Da William Shakespeare ai giorni nostri, riflessioni sul teatro in tempo di pandemia

Ci si prepara ad un'Italia rossa, poiché quasi tutte le regioni lo sono, i divieti aumentano, le chiusure anche e quella che si stava avvicinando come la nostra data di festa e di apertura, quella del 27 marzo, pare debba essere rimandata. La storia è stata piena di pandemie e di crisi teatrali. Come azionista e a volte attore della sua compagnia teatrale, nonché drammaturgo principale per esempio, Shakespeare ha dovuto affrontare per tutta la sua carriera queste ripetute ed economicamente devastanti chiusure. Particolarmente gravi furono le epidemie di peste del 1582, 1592-93, 1603-04, 1606 e 1608-09.

Nel blog Lampi di Riccardo De Palo de Il Messaggero, a proposito di pandemia e di teatro, apprendo che ai tempi di Shakespeare, non si conosceva il veicolo del bacillo yersinia pestis, ovvero le pulci dei topi; e si credeva che fossero i contatti umani a propagare il morbo; così, spesso e volentieri, i teatri erano i primi ad essere chiusi (e nessuno si preoccupava dei roditori). Non solo. Al tempo del Bardo, gli attori e le loro compagnie avevano una pessima fama e i predicatori usavano dire che «la causa della peste è il peccato, e la causa del peccato le commedie». Tra il 1603 e il 1613, il Globe di Shakespeare e gli altri spazi londinesi dedicati al teatro subirono chiusure durate 78 mesi, vale a dire il sessanta per cento del totale. In questi casi, succedeva che intere compagnie fossero obbligate a partire, alla ricerca di città risparmiate dal contagio: dei tour obbligati con il terrore che il morbo continuasse a perseguitare gli attori.

Dopo questo affascinante salto nel passato, mi piace tornare al presente e prima che tutto sia chiuso, vietato, mi piace riportare qualche altra considerazione dalla viva voce degli artisti che hanno gentilmente risposto alle mie domande sul teatro in tempo di pandemia.

"Il 27 avrebbero dovuto riaprire i teatri. Sono forse tra i più antichi luoghi di cultura che ci arrivano dal passato. Luoghi dove si pensa, si piange, si ride, si curano l'anima e il cervello, insomma il luogo dove si cresce e si diventa migliori. Questo virus li ha chiusi, complice anche una considerazione di essi sbagliata. Questo virus poteva essere, invece, l'occasione per cambiare in meglio le cose, Anzi, se il cinema con lo streaming credo subirà un ennesimo colpo, il teatro rischia di estinguersi. non è mai accaduto in 2000 anni,,, per questo la preoccupazione di chi ci lavora dovrebbe accompagnarsi a quella di tutta la comunità. Il teatro resta ancora il miglior specchio dei tempi, come diceva Shakespeare".

Massimo Wertmuller (attore di teatro e cinema di Roma)


"Il nostro lavoro vive di programmazione, devi convincere il pubblico che sarà giusto spendere dei soldi, che non ha. E poi non siamo statali, non avendo un bonifico accreditato a fine mese. Cosa penso del teatro in tempi di pandemia? E' tutto in ritardo: vaccini, ristori, pianificazioni. Ma sono certo che vinceremo perché la cultura, anche in Italia, rimarrà alla base di tutto".

Antonio Conte (attore di teatro e cinema vive a Roma)


"La riapertura dei teatri dovrebbe essere festa nazionale! Non credo sarà possibile tornare ad una "normalità " se si dovessero riaprire il 27 marzo, men che meno in questa terza ondata di pandemia. Ma quale "normalità poi? Da molti anni ormai fare teatro ha significato per la maggior parte di noi attori, registi, autori e non ultime le maestranze, una missione da portare avanti dentro una realtà sorda e ignorante che ha penalizzato soprattutto le produzioni minori, dove spesso nascono le situazioni più interessanti artisticamente. La cultura dal vivo serve a tenerci vivi, a capire, perché rappresentare tante realtà diverse fanno di noi una comunità che respira insieme, una realtà fisica che non può essere sostituita dalla tecnologia. Il teatro dovrebbe diventare materia scolastica, perché attraverso questa esperienza si entra dentro la vita come in una storia d'amore".  
Barbara Scoppa (attrice, autrice di Roma)

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4 commenti:

  1. Il Teatro.. quello vero fatto col cuore ❤vincerà sicuramente anche questa ennesima prova...Crederci sempre...e Arrendersi Mai.

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  2. Il teatro vince sempre su tutto! :) Arrendersi Mai!

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  3. Bellissime riflessioni Barbara Scoppa !! Nel grande giardino del Teatro,molto spesso i fiori più belli e profumati...sono quelli selvatici,ovvero meno noti !!

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    1. E' proprio così... i fiori più belli sono quelli selvatici!

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