testamento, Don Simone rivela di essere un prete e decide di tornare nella sua chiesa a Firenze, scegliendo di abbandonare l'eredità.

Ma per via di un cavillo burocratico, scopre che l'edificio dove prima si trovava una scuola materna, non ha mai cambiato destinazione d'uso, così Don Simone, non solo decide di tenere l'eredità ma di trasformare la casa d'appuntamenti in un asilo privato.

Con i proventi del nuovo businnes finanzia opere benefiche in Africa.

Lo zio Waldemaro è interpretato da un sorprendente Massimo Ceccherini, maturo, sobrio e perfettamente a suo agio nella parte dell'anima ormai 'putrefatta' come spesso dice al nipote e che compare per far cambiare rotta al sacerdote, ma sarà un'impresa ardua.

Pieraccioni risorge dalle sue ceneri, riconquistando quella freschezza che lo caratterizza e nel film si barcamena tra riflessioni e battute illuminate dal suo animo che sa essere poetico.

Tra l'essere e l'apparire, vince l'essere nel mondo ideale di Pieraccioni e forte è l'attenzione e l'amore per i bambini che ispira pensieri nobili e spirituali in un contesto tutt'altro che puro.

Tra le tentazioni delle ragazze e gli inviti dall'aldilà di Waldemaro, sfila una carrellata di bei personaggi da Giacinto, il bravo Marcello Fonte a Lena, la stupenda Sabrina Ferilli.

C'è anche Vincenzo Salemme nei panni di Antonello, il cugino napoletano del prete che non riceverà l'eredità a lui destinata.

Il film diverte e parla al cuore ed è da questa sera in prima visione su Sky.

Consigliato per tornarsi a emozionare coi film di Leonardo!

Belfast


 Belfast è un film del 2021 scritto e diretto da Kenneth Branagh da questa sera in prima visione su Sky cinema.

La pellicola semi-autobiografica, in bianco e nero, narra l'infanzia del regista Branagh, interpretato da Jude Hill, nella città di Belfast con sottofondo il conflitto nordirlandese.

Ai premi Oscar 2022 il film ha vinto l'Oscar alla migliore sceneggiatura originale.

Il bianco e nero è il colore dei ricordi di un bambino curioso che scopre il mondo del cinema attraverso film sensazionali e il mondo del teatro con il Canto di Natale di Dickens.

L'amore dei nonni e dei suoi genitori è turbato dalla rivolta dei protestanti che si scagliano sulle case e i terreni dei cattolici che vivono nella strada di Buddy.  Il conflitto nordirlandese esplode sotto gli occhi belli e disincantanti che ne rimane travolto.

Il piccolo si sente protetto e confortato dai nonni, finché  l'adorabile nonno lascia questo mondo e rimane la splendida nonna che vedrà partire la sia bella famiglia verso un Paese pieno di opportunità e un futuro migliore.

La fotografia suggestiva del film e dei personaggi affacciati alle finestre di appartamenti come fosse un plastico a tratti immobile, altri tumultuoso, è quasi la fotografia di un ricordo che la memoria conserva.


Bene ma non benissimo su Amazon Prime

"Per colpa vostra ci sono ragazzi che muoiono ogni giorno"

"Io preferisco essere felice"

Sono alcune delle frasi più emblematiche pronunciate da Candida (Francesca Giordano) la protagonista del toccante film "Bene ma non benissimo" diretto abilmente da Francesco Mandelli da un'idea di Fabio Troiano e da oggi su Amazon Prime; E' una straordinaria storia sul bullismo, sull'amore di un padre per sua figlia che hanno perso entrambi la moglie e la madre, è una storia d'emigrazione, emarginazione e di rivincita.

Inizia l'avventura da Terrasini a Torino.

Vito (Giordano De Plano) offre a Salvo un lavoro nella pizzeria dove lui stesso lavora come dipendente e offre loro anche un posto per dormire: il magazzino della pizzeria, basterà tirare giù il letto poggiato al muro.
Un letto in due e nessuno spazio vitale da poter usare per sistemare panni e beni personali.

Però a Torino c'è Shade il rapper amatissimo da Candida e il cui pezzo dà il titolo al film e che sarà se stesso in questa bellissima pellicola.

La vera bellezza di questa storia è la vittoria del bene sul male, e Jacopo e Candida lottano insieme per contrastare gli atti di bullismo compiuti da Ossani, Niccolò e Cosimo, tre ragazzi della loro classe che si scagliano contro i due amici: lui troppo timido e introverso anche se ricco, lei dotata di un fisico imponente e per questo entrambi motivo di scherno da parte dei bulli.

Francesca Giordano è un'interprete affascinante che ho amato dal primo istante, emozionante anche nei dialoghi con la madre morta, interpretata dalla brava Maria Di Biase.

Al fianco della giovane ed eccezionale Francesca, c'è un attore entusiasmante come Rosario Terranova nei panni di Salvo, il riservato e affranto padre di Candida che oltre a essere vedovo, ha perso il lavoro come salumiere in Sicilia e questo lo costringe a trasferirsi al nord.

Apprezzabili Gioele Dix ed Euridice Axen, i genitori di Jacopo, il tenero Yan Schevchenko.

Fantastiche le scene girate al Museo Egizio di Torino (in foto), le passeggiate lungo le strade della città in un viaggio davvero inedito.

 Un bell'esempio di cinema italiano.

Film consigliatissimo

Bla Bla Baby


Non servirà tuffarsi nel Tevere per acquisire superpoteri (Lo chiamavano Jeeg Robot), basterà semplicemente mangiare omogeneizzati in un asilo.

Il superpotere dell'omogeneizzato infatti, s'insinua nella mente di Luca, un bel quarantenne che si ritrova a fare il bidello in un asilo dove sono custoditi i figli dei dipendenti della Greenlight che non avranno più segreti per lui e il dialogo diventerà il trait d'union tra i neonati e Luca che dopo aver mangiato l'omogeneizzato di platessa contaminato, riuscirà ad accedere al codice linguistico dei bebè. 

Luca è un uomo solo che vive con il geniale scienziato Ivano e che presto sarà suo complice oltre ad essere un amico fidato.

Il film diretto da Fausto Brizzi e con un impeccabile Alessandro Preziosi nei panni di Luca, contiene messaggi pedagogici ed educativi molto importanti.

E' indispensabile riuscire a comprendere i bambini e il compito spetta soprattutto ai genitori.

Ho apprezzato oltre a Preziosi anche Massimo De Lorenzo lo scienziato e le due colleghe di Luca: Celeste e Doriana, rispettivamente Maria Di Biase e Chiara Noschese.

Bravi anche Nicolas Vaporidis (Herbert), Cristiano Caccamo, Fabrizio Nardi e Nico Di Rienzo noti come Pablo e Pedro.

Il film in programmazione su Sky è molto grazioso e consigliato.



PennadorodiTania CroceDesign byIole